Archivio della categoria: Out Of Border

Out of Border: “I Tulipani” poesia di Silvia Plath. VIDEO

I Tulipani

poesia di Silvia Plath

VIDEO

07 Aprile 2011

Sylvia Plath (Boston, 27 ottobre 1932 – Londra, 11 febbraio 1963) è stata una poetessa e scrittrice statunitense.
Conosciuta principalmente per le sue poesie, ha anche scritto il romanzo semi-autobiografico La campana di vetro (The Bell Jar) sotto lo pseudonimo di Victoria Lucas. Afflitta per tutta la sua vita da un disturbo bipolare morì suicida l’ 11 febbraio 1963
La lapide sulla tomba reca incisa una frase di un testo buddista:
“ Anche tra fiamme violente si può piantare il Loto d’oro”.
Nel 1982, Sylvia Plath divenne la prima poetessa che vinse il Premio Pulitzer dopo la propria morte (per “The Collected Poems”).

Questa poesia, I Tulipani, fu ispirata dall’esperienza ospedaliera conseguente ad un ricovero, che Sylvia Plath subì per essere sottoposta ad una brutta appendicectomia. La compose a gran velocità come chi scrivesse una lettera urgente. Da allora in poi tutte le sue poesie furono scritte in questo modo e il tempo che le restò da vivere non fu esagerato.”

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Timeoutintensiva.it, N° 16, Out of Border, Aprile 2011

News: Palermo: Mostra Fotografica Alla Galleria X3: “Barfly Way”, Fotografie Di Luca Lo Iacono

News

Palermo: Mostra Fotografica Alla Galleria X3: “Barfly Way”, Fotografie Di Luca Lo Iacono

a cura di Emilia Valenza

13/27 marzo 2011 – Galleria X3 – Palermo

La Mostra:

L’esposizione, a cura di Emilia Valenza, presenta un ciclo fotografico realizzato da Luca Lo Iacono nell’arco di tre anni (2000-2002) tra Palermo, Roma e Parigi. BarflyWay è un viaggio nella solitudine e nella incomunicabilità odierne. È il mondo visto attraverso la lente dell’emarginazione, il vetro di una bottiglia, che trasfigura e filtra la realtà degli spazi vuoti e l’intensità degli sguardi di cartone. Una bottiglia come punto di vista, un S.O.S. visivo per naufraghi moderni. La mostra presenta circa 30 scatti del ciclo BarflyWay. Scorci, luci, ombre e riflessi galleggiano sulla superficie dell’immagine fotografica proponendo un’atmosfera rarefatta, quasi liquida, ove i contorni degli oggetti appaiono indefiniti e leggeri.

Il Fotografo:

Luca Lo Iacono (Palermo, 1972) è professionista dal 1997, si occupa di creative imaging, fotografia pubblicitaria, arte, ritratto, operando tra fotografia tradizionale e digitale. Ha lavorato come direttore della fotografia per diversi film/video come ad esempio “Le ombre degli Angeli” di Igor Maltagliati, “PrimoMare” con Antonella Attili, “Time Killer” con Piera degli Esposti, Luigi Maria Burruano, Remo Remotti,Valentina Beotti, “Quel giorno in cui lo rapimmo” con Alessio Boni. Ha inoltre realizzato e ideato il documentario e reportage fotografico “I Ragazzi del ’99”, incentrato sugli ultimi reduci della leva giovanile della prima guerra mondiale. Vive a Roma, spostandosi spesso tra Palermo e Milano

http://www.lucaloiacono.com

La Galleria X3, a Palermo

La galleria X3 presenta la sua nuova programmazione espositiva. La galleria nasce agli inizi del 2010, su iniziativa di Ezio Ferreri, fotografo professionista, con l’obiettivo di promuovere e diffondere la fotografia contemporanea a Palermo e provincia.

(http://www.ezioferreri.it/index1.html)

L’attività ha avuto inizio con la mostra “Metropolis/ Sao Paulo” di Ezio Ferrerinell’aprile 2010, seguita dalla mostra “Face” di Fabiano Avancini nell’ottobre dello stesso anno. Scopo della galleria X3 è quello di sviluppare la cultura fotografica attraverso una continua attività di mostre, incontri, presentazioni, seminari, stage etc. al fine di contribuire alla comprensione dei linguaggi propri della fotografia contemporanea e alla conoscenza degli autori. Galleria X3 intende altresì promuovere scambi culturali tra la realtà locale e i settori dell’arte nazionale e internazionale.

