Archivio della categoria: Morte

Racconti A Margine: “Cosa Si Sarebbe Potuto Fare di Più ?”

Racconti A Margine

“Cosa Si Sarebbe Potuto Fare di Più ?”

di Folfox4

da: Nottidiguardia.it

“Come se, proprio poco prima di morire, fosse possibile cogliere il senso di quell’evento splendido, terribile ed inspiegabile che è la vita; come se fosse finalmente possibile leggere e comprendere il misterioso segno con cui il destino ha marchiato la nostra schiena fin dall’inizio…”

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Timeoutintensiva.it, N°21, Racconti a Margine, Luglio 2012

Determinazione Di Morte Con Standard Neurologico – Elementi Informativi Essenziali. Centro Nazionale Trapianti

Articolo Scientifico

Determinazione Di Morte Con Standard Neurologico – Elementi Informativi Essenziali. Centro Nazionale Trapianti

F. Procaccio, Direttore S.C. Anestesia e Reparto di Terapia Intensiva Neurochirurgia, A.O.U. di Verona
P. P. Donadio, Direttore S.C. Anestesia e Rianimazione, Ospedale Molinette di Torino
A. M. Bernasconi, Presidente ANED
A. Gianelli Castiglione, Second Opinion medico-legale del Centro Nazionale Trapianti
A. Nanni Costa, Direttore del Centro Nazionale Trapianti

L’obiettivo del presente documento è quello di rispettare la indispensabile sintesi tra i due fondamentali aspetti della medicina, basata sulle acquisizioni scientifiche, pesate sulla bilancia etica, morale, giuridica e filosofica, ma anche e sostanzialmente obbligata a confrontarsi ed esplicarsi nel tempo attuale nella concretezza della pratica medica condivisa. E’ quindi utile ed importante analizzare sinteticamente alcuni degli aspetti di discussione che hanno caratterizzato questi primi quaranta anni di applicazione dello standard neurologico di morte, in considerazione anche del recente dibattito sulle questioni di “fine vita” nel nostro Paese e del recentissimo documento (dicembre 2008) prodotto dal Council on Bioethics, istituito dal precedente Presidente degli Stati Uniti, e specificatamente intitolato “Controversies in the Determination of Death”. Il principale quesito a cui tale documento da risposta confermativa, sia pur non in modo unanime, è : “ la determinazione di morte con standard neurologico è la morte dell’essere umano ? ”.

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Timeoutintensiva.it, N°20, Focus, 28 Marzo 2012

Recensione Libri: “Ho Sognato Una Vita Senza Cancro” di F. Mandelli. Video

Recensione Libri

“Ho Sognato Una Vita Senza Cancro” di Franco Mandelli. Video

Una vita trascorsa in corsia con un’unica grande speranza: debellare i tumori del sangue. Lo racconta uno fra i più noti ematologi al mondo, il professor Franco Mandelli, nel suo “Ho sognato un mondo senza cancro”.
A quasi 80 anni Mandelli, per la prima volta, mette nero su bianco i suoi trascorsi, raccontando – attraverso i volti e le storie di uomini, donne e bambini da lui curati – le sue esperienze di medico e di uomo. Come in un’autobiografia, il professore racconta le difficoltà e la sua determinazione nell’affrontarle, per dare una spinta innovatrice ad una sanità ottusa e poco lungimirante; ma anche la sua passione e completa dedizione per la medicina e i suoi pazienti.

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Timeoutintensiva.it, N°20, Recensione Libri, 28 Marzo 2012

Vivere 120-130 Anni è una Minaccia per l’Umanità del XXI secolo?

Le Idee

Vivere 120-130 anni è una minaccia per l’umanità del XXI secolo ?


