Archivio tag: Scienze Infermieristiche

Se Il Paziente, I Familiari E Gli Operatori Sanitari Non Sanno Dove Andare, Difficilmente Ci Arriveranno !

Scienze Infermieristiche

Editoriale

Se Il Paziente, I Familiari E Gli Operatori Sanitari Non Sanno Dove Andare, Difficilmente Ci Arriveranno !

Giammona Santa, Ziino Colanino Maria, Cappello Giancarlo, Lombardo Rosario, Marchese Filippo, Egman Sabrina
ISMETT Nurses Educator

04/10/2012

“Nella mia esperienza clinica ho potuto osservare, in molteplici occasioni, come la stessa presenza di un familiare influiva positivamente sull’alterazione dei parametri vitali, il ripristino di attività (respirazione efficace, compliance e svezzamento dal respiratore, ecc.) e sull’ansia correlata. Ho anche notato, che all’accoglienza, tra le domande ricorrenti dei pazienti adulti, soprattutto in Terapia Intensiva, ci sia quella riguardante il desiderio di poter aver vicino un familiare o una persona di riferimento.”

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Timeoutintensiva.it, N°22, Nurse Science, Ottobre 2012

Scienze Infermieristiche: Essere Competente! Saper Descrivere E Narrare Il Proprio Agire Professionale !

Scienze Infermieristiche

Editoriale

Essere Competente! Saper Descrivere E Narrare Il Proprio Agire Professionale !

di: S. Giammona, S. Egman, M. Ziino Colanino, G. Cappello, R. Lombardo, F. Marchese

Nursing Education Department ISMETT  (Istituto Mediterraneo dei Trapianti, Palermo)

Non crea difficoltà interpretative definire “competente” colui che è “capace di svolgere bene un determinato compito o professione”. Questo termine valorizza quello che una persona sa fare, indipendentemente da come lo ha imparato. Si valorizza cioè l’apprendimento non formale in contrapposizione all’apprendimento ottenuto attraverso un corso di studi. In questo senso il termine ‘competenza’ indica “quella generica qualità, non meglio specificata, posseduta  da una persona che si dimostra competente’”.

Il punto che crea difficoltà è invece come individuare una persona competente (in sanità).

Quando osserviamo una persona mentre svolge la propria attività lavorativa, possiamo notare come alcune sue caratteristiche personali (conoscenze, capacità tecniche e trasversali, atteggiamenti, personalità, etc.) determinano la sua “Performance” e per certi aspetti la Sua professionalità. Per individuare una persona competente, possiamo focalizzarci sulle sue caratteristiche personali da cui può dipendere una prestazione lavorativa di buon livello.

Le competenze non sono però elementi ‘reali’ allo stesso modo di caratteristiche personali quali capacità e interessi. Il termine ‘competenza’ è solo un’etichetta utilizzata per indicare, fra tutte le possibili caratteristiche personali esistenti, quelle di volta in volta ritenute significative. Il termine permette di riferirsi a tali fattori senza doverli ogni volta elencare (conoscenze, capacità trasversali, capacità tecniche, tratti caratteriali, atteggiamenti, attitudini, credenze di autoefficacia, autostima, etc..)…. Continua


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Timeoutintensiva.it, N° 18, Nurse Science, Ottobre 2011


Considerazioni Infermieristiche Come Complemento Alle Linee Guida “Surviving Sepsis Campaign”

Letture Consigliate

Nurse Science

From Critical Care Medicine

Nursing Considerations to Complement the Surviving Sepsis Campaign Guidelines

Leanne M. Aitken, RN, PhD, FRCNA; Ged Williams, RN, MHA; Maurene Harvey, RN, MPH; Stijn Blot, RN, Cc, RN, MNSc, PhD; Ruth Kleinpell, RN, PhD; Sonia Labeau, RN, MNSc; Andrea Marshall, RN, PhD; Gillian Ray-Barruel, RN, Grad Cert ICU Nursing, BA (Hons); Patricia A. Moloney-Harmon, RN, MS, CCNS, FAAN; Wayne Robson, RN, MSc; Alexander P. Johnson, RN, MSN, ACNP-BC, CCNS, CCRN; Pang Nguk Lan, RN, MSc; Tom Ahrens, RN, DNS, FAAN

