Antibioticoprofilassi Perioperatoria nell’Adulto: Linea Guida SNLG

Articolo Scientifico

Linee Guida

Antibioticoprofilassi Perioperatoria nell’Adulto: Linea Guida SNLG

Sistema Nazionale per le Linee Guida

Data di pubblicazione: settembre 2008

Data di aggiornamento: settembre 2011

A distanza di 5 anni dalla pubblicazione della linea guida «Antibioticoprofilassi perioperatoria nell’adulto», a cura dell’allora Programma Nazionale per le Linee Guida (PNLG), è stata redatta la seconda edizione aggiornata dotata di raccomandazioni di forza graduate che mira a proporre agli operatori sanitari criteri basati su un sistema evidence based integrato dall’esperienza clinica, per definire quando e come sia appropriato procedere alla somministrazione dell’antibioticoprofilassi nella chirurgia nell’adulto. L’elaborazione della linea guida rientra nelle attività programmate dal Sistema Nazionale per le Linee Guida (SNLG), nato da una convenzione stipulata tra il dipartimento della Programmazione sanitaria, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità. Lo scopo di questa convenzione è quello di produrre documenti di elevata qualità, che consentano l’erogazione di corrette prestazioni del Sistema Sanitario Nazionale. La necessità di procedere all’aggiornamento di questa linea guida è nata dall’esigenza di valutare studi di recente pubblicazione sull’antibioticoprofilassi perioperatoria per verificare se le prove di efficacia riscontrate potessero modificare le raccomandazioni formulate nella prima edizione.

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Timeoutintensiva.it, N° 16, Technè, Aprile 2011

In Memoria di Max Harry Weil, 1927-2011, il “Padre della Medicina Critica”.

In Memoria di Max Harry Weil, 1927-2011, il “Padre della Medicina Critica”.

Con la Sua Morte scompare il “Padre della Medicina Critica”, che aveva dedicato tutta la sua vita al miglioramento delle Cure Intensive:

“Max Harry Weil, MD, PhD, SCD (Hon) 1927-2011

E ‘con grande tristezza che dobbiamo comunicarvi la morte la scorsa settimana, di Max Harry Weil. Il dottor Weil è stato senza dubbio uno dei grandi veri innovatori della nostra specialità. Sotto questo messaggio troverete un necrologio scritto dal professor JL Vincent che descrive alcuni dei risultati ottenuti dal dottor Weil nella sua carriera incredibile.

“Se mai un medico ha meritato il titolo di “Padre della Medicina Critica”, è il dottor Max Harry Weil, MD, PhD, SCD (Hon). Preoccupato per la mancanza di uno stretto monitoraggio dei pazienti critici, il dottor Weil sviluppo’ nel 1958 la Shock Unit, famosa presso la University of Southern California. E ‘stato sempre un innovatore, pieno di nuove idee e appassionato della sua materia. I suoi contributi alla terapia intensiva sono troppi per essere elencati, ma egli ha realmente cambiato le basi dell’ Approccio ai pazienti critici e la loro gestione. Molto di ciò che facciamo giorno per giorno è dovuto a Max Harry Weil: La nostra comprensione della fisiopatologia dell’edema polmonare, dei livelli di lattato nel sangue, dei fluidi e del supporto con vasoattivi nei pazienti in ​​stato di shock, i sistemi di monitoraggio che usiamo; le tecniche di rianimazione cardiopolmonare (RCP), … l’elenco potrebbe continuare. Il dottor Weil ha riunito medicina, fisiologia, farmacologia, biochimica e bio-ingegneria per il bene del paziente.

Il dottor Weil è stato membro fondatore e primo Presidente della Società Americana di Terapia Intensiva. Ha pubblicato oltre 600 articoli originali e recensioni, più di 20 brevetti, e ha ricevuto premi e riconoscimenti da molte dalle principali società e associazioni di cure intensive e medicina d’urgenza. Nel corso degli anni ha aiutato molti intensivisti e abbiamo tutti tratto beneficio dalla qualità di tale formazione. Era un ricercato relatore in incontri in tutto il mondo, tra cui il simposio annuale ESICM a cui ha partecipato in diverse occasioni.