Sembra che l’aumento della durata della vita oggi, auspicato e desiderato da molti, esiterà in una fragilità mentale che diverrà una grave minaccia per l’umanità del nostro futuro prossimo venturo.
A questo proposito vi riportiamo un frammento di un articolo,  uscito sul Corriere della Sera on line del 29 gennaio 2012 dal titolo: “Vivere 120 anni in pessima salute”

Savas

dal film: Il Ritratto di Dorian Gray

“La vita si è allungata per l’allungamento della vecchiaia e non del periodo centrale dell’esi-stenza. L’invecchiamento del cervello si ma- nifesta col declino delle attività cognitive. Quando il cervello invecchia male o troppo in fretta, la vita è compromessa, anche se il corpo é in buone condizioni. Lunghezza e significato della vita sono cose diverse. Alla nascita il cervello umano pesa 400 grammi, a sviluppo completo, a ventidue anni, 1350-1500 grammi. Ciò è dovuto non tanto all’aumento del numero di neuroni, quanto piuttosto del numero e della complessità delle diramazioni dei neuroni (assoni e dendriti) e delle sinapsi, stipate, assieme con i neuroni e con la glia, nella corteccia cerebrale. Il ritmo massimo dell’au- mento del volume e della complessità del cervello avviene fra il settimo e il dodicesimo anno, periodo in cui la capacità di apprendere è all’apice. A quella età è facile, ad esempio, imparare lingue e dialetti. La regressione inizia non appena lo sviluppo del cervello è completo, vale a dire a ventidue anni. L’energia di cui il cervello dispone (circa il 30% di quella del corpo) non è in grado di mantenere in vita una massa densa, complicata e ricchissima di meccanismi perennemente in azione. I segni dell’in-vecchiamento del cervello si notano quando la densità della sinapsi è regredita del 40%: a quel punto i neuroni non sono più sufficientemente interconnessi. La rarefazione delle sinapsi si annuncia con la diminuzione della memoria e prosegue con l’indebolimento di altre funzioni mentali. Non si tratta di una malattia in senso stretto, ma dell’invecchia-mento del cervello, che, per la diversa traccia genetica della velocità di regressione di sinapsi e di neuroni e per le circostanze della vita, varia da persona a persona. Un modesto calo della memoria, l’indebolimento della capacità di imparare cose nuove e di concentrarsi a lungo non sono segni di demenza, ma di un modesto disturbo cognitivo. Di demenza si parla quando la perdita delle capacità cognitive e intellettuali rende le persone diverse da com’erano prima. Se il danno cognitivo è avanzato, si parla di demenza senile primaria che, nelle forme estreme, non si distingue dalla malattia d’Alzheimer. I disturbi sorgono e si aggravano in maniera spesso subdola, alla lunga di anni. Ne sono colpiti anche cervelli formidabili, come quello d’Immanuel Kant, il cui declino iniziò con la diminuzione della memoria e con la perdita della cognizione del tempo, e proseguì fino all’incapacità di riconoscere persone familiari e alla ripetizione ossessiva di movimenti senza senso… L’invecchiamento è inarrestabile. Quasi tutti coloro che dovessero raggiungere, come oggi si profetizza con giubilo, i 120-130 anni sarebbero dementi, e spesso anche ciechi e sordi.
L’aumento della durata della vita rende la fragilità mentale una delle più gravi minacce all’umanità del XXI secolo.”

Fonti:
Dal capitolo «La coscienza del cervello che s’invecchia» del libro di Arnaldo Benini «La coscienza imperfetta. Le neuroscienze e il significato della vita» Garzanti, Milano 2012.

Per leggere l’Intero articolo Uscito su Corriere della Sera on line il 27 Gennaio 2012 Clicca qui

“Quell’Andare Via Dei Corpi. Quel Portarci Via Le Facce, Le Carezze.”

Out of Border

Poesia

“Quell’Andare Via Dei Corpi. Quel Portarci Via Le Facce, Le Carezze.”

8 Dicembre 2011

di Emilia Maggiordomo* e Laura Costa*

*Timeoutintensiva OpeNetwork i.Change Openproject

«Quando si affaccerà la malattia mortale il problema sarà come resistere, come sottrarsi, senza troppo martirio naturale, alle cure. La malattia, pensata, fa meno paura. Gli esami senza fine, le terapie, la macchina medica mi angosciano, non mi rassicurano. Sarà una lotta contro una potenza, non un calmo offrire il fianco a un unguento. Il problema più urgente sarà trovare un medico, non una cura». Guido Ceronetti

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Timeoutintensiva.it, N°19, Out Of Border, 12 Dicembre 2011