Il Futuro dal Passato: Film d’ Avanguardia: 1929 : “L’uomo con la macchina da presa” di Dziga Vertov. Video Integrale e Foto.
a cura di Psycoapolide
Titolo originale: Человек с киноаппаратом (Chelovek skinoapparatom), o The Man with Movie Camera. Paese URSS, Anno 1929, Durata 67 min, Colore B/N, Audio muto, Genere documentario, Regia Dziga Vertov, Soggetto Dziga Vertov, Fotografia Mikhail Kaufman, Montaggio Yelizaveta Svilova, Versione musicata dalla Cinematic Orchestra nel 2003.
“Io sono un occhio.
Un occhio meccanico
e sono in costante movimento!”
- Dziga Vertov -
L’ uomo con la macchina da presa (Человек с киноаппаратом, Chelo- vek skinoapparatom) è un film del 1929, diretto dal regista sovietico Dziga Vertov. Un film muto fortemente d’avanguardia che per essere compreso deve essere contestualiz- zato nel periodo storico in cui venne realizzato, a più di dieci anni dalla nascita della Unione Sovietica fondata nel ‘17 dalla Rivoluzione di Ottobre.
Il film è forse il compimento massimo (e finale) del movimento kinoglaz (cineocchio), nato negli anni venti per iniziativa di Vertov e propugnatore della superiorità del documentario sul cinema di finzione che, in sostanza, deve essere bandito perché inadatto a formare una società collettivista e risulta essere un’opera tecnicamente all’avanguardia che ancora oggi colpisce per originalità e vivacità. Qui potete vedere la Versione Integrale musicata dalla Cinematic Orchestra nel 2003 e alcune Foto e Manifesti del Film
News: India: Rogo In Una Clinica Privata: Oltre 90 Vittime. Video
L’incendio divampato in un Clinica Privata di Calcutta, si è sviluppato la notte scorsa. Morti anche tre operatori sanitari, Molte vittime trovate soffocate nel loro letto.
Calcutta – Il bilancio del rogo che ha distrutto oggi una sede dell’ospedale AMRI a Calcutta e’ salito a quota 90 morti. Lo ha reso noto la polizia giudiziaria della citta’. Sei membri del board direttivo dell’ospedale sono stati arrestati. Le fiamme si sono propagate per cause ancora ignote in uno scantinato dell’Amri Hospital, una struttura privava situata nel quartiere meridionale di Dhakuria, dove si trovava anche del materiali altamente infiammabile. L’incendio si è esteso rapidamente ai piani superiori e ha avvolto nel fumo l’intera struttura in cui si trovavano 160 pazienti, tra cui molti in reparti di rianimazione, quindi incapaci di fuggire.
Tra le vittime ci sono anche tre membri del personale sanitario. Da quanto si è appreso dopo i primi accertamenti della polizia, le morti sono state causate da avvelenamento di monossido di carbonio che si è accumulato nei reparti dove non c’erano finestre né altre vie di fuga. Solo dopo diverse ore le squadre di vigili del fuoco sono riuscite a domare il rogo. Mentre una novantina di pazienti sono stati tratti in salvo dai soccorritori e familiari, per gli altri non c’é stato nulla da fare. Sono stati trovati morti nei loro letti probabilmente colti nel sonno dal gasletale. La terribile sciagura, che alcuni media hanno definito una delle più gravi in India, ha sollevato la rabbia dei familiari delle vittime che accusano i medici e gli infermieri di essere scappati quando hanno visto l’incendio e di non aver prestato aiuto ai malati.
La responsabile dello Stato del West Bengala, Mamata Banerjee, la “pasionaria dei contadini” ha immediatamente revocato i permessi all’ospedale per mancanza di norme di sicurezza. Secondo i soccorritori, l’edificio era completamente privo di dispositivi anti incendio e di misure di emergenza per l’evacuazione dei malati.
Oggi Giornata Mondiale sull’ Aids 2011: Ecco I Dati d’ Incidenza In Italia.Video Campagna Lila
Nel 2010 il tasso d’incidenza si è attestato al 5,5 ogni 100.000 residenti rispetto al 6,7 del 2009. Un sieropositivo su quattro non sa di esserlo e oltre un terzo lo scopre troppo tardi.