Un uomo brillante, attento e premuroso . Il dottor Weil sarà una profonda perdita per tutti noi, ma non sarà mai dimenticato.

JL Vincent. 6 agosto 2011″

Dalla Newsletter Esicm (Europian Society of Intensive Care Medicine)

Ustica: Grave Caso Di Embolia da Immersione Trattato Con Successo In Camera Iperbarica

Ossigeno Terapia Iperbarica

Ustica: Grave Caso Di Embolia da Immersione Trattato Con Successo In Camera Iperbarica

“Dopo un’immersione  effettuata alla profondità di – 42 mt e per un tempo di circa 38 minuti, un turista di 46 anni esperto subacqueo e’ stato colto da forte malore, trasportato immediatamente presso la camera iperbarica dell’isola si e’ evitato il peggio. Il sub presentava sintomi evidenti  di Malattia da Decompressione forma midollare ed e’ stato sottoposto a terapia iperbarica per piu’ di 7 ore, secondo gli schemi terapeutici Francesi. Adesso il sub e’ fuori pericolo. L’ immediata regressione della sintomatologia e’ sicuramente legata alla tempestività dell’intervento, infatti il breve  tempo trascorso tra l’ insorgenza dei sintomi e la ricompressione in camera iperbarica non supera i 50 minuti, questo permette di poter agire  sulle bolle  senza che queste abbiano  causato danni permanenti.

Questo e’ il sesto  caso della Stagione estiva,  di malattia da decompressione trattato nelle camere iperbariche  dell’Azienda Provinciale Sanitaria di Palermo, che gestisce i centri di Partinico,Ustica e Lampedusa con personale sanitario esperto in medicina subacquea ed iperbarica , mentre la gestione tecnica e’ garantita dalla ditta Sistemi Iperbarici  Servizi che si avvale di personale Tecnico specializzato.”

La Notizia ci è stata inviata il 3 Agosto 2011 da Antonio Rinaldi, che ringraziamo per l’alta professionalità dimostrata

La malattia da decompressione (acronimo MDD) è una patologia da decompressione derivante dalla formazione di bolle all’interno del circolo ematico o dei tessuti e provocata dalla mancata eliminazione di gas inerti (azoto). La malattia può verificarsi in seguito ad un’immersione subacquea, oppure all’esposizione a pressioni elevate o anche in seguito alla rapida perdita di pressione nella cabina di un velivolo.

In soggetti predisposti, la malattia da decompressione può insorgere anche dopo un’immersione effettuata entro la cosiddetta curva di sicurezza (un rapporto tra profondità e tempi di immersione che non consentono un accumulo eccessivo di azoto nell’organismo) oppure nonostante il rigoroso rispetto delle soste di decompressione (soste stabilite a determinate quote in base al superamento di determinate profondità e tempi di immersione per smaltire accumuli eccessivi di azoto). Questo accade perché i fattori che possono provocare un eccessivo assorbimento – o un insufficiente smaltimento – dei gas inerti sono diversi e dipendono sia dalle condizioni fisiche del subacqueo e dal suo allenamento, sia dall’ambiente esterno (ad es. stress ed affaticamento del subacqueo in immersione e/o temperatura rigida dell’acqua).

Per quanto riguarda la cura, il metodo più opportuno è l’uso della camera iperbarica, poiché tramite la ricompressione le bolle di gas presenti nei vasi sanguigni si risaturano, e successivamente con l’uso di specifiche tabelle decompressive terapeutiche con successive tappe a pressioni inferiori i gas vengono desaturati. Per la particolare complessità e relativi rischi, di norma bisogna sempre affidarsi ad un centro iperbarico gestito da tecnici e medici anestesisti.