Critical Care Medicine, July 2011

Abstract

Objectives: To provide a series of recommendations based on the best available evidence to guide clinicians providing nursing care to patients with severe sepsis.
Design: Modified Delphi method involving international experts and key individuals in subgroup work and electronic-based discussion among the entire group to achieve consensus.
Methods: We used the Surviving Sepsis Campaign guidelines as a framework to inform the structure and content of these guidelines. We used the Grades of Recommendation, Assessment, Development, and Evaluation (GRADE) system to rate the quality of evidence from high (A) to very low (D) and to determine the strength of recommendations, with grade 1 indicating clear benefit in the septic population and grade 2 indicating less confidence in the benefits in the septic population. In areas without complete agreement between all authors, a process of electronic discussion of all evidence was undertaken until consensus was reached. This process was conducted independently of any funding.
Results: Sixty-three recommendations relating to the nursing care of severe sepsis patients are made. Prevention recommendations relate to education, accountability, surveillance of nosocomial infections, hand hygiene, and prevention of respiratory, central line-related, surgical site, and urinary tract infections, whereas infection management recommendations related to both control of the infection source and transmission-based precautions. Recommendations related to initial resuscitation include improved recognition of the deteriorating patient, diagnosis of severe sepsis, seeking further assistance, and initiating early resuscitation measures. Important elements of hemodynamic support relate to improving both tissue oxygenation and macrocirculation. Recommendations related to supportive nursing care incorporate aspects of nutrition, mouth and eye care, and pressure ulcer prevention and management. Pediatric recommendations relate to the use of antibiotics, steroids, vasopressors and inotropes, fluid resuscitation, sedation and analgesia, and the role of therapeutic end points.
Conclusion: Consensus was reached regarding many aspects of nursing care of the severe sepsis patient. Despite this, there is an urgent need for further evidence to better inform this area of critical care.

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Già Da Noi Pubblicati:

Linee Guide Internazionali 2008 per il Managment della Sepsi Severa e dello Shock Settico (In Italiano)

Abstract e Algoritmo (Booklet): Linee Guida e Managment della Sepsi Severa e dello Shock Settico (in lingua inglese)



Nurse Science: “I Motivi Per Scegliere La Simulazione Come Strumento Di Apprendimento In Sanita’

Articolo Scientifico

Nurse Science

“I Motivi Per Scegliere La Simulazione Come Strumento Di Apprendimento In Sanita’

30/05/2011

di S.Egman*, S.Giammona*, F.Marchese*, G.Cappello*;

*Nurse Educator ISMETT Palermo

“All’interno del percorso formativo del personale sanitario, oltre all’acquisizione di conoscenze teoriche, c’è sempre stata la formazione sul campo. Prima dell’istituzione di percorsi basati sulla simulazione questo significava imparare direttamente a “spese” del paziente, che inconsapevole fungeva, e in molti casi funge ancora, da cavia per studenti e tirocinanti, affinché questi potessero apprendere tecnicamente le procedure assistenziali e cliniche. Tutti noi, operatori sanitari, ci siamo in un qualche modo serviti dei pazienti per fare pratica, acquisire manualità e perfezionare le nostre performance di esecuzione di procedure, dalle più semplici alle più complesse….”

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Timeoutintensiva.it, N°17, Nurse Science, Giugno 2011

Nurse Science: Perché Crediamo Nella Valutazione Infermieristica: La Nostra Esperienza in ISMETT

Articolo Scientifico

Nurse Science

Perché Crediamo Nella Valutazione Infermieristica: La Nostra Esperienza in ISMETT

03/04/2011

Articolo di: M. Ziino Colanino, G. Cappello , S. Egman, S. Giammona .
(Nursing Education Department ISMETT* – Palermo)

*Istituto Mediterraneo dei Trapianti.

Introduzione

Dalla mansione alla prestazione
L’infermiere da subalterno a protagonista ed interprete del suo lavoro

L’abolizione del mansionario rappresenta una pietra miliare per l’esercizio della professione infermieristica. La mansione, cioè, l’esecuzione di un insieme di compiti, faceva dell’infermiere un semplice esecutore non direttamente coinvolto nel complesso processo assistenziale, e come tale, veniva escluso da quella che secondo Herzberg viene definita “crescita verticale” della mansione, cioè, quella crescita professionale che genera  la motivazione al lavoro e che rende il lavoratore protagonista e non subalterno.

Per superare questo stallo professionale è necessario che i compiti di mera esecuzione si espandano, includendo: la programmazione, l’organizzazione, il controllo e il coordi-namento del proprio lavoro, spostando così il concetto di mansione a quello di prestazione, attraverso la quale il compito da frazionato diventa complesso e include l’intero processo assistenziale.”

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Timeoutintensiva.it, N°16, Nurse Science, Aprile 2011