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Fotografia: Come Raccontare Una Catastrofe. Foto di Raghu Rai.

FOTOGRAFIA

Come immaginiamo una tragedia ? Come rappresentarla con un mezzo immediato come la fotografia ? Quali sono le fantasie che si rincorrono nella nostra mente, quando cerchiamo di immaginare un paese colpito da un disastro, quello di Bhopal nel 1984, che sino ad ora ha fatto 20.000 vittime ?

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A queste domande rispondono le fotografie di un fotografo Magnum, Raghu Rai, massimo esponente della fotografia indiana, i cui scatti sembrano dare una risposta esaustiva a queste domande.

PAR233011Basta guardare le sue foto sulla tragedia di Bhopal, nello stato indiano del Madhya Pradesh, dove, il 2 dicembre 1984, alle prime ore del mattino si scatena uno tra i più drammatici disastri chimici della storia: quaranta tonnellate di gas letali fuoriescono dalla fabbrica di pesticidi della Union Carbide. La mattina dopo l’incidente Raghu Rai si reca sul posto e realizza un reportage in bianconero sulle vittime della tragedia. Le immagini che scatta sono sconcertanti, piene di paura e morte. Al terzo giorno dall’incidente ottomila persone erano decedute per l’esposizione dei gas. Oggi, si calcola siano ventimila le vittime innocenti di questa tragedia umana e più di mezzo milione di sopravvissuti vivono in condizioni di salute precarie a causa degli effetti della nube tossica. Raghu Rai da allora segue questa vicenda. Nel 2003, a diciotto anni dalla tragedia, per conto Greenpeace torna su quei territori dove la catastrofe non ha smesso di lasciare tracce tossiche, dove ancora si beve l’acqua irrimediabilmente inquinata e ci si ammala. (1) ”

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(1) da reflex.it . Si ringrazia l’autrice dell’Articolo Patrizia Bonanzinga © 2005, dove potete trovare anche una Biografia del Fotografo.
(2) Le foto sono tratte dal sito Magnum dedicato al Fotografo

“Non Hai Idea Quanto Presto Si Svegliano” di Katerina Dramitinou, Pittrice. Mostra On Line.

Graffiti

Mostra On Line

“Non Hai Idea Quanto Presto Si Svegliano”

di Katerina Dramitinou, Pittrice.

Katerina Dramitinou, Pittrice, Nasce in Grecia a Rethymnon, Creta, nel 1975. Dal 1987 al 1992 Prende lezioni di pittura e di storia dell’Arte dal Professor Frixos Theodosakis. Dal 1992 al 1998 ha continuato i suoi studi con Nikos Stefos. E’ stata allieva di grandi Pittori come Vassilis Dionysopoulos, Nikos Christoforakis, Kyriakos Katzourakis, Marios Spiliopoulos And Giannis Migadis. I suoi quadri sono stati esposti in numerose gallerie in tutto il mondo.

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Timeoutintensiva.it, N°24, Graffiti, Aprile 2013

Le Ferite di Garibaldi

Articolo Scientifico

Le Ferite di Garibaldi

foto: lacarbonarablog.it

Garibaldi’s wounds

di Sergio Sabbatani

Unità Operativa di Malattie Infettive,

Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna, Italy

da Le Infezioni in Medicina, n. 4, 274-287, 2010

Nel XIX secolo alta era la probabilità che si sviluppassero infezioni letali e frequentemente i medici e i chirurghi contribuivano mediante le loro iniziative terapeutiche, allo sviluppo di ascessi, flemmoni, gangrene. Il rischio era però maggiore se le ferite erano procurate da armi da fuoco sui campi di battaglia.

Garibaldi la prima ferita se la procurò nel 1832, a 25 anni, quando ottenuta la patente di capitano di seconda classe, dopo l’imbarco sul Clorinda, veleggiando nel Mar Nero, la nave fu assalita dai pirati, l’equipaggio reagì e nel corso della scaramuccia il giovane marinaio fu ferito leggermente ad una mano… Per Continuare a leggere Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N° 16, Technè Aprile 2011


Graffiti

Collage

Da Video e Grafica di Giuseppe Zimmardi

Giuseppe Zimmardi artista palermitano, docente di storia e filosofia, racconta la sua esperienza artistica attraverso le sue parole e una piccola selezione delle sue opere. Dice di se stesso che è un videomaker, ma per chi conosce le sue opere certosine realizzate con carta, forbici e colla, o i suoi quadri a china ed altro, o ancora i suoi testi la definizione appare riduttiva.

“Ho sviluppato la pratica del collage verso la metà degli anni ’80. Usavo fobici, colla e materiali reperiti prevalentemente da cataloghi di strumenti scientifici e testi di edificazione religiosa. Delimitato il campo, facevo esercitare conflittualmente i precipitati iconografici dei magisteri religioso e scientifico a contendersi verità e un senso per il dolore.”

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