Archivio della categoria: Articolo Scientifico

Burnout: Chi Lavora Oltre 40 Ore A Settimana, Rischia La Sindrome Da Stress

Burnout

Chi Lavora Oltre 40 Ore A Settimana Rischia La Sindrome Da Stress

Svolgere un lavoro monotono per oltre 40 ore a settimana, aumenta di sei volte il rischio di sviluppare la sindrome da Burnout, un disturbo psicofisico dovuto all’accumulo di stress. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su BMC Psychiatry dai ricercatori dell’Istituto di Scienze della Salute di Aragona, Spagna, coordinati da Jesús Montero-Marín. Nel corso dell’analisi, condotta su 409 dipendenti dell’Universita’ di Saragozza (Spagna), gli esperti hanno rilevato che chi lavora piu’ di 40 ore a settimana, rispetto a chi ne fa meno di 35, rischia sei volte di piu’ di sviluppare la sindrome da Burnout, soprattutto nel caso in cui la professione risulti monotona e il capo non riconosca i suoi sforzi. Secondo Montero-Marìn, occuparsi della famiglia puo’ essere d’aiuto, poiche’ ”una volta finita la giornata lavorativa, stimola le persone a lasciarsi alle spalle le preoccupazioni professionali e a concentrarsi su altre attivita”’

Fonti:

Sociodemographic and occupational risk factors associated with the development of different burnout types: the cross-sectional University of Zaragoza study

Jesús Montero-Marín, Javier García-Campayo, Marta Fajó-Pascual, José Miguel Carrasco, Santiago Gascón, Margarita Gili and Fermín Mayoral-Cleries

BMC Psychiatry 2011, 11:49 doi:10.1186/1471-244X-11-49

Nurse Science: “I Motivi Per Scegliere La Simulazione Come Strumento Di Apprendimento In Sanita’

Articolo Scientifico

Nurse Science

“I Motivi Per Scegliere La Simulazione Come Strumento Di Apprendimento In Sanita’

30/05/2011

di S.Egman*, S.Giammona*, F.Marchese*, G.Cappello*;

*Nurse Educator ISMETT Palermo

“All’interno del percorso formativo del personale sanitario, oltre all’acquisizione di conoscenze teoriche, c’è sempre stata la formazione sul campo. Prima dell’istituzione di percorsi basati sulla simulazione questo significava imparare direttamente a “spese” del paziente, che inconsapevole fungeva, e in molti casi funge ancora, da cavia per studenti e tirocinanti, affinché questi potessero apprendere tecnicamente le procedure assistenziali e cliniche. Tutti noi, operatori sanitari, ci siamo in un qualche modo serviti dei pazienti per fare pratica, acquisire manualità e perfezionare le nostre performance di esecuzione di procedure, dalle più semplici alle più complesse….”

…Per continuare a Leggere Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°17, Nurse Science, Giugno 2011

Insufficienza Renale Acuta: Quale Definizione? Quale Trattamento?

Articolo Scientifico

Insufficienza Renale Acuta: Quale Definizione? Quale Trattamento?

di Serafina Ardizzone*, **.

*Aornas Civico, Palermo Ii Servizio Di Anestesia E Rianimazione “ G.Trombino” **Associazione I.Change ONLUS, Timeoutintensiva OpeNetwork

29/05/2011

“L’insufficienza renale acuta (IRA) è una patologia devastante che contribuisce alla morbilità e alla mortalità specie dei pazienti critici. Malgrado sia un problema abbastanza comune, caratterizzato da un brusco deterioramento della funzione renale, manca una definizione accettata da tutti…”

Per leggere L’ Intero Articolo Clicca Qui e Scarica l’Allegato in .pdf

Timeoutintensiva.it, N°17, Focus, Giugno 2011

Aprire Le Terapie Intensive (ai Familiari) ?

Le Idee

Editoriale

Aprire Le Terapie Intensive (ai Familiari) ?

di

Alberto Giannini

I reparti di rianimazione e terapia intensiva sono stati da sempre luoghi inaccessibili a familiari e amici del paziente. Ma la situazione sta finalmente cambiando, sia negli Stati Uniti sia in Europa, perché la vicinanza dei cari, in un momento così delicato come la malattia, comincia a essere percepita come risorsa preziosa per la cura dei pazienti e non come ostacolo al lavoro dell’equipe o fonte di infezioni… Se vuoi leggere l’intero articolo Clicca qui

da Janus 30 • Estate 2008 • il futuro del presente

Timeoutintensiva.it N° 16, Tecnè, Aprile 2011

Le Ferite di Garibaldi

Articolo Scientifico

Le Ferite di Garibaldi

foto: lacarbonarablog.it

Garibaldi’s wounds

di Sergio Sabbatani

Unità Operativa di Malattie Infettive,

Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna, Italy

da Le Infezioni in Medicina, n. 4, 274-287, 2010

Nel XIX secolo alta era la probabilità che si sviluppassero infezioni letali e frequentemente i medici e i chirurghi contribuivano mediante le loro iniziative terapeutiche, allo sviluppo di ascessi, flemmoni, gangrene. Il rischio era però maggiore se le ferite erano procurate da armi da fuoco sui campi di battaglia.

Garibaldi la prima ferita se la procurò nel 1832, a 25 anni, quando ottenuta la patente di capitano di seconda classe, dopo l’imbarco sul Clorinda, veleggiando nel Mar Nero, la nave fu assalita dai pirati, l’equipaggio reagì e nel corso della scaramuccia il giovane marinaio fu ferito leggermente ad una mano… Per Continuare a leggere Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N° 16, Technè Aprile 2011