Oggi, 1° Dicembre, In occasione della Giornata mondiale sull’Aids, il Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha divulgato l’annuale report di dati sull’epidemiologia dell’HIV/AIDS in Italia. Ve Li Riportiamo:
“ISS 30 Novembre 2011
Nel 2010 quasi 6 persone ogni 100.000 residenti hanno contratto il virus dell’HIV, con un’incidenza maggiore al centro-nord rispetto al sud e alle isole. L’incidenza è stata di 4 nuovi casi su 100.000 italiani residenti e 20 nuovi casi su 100.000 stranieri residenti. In pratica, quasi una persona su tre diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera. Sono questi i dati riportati dal sistema di sorveglianza dell’ISS delle nuove diagnosi di infezione da HIV che, per la prima volta, è stata attivata in tutte le regioni italiane.
Il trend, nel corso degli ultimi 12 anni, nelle aree per le quali il dato è disponibile, mostra una lieve diminuzione dell’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV, da attribuire principalmente alla diminuzione di incidenza tra consumatori di sostanze per via iniettiva, mentre l’incidenza è rimasta costante sia per gli eterosessuali che per gli MSM (maschi che fanno sesso con maschi). La maggioranza delle nuove infezioni è attribuibile a contatti sessuali non protetti, che tuttavia non vengono sufficientemente percepiti come a rischio, in particolare dalle persone di età matura, e che costituiscono l’80,7% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 49,8%, MSM 30,9%). Analogamente ad altre nazioni europee, si stima che un sieropositivo su quattro non sappia di essere infetto.
L’identikit del paziente
Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2010 hanno un’età mediana di 39 anni per i maschi e di 35 anni per le femmine, hanno contratto l’infezione prevalentemente attraverso contatti eterosessuali, e sono più spesso stranieri. Inoltre, oltre un terzo delle persone con una nuova diagnosi di HIV viene diagnosticato in fase avanzata di malattia, e presenta una rilevante compromissione del sistema immunitario (numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL).
Le stime effettuate usando il metodo proposto dall’ UNAIDS indicano che il numero delle persone viventi con infezione da HIV (compresi i casi con AIDS e le persone che ignorano di essere infette) è aumentato passando da 135.000 casi nel 2000 a 157.000 casi nel 2010, principalmente per effetto della maggiore sopravvivenza legata alle terapie antiretrovirali che comportano un aumento progressivo del numero delle persone viventi HIV positive. I cambiamenti relativi che si osservano nel 2010 rispetto al 2000 sono: l’aumento delle infezioni acquisite attraverso contatti sessuali, la diminuzione delle persone che si sono infettate attraverso il consumo di sostanze per via iniettiva, l’aumento di casi in persone straniere, la diminuzione della quota di infezioni in donne e l’aumento di casi in persone con oltre 50 anni di età.
La sorveglianza dell’AIDS
La sorveglianza delle diagnosi di AIDS conclamato ha una copertura nazionale. Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 ad oggi sono stati segnalati circa 64.000 casi di AIDS, di cui quasi 40.000 deceduti. I nuovi casi di AIDS e il numero di decessi per anno continuano a diminuire, principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali combinate (introdotte nel nostro Paese nel 1996).
È diminuita nel tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di AIDS vengono diagnosticate con una candidosi polmonare o esofagea, mentre aumenta la quota di pazienti che presentano linfomi.
Come precedentemente detto, molte persone HIV positive scoprono di essere infette dopo vari anni e pertanto non possono usufruire dei benefici delle terapie antiretrovirali prima della diagnosi di AIDS: dal 1996 ad oggi ben due terzi delle persone diagnosticate con AIDS non ha effettuato alcuna terapia antiretrovirale prima di tale diagnosi.
I dati sulla sorveglianza dell’infezione da HIV e dell’AIDS sono disponibili sul sito dell’ISS, alla pagina internet del Centro Operativo Aids, al Link che vi riportiamo:
Lotta Mondiale all’Aids, alla Malaria, alla Tubercolosi
News: Annuncio Shock Dal Fondo Globale: Cancellati I Fondi Per La Lotta All’Aids. Video
La crisi ha colpito duramente anche il mondo della ricerca contro le tre grandi malattie del mondo: Aids, Tubercolosi e Malaria. Tanto che il Fondo Globale ha cancellato la raccolta fondi e fino al 2014 fornirà solo i finanziamenti necessari ai progetti già in atto.
