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News: Depressione E Suicidi: Uno Studio Dimostra Un Loro Aumento Preoccupante Durante La Crisi Finanziaria

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Depressione E Suicidi: Uno Studio Dimostra Un Loro Aumento Preoccupante Durante La Crisi Finanziaria

La maggior parte dei Governi, in tempi di crisi, attua tagli indiscriminati, e a volte i settori più colpiti dai tagli sono proprio quelli che riguardano le cure psicologiche. Diverse malattie mentali cominciano a sorgere nei periodi neri, fino quasi a raddoppiare i numeri dei suicidi.

A scattare la fotografia della situazione sono due studi pubblicati sulla rivista World Psychiatry, della World Psychiatric Association (Società mondiale di psichiatria), di cui è presidente l’italiano Mario Maj, i quali hanno calcolato il numero delle persone depresse e dei sucidi durante gli ultimi 15 anni. Il risultato è evidente quanto scontato: si registra un picco in concomitanza dei periodi di crisi economica.

A spaventare di più sono la disoccupazione, ma persino la paura di perdere il lavoro in chi è occupato. Tassi alti di suicidi si registrano anche nella classe di persone a reddito medio-alto, in quanto colpite enormemente, con perdite di ingenti capitali, a causa del crollo economico.

da http://www.medicinalive.com/


L’articolo originale…

Income-related inequalities in the prevalence of depression and suicidal behaviour: a 10-year trend following economic crisis

RESEARCH REPORT

Jihyung Hong, Martin Knapp, Alistair McGuire (World Psychiatry 2011;10:40-44)

… lo puoi trovare Cliccando qui

News: Sulla forza della “Rivoluzione” Egiziana ed i Problemi Futuri dell’Area Medio Orientale

Perchè il vero problema ora saranno le relazioni Arabo-Israeliane.

Abbiamo così voluto ricordare il coraggio e l’orgoglio del Popolo Egiziano, che ha pagato un duro prezzo anche in termini di vite umane, e la Pace che ci auguriamo possa presto esserci tra Israeliani e Palestinesi, con una fotografia e una poesia che dicono molto di più di qualunque articolo giornalistico sui fatti egiziani appena accaduti e sui problemi che ora si presenteranno sulla scena medio-orientale.

Savas

Unknown Photographer

Ricordate ! Sono un arabo

poesia di

Mahmoud Darwish

Ricordate ! Sono un arabo

E la mia carta d’identita’ e’ la numero cinquantamila

Ho otto bambini

E il nono arrivera’ dopo l’estate.

V’irriterete?

Ricordate!

Sono un arabo,

impiegato con gli operai nella cava

Ho otto bambini

Dalle rocce

Ricavo il pane,

I vestiti e I libri.

Non chiedo la carità alle vostre porte

Ne’ mi umilio ai gradini della vostra camera

Perciò, sarete irritati?

Ricordate!

Sono un arabo,

Ho un nome senza titoli

E resto paziente nella terra

La cui gente è irritata.

Le mie radici

furono usurpate prima della nascita del tempo

prima dell’apertura delle ere

prima dei pini, e degli alberi d’olivo

E prima che crescesse l’erba.

Mio padre…viene dalla stirpe dell’aratro,

Non da un ceto privilegiato

e mio nonno, era un contadino

ne’ ben cresciuto, ne’ ben nato!

Mi ha insegnato l’orgoglio del sole

Prima di insegnarmi a leggere,

e la mia casa e’ come la guardiola di un sorvegliante

fatta di vimini e paglia:

siete soddisfatti del mio stato?

Ho un nome senza titolo!

Ricordate!

Sono un arabo.

E voi avete rubato gli orti dei miei antenati

E la terra che coltivavo

Insieme ai miei figli,

Senza lasciarci nulla

se non queste rocce,

E lo Stato prenderà anche queste,

Come si mormora.

Perciò!

Segnatelo in cima alla vostra prima pagina:

Non odio la gente

Né ho mai abusato di alcuno

ma se divento affamato

Prestate attenzione!

Prestate attenzione!

Alla mia collera

Ed alla mia fame!

Mahmoud Darwish (arabo: محمود درويش ‎; al-Birweh, 13 marzo 1941 – Houston, Texas, 9 agosto 2008) è stato un poeta e scrittore palestinese.

