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I Chirurghi Italiani ed il Biotestamento: «Siamo Pronti all’Obiezione di Coscienza»

Logo del CIC riprodotto per caratterizare l'articolo

Il sondaggio: 1’81% vuole un biotestamento condiviso.                              «Ci ascoltino»
Il 75% dei chirurghi violerebbe la legge: «Serve il consenso»

L’esito del sondaggio promosso dal Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC), (che riunisce 63 associazioni con un numero di adrerenti di circa 35.000 Chirurghi di tutte le branche), sul fine vita è molto interessante e dà uno spaccato di cosa pensi sull’argomento una fetta consistente dei Medici Chirurghi Italiani.
Nutrizione e idratazione artificiale sono trattamenti medici e come tali devono essere esplicitamente autorizzati per il 73% dei chirurghi. E di fronte a pazienti che invece prima di perdere coscienza abbiano detto no, il 75% ha dichiarato che non somministrerebbe tali trattamenti anche se fosse la legge a imporli. In particolare, per il 46% la decisione spetta al paziente, per il 27% al medico ed ai familiari e per poco più del 2% solo al medico. La decisione di non somministrare o eventualmente sospendere le terapie ed i trattamenti che la tengono artificialmente in vita dovrebbe spettare al paziente, nel caso in cui abbia espresso le sue volontà quando era cosciente, per il 65%; a nessuno, perché la vita è un dono e va in ogni caso tutelata per il 16% circa; ad una commissione etica di esperti per il 12%; ad un familiare per il 5% circa; al medico curante o ad un magistrato solo per poco più dell’1%.
Tre medici su quattro, dunque, sarebbero «pronti all’obiezione di coscienza» sul biotestamento se il governo varasse un testo «non condiviso». Una sconfessione piena del ddl che a febbraio approderà a Montecitorio. Il questionario è stato inviato solo ai presidenti e membri dei consigli direttivi che a loro volta hanno sentito gli iscritti: su un migliaio, le risposte sono state 750.
Pietro Forestieri, chirurgo oncologico e geriatrico dell’Università Federico II di Napoli, nonché presidente del cic, ritiene il campione indicativo degli orientamenti della categoria. «È un campione rilevante dal punto di vista qualitativo ma anche quantitativa. Di solito a questo tipo di consultazioni risponde il 10%, ma questo argomento ci tocca davvero ». E nel merito «non sono emersi dubbi».
NO A GUERRE IDEOLOGICHE
Per 1’81% dei chirurghi una legge sul testamento biologico è indispensabile, e per il 70% quanto stabilito dal paziente nelle dat (dichiarazioni anticipate di volontà) deve essere vincolante e non solo orientativo. Per il 97% vanno interrotti trattamenti che non daranno beneficio alla salute del malato.
Per il 92% bisogna tenere conto della volontà del paziente purché certa e documentata. Se qualcuno smette di nutrirsi, al medico tocca informare sulle conseguenze senza «assumere iniziative costrittive nè collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale ».
Spiega Forestieri: «Noi dissentiamo dall’uso politico e strumentale del biotestamento. Se il governo insiste su questa strada, perseguendo una guerra ideologica, produrrà grosse lacerazioni per casi che riguardano lo 0,05% degli italiani. A noi interessa arrivare a un vero testamento biologico su linee condivise».
Il chirurgo, che ha già spiegato le proprie tesi al sottosegretario Roccella, è molto chiaro: «Noi medici abbiamo un solo faro: la professione». Il no di tre quarti dei medici ad alimentare un paziente in stato vegetativo nonostante la legge lo imponga, significa che sareste pronti all’obiezione di coscienza? «Ma certo – è la risposta – È in discussione l’impianto della nostra professione. Il codice penale prevede che a legittimare il mio intervento chirurgico sia il consenso informato del paziente. È l’unica cosa che separa il mio bisturi da un colpo all’addome. Del resto, non si può imporre la trasfusione di sangue a un Testimone di Geova. E una donna ha potuto rifiutare l’amputazione del piede, pur con conseguenze fatali».
Forestieri è molto critico anche sull’iniziativa di rendere il 9 febbraio, data della morte di Eluana al termine di una lunga battaglia giuridica (vinta), «giornata nazionale degli stati vegetativi»:
«Una scelta semplicemente vergognosa, di violenza e volgarità inaudite».

