Archivio mensile:gennaio 2011

Racconti a Margine: L’Emergenza ed il Territorio

L’emergenza ed il territorio

racconto di Sun-Tzu

11 Marzo, 2009

dal sito: nottidiguardia.it, per gentile concessione

Ci sono posti che sono delle sacche di resistenza organizzata alla divulgazione della cultura medica. Sono roccaforti inespugnabili di obbiettori di coscienza nei confronti del pensiero scientifico e della pratica clinica più elementare. Qui si nascondono anche pochi, isolati entusiasti cultori della emergenza extraospedaliera ortodossa. Sono una minoranza, probabilmente destinata all’estinzione. Travolti da uno tzunami di inoperosi affacendamenti più prossimi allo sciamanesimo che alla medicina moderna.
Capisco che sia necessaria una frequentazione, almeno occasionale, di un corso di medicina per sapere che Glasgow non è solo una ridente località della Scozia ma, che, quando associata a Coma Scale indica diversi livelli di stato di coscienza.
Mi rendo conto che vien difficile ricordarsela come la maestra ci ricordava i vari tratti delle Alpi. Mica c’è una filastrocca in rima per il coma.
Vien da se che ogni regione o paese ne elabora una con leggere modifiche. Così che ci possa essere l’Omegna Coma Scale e con pari dignità anche la variante di Cuggiono.
Per i linguisti più puri, poco inclini all’uso dei numeri, sono disponibili scale locali più descrittive in cui il coma può essere duro o grave, ma anche barzotto, utilizzando una terminologia con licenza da classificazioni più prosaiche… Continua qui

Ossigeno Terapia Iperbarica nel Trauma Cranico e Spinale

Articolo Scientifico

Ossigeno Terapia Iperbarica nel Trauma Cranico e Spinale

Hyperbaric Oxygen Therapy (HBOT) in the treatment of Traumatic Cerebral or spinal-Cord Lesion (TCCL) occurrences.

Zanon V., Garetto G., Bosco G. e Camporesi EM

Medicina Subacquea e Iperbarica N. 3 – Settembre 2008  23

Sotto il nome di lesione cerebrale traumatica (LCT) viene indicata quella entità nosologica che, almeno negli Stati Uniti, ha ormai raggiunto il peso di una epidemia silente: negli USA sono almeno due milioni i soggetti che ogni anno risultano affetti da LCT, ed almeno un milione di questi deve ricorrere alle cure del Pronto Soccorso. Di questo milione circa di persone sono più o meno cinquecentomila i soggetti che verranno poi ospedalizzati, e tra questi ultimi cinquecentomila soggetti saranno ben cinquantamila i decessi che alla fi ne verranno registrati. Risultati promettenti nel trattamento delle LCT, specie quelle di maggior severità, si sono invece avuti in anni più recenti, nelle diverse ricerche precliniche e cliniche condotte nell’area dell’ossigeno, specie di quello iperbarico (OTI). L’Ossigenoterapia Iperbarica (OTI) consiste nella somministrazione di ossigeno al 100%, o di miscele iperossigenate, a pressioni superiori ad una atmosfera (1.0 ATA) ed in un ambiente chiuso ermeticamente e predisposto per le pressioni elevate. In tale ambiente, che viene pressurizzato con dell’aria immessa dall’esterno e chiamato in diversi modi (camera iperbarica, camera di compressione, camera di decompressione), il paziente respira O2 (o miscele iper-ossigenate) in un circuito chiuso attraverso maschera, casco o tubo endo-tracheale. L’aumento della pressione ambientale che si ottiene in ambiente iperbarico riesce ad incrementare in maniera così considerevole la quantità di ossigeno disciolto nel sangue da riuscire a raggiungere dei valori vicini a ben 15 volte i valori che sono normalmente misurabili in condizioni basali. L’ossigeno somministrato in condizioni iperbariche è a tutti gli effetti un farmaco, ed anch’esso, come ogni farmaco, ha proprie indicazioni, contro-indicazioni, posologia e avvertenze particolari… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°14, Technè, Luglio 2010

