Archivio della categoria: Technè

Editoriale: Talvolta È Appropriato Desistere

Editoriale:

Talvolta È Appropriato Desistere

Dr.Ssa Isabella Bordogna

da Negri News 138 Mensile Dell’istituto Di Ricerche Farmacologiche Mario Negri/GiViTi/Terapie Intensive

www.marionegri.it

Limitare le cure intensive nella fase terminale della vita non ha nulla a che vedere con l’eutanasia: è il messaggio forte e chiaro che il Comitato Scientifico del GiViTI (Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva) vuole trasmettere. Desistenza terapeutica, rinuncia all’accanimento terapeutico e cure palliative sono atti medici importanti, dovuti al paziente, da non confondere con l’eutanasia. I risultati di una ricerca francese e una americana.

Negli ultimi 30 anni il progresso tecnicoscientifico ha fornito al medico di Terapia Intensiva (TI) nuove possibilità di intervento sui pazienti in condizioni critiche, come l’abolizione della coscienza mediante sedazioni prolungate o la sostituzione di funzioni vitali come la respirazione e la pompa cardiaca, oppure la possibilità di diagnosticare la morte con criteri neurologici, rendendo così possibile il trapianto di organi. Queste nuove possibilità pongono il delicato problema di quando sia opportuno porre dei limiti alle cure intensive.

Il dibattito attorno a questo tema è oggi molto acceso, anche perché gli enormi successi della TI hanno alimentato nell’opinione pubblica una fiducia nella pratica delle TI che spesso va oltre le possibilità concrete di intervento… Continua… Clicca qui

Timeoutintensiva.it, Numero 1, Dicembre 2006


Le Infezioni E l’Uso Degli Antibiotici. Una Prospettiva Epistemologica

Articolo Scientifico

Le Infezioni E l’Uso Degli Antibiotici. Una Prospettiva Epistemologica

M.Francesca Sapuppo D.Bongiorno

“Non Sempre Il Contrario Della Verita’ E’ Il Falso, Puo’ Essere Un’altra Verita” (N. Bohr 1885-1962)

Tempo fa rivedendo le terapie antimicrobiche prescritte nel nostro reparto ho notato che spesso non vi era sottesa nessuna diagnosi probabile di infezione o alcuna necessità di profilassi e, soprattutto, la durata della somministrazione era sempre incerta.

Confrontandomi con la Letteratura ho riscontrato che questo è un evento comune (Sintchenko 2001, DL Paterson 2003, …) pur essendo la terapia antimicrobica il campo medico in cui esistono più linee-guida, racomandazioni e protocolli.

Perché? Perché per gli antibiotici e gli antifungini noi trasgrediamo continuamente al contratto terapeutico con i pazienti? Contratto che ci imporrebbe molta attenzione e cautela d’uso stante le ricadute che si hanno, praticando eccessiva terapia antimicrobica, non solo sul singolo paziente ma sugli altri ed addirittura sulla popolazione.

Ho iniziato così uno studio, di tipo osservazionale, durato quasi due anni, alla ricerca di una spiegazione, che andasse al di là della semplice spiegazione legata alla disinformazione dei Medici prescriventi. Insieme al collega Psichiatra (il Dr Bongiorno), che collabora con il nostro Reparto dal 1997, abbiamo deciso di iniziare ad affrontare il problema da un punto di vista epistemologico, approfondendo quindi quella componente del pensiero diagnostico e terapeutico (metadiagnosi/metaterapia) che sta normalmente alla base della prescrizione farmacologia in generale e degli antimicrobici in particolare…. Continua… Clicca qui

Timeoutintensiva.it. N°2, Technè, Aprile 2007

News: Depressione E Suicidi: Uno Studio Dimostra Un Loro Aumento Preoccupante Durante La Crisi Finanziaria

News

Depressione E Suicidi: Uno Studio Dimostra Un Loro Aumento Preoccupante Durante La Crisi Finanziaria

La maggior parte dei Governi, in tempi di crisi, attua tagli indiscriminati, e a volte i settori più colpiti dai tagli sono proprio quelli che riguardano le cure psicologiche. Diverse malattie mentali cominciano a sorgere nei periodi neri, fino quasi a raddoppiare i numeri dei suicidi.