Mahmoud Darwish (Mahmūd Darwīsh) nacque nel 1941 nel villaggio di al-Birweh, situato in alta Galilea a est della città di Akko (Acri). Il suo villaggio natale oggi è distrutto e non più presente sulle carte. Nel 1948 – durante il primo conflitto arabo-israeliano – l’esercito di Israele scacciò gli abitanti di Birweh e rase al suolo completamente l’abitato. Lo stesso destino era toccato ad altre quattrocento località palestinesi nella fase finale della guerra. I genitori di Mahmoud cercarono rifugio in Libano con il resto della popolazione per sfuggire ai massacri, ma furono tra i pochissimi che riuscirono a rientrare nel loro paese, illegalmente, dopo appena un anno. Nel frattempo però la loro terra d’origine era diventata parte dello stato di Israele, i loro beni confiscati ed essi non godevano più di alcun diritto di cittadinanza.

In questa condizione fin da bambino Darwish si trovò nello status legale di “alieno”, cittadino che risiede come “ospite illegale” nel suo stesso paese. Da giovane fu arrestato e condannato più volte a pene detentive, per la sua presenza in Israele senza permesso e per aver recitato poesie in pubblico. Studiò peraltro la lingua ebraica israeliana, perfezionando la conoscenza della sua lingua natia. Cominciò l’attività pubblicistica a diciannove anni, iscritto all’università non ebbe la possibilità di laurearsi a causa delle interruzioni degli studi nei periodi trascorsi in prigione, anche se in Unione Sovietica, a Mosca, si costruì nel 1971 una solida preparazione linguistico-letteraria. Pubblicò la sua prima raccolta di poesie, Foglie d’Ulivo, nel 1964.

È autore di circa venti raccolte di poesie (pubblicate dal 1964 a oggi) e sette opere in prosa, di argomento narrativo o saggistico. È considerato tra i maggiori poeti in lingua araba. È stato giornalista e direttore della rivista letteraria “al-Karmel” (Il Carmelo), e dal 1994 era membro del Parlamento dell’Autorità Nazionale Palestinese.

I suoi libri sono stati tradotti in più di venti lingue e diffusi in tutto il mondo. Solo una minima parte della sua produzione letteraria è stata tradotta in italiano. È scarsa anche la traduzione in lingua inglese della sua opera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Mahmoud_Darwish

News: Ictus: La Perdita Di Memoria Potrebbe Essere Il Primo Segnale

News:

Ictus:

La Perdita Di Memoria Potrebbe Essere Il Primo Segnale

La scarsa memoria e problemi con le altre abilità mentali possono essere i primi segnali di un aumentato del rischio di ictus, suggerisce un nuovo studio americano. I ricercatori dell’Università dell’Alabama hanno sottoposto ad un test di memoria sul ricordo delle parole 17.851 persone, ed un altro test sulla fluidità verbale con l’intento di misurare le competenze esecutive di funzionamento del cervello a 14.842 persone. I partecipanti avevano dai 45 anni in su e non avevano mai avuto un ictus precedentemente. Ognuna di queste trentamila persone circa è stata contattata due volte l’anno nei 4 anni e mezzo successivi, e da questi consulti è risultato che 129 persone del test di memoria e 123 persone del test di fluidità verbale, hanno avuto un ictus. Tra coloro che hanno preso parte al test sulla memoria, i 3.500 partecipanti che hanno ottenuto i punteggi più bassi avevano 3,5 volte più probabilità di subire un ictus rispetto ai 3.500 che avevano ottenuto i punteggi migliori. Tra coloro che hanno fatto il test fluidità verbale, i 3.000 partecipanti con i punteggi più bassi registravano 3,6 volte più probabilità di avere un ictus rispetto ai tremila con i punteggi migliori. Approfondimenti:  Clicca qui

Fonte:

http://www.medicinalive.com (Ridotto)

http://www.aan.com

News:Eluana Englaro, due anni fa la morte

Nella “Giornata del Silenzio” da noi proposta per oggi 9 Febbraio 2011 vi proponiamo degli approfondimenti

News:

