Archivio della categoria: Recensioni

Out of Border: Libri: Elegia delle Donne Morte di Beatrice Monroy

Out of Border

Libri

Elegia delle Donne Morte

di Beatrice Monroy

Navarra Editore

Categoria: Narrativa

Anno: 2011

Prezzo: 10,00 €

“I balconi erano coperti di cenere, di lapilli incandescenti spinti dal forte scirocco. Nella piazza, piena di sterpaglia secca, ogni tanto un tizzone ardente generava un incendio che veniva spento da un’anonima secchiata d’acqua.” Chi ha dato fuoco all’Archivio? E perché?

Le donne si raccontano sempre, cercano nelle altre complicità e ascolto, si scambiano storie allegre, comiche e tristi, creano cerchi, confidenze, solidarietà. In Elegia delle donne morte alcune donne rievocano vicende personali, incrociando i loro destini. Sono donne che non ce l’hanno fatta, donne perdenti che, trovandosi a un bivio cruciale della loro vita, si sono ritratte affogando nel silenzio. Tutti i destini narrati hanno una comune origine in una notte di scirocco. Un fuoco devasta le montagne attorno alla città, qualcuno ne approfitta per dare fuoco al grande Archivio, memoria di una città senza nome, una città fantasma e clone di Palermo. Chi ha dato fuoco all’Archivio? E perché?

Poi siamo in un’alba invernale davanti a una chiesa. Piove. Uno sparuto gruppo di donne si ritrova davanti al portone, la perpetua apre e le fa accomodare, le anziane hanno il velo in testa, le giovani no, tutte hanno lo sguardo impaurito e una gran fretta di confessarsi. A una a una si avvicinano al confessionale dove le attende il prete, nervoso anche lui, non gli hanno dato neanche il tempo di prendere il caffè. Parlano, parlano, si alzano e vanno a pregare davanti al Cristo appeso sull’altare con le carni sanguinanti.

Attraverso le confessioni si dipanano le storie di donne contemporanee di varie età, appartenenti a mondi diversi, tenute insieme dal ricordo di un incendio in un’estate di scirocco e narrate in un umido inverno d’abbandono.

L’autrice: Beatrice Monroy vive a Palermo, è autrice di testi teatrali e radiofonici (Rairadio1 e Rairadio3), ha pubblicato raccolte di racconti e piccoli poemi per il teatro, ultimo un manuale di scrittura drammaturgica, Tutti in scena, manuale di drammaturgia, per le edizioni La Meridiana. Da più di un trentennio anima laboratori di scrittura e narrazione in giro per l’Italia.

(N.d.R.) La rubrica Out of Border rappresenta un guardare oltre il confine, e per un attimo, attraverso una fotografia, poche righe, favole, musica, racconti, un libro, un video o una poesia, vivere un momento di gioia, di riflessione, di interesse, partecipazione…

Recensioni Musicali: “Western Lands” by Gravenhurst

Recensioni Musicali

Western Lands

by Gravenhurst

2006 Warp

a cura di Ugo Sottile

Dopo l’esordio con “Internal Travels” del 2002, seguito dall’ottimo “Flashlight Seasons” del 2003, collegato idealmente con l’ E.P. successivo “Black hole in the sand” 2004, e “Fire in a Distant Buildings” 2005, Gravenhurst con formazione invariata, sempre e solo Nick Talbot one man band, giunge al suo IV° album Ufficiale “Western Lands” del 2006.

Le composizioni di Nick Talbot sembrano “piccoli fragilissimi film”, tanto per citare Paolo Benvegnù degli italiani Scisma, girati con una vecchia cinepresa, reali invenzioni totalmente Home Made, con pellicola Bianco/Nero, composti da frames completamente sgranati, come immersi nella nebbia, che lasciano molto spazio all’immaginazione per capire ciò che forse avviene; ma avviene veramente o è soltanto un’illusione ?… Puoi continuare a leggere la recensione Cliccando qui

Timeoutintensiva.it, N° 7, Recensioni Musicali, Ottobre 2008

Books: Recensioni: Fuga nelle Tenebre di Arthur Schnitzler

Books

Recensioni

Fuga nelle tenebre

di Arthur Schnitzler

1981 Adelphi

Traduttore: Giuseppe Farese

I contenuti

Nella “Fuga nelle tenebre”, che fu pubblicata nel 1931, poco prima della morte dell’autore (ma la stesura originaria è degli anni 1912-1917), Schnitzler raggiunge la massima intensità di narratore. La storia è quella della graduale, consequenziale germinazione di un delirio. Qui il racconto non è, come sempre in Schnitzler, cosparso di accenni al fondo oscuro della psiche, ma in certo modo costringe quel fondo ad apparire in primo piano, sotto una luce fredda e limpida. Insediati all’interno della psiche del protagonista, assistiamo al primo infiltrarsi in essa di una serie di presentimenti e ammonimenti, che subito fanno oscillare tutta la realtà, gettandola in un’incertezza simile a quella dei sogni. Poi, in una progressione sempre più angosciosa, ci accorgiamo che ormai una rete di ossessioni si è posata sul mondo. A poco a poco, le sue maglie si stringono crudelmente e tutto ciò che avviene converge verso un unico punto di fuga: le tenebre… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 8, Dicembre 2008

Recensioni Musicali: “Espers III” degli Espers

Recensioni Musicali

“Espers III”

degli  Espers

2009 Drag City

Recensione a Cura di Ugo Sottile

Ottimo esordio per questa band americana di Filadelfia nel 2004 con l’album omonimo, seguito da Wedding Tree del 2005 album di covers; nel 2006 esce a proseguimento del discorso iniziale l’altrettanto valido Espers II, e dopo tre anni ecco il terzo capitolo di questo progetto Espers III. La direzione musicale è sempre orientata verso il folk, grazie alla bellissima voce di Meg Baird che non fa rimpiangere la compianta Sandy Denny, allora singer dei Fairport Convention poi leader dei mitici Fotheringay, oppure Maddy Prior degli Steeleye Span o Jaqui Mcshee dei Pentangle, le referenze sono quindi ottime… Continua qui.

Recensioni Musicali: There is an ocean that divides … di S. Matthew

Recensioni Musicali

a cura di Ugo Sottile

There is an ocean that divides …

Scott Matthew

2009 Glitterhouse Records

Australiano del Queensland, passa da Londra per stabilirsi a New York. Già membro della band di rock alternativo Elva Snow con l’apporto di Stewart Corbin ex Morrissey band, inizia ad avere notorietà nel paese del sol levante grazie alle musiche incluse nella soundtrack della serie “anime” The ghost in the shell; brani come Psychedelic soul, Lithium flowers, Be human, Beauty is within us,Trip city oppure Is it real insieme a Yoko Kanno nel cartoon be bop cow boy sono fra i primi ad avere un riscontro almeno in Giappone. Scott Matthew, primo album omonimo è del 2008, imperdibile esordio da solista per modo di dire perché si circonda sempre di artisti di ottimo livello, brani come Amputee, Abandoned, Little bird, In the end e Market me to children, ti penetrano dentro sottilmente ma in modo implacabile e colpiscono nel segno scavando un solco indelebile nell’anima.

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Timeoutintensiva.it, N° 14, Music, Luglio 2010