Ridotto e riscritto dalla Stampa Nazionale e dal sito del CIC, che trovate al link: http://www.collegiochirurghi.it/

La Giornata Della Vita

Dalla Newsletter del Sabato dei Curatori del Gruppo i.Change ONLUS su Facebook

22 Gennaio 2011

“Stati vegetativi: in Gazzetta Ufficiale la direttiva che istituisce la Giornata nazionale
La data scelta è il 9 febbraio, lo stesso giorno in cui, nel 2009 morì Eluana Englaro.

E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 13 del 18 gennaio 2011 la direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri che istituisce la Giornata nazionale degli stati vegetativi. La proposta era stata portata in Consiglio dei Ministri lo scorso 26 novembre dal ministro della Salute, che si era fatto portavoce dell’idea avanzata da alcune associazioni: la Federazione nazionale associazioni trauma cranico (F.N.A.T.C), la Rete-Associazioni riunite per il trauma cranico e le gravi cerebrolesioni acquisite e dall’Associazione vita vegetativa (Vi.Ve).
La data scelta è quella del 9 febbraio, come proposto dalle associazioni. Lo stesso giorno in cui, nel 2009, morì Eluana Englaro.
Durante questa giornata, si legge nella direttiva, “le amministrazioni pubbliche e gli organismi di volontariato si impegnano a promuovere, nell’ambito delle rispettive competenze, attraverso idonee iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, l’attenzione e l’informazione su questo tipo di disabilità, che coinvolge oltre al malato, in maniera assai rilevante, i familiari”.
Così nella giornata in cui più viva dovrebbe essere il ricordo la discussione e la riflessione sul fine vita e su Eluana Englaro, ancora una volta si assiste ad una presa di posizione estrema da parte di chi è contro ogni tipo di decisione e regolamentazione appunto su fine vita ed eutanasia. Una Giornata dedicata alle persone in stato vegetativo e di minima coscienza non doveva essere collocata in un contesto conflittuale, coincidendo con una giornata che resta, per tutti, un evento di lutto. Pro vita lo siamo tutti, ma c’è chi pensa che ricordare, anche con la pietas che merita, Eluana Englaro, comprendendo il perchè della sua fine, sia solo pro morte.

Un altro gesto in favore del pensiero unico, che susciterà enormi polemiche. Cerchiamo di trasformare quel giorno in un giorno di approfondita riflessione, sul testamento Biologico e sull’amore che ognuno di noi dovrebbe avere per la propria dignità e qualità di vita (e di morte). Qualunque sia poi la nostra scelta individuale e personale che merita assoluto rispetto.
Newsletter del Sabato del Gruppo FB Associazione i.Change ONLUS
Ciao a tutti ed alla prossima”

Vi abbiamo proposto la Newsletter che sabato scorso 22 Gennaio, come ogni sabato, proponiamo ai nostri iscritti, su Facebook, al Gruppo che vi abbiamo creato, al quale per sostenerci vi potete iscrivere dopo l’iscrizione su Facebook. Noi siamo al link : http://www.facebook.com/group.php?gid=277127635861, o se vi siete già iscritti potete anche cliccare sul banner qui nel Blog o sul medesimo banner sul sito Timeoutintensiva.it
Savas

