Racconti a Margine
racconto di S.Vasta
Era stata come sempre una corsa all’incontrario, rimandarli sotto da dove erano venuti. Si erano presentati in ospedale dopo il tramonto, con i costumi bagnati ancora addosso e accappatoi buttati sulle spalle, tenendosi per mano come adesso; due ragazzi a guardarli, sposini freschi dalle fedi brillanti. Lei minuta e con grandi occhi verde sognante, lui magro con gli occhiali e serio; lei che non riusciva bene a muovere nè il braccio nè la mano sinistra, lui che zoppicava, per una gamba che “non lo aiutava”, come ripeteva. Erano risaliti “a razzo” dai quaranta metri di profondità nei quali s’erano persi, senza rispettare le soste di decompressione; …sì, erano scesi con le bombole… la miscela forse aria o ossigeno… principianti anche nel linguaggio.
Così eccoci qui a metà della notte. Io a guardarli, in quella discesa a profondità virtuale, chiusi dentro la Camera Iperbarica, che come battiscafo in terraferma, recupera alla cura le malattie da fondo abbandonato in fretta… Per Continuare a Leggere il racconto Clicca qui
Timeoutintensiva.it, N° 9, Racconti a Margine, Aprile 2009