A scattare la fotografia della situazione sono due studi pubblicati sulla rivista World Psychiatry, della World Psychiatric Association (Società mondiale di psichiatria), di cui è presidente l’italiano Mario Maj, i quali hanno calcolato il numero delle persone depresse e dei sucidi durante gli ultimi 15 anni. Il risultato è evidente quanto scontato: si registra un picco in concomitanza dei periodi di crisi economica.

A spaventare di più sono la disoccupazione, ma persino la paura di perdere il lavoro in chi è occupato. Tassi alti di suicidi si registrano anche nella classe di persone a reddito medio-alto, in quanto colpite enormemente, con perdite di ingenti capitali, a causa del crollo economico.

da http://www.medicinalive.com/


L’articolo originale…

Income-related inequalities in the prevalence of depression and suicidal behaviour: a 10-year trend following economic crisis

RESEARCH REPORT

Jihyung Hong, Martin Knapp, Alistair McGuire (World Psychiatry 2011;10:40-44)

… lo puoi trovare Cliccando qui

Books: Recensioni: “Beckett” di D. Anzieu

Books:

Recensioni

“Beckett”

di Didier Anzieu

2001 Marietti

Anzieu, per chi non lo sapesse (come me, prima di acquistare questo libro) è stato personaggio di spicco della psicoanalisi contemporanea. Francese, lettore vorace, filosofo e psicologo, autore di saggi quali “L’io-pelle”, “Il gruppo e l’inconscio”, “Gli involucri psichici”. La storia, la storia del libro in oggetto, è questa: nel 1934, Samuel Beckett, allora ancora illustre sconosciuto, inizia a soffrire di disturbi psichici: attacchi di panico, insonnia, fremiti notturni, senso di oppressione e di depressione. Su consiglio del suo amico medico Geoffrey Thompson, Beckett inizia una terapia psicoanalitica alla Travistock Clinic di Londra. Il suo psicoanalista è il celebre Wilfred Bion (anche lui, all’epoca, ancora illustre sconosciuto). Le sedute si protrarranno per circa due anni, senza alcun successo apparente. Beckett e Bion non vanno d’accordo. Soprattutto Beckett guarda con sospetto, derisione e stizza al suo analista. Continua Qui

Timeoutintensiva.it, N° 3, Books, Luglio 2007

Rispetto Della Volontà Del Paziente Terminale E Responsabilità Del Medico

Articolo Scientifico

Rispetto Della Volontà Del Paziente Terminale E Responsabilità Del Medico

Gianfranco IADECOLA, Judge at the Supreme Court of Cassation

Member of the National Bioethics Committee of Italy, Rome, Italy

LIFE-SUSTAINING TREATMENTS AND VEGETATIVE STATE: Scientific advances and ethical dilemmas 17-18-19-20 March, 2004 Rome, Italy

L’ordinamento non riserva una disciplina specifica, all’interno del rapporto medico-paziente, all’aspetto della rilevanza giuridica della volontà del malato che versi nella fase finale della vita (condizione che, va precisato, se emblematicamente chiama in causa i cd. pazienti terminali, riguarda anche le situazioni in cui un soggetto si trovi per qualsiasi ragione – e dunque anche per fatto traumatico, occasionale o meno – in pericolo di vita), per cui si può fondatamente ritenersi che tale volontà debba essere valutata alla stessa stregua di quella di qualsiasi malato.

E quindi, risultando comunemente condiviso che la volontà della persona assistita sia, per lo meno d’ordinario, impegnativa per il sanitario – si sostiene generalmente che, all’infuori dei casi di emergenza, il consenso del paziente rappresenti requisito di liceità del trattamento medico – anzitutto a condizione che provenga da un soggetto capace di intendere e di volere, occorrerà accertare che il paziente, nel momento critico in questione, possegga una tale capacità e cioè si trovi in condizioni di normali lucidità e consapevolezza nonché di coerente autodeterminazione… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 1, Technè, Dicembre 2006