Linea Dura dell’Fda sugli Analgesici a Base di Paracetamolo

17 GEN 2011

Linea dura dell’Fda sugli analgesici a base di paracetamolo

L’agenzia americana ha richiesto alle aziende di ridurre i dosaggi a non più di 325 mg per compressa. A preoccupare sono i casi di sovradosaggio e di conseguente danno epatico. E, a seguito di numerose segnalazioni di effetti collaterali a danno del fegato in pazienti che avevano assunto dosi eccessive di paracetamolo, ha deciso di intervenire.  “A causa delle continue segnalazioni di danni epatici, l’Fda propone che un boxed warnings, il più forte allarme per farmaci da prescrizione, sia aggiunto a tutte le combinazioni di paracetamolo”, spiega una nota dell’agenzia. “La maggior parte dei casi di danni epatici gravi si è verificata in pazienti che avevano assunto più della dose prescritta di prodotto nelle 24 ore, che avevano assunto più di una compressa per volta o bevuto alcolici mentre erano in trattamento con prodotti a base di paracetamolo”. “L’overdose da combinazioni di paracetamolo è responsabile di circa la metà di tutti i casi di danni al fegato connessi all’uso del principio attivo”, ha affermato Sandra Kweder, del Center for Drug Evaluation and Research dell’Fda. “ Molti dei quali hanno come conseguenza un trapianto di fegato o la morte”. Le combinazioni che più preoccupano l’agenzia sono quelle in cui il principio attivo è associato, in quantità variabile, ad analgesici oppioidi. “Il rischio di danni al fegato si verifica quando i pazienti assumono contemporaneamente più prodotti contenenti paracetamolo e superano la massima dose consentita di 4 grammi al giorno”, ha ribadito la rappresentante dell’Fda. Quella dell’agenzia americana è insomma una misura di cautela estrema. Associazioni a base di paracetamolo e oppioidi in cui la quantità di principio attivo è superiore ai 325 milligrammi sono in vendita anche in Italia.

ridotto ed adattato da  http://www.quotidianosanita.it/

ACCABADORA

Books: Recensione

ACCABADORA
Michela Murgia
2009
Supercoralli
pp. 166
€ 18,00
ISBN 9788806197803

«Acabar», in spagnolo, significa finire. E in
sardo «accabadora» è colei che finisce. Agli
occhi della comunità il suo non è il gesto di
un’assassina, ma quello
amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a
compiersi. È lei l’ultima madre.

Vincitore del Premio Campiello 2010

www.timeoutintensiva.it, N°10, Recensioni Libri, ACCABADORA

Per leggere la Recensione Clicca qui

Coming Soon: “Kill me, Please”, Film di Olias Barco

Kill me, Please
Film: al Festival di Roma 2010 vincono gli aspiranti suicidi di Kill me, please

E’ il tema rimosso per antonomasia, il tabù difficilmente discutibile, l’argomento inaffrontabile nella nostra banale realtà. Il regista Olias Barco è riuscito a parlare della morte con irresistibile umorismo e sana scorrettezza politica nel suo “Kill me please”, il film che gli è valso il primo premio al Festival di Roma. Sarà proprio il regista francese a presentarlo nell’anteprima che La Repubblica, ArchibaldFilm e Cineteca offrono ai nostri lettori giovedì 13 Gennaio 2010al Lumiere (ore 20.15) di Roma

Trama
Medico all’avanguardia, il Dr Kruger vuole dare un senso al suicidio. Il suo sogno è creare una struttura terapeutica dove darsi la morte non sia più considerata una disgrazia, ma un atto consapevole svolto con assistenza medica. La sua clinica esclusiva richiama l’attenzione di un gruppo di strani personaggi, accomunati dal desiderio di morire: un famoso comico con un cancro incurabile, un commesso viaggiatore che cela sordidi segreti, un ricco erede lussemburghese, una bella ragazza con manie autolesioniste, un vecchio cabarettista berlinese dalla voce rovinata e un uomo che ha perso tutto nel gioco d’azzardo, moglie compresa. Dopo essersi consultati con Kruger sulle motivazioni che li spingono a farla finita, ciascuno di loro ha diritto a esprimere un’ultima richiesta. Ma nelle isolate montagne dove il dottore ha inteso realizzare il suo sogno del suicidio perfetto, è ancora la Morte a decidere quando colpire. Commedia in bianco e nero, nerissima e irresistibile, grottesca e scorrettissima.
REGIA: Olias Barco
SCENEGGIATURA: Olias Barco, Stephane Malandrin, Virgile Bramly
ATTORI: Aurélien Recoing, Virgile Bramly, Daniel Cohen, Virginie Efira, Bouli Lanners, Benoît Poelvoorde, Saul Rubinek, Zazie De Paris, Philippe Nahon, Vincent Tavier, Olga Grumberg, Stephane Malandrin, Clara Cleymans
Ruoli ed Interpreti

FOTOGRAFIA: Frédéric Noirhomme
MONTAGGIO: Ewin Ryckaert
PRODUZIONE: Les Armateurs, OXB Productions, La Parti Production
DISTRIBUZIONE: Archibald Enterprise Film
PAESE: Belgio, Francia 2010
GENERE: Commedia, Drammatico
DURATA: 92 Min
FORMATO: B/N
Note:
Vincitore del Marc’Aurelio come miglior Film al Festival di Roma 2010