Archivio della categoria: Cure Palliative

Racconti a Margine: “Nonno Nino” di Grazia Alia

Racconti a Margine

Nonno Nino

Racconto di Grazia Alia*

*Timeoutintensiva OpeNetwork, Samot

Nessuno può fare per i bambini
quel che fanno i nonni:
essi spargono polvere di stelle
sulla vita dei bambini
”.
Alex Haley

Il racconto che segue è una storia vera, raccolta nel quartiere ZEN 2 di Palermo nel corso dell’assistenza ad un malato oncologico terminale: gli allegati che lo accompagnano sono stati pubblicati col permesso della famiglia.

Grazia Alia

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Timeoutintensiva.it, N°16, Racconti a Margine, Aprile 2011

Palliazione: La Sedazione Del Malato Terminale

Editoriale

Palliazione: La Sedazione Del Malato Terminale

dr.ssa Grazia Alia

Timeoutintensiva Network, Samot

Luglio 2010

Nel corso del IX Congresso Nazionale della “SOCIETA’ ITALIANA DI ANESTESIOLOGIA” tenutosi a Roma nell’ottobre del 1956 emersero alcune questioni di ordine etico-religioso che esitarono nella formulzaione di tre quesiti che il Prof. Piero Mazzoni (Presidente del Comitato Organizzatore) pose all’allora Pontefice Pio XII. Questi, nel febbraio del 1957, tenne agli anestesisti un discorso, passato alla storia ed intitolato: “Discorso Di Pio Xii Intorno A Tre Quesiti Religiosi E Morali Concernenti L’analgesia”

In particolare il 3° quesito era:

- E’ lecito l’uso dei narcotici per morenti o malati in pericolo di morte, supposto che esista per questo una indicazione clinica?

Possono venire usati anche se l’attenuazione del dolore probabilmente si accompagna all’accorciamento della vita?

Il Pontefice rispose con un lungo ed articolato discorso riferendosi tanto ai malati di cancro che ai pazienti affetti da altre patologie inguaribili ma quel che più conta e che in modo lapidario ed inequivocabile disse…”E’ LECITO da parte del medico l’uso di tecniche che tolgano il dolore e la coscienza (e quindi la sofferenza totale, n.d.s.) se anche ciò dovesse abbreviare la vita del paziente morente”… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°14, Focus, Luglio 2010

La Comunicazione Nelle Cure Palliative

Articolo Scientifico

La Comunicazione Nelle Cure Palliative

Dr. Luigi Valera, consigliere nazionale S.I.P.O. (Società di Psico-Oncologia)

Nella tribù degli Yaka del Congo, il guaritore

viene definito traghettatore e l’immagine della

malattia è quella di una piroga che va alla deriva

o che si è rovesciata.

(Devisch , 1993)

Il guaritore, così come dice la metafora, mette in comunicazione ambiti distinti: salute e malattia, vita e morte, umano e invisibile, interno ed esterno, mostrandosi anche come grande conoscitore della psiche umana, delle sue leggi e dei modi in cui si esprimono le sue fratture. Il guaritore e la sua medicina sembrano sapere perfettamente che il corpo è il luogo critico di sutura fra l’inconscio e il soggetto sociale, che esso è propriamente parlando una macchina-ventriloquo del sociale. La rigida separazione tra salute e malattia che divengono opposti, uno in positivo e l’altro in negativo, impedisce ogni segno di relazione tra l’uno e l’altro, negando quindi un rapporto dialettico che faccia diventare la salute un momento di coscienza dell’appropriazione del corpo come superamento della malattia in quanto esperienza e la malattia una fase della vita, un’occasione di appropriazione di sé, del proprio corpo, delle proprie esperienze e quindi della salute. Di conseguenza anche le Cure Palliative non dovrebbero essere segregate solo alle fase terminale di malattia, ma dovrebbero supportare ed accompagnare l’aspetto antalgico e la risoluzione dei sintomi sin al loro insorgere, indipendentemente dalla gravità… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 15, Technè, Gennaio 2011