Archivio della categoria: Articolo Scientifico

Articolo Scientifico: Stato Vegetativo: Questioni Terminologiche e Conseguenze Etiche

Nella “Giornata del Silenzio” da noi proposta per oggi 9 Febbraio 2011 vi proponiamo degli approfondimenti

Articolo Scientifico:

Stato Vegetativo: Questioni Terminologiche e Conseguenze Etiche

Evoluzione terminologica dei disturbi della coscienza

Pilotto Franco MCD

Executive Medical Unit Usl n. 15 – Alta Padovana; Cittadella (Padua), Teacher of Bioetic Regina Apostolorum

University – Rome

E’ fondamentale distinguere le varie situazioni cliniche caratterizzate da disturbi della coscienza, per poter focalizzare meglio il nostro problema sugli Stati Vegetativi dalle altre sindromi apparentemente simili, nelle quali i pazienti tuttavia mantengono tracce o addirittura la pienezza della coscienza. Nel 1993 la Commissione per i Problemi Etici dell’American Neurological Association1 proponeva come obiettivo prioritario la chiarificazione nosologica; in particolare ritenne che termini come “stato o sindrome apallica, mutacismo acinetico, coma vigile, alfa coma, morte neocorticale e stato di incoscienza permanente” fossero accantonati e venissero definite clinicamente solo tre condizioni: coma, sindrome di locked – in e stato vegetativo… Continua qui

Timeoutintensiva, N° 2, Technè, Aprile 2007

Articolo Scientifico: Commento all’articolo di Adrian Owen, Detecting Awareness in the Vegetative State di N. Latronico

Articolo Scientifico:

Commento all’articolo di Adrian Owen, Detecting Awareness in the Vegetative State (1)

del Prof. Nicola Latronico

L’articolo di Adrian Owen e colleghi, di recente pubblicato su Science (1) ha ricevuto notevole interesse da parte dei media per le sue possibili implicazioni etiche.

Coma e stato vegetativo sono argomenti di pubblico interesse, anche se esiste notevole confusione circa l’uso dei due termini spesso considerati sinonimi. Il coma ha una durata limitata, 6-8 settimane al massimo; è una vie en route verso altri destini: la ripresa della coscienza, la morte, lo stato vegetativo. L’apertura degli occhi, la ripresa cioè di uno stato di veglia, segna il passaggio dalla condizione di coma a quella di stato vegetativo. In quest’ultimo il paziente è totalmente incosciente di sé e dell’ambiente che lo circonda, ha appunto gli occhi aperti (non costantemente), mantiene una serie di funzioni automatiche (respira, deglutisce, digerisce, assimila), può avere movimenti che non sono mai tuttavia intenzionali, può emettere suoni, mai tuttavia parole di senso compiuto. Il problema se un paziente in uno stato vegetativo così definito –di veglia senza consapevolezza- possa realmente essere identificato con certezza si pone da molti anni… Continua qui

Approfondimenti:
(1) Detecting awareness in the vegetative state.
Owen AM, Coleman MR, Boly M, Davis MH, Laureys S, Pickard JD.
Science 2006;313:1402.
Lo trovi Cliccando qui

Timeoutintensiva N°4, Focus, Dicembre 2007

Proposta Per Un “Forum” Su “I Figli Delle Macchine”, I Nuovi Cuccioli D’uomo: Riflessioni Interrogative

Articolo Scientifico

Riflessioni:

Proposta Per Un “Forum” Su “I Figli Delle Macchine” I Nuovi Cuccioli D’uomo: Riflessioni Interrogative

di M.Teresa Ossella

(Nota Introduttiva d.R.)

Premessa all’articolo, che pone domande estremamente difficili e dolorose ma credo necessarie:

L’eutanasia fa ancora parlare di sè, una delle discussioni più controverse di tutto l’ultimo decennio, oggi si tinge di nuove tinte e pone una nuova questione: è giusto aiutare a morire i bambini terminali? Uno dei più controversi argomenti, che mettono a dura prova la coscienza umana, oggi ci chiede se è meglio far finire totalmente le sofferenze di un bambino, oppure aiutarlo semplicemente a sedare i dolori aspettando che, l’inevitabile fine arrivi in maniera naturale.

La sconcertante domanda è sorta a causa di uno studio fatto in USA negli Archivi di medicina pediatrica e adolescenziale americani:questa ricerca si basa su una statistica che ha coinvolto i genitori di bambini morti a causa del cancro. E’ stata loro rivolta la domanda, è giusto praticare l’eutanasia ai bimbi malati incurabili di cancro? Il 13% dei genitori ha risposto “sì”.