Precisazioni e Contatti

Mostra Fotografica: “Barfly Way“,  autore: Luca Lo Iacono

curatore: Emilia Valenza, quando: domenica 13 marzo 2010 18.30

dove: Galleria X3, indirizzo: via Catania, 35

orari: 10 -13 / 17-19,30, date: 13 – 27 marzo 2010

contatti: press@galleriax3.org

http://www.galleriax3.org/

Out of Border: Libri: Elegia delle Donne Morte di Beatrice Monroy

Out of Border

Libri

Elegia delle Donne Morte

di Beatrice Monroy

Navarra Editore

Categoria: Narrativa

Anno: 2011

Prezzo: 10,00 €

“I balconi erano coperti di cenere, di lapilli incandescenti spinti dal forte scirocco. Nella piazza, piena di sterpaglia secca, ogni tanto un tizzone ardente generava un incendio che veniva spento da un’anonima secchiata d’acqua.” Chi ha dato fuoco all’Archivio? E perché?

Le donne si raccontano sempre, cercano nelle altre complicità e ascolto, si scambiano storie allegre, comiche e tristi, creano cerchi, confidenze, solidarietà. In Elegia delle donne morte alcune donne rievocano vicende personali, incrociando i loro destini. Sono donne che non ce l’hanno fatta, donne perdenti che, trovandosi a un bivio cruciale della loro vita, si sono ritratte affogando nel silenzio. Tutti i destini narrati hanno una comune origine in una notte di scirocco. Un fuoco devasta le montagne attorno alla città, qualcuno ne approfitta per dare fuoco al grande Archivio, memoria di una città senza nome, una città fantasma e clone di Palermo. Chi ha dato fuoco all’Archivio? E perché?

Poi siamo in un’alba invernale davanti a una chiesa. Piove. Uno sparuto gruppo di donne si ritrova davanti al portone, la perpetua apre e le fa accomodare, le anziane hanno il velo in testa, le giovani no, tutte hanno lo sguardo impaurito e una gran fretta di confessarsi. A una a una si avvicinano al confessionale dove le attende il prete, nervoso anche lui, non gli hanno dato neanche il tempo di prendere il caffè. Parlano, parlano, si alzano e vanno a pregare davanti al Cristo appeso sull’altare con le carni sanguinanti.

Attraverso le confessioni si dipanano le storie di donne contemporanee di varie età, appartenenti a mondi diversi, tenute insieme dal ricordo di un incendio in un’estate di scirocco e narrate in un umido inverno d’abbandono.

L’autrice: Beatrice Monroy vive a Palermo, è autrice di testi teatrali e radiofonici (Rairadio1 e Rairadio3), ha pubblicato raccolte di racconti e piccoli poemi per il teatro, ultimo un manuale di scrittura drammaturgica, Tutti in scena, manuale di drammaturgia, per le edizioni La Meridiana. Da più di un trentennio anima laboratori di scrittura e narrazione in giro per l’Italia.

(N.d.R.) La rubrica Out of Border rappresenta un guardare oltre il confine, e per un attimo, attraverso una fotografia, poche righe, favole, musica, racconti, un libro, un video o una poesia, vivere un momento di gioia, di riflessione, di interesse, partecipazione…

Out Of Border: Fotografia e Poesia di J. Koudelka

Out Of Border

Fotografia e Poesia di J. Koudelka

J_Koudelka_UK_1977

Da qualche parte oltre l’arcobaleno

lassù in alto

c’è un posto di cui, una volta

ho sentito parlare in una ninnananna.

Da qualche parte oltre l’arcobaleno

il cielo è azzurro

e i sogni impossibili

diventano realtà

Da qualche parte oltre l’arcobaleno

volano uccelli azzurri

volano oltre l’arcobaleno

non posso farlo…

anch’io?

Se ci volano felici gli uccellini

oltre l’arcobaleno

non posso volarci…

…anch’io?

Foto e poesia di J. Koudelka

Josef Koudelka (Boskovice, 10 gennaio 1938) è un fotografo di origine Cecoslovacca; fuoriuscito dal suoi paese è stato per lungo tempo apolide ed il suo senso del nomadismo si puà cogliere in  una delle sue raccolte più belle sui Gitani “Gipsies”. Ha lavorato lunghi anni come fotografo della Magnum.

La Primavera di Praga

È molto nota la testimonianza fotografica che ha offerto sulla fine della Primavera di Praga: Koudelka era rientrato da un viaggio per un servizio fotografico sugli zingari della Romania, appena due giorni prima dell’invasione sovietica, nell’agosto 1968. Svegliato da una telefonata si precipitò in strada mentre le forze militari del Patto di Varsavia entravano a Praga per soffocare il riformismo ceco. I negativi di Koudelka lasciarono Praga seguendo canali clandestini, nelle mani dell’agenzia Magnum Photos, e finirono per essere pubblicate sul magazine “The Sunday Times“, in maniera anonima, contrassegnate unicamente dalle iniziali P.P., acronimo per Prague Photographer, nel timore di rappresaglie contro di lui e la sua famiglia. Le sue immagini di quegli eventi divennero drammatici simboli internazionali. Nel 1969 l’”anonimo fotografo ceco” fu premiato con la Robert Capa Gold Medal dell’Overseas Press Club, per la realizzazione di fotografie che richiedevano un eccezionale coraggio.

