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Oncologia: Farmaci: Gli Effetti della Carenza Di Farmaci Salvavita A Basso Costo

Farmaci Oncologici e Salute

Oncologia: Gli Effetti della Carenza Di Farmaci Salvavita A Basso Costo

Durante il 36esimo Congresso Europeo di Oncologia Medica tenutosi a fine settembre a Stoccolma, è stato sollevato il problema degli elevati costi dei farmaci biologici per i tumori, in continuo aumento. “Concordo con la denuncia – ha dichiarato il prof. Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano – ma noto che non si fa riferimento al problema della mancanza di altri farmaci oncologici, i chemioterapici tradizionali, che costano poco e che anche per questo mancano in particolare sul mercato americano, provocando una crisi sanitaria senza precedenti come denunciato da tempo senza per ora alcuna capacità di fronteggiarla.

A questo proposito Mario Pirani sulla Repubblica On line del 12 settembre 2011 ha pubblicato un interessante articolo a questo proposito di cui vi ripropongo un ampio stralcio

Savas

Big Pharma risparmia sui prodotti salvavita”

di Mario Pirani

Un esempio clamoroso di cosa significhi l’ assenza dell’ intervento pubblico e il “laissezfaire” senza limiti del libero mercato ci viene da quel che sta accadendo nella produzione di alcuni dei principali farmaci per la cura del cancro, ogni giorno meno reperibili anche per gli ospedali. Gli effetti sul piano terapeutico sono drammatici, come denuncia sul suo sito uno dei più noti specialisti italiani, Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia medica dell’ Istituto nazionale dei tumori di Aviano, che dopo aver riportato le prime denunce della stampa americana sulla carenza di una ventina di farmaci, alcuni dei quali basilari, si sofferma sulle conseguenze negative a breve termine anche in Europa e in Italia. Stanno diventando introvabili o sempre meno reperibili alcuni farmaci, quali bleomicina, cisplatino, citarubicina, daunorubicina liposomiale, doxorubicina, etoposide, leucovorin, mecloretamina, tiotepa e vincristina, che compongono i regimi di chemioterapia in grado di guarire patologie come, ad esempio, leucemie acute, linfomi e tumori del testicolo e di avere benefici sostanziali nei tumori della mammella, del polmone e del colon. Molti di questi farmaci non possono essere sostituiti da altri simili, come nel caso della bleomicina, dell’ etoposide e della vincristina. Per cui già negli Stati Uniti e presto anche in Italia, sempre più spesso, ai pazienti oncologici, dovrà essere somministrato uno schema alternativo, dove il farmaco mancante viene sostituito da farmaci diversi da quelli delle combinazioni originali… e la Food and Drug Administration americana non sembra avere l’ autorità di chiedere alle case farmaceutiche di continuare queste produzioni. In proposito il presidente dell’ Associazione Americana di Oncologia, Michael Link, ha detto testualmente sul New York Times: «Questa carenza di farmaci che salvano la vita ci sta uccidendo:è inconcepibile che medicine che costano un paio di dollari alla fiala non siano più disponibili». Cosa fare? In Europa e in Italia, dove il tema della sanità pubblica è certamente più sentito che in Usa, le associazioni mediche, le Agenzie del farmaco, i Ministri della Salute si attivino e promuovano urgentemente leggi che obblighino le industrie, comprese le multinazionali, a dare la precedenza ai problemi dei pazienti e non soltanto a quelli economici o di manufacturing. Le case farmaceutiche motivano le loro scelte con la carenza della sostanza grezza per produrre i farmaci e con il fatto che i processi di manufacturing sono molto complessi, ma probabilmente il vero motivo risiede nella scarsa attrattività economica di questi farmaci che costano poco quando invece per i farmaci biologici i vantaggi economici possono essere notevolmente più alti.È necessario che le agenzie nazionali e internazionali indaghino sulle vere cause della mancanza di farmaci, senza dimenticare che lo stesso problema si presenta per certi antibiotici e per alcuni farmaci inerenti l’ anestesia. «Credo sia indispensabile – conclude il professor Tirelli – che la comunità internazionale degli oncologi faccia pressione sulle autorità politiche e sanitarie sia negli Usa, che in Europa e in Italia, e in particolare sulle agenzie deputate all’ approvazione dei farmaci, affinché diano la precedenza alla disponibilità di farmaci che, per quanto datati, sono ancora basilari per la terapia del cancro».

Fonti ed Approfondimenti:

Repubblica.it: Big Pharma risparmia sui prodotti salvavita

di Mario Pirani

Corriere.it: Chi ostacola la Lotta al Cancro: i Farmaci Salvavita che costano poco

di Mario Pappagallo

NYT: U.S. Scrambling to Ease Shortage of Vital Medicine

by Gardiner Harris