La notizia arriva a pochi giorni dall’ultimo report del Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’Hiv/Aids (Unaids), che aveva annunciato grandi passi in avanti verso la soluzione del problema Aids nel mondo. E un nuovo programma di attività e investimenti era stato lanciato per produrre ulteriori miglioramenti.
Tanto che il 22 Novembre scorso era stata data notizia dell’avvio della campagna “Getting to Zero”, nel senso che si voleva arrivare a zero. Zero nuove infezioni da Hiv. Zero discriminazione. Zero morti dovute all’Aids. Ecco l’ambizioso obiettivo del Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’Hiv/Aids (Unaids).
Ma su cosa si basava questo programma? Su sei attività fondamentali: interventi focalizzati sulle popolazioni a più alto rischio (sex workers e loro clienti, uomini omosessuali e tossicodipendenti); prevenzione di nuovi contagi da Hiv nei bambini; programmi che promuovano il cambiamento dei comportamenti a rischio; promozione e distribuzione di preservativi; trattamento, cura e supporto per i sieropositivi; circoncisione volontaria per gli uomini nelle nazioni ad alta prevalenza di Hiv. Questo, secondo gli esperti, avrebbe dovuto evitare almeno 12.2 milioni di contagi e 7.4 milioni di morti per Aids da qui al 2020. E per far questo bisognava aumentare gli investimenti, arrivando nel 2015 a 22-24 miliardi di euro di spesa per la lotta all’Aids.
Il tutto confortato dai dati 2011 che avevano fatto sperare in meglio
I Dati 2011.
Le nuove infezioni da Hiv e le morti collegate all’Aids, infatti, hanno raggiunto nel 2011 i livelli più bassi dal picco epidemico, con le nuove infezioni ridotte del 21% dal 1997, e le morti per la sindrome dello stesso valore dal 2005. Un risultato straordinario, che secondo gli esperti era destinato a migliorare.
L’introduzione delle terapie antiretrovirali sono la causa principale degli effetti significativi avutisi sulla riduzione del numero di contagi, sulla qualità e sulla durata della vita dei malati.
Secondo le stime di Unaids e dell’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, sono 6.6 milioni i malati che vivono in paesi a basso o medio reddito ad aver avuto accesso a queste terapie (retrovirali) salvavita nel 2010. Si tratta di circa la metà – il 47% – di tutti i malati che ne avrebbero bisogno (14.2 milioni di persone nel mondo) e il dato segna un incremento di addirittura 1 milione e 350 mila pazienti solo dal 2009. Ad oggi sono 34 milioni nel mondo le persone che convivono con la malattia. Il numero di decessi è diminuito, tanto che nel 2010, sono state evitate in totale addirittura 700.000 morti. Anche il numero di nuove infezioni continua a scendere dal 1997, e nello scorso anno è arrivato a 2.7 milioni di persone.
E D’ Improvviso : Cancellati I Fondi !
Ma il 25 novembre 2011 è arrivata una notizia shock dall’ultima conferenza dei donatori del Fondo Globale per la lotta all’Aids, alla Tubercolosi e alla Malaria: a causa della crisi economica i finanziamenti sono stati cancellati, fino a nuovo ordine. La società, a carattere misto pubblico-privato, ha infatti annunciato di essere costretta a cancellare la prossima raccolta fondi e di doversi concentrare solo sul fornire i servizi essenziali ai programmi già iniziati, che verranno completati entro il 2014. Nonostante i grandi progressi nella lotta ad Aids, Tubercolosi e Malaria, oggi anche il Fondo è dunque bersaglio dei tagli dovuti all’era dell’austerity. All’ultima conferenza dei donatori è stato infatti annunciato che è stato possibile raccogliere solo circa la metà dei 20 miliardi di dollari necessari per ampliare i progetti contro le tre malattie.
Ecco perché fino al 2014 verranno assicurati i soli fondi per mantenere in vita le terapie già in atto negli oltre 600 progetti portati avanti. Ma non ci saranno comunque nuovi progetti.
