Archivio della categoria: Articolo Scientifico

Riflessioni sul Gruppo-paziente in Oncologia. La Comunicazione.

Articolo Scientifico

Psicologia dei Gruppi Sanitari

Riflessioni sul gruppo-paziente in oncologia.

La Comunicazione.

Cecilia Dolcemascolo, Psicoterapeuta.

Timeoutintensiva Network

17 dicembre 2009

La comunicazione in oncologia, più volte dibattuta, studiata, misurata, rappresenta un aspetto lacunoso del processo terapeutico; default rischioso e ricettacolo, a volte, di varie improvvisazioni. In questa breve relazione, alla luce di alcune esperienze cliniche che di seguito riporterò, traccerò un percorso che ne identifichi, per certi versi, spazio e profondità. Comunicare significa soprattutto rendere noto, mettere in comune, in quanto processo costituito da un soggetto (o più), che ha intenzione di far sì che il ricevente (o i riceventi), pensi o faccia qualcosa. In oncologia, la comunicazione, pregna di significati di ordine logico-cognitivo e affettivo-ambivalente, veicola scelte terapeutiche ed emozioni, che contribuiranno alla costruzione di modelli di vita completamente nuovi, per la persona che li deve perseguire.  Il sanitario che dà una comunicazione, “introduce” nel pensiero del suo interlocutore o paziente dettami, incoraggiamenti, preoccupazioni ed anche disponibilità, compassione, amore, ma a volte denigrazione, odio, e nei casi migliori “il senso della cura”… Continua Qui

Timeoutintensiva.it, N° 11/12, Focus, Dicembre 2009

Quel Confine Sottile tra Speranza ed Illusione

Articolo Scientifico

Quel Confine Sottile tra Speranza ed Illusione

Elaborazione del lutto e difficoltà dei genitori del prematuro (e del personale pediatrico) nel gestire diversi tipi di perdita

A. Clarici*, R. Giuliani**

* Dipartimento di Scienze della Riproduzione e dello Sviluppo (DPRS), Università di Trieste Struttura Complessa di Neonatologia e TIN, Ospedale Infantile “Burlo Garofolo”

** Centro Studi di Psicoterapia a Orientamento Psicoanalitico – Trieste

Il vertice psicoanalitico si rivolge alla realtà del percorso del lutto, un processo che permea ogni attività all’interno di un reparto di Terapia Intensiva Neonatale, sia al mondo delle aspettative consce o inconsce delle persone (i genitori e il personale) coinvolte con il neonato prematuro. Un contesto psicoanalitico permette di riconoscere questo tipo di dolore, e fornisce l’opportunità di uno spazio e un tempo, al momento della nascita, in cui i genitori possano essere aiutati innanzitutto a riconoscere l’esistenza di questo doloroso “gap” tra le loro aspettative e la realtà attuale, e riuscire a parlarne e a integrarlo nella propria mente, e (fatto, ancora più importante ai fini preventivi), di seguito nella mente del bambino. Vengono presentati tre casi clinici che sono qui distinti per la diversa natura del processo del lutto. Il primo (a) è dato dal lutto per un bambino non nato, il secondo (b) per un bambino morto e il terzo (c) per una bambina con handicap perché nata con una sindrome genetica… Continua qui

Timeoutintensiva, Focus, N. 14,  Luglio 2010

La Comunicazione Nelle Cure Palliative

Articolo Scientifico

La Comunicazione Nelle Cure Palliative

Dr. Luigi Valera, consigliere nazionale S.I.P.O. (Società di Psico-Oncologia)

Nella tribù degli Yaka del Congo, il guaritore

viene definito traghettatore e l’immagine della

malattia è quella di una piroga che va alla deriva

o che si è rovesciata.

(Devisch , 1993)

Il guaritore, così come dice la metafora, mette in comunicazione ambiti distinti: salute e malattia, vita e morte, umano e invisibile, interno ed esterno, mostrandosi anche come grande conoscitore della psiche umana, delle sue leggi e dei modi in cui si esprimono le sue fratture. Il guaritore e la sua medicina sembrano sapere perfettamente che il corpo è il luogo critico di sutura fra l’inconscio e il soggetto sociale, che esso è propriamente parlando una macchina-ventriloquo del sociale. La rigida separazione tra salute e malattia che divengono opposti, uno in positivo e l’altro in negativo, impedisce ogni segno di relazione tra l’uno e l’altro, negando quindi un rapporto dialettico che faccia diventare la salute un momento di coscienza dell’appropriazione del corpo come superamento della malattia in quanto esperienza e la malattia una fase della vita, un’occasione di appropriazione di sé, del proprio corpo, delle proprie esperienze e quindi della salute. Di conseguenza anche le Cure Palliative non dovrebbero essere segregate solo alle fase terminale di malattia, ma dovrebbero supportare ed accompagnare l’aspetto antalgico e la risoluzione dei sintomi sin al loro insorgere, indipendentemente dalla gravità… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 15, Technè, Gennaio 2011