Asilo politico in Europa

Grazie all’interessamento della Magnum presso le autorità britanniche, poté ottenere un visto per lavoro di tre mesi con cui volò nel 1970 in Inghilterra, dove fece richiesta di asilo politico. Nel 1971 entrò nell’agenzia fotografica Magnum Photos e vi rimase per più di una decade. Nomade nel cuore, continuò a vagare per l’Europa armato della sua fotocamera e con poco altro. Negli anni settanta e ottanta, Koudelka proseguì il suo lavoro grazie al sostegno di numerosi riconoscimenti e premi, continuando ad esporre e pubblicare importanti progetti come Gypsies (1975, il suo primo libro) e Exiles (1988, il secondo). Dal 1986 ha lavorato con una fotocamera panoramica e una selezione delle foto ottenute è stata pubblicata nel libro Chaos, del 1999. Koudelka ha pubblicato oltre una dozzina di libri di sue fotografie, inclusa la più recente opera, il volume retrospettivo Koudelka, del 2006. Nel 1987 divenne cittadino francese, mentre poté tornare per la prima volta in Cecoslovacchia solo nel 1991. Il risultato del suo rientro in patria fu Black Triangle, un’opera in cui documentava il paesaggio devastato del suo paese. Nel 1994 fu invitato al seguito del regista Theo Angelopoulos, impegnato nelle riprese del film Lo sguardo di Ulisse, compiendo con lui, fino alla morte di Gian Maria Volonté, un itinerario attraverso Grecia, Albania, Jugoslavia e Romania. Koudelka risiede in Francia e a Praga e continua il suo lavoro nel documentare il paesaggio europeo. Ha due figlie e un figlio, ciascuno nato in un paese diverso: Francia, Inghilterra e Italia. Le prime esperienze hanno influenzato in maniera significativa la sua successiva opera fotografica, e l’enfasi da lui posta sui rituali sociali e culturali e sulla morte. Ben presto, nella sua carriera, giunse a un profondo e più personale studio fotografico sugli Gitani della Slovacchia e, in seguito, della Romania. I risultati di questi lavori furono esposti a Praga nel 1967. Lungo tutta la sua carriera, Koudelka è stato lodato per la capacità nel catturare la presenza dello spirito umano sullo sfondo di paesaggi malinconici. Desolazione, abbandono, partenza, disperazione e alienazione, sono temi costanti nel suo lavoro. I suoi soggetti sembrano talvolta uscire da un mondo fiabesco. Tuttavia, qualcuno legge nel suo lavoro una speranza: la persistenza dell’attività dell’uomo, a dispetto della sua fragilità. I suoi lavori più recenti focalizzano l’interesse sul paesaggio vuoto della presenza dell’uomo.

le fotografie: Alcuni dei suoi scatti più belli potete vederli Cliccando qui

Out Of Border : La Verità e La Fantasia: Un’Antica Legenda…

In questo Blog che parla di sofferenza, di dolore, di morte e malattia, di come alleviarla e prendersene cura, Out of Border rappresenta un guardare oltre il confine, e per un attimo, attraverso una fotografia, poche righe, favole, musica, racconti, un video o una poesia, vivere un momento di gioia, di riflessione, di interesse e perchè no anche di allegria…

savas

La Verità e La Fantasia

Susan Meiselas Photographer

“Un’ antica leggenda racconta di quando la Verità decise di andare a visitare la gente, e, nuda come ha da essere la Verità, abbandonò le sue alte valli e scese tra le strade di un villaggio. Ma al suo passaggio, porte e finestre delle case si sbarravano, e la gente s’affrettava a richiamare i bambini e a chiudersi in casa. Affranta, la Verità si allontanò da quel villaggio ingrato, e sedette ai piedi di un albero, in profonda meditazione. Ma ad un tratto scorse una figura in lontananza, che s’avvicinava al villaggio. Era coperta da una magnifica cappa ricamata, su cui s’intravvedevano forme in movimento, d’uccelli, e di umani, e di altre creature. Al suo arrivo, tutte le porte s’aprivano, e la gente correva a rimirarla, e persino i bambini s’avvicinavano per toccare il suo mantello colorato. A sera, quando tutti si furono ritirati, la Verità osò scendere di nuovo al villaggio, e accostò la figura mantellata. “Chi sei?”, le chiese. E quella rispose: “Io sono la Fantasia, e questo è il mio mantello delle Storie. Gli esseri umani le amano”. “Allora, ti prego, dammi il tuo mantello, affinché nessuno abbia più paura di me”. Pietosamente, la Fantasia si tolse il mantello, e con quello ricoprì la Verità.

Da allora, la Verità gira per il mondo, travestita da Storie”.

Inviataci da Salvo Pitruzzella, un amico, narratore di Favole.