Approfondimenti:

Direttive per Incidente Subacqueo

Società Svizzera di Medicina Subacquea e Iperbarica

20.04.2008, valevole fino al 10/2011

News:Torino: E’ Nata Giulia, La Bimba Operata Al Cuore A 20 Settimane di Gestazione.

News

Torino: E’ Nata Giulia, La Bimba Operata Al Cuore A 20 Settimane Nel Ventre Materno.

Giulia, nata il 3 Agosto, che sta bene e pesa 2 chili e 710 grammi. Era stata operata lo scorso Maggio al cuore quando ancora era nella pancia della mamma. Fu il primo intervento del genere in Italia, effettuato all’ospedale Regina Margherita di Torino.

Giulia, infatti, a sole 20 settimane, grazie al coraggio dei genitori Stefania e Pasquale e alla professionalità delle equipes di ginecologia emodinamica interventistica radiologia e anestesia e rianimazione del Regina Margherita di Torino, è stata operata al cuore quando era ancora nella pancia della mamma. Durante la gestazione, alla piccola era stata diagnosticata una cardiopatia complessa, caratterizzata da un vetricolo destro troppo piccolo, con importanti ricadute sulla vita futura della paziente. Il 13 maggio scorso, perciò, si tentò quello che in Italia non era mai stato fatto prima: un cateterismo emodinamico interventistico fetale attraverso la pancia della mamma, che è riuscito a dilatare la valvola polmonare e ha permesso la prosecuzione della gravidanza senza ulteriori complicazioni, con il vetricolo destro che ha continuato a crescere normalmente. L’operazione è stata condotta in maniera congiunta dalla dottoressa Gabriella Agnoletti, responsabile del servizio di Cardiologia, e dal dottor Pietro Gaglioti, sotto controllo ecografico. Giulia è quindi nata il 3 agosto, e due giorni dopo la dottoressa Agnoletti ha eseguito un nuovo intervento sul cuore della neonata, ridilatando la valvola polmonare e tenendo aperto il Dotto di Botallo con uno “stent”. Ciò è servito a permettere a Giulia di crescere senza si spera l’ausilio di alcun farmaco. L’ospedale Regina Margherita sottolinea che “il miracolo” è stato possibile anche grazie al “fondamentale supporto delle equipe di anestesisti Evelina Gollo dell’ospedale Sant’Anna e Ingrid Distefano del Regina Margherita, degli infermieri e dei tecnici di Radiologia”.

Dalla Stampa Quotidiana

Linee Guida sull’Insufficienza Respiratoria

Articolo Scientifico

Linee Guida

Linee Guida Sull’insufficienza Respiratoria

SNLG – Iss   Regione Toscana

Data di pubblicazione: agosto 2010

Data di aggiornamento: agosto 2014

Con il termine di insufficienza respiratoria (IR) si designa la condizione caratterizzata da un’alterata pressione parziale dei gas (O2 e CO2) nel sangue arterioso. I criteri necessari per porre diagnosi di IR sono una pressione parziale arteriosa di ossigeno (PaO2) 55-60 mmHg durante la respirazione in aria ambiente, accompagnata o meno da ipercapnia (pressione parziale arteriosa di anidride carbonica (PaCO2) 45 mmHg). La diagnosi di IR non è, quindi, una diagnosi solo clinica, ma richiede sempre la misurazione della pressione parziale dei gas nel sangue arterioso. Da un punto di vista clinico, l’IR è comunemente classificata in acuta (IRA), quando insorge rapidamente in un apparato respiratorio sostanzialmente intatto fino al momento dell’episodio acuto, e cronica (IRC). Quest’ultima è una manifestazione insidiosa, progressiva e tardiva della storia naturale di una patologia respiratoria…

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Timeoutintensiva.it, N° 16, Technè, Aprile 2011