Il Tocco Psichico: l’Esperienza del Dolore come Contatto con lo “Spazio ed il Tempo Vissuto” degli Operatori, nelle Cure di Fine Vita

Articolo scientifico

Il Tocco Psichico: l’Esperienza del Dolore come Contatto con lo “Spazio ed il Tempo Vissuto” degli Operatori, nelle Cure di Fine Vita

Anna Carreca*, Ignazio Carreca**, Gabriella Cinà***, Patrizia Settineri*

*U.O. di Psichiatria di Collegamento ASP Palermo

**P.A. di Oncologia Medica, AOU “Policlinico”, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Palermo

***Psicologa, collaboratrice U.O. di Psichiatria di Collegamento ASP Palermo

gabriellacina@libero.it

Abstract:

Di fronte alle separazioni, il sentimento della mancanza è ciò che guida le nostre azioni, i nostri pensieri, la nostra percezione del tempo. Il contatto col dolore profondo e totale, fisico e psichico ci ricorda ogni giorno che, se esiste la possibilità di pensare un luogo in cui trovare dei segnali e degli strumenti di lenimento, essa è tanto più difficile quanto più l’esperienza del dolore si connota come esperienza di contatto fra varie manifestazioni dell’esistere. Se si può porre a distanza il dolore fisico del paziente (azione analgesica) in un rapporto di cura, il dolore mentale no, questo tipo di dolore non può essere soppresso con gli strumenti medici a disposizione, esiste un’identificazione e un’immedesimazione col dolore altrui. Il dolore fisico può essere solo immaginato nel contatto con la sofferenza della fine di una vita, quello mentale invece può essere provato attraverso un’identificazione involontaria e, spesso, non c’è un sistema di controllo rispetto al dolore mentale… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°13, Technè, Aprile 2010.

Un Percorso di Riflessione sul Malessere del Paziente e dell’Istituzione Curante in quel Difficile Passaggio tra la Vita e la Morte

Articolo Scientifico

Un Percorso di Riflessione sul Malessere del Paziente e dell’Istituzione Curante in quel Difficile Passaggio tra la Vita e la Morte

THE DIFFICULT PASSAGE OF ADVANCED PATIENTS AND THEIR MOST IMPORTANT NEEDS: THREE CLINICAL CASES.

P. Gabanelli

Servizio di Psicologia, Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS Istituto Scientifico di Pavia

Premessa

Il presente lavoro intende, attraverso l’esemplificazione di tre casi clinici, aprire una riflessione su una realtà, sempre più frequente nella prassi oncologica ma ancora poco problematizzata, che riguarda il difficile passaggio del paziente in una condizione clinica avanzata e dei suoi bisogni più significativi da una modalità di cura, per così dire aggressiva ad una modalità di cura più supportiva e palliativa. Il tentativo di individuare modalità capaci di mantenere pervia e ricettiva alla sofferenza del paziente l’istituzione curante, ci ha portato a considerare l’organismo istituzionale come campo di meccanismi difensivi e di un apparato per pensare di cui lo psicologo, pur facendone parte, deve farsi carico, se vuole facilitare il passaggio del vissuto del paziente all’interno del percorso clinico… Continua qui

ABSTRACT

In the current study we describe three clinical cases with the aim of reflecting upon an increasingly frequent but still neglected reality in oncological practice; namely, the difficult passage of advanced patients and their most important needs as they progress from a so-called active form of treatment to a more supportive and palliative approach. The attempt to identify strategies that will enable the treatment center to remain pervious and receptive to the patient’s suffering, has led us to consider the institutional organism as a field of defense mechanisms and as a thinking tool, of which the psychologist is part but must deal with in order to facilitate the patient’s experience during the clinical course…. Download Here

da Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia Supplemento A, Psicologia

© PI-ME, Pavia 2009 2009; Vol. 31, N. 1: A5-A9 http://gimle.fsm.it

Timeoutintensiva.ir, N° 15, Technè, Gennaio 2011