Eluana Englaro, due anni fa la morte

Dal 21 febbraio DDL Biotestamento alla Camera

C’é un ‘prima’ e un ‘dopo’ Eluana Englaro. Eluana se ne è andata alle 19.35 del 9 febbraio 2009, al termine di 17 anni vissuti in stato vegetativo, dopo un incidente stradale, in bilico tra la vita e la morte. Se ne è andata in una clinica di Udine, a seguito di una lunghissima battaglia a colpi di sentenze che ha portato a quell’atto finale da sempre chiesto dal padre di lei, Beppino: la sospensione dei trattamenti di alimentazione e idratazione artificiali che la mantenevano in vita, ritenuti dall’uomo un accanimento terapeutico contrario alla volontà espressa, più volte nel corso della sua esistenza, dalla figlia stessa. ‘Prima’ di Eluana, le questioni legate al ‘fine vita’ erano un argomento per molti oscuro. ‘Con’ e ‘dopo’ Eluana, il dibattito circa il diritto di ogni individuo di decidere delle cure da ricevere in caso di incapacità di intendere è diventato di dominio pubblico. A due anni dalla sua morte, una legge sul testamento biologico – sulla base della quale ognuno potrebbe esprimere delle dichiarazioni anticipate in merito ai trattamenti da ricevere in caso di malattia terminale che porti all’incapacità di esprimersi – ancora non c’é (il dibattito parlamentare sul ddl riprenderà il 21 febbraio). Ma il caso di Eluana ha rappresentato uno ‘spartiacque’ aprendo un dibattito politico e culturale senza precedenti. Anche se il tema del ‘fine vita’ si era già imposto all’attenzione con un altro caso, quello di Piergiorgio Welby, affetto da distrofia muscolare: anche lui è stato al centro di un caso mediatico e legale contro l’accanimento terapeutico. Fu aiutato a morire nel 2006 da un medico, poi prosciolto. Casi che hanno evidenziato il vuoto legislativo in materia nel nostro Paese. Ma in attesa della legge, e dopo il caso Englaro, molti comuni hanno intanto preso posizione, attivando Registri per la raccolta delle volontà (70 REGISTRI IN TUTTA ITALIA), e sulla questione del fine vita è anche intervenuto con una sentenza il tribunale di Firenze, accogliendo il ricorso di un uomo di 70 anni in buona salute, che chiedeva “la nomina di un amministratore di sostegno autorizzato, per il tempo di eventuale perdita della capacità autodeterminativa”.

dalla stampa quotidiana ridotto

9 Febbraio 2011


News: Beppino Englaro: il 9 Febbraio Sarà la Giornata del Silenzio

Oggi 9 febbraio  è la Giornata Nazionali degli Stati Vegetativi. Ma sarà anche l’anniversario della morte di Eluana Englaro. La sua è una storia che non ha bisogno di  presentazioni: la donna è infatti deceduta dopo 17 anni in stato vegetativo, in seguito all’interruzione dell’alimentazione artificiale. La giornata è nata, per volontà dello Stato, proprio per ricordare la controversia della sua morte. Una storia correlata dalla lotta di un padre di voler rispettare la volontà della figlia, quella di non subire accanimento terapeutico, dopo l’accertamento dell’impossibilità della ripresa. E proprio nell’anniversario del trapasso di Eluana, il padre Beppino si ritrova ancora una volta a difendere  la sua scelta. Questa volta in seguito ad un preciso invito da parte del padre di Luca De Nigris, Fulvio. E’ grazie alla sua storia che sono nate le “Case del Risveglio” a lui dedicate.  Perché nonostante i danni riportati a causa di una operazione andata male per curare la sua patologia, Luca dal coma si era  svegliato in un centro specializzato di Innsbruck . Anche se il suo cuore ha presto ceduto ed il ragazzo è morto. A soli 16 anni. Sono storie molto simili ad accumunare questi padri, ed ancora una volta al centro di tutto vi è l’etica: un etica che lotta tra la volontà dell’uno e le speranze dell’altro, in una situazione dove il testamento biologico per quanto teoricamente presente non è applicabile, e la dignità della persona malata segue un filo sottile che segna il limite tra accanimento terapeutico e la paura dell’eutanasia e di un suo uso indiscriminato. Sono due storie al contempo molto diverse: Luca ad un certo punto si era risvegliato. Ed è proprio per lui che il prossimo 9 febbraio vi sarà uno spettacolo al quale Fulvio ha voluto invitare Beppino. La sua presenza, scriveva De Nigris “Potrebbe darci una mano a non ‘armare questa giornata ma come scriveva il poeta Roberto Roversi riferito al nostro Luca ad “armare la speranza, corazzarla di vita per riprendere a tessere il filo fragile del proprio destino”. Pur apprezzando l’invito e la vicinanza espressa da Fulvio, Beppino ha rigettato l’invito specificando che per lui il prossimo 9 febbraio sarà la “Giornata del Silenzio”.

Scrive Englaro Infatti:

Sono sempre più convinto che la perdita di un figlio lasci noi genitori in uno stato di prostrazione e di sofferenza che non ha eguali. Mi sembra doveroso però precisare ancora una volta che in tutti questi anni la mia battaglia non è mai stata contro qualcuno, ma per qualcuno, ‘in difesa di qualcuno”.

da Ansa.it Ridotto