Direttive per Incidente Subacqueo

Articolo Scientifico

Direttive per incidente subacqueo

Società Svizzera di Medicina Subacquea e Iperbarica

20.04.2008, valevole fino al 10/2011

Definizione

Gli incidenti subacquei hanno diverse cause. “L’incidente subacqueo” ai sensi di questa direttiva costituisce un avvenimento che genera un pericolo di morte potenziale, a seguito di una caduta di pressione ambiente durante un’immersione con o senza maschera durante la fase di decompressione. L’incidente è caratterizzato dalla formazione di bolle di gas nel sangue e nei tessuti. Una malattia da decompressione può risultare da questo processo. In inglese è conosciuta come “Decompression Illnes ». o “Decompression Injury”, l’abbbreviazione internazionale usuale è “DCI”. In italiano si parla anche di incidente di decompressione. A seconda del meccanismo causale, si può distinguere la malattia da decompressione (in inglese “Decompression Sickness”, abbreviazione “DCS”)e l’embolia gassosa arteriosa (in inglese “Arterial Gas Embolism”, abbreviazione “AGE”)… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 14, Technè, luglio 2010

L’evoluzione della Sensibilità e della Resistenza agli Antibiotici

Articolo Scientifico

L’evoluzione della Sensibilità e della Resistenza agli Antibiotici

Evolution in the antibiotic susceptibility and resistance

Stefania Stefani

Dipartimento di Scienze Microbiologiche, Università degli Studi di Catania

Le Infezioni in Medicina, Supplemento 3/2009

I progressi compiuti nel campo della conoscenza scientifica e della tecnologia medica non sono, a tutt’oggi, ancora sufficienti a fronteggiare il problema della resistenza batterica agli antibiotici, che continua a rappresentare un problema in crescente evoluzione, complicando il trattamento delle infezioni nosocomiali e comunitarie e concorrendo ad accrescere, in misura sostanziale, il costo dell’assistenza sanitaria. Infatti, negli ultimi decenni si è assistito, in alcune aree geografiche, all’inesorabile proliferazione di batteri antibiotico-resistenti, spesso con resistenze multiple. Si tratta di un fenomeno che investe tutti i microrganismi patogeni - batteri, funghi e virus – e che ha messo in discussione l’efficacia terapeutica di molti degli agenti antiinfettivi disponibili riproponendo, paradossalmente, una realtà considerata ormai lontana nel tempo quale quella “preantibiotica”. La rapida emergenza della resistenza agli antibiotici è il risultato di diversi fattori tra cui… Continua qui

Linea Dura dell’Fda sugli Analgesici a Base di Paracetamolo

17 GEN 2011

Linea dura dell’Fda sugli analgesici a base di paracetamolo

L’agenzia americana ha richiesto alle aziende di ridurre i dosaggi a non più di 325 mg per compressa. A preoccupare sono i casi di sovradosaggio e di conseguente danno epatico. E, a seguito di numerose segnalazioni di effetti collaterali a danno del fegato in pazienti che avevano assunto dosi eccessive di paracetamolo, ha deciso di intervenire.  “A causa delle continue segnalazioni di danni epatici, l’Fda propone che un boxed warnings, il più forte allarme per farmaci da prescrizione, sia aggiunto a tutte le combinazioni di paracetamolo”, spiega una nota dell’agenzia. “La maggior parte dei casi di danni epatici gravi si è verificata in pazienti che avevano assunto più della dose prescritta di prodotto nelle 24 ore, che avevano assunto più di una compressa per volta o bevuto alcolici mentre erano in trattamento con prodotti a base di paracetamolo”. “L’overdose da combinazioni di paracetamolo è responsabile di circa la metà di tutti i casi di danni al fegato connessi all’uso del principio attivo”, ha affermato Sandra Kweder, del Center for Drug Evaluation and Research dell’Fda. “ Molti dei quali hanno come conseguenza un trapianto di fegato o la morte”. Le combinazioni che più preoccupano l’agenzia sono quelle in cui il principio attivo è associato, in quantità variabile, ad analgesici oppioidi. “Il rischio di danni al fegato si verifica quando i pazienti assumono contemporaneamente più prodotti contenenti paracetamolo e superano la massima dose consentita di 4 grammi al giorno”, ha ribadito la rappresentante dell’Fda. Quella dell’agenzia americana è insomma una misura di cautela estrema. Associazioni a base di paracetamolo e oppioidi in cui la quantità di principio attivo è superiore ai 325 milligrammi sono in vendita anche in Italia.

ridotto ed adattato da  http://www.quotidianosanita.it/