E l’Italia? Il nostro paese è tra chi non ha rinnovato il contributo al Global Fund to Fight Aids, Tubercolosis and Malaria, l’organizzazione internazionale di finanziamento alla ricerca su queste tre malattie. Come se non bastasse l’Italia è anche l’unico paese del G8 a non aver versato a questo fondo i soldi promessi negli scorsi tre anni, provocando un buco nel bilancio.
Una brutta figura a livello internazionale che recentemente ha causato l’uscita dal consiglio di amministrazione a causa del mancato versamento dei fondi promessi, 160 milioni di euro nel 2009 e nel 2010.
Allarme Dell’OMS: Troppe Resistenze Agli Antibiotici ! Aumenta La Pericolosità di Morte Nel Contrarre Infezioni. VIDEO.
Sono oltre 25 mila le persone che muoiono ogni anno nell’Unione Europea per infezioni batteriche resistenti agli antibiotici, la maggior parte delle quali contratte in ospedale. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in occasione del World Health Day, celebrato il 18 Novembre nella sede della Fao.
Con lo slogan “Nessuna azione oggi, nessuna cura domani. Difendi la tua difesa”, l’OMS Europa ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sul rischio che gli antibiotici salvavita perdano il loro potere curativo, e che punta a ridurre ignoranza e irresponsabilità. “Siamo ad un punto critico in cui la resistenza agli antibiotici sta raggiungendo livelli senza precedenti e nuovi antibiotici non saranno prodotti in tempo – rileva Zsuzsanna Jakab, direttore regionale OMS Europa.”
In un editoriale del 17 Novembre l’ OMS basato anche sui dati di un articolo uscito sulla rivista PlosMedicine, definendo lo studio serio e preoccupante.
Lo studio riporta infatti, che le due più comuni antibiotico-resistenze alle infezioni del sangue – Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) ed Escherichia coli resistente – hanno causato 8215 morti in eccesso (5503 e 2712, rispettivamente) in 31 paesi europei nel 2007. Essi hanno inoltre rappresentato oltre 260 000 infezioni del sangue, e più di 370 000 giorni extra in ospedale, al costo di 62 milioni di € . Inoltre la Tubercolosi multi-resistente (MDR-TB) si sta diffondendo a un ritmo allarmante nella regione. Allo stato attuale, il tasso di successo del trattamento per le persone con MDR-TB è solo del 57,4%, con molti pazienti che vanno incontro ad una cessazione del trattamento e / o a morte.
A questo c’è da aggiungere che Mancano nuovi antibiotici perché la ricerca sugli antibiotici è in crisi: la mancanza di nuovi farmaci e la comparsa di infezioni resistenti avvicina quindi la possibilità che si diffondano infezioni incurabili. Infatti gli sforzi compiuti sinora per trovare altri farmaci non sono andati a buon fine. Si pensava che gli studi genetici avrebbero permesso di trovare nuove medicine, ma così non è stato. Inoltre, le fusioni tra le case farmaceutiche hanno ridotto la diversità delle linee di ricerca, mentre molte aziende si sono ritirate dal settore. Infine, la crisi economica ha colpito anche i fondi alla ricerca accademica.
Così l’OMS Europa ha lanciato il piano d’azione europeo sulla resistenza agli antibiotici 2011-2015 – che comprende una serie di importanti azioni strategiche per la mitigazione, la prevenzione ed il controllo.
Queste includono:
-promuovere il coordinamento nazionale per attuare i piani strategici di azione e di sviluppo delle funzioni di regolamentazione e di orientamento;
-promuovere l’uso prudente degli antibiotici in tutti i settori pertinenti;
-rafforzare i sistemi di sorveglianza per monitorare l’uso di antibiotici e la presenza di batteri resistenti nel campo della salute umana ed animale, tra cui la catena alimentare.
-creare la consapevolezza di un uso prudente degli antibiotici e della scarsità di nuovi farmaci antibiotici che entrano nel mercato.
Nella Regione Europea medici e scienziati, rileva l’OMS, temono che un uso imprudente degli antibiotici, con conseguente insorgenza e diffusione di malattie dovute a batteri antibiotico-resistenti, ci riconduca ad un’era ‘pre-antibiotica’, in cui anche le infezioni comuni possono mettere in pericolo la vita umana perché non rispondono alle terapie.