Lo studio in Inglese “Considerations About Hastening Death Among Parents of Children Who Die of Cancer” lo trovate in full text .pdf al link Cliccando qui:

Proprio per questo vi proproniamo un interessante articolo su Fine Vita e Tecnologia nelle Rianimazioni Pediatriche

Proposta Per Un “Forum” Su “I Figli Delle Macchine” I Nuovi Cuccioli D’uomo: Riflessioni Interrogative

(di M.Teresa Ossella)

I “figli delle macchine” sono “i nuovi cuccioli d’uomo” che passano i primi mesi, anche i primi 2 o 3 anni di vita, nei reparti di Terapia Intensiva (T.I.) pediatrica.

Sono piccoli esseri deprivati di tutto ciò che normalmente viene comunicato al neonato attraverso il “maternage”, che consente al piccolo di entrare in relazione con il mondo esterno, mediante sequenze di interazioni affettive successive e costanti nel tempo, mentre nelle T.I questi bimbi incontrano un mondo molto diverso, a volte così aggressivo nei loro confronti

Nei primi 2 o 3 mesi di vita, infatti, i cuccioli d’uomo, attraverso il contatto fisico, la dolcezza delle espressioni vocali, la tenerezza dell’accudimento, vengono guidati all’apprendimento dello stato di attenzione e poi delle vocalizzazioni, del sorriso, del gioco, ecc. Tutto ciò avviene con più difficoltà nelle T.I… Continua qui.

Approfondimenti:

Contributo al Dibattito su Fine Vita e Accanimento Terapeutico:

Riflessioni sul caso di Davide Marasco di Giuseppe R. Gristina,

Il caso del piccolo Davide Marasco, affetto da Sindrome di Potter, smosse le coscienze e fu anche affrontato in parlamento.

Per Leggerlo  Clicca qui

Lineee Guida: USA 2007 : Un nuovo progetto per una rianimazione centrata sul paziente

Articolo Scientifico

Lineee Guida

USA 2007 – Patient Staff Family Support Centered ICU model:

Un nuovo progetto per una rianimazione centrata sul paziente

Laurie Barclay, MD; CME Author: Désirée Lie, MD, MSEd

6 febbraio 2007

Traduzione e riduzione libera a cura di Timeoutintensiva.it (S. Vasta, C. Gorton)

Queste sono le prime linee guida di riferimento pubblicate sul problema e che definiscono gli standard attraverso i quali incorporare i familiari nella definizione della cura e nelle cure dei pazientiti in ICU, sviluppate in risposta alla richiesta dell’ ACCM (American College of Critical Care Medicine ) della società SCCM, nel tentativo di definire le migliori prove basate sull’evidenza nel supportto dei familiari e dei pazienti all’interno del modello da loro sviluppato di cura centrata sul paziente in ICU.

Per la stesura di tali linee guida, L’ ACCM e lo SCCM hanno riunito un gruppo di esperti multidisciplinari (task force) nella pratica clinica dei pti critici, di cui fanno parte esperti di ICU dell’adulto, pediatriche e neonatali. Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°3, News, Luglio 2007

Su Un Gruppo Balint (Rivisitato) Con Gli Operatori Di Un Reparto Di Anestesia E Rianimazione Generale

Articolo Scientifico

Gruppi Esperenziali Psicoanalitici

Su Un Gruppo Balint (Rivisitato) Con Gli Operatori Di Un Reparto Di Anestesia E Rianimazione Generale

prof. Lucio Sarno

Preside Facoltà di Psicologia

dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele.

Il gruppo cui voglio qui riferirmi è quello che interessa il personale della Terapia Intensiva dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione che, ancor prima che la ricerca avesse realizzazione, aveva richiesto il mio l’intervento, testimoniando una condizione di malessere che, in modo quasi fisiopatologico, riguarda l’esposizione quotidiana del personale a condizioni di gravità medica di difficilissima soluzione,            in cui è dunque in primo piano una estesissima esposizione dell’operatore alla   sofferenza e alla morte. I dati emersi dal lavoro di ricerca avevano confermato e confortato la necessità di un lavoro comune al fine di comprendere al meglio le        ragioni di tale sofferenza ma soprattutto di avviare un percorso volto alla tutela          della salute fisica e psichica del personale, al fine di garantire l’equilibrio tra il mantenimento delle elevate qualità prestazionali del gruppo e la riduzione del         rischio di compromissione del benessere individuale e collettivo… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 2, Focus, Aprile 2007