Archivio tag: Fine Vita

Le Idee: “La morte mi riguarda o riguarda solo il mio organismo?” di U. Galimberti

“La morte mi riguarda o riguarda solo il mio organismo? Questo pensiero che accompagna la vita di noi tutti, che limita la nostra progettualità, che ci fa compiere certe scelte a una certa età e non a un’età più avanzata, questo pensiero della fine dei nostri giorni che coinvolge aspettative e speranze, progetti e rimpianti, affetti e stili di vita, è una faccenda da affidare alle sorti della materia di cui siamo fatti, o è una faccenda su cui anche noi possiamo intervenire, proprio perché coinvolge quel che siamo e non tanto quello di cui siamo fatti? Quando ci dovessimo emancipare da questo grossolano materialismo che, cadenzando la vita sulle sorti della materia, ci espropria di quel che la vita ha significato per noi, dello stile che le abbiamo dato, dell’impronta che le abbiamo conferito, per consegnarci irrimediabilmente a quell’evento non nostro che è la morte organica, anche la decisione se prolungare o meno la vita del nostro organismo risulterebbe più facile. Del resto tanta incertezza e tante discussioni intorno alla morte assistita, chiesta, invocata e talvolta accordata, quando il paziente è vivo solo per le leggi biologiche dell’organismo, in quella notte buia della coscienza che non attende più nessuna alba, dipende dal fatto che è incerto il nostro concetto di “vita”, che oscilla paurosamente tra la vita anonima dell’organismo e quella personalizzata dell’individuo che, nelle residue possibilità biologiche del suo organismo, non riconosce alcuna immagine di sé “.

U. Galimberti

News: Rapporto Eurispes 2011: GLI ITALIANI RIMANGONO FAVOREVOLI ALL’EUTANASIA E AL BIOTESTAMENTO

News: Rapporto Eurispes 2011: GLI ITALIANI RIMANGONO FAVOREVOLI ALL’EUTANASIA E AL BIOTESTAMENTO

Roma, 28 gen 2011

Dal Rapporto Italia 2011 dell’Eurispes, emerge che i due terzi del campione intervistato, il 66,2%, si dice favorevole alla pratica dell’eutanasia, facendo registrare un -1,2% rispetto al 2010, in cui era il 67,4% a schierarsi in favore della pratica, e un -1,8% rispetto ai dati raccolti nel 2007, 68%. Rispetto al 2010 aumenta nel 2011 la quota dei contrari passando dal 21,7% al 24,2%. Allo stesso tempo diminuiscono gli indecisi (dal 10,9% al 9,6%). A rispondere di essere favorevole alla possibilita’ di concludere la vita di un’altra persona, dietro sua richiesta, ricorrendo alla pratica dell’eutanasia e’ il 67,9% degli uomini, contro il 64,6% delle donne, mentre, invece, queste ultime si dicono contrarie nel 26% dei casi, contro il 22,3% degli uomini che fanno la stessa dichiarazione (con una differenza del 3,7%). Tra i favorevoli all’eutanasia il 75,3% appartiene alla classe d’eta’ dei 18-24enni, il 70,9% a chi ha un’eta’ compresa tra i 25 e i 34 anni, il 67,5% agli adulti che hanno un’eta’ che va dai 35 ai 44 anni, il 67,7% ai 45-64enni e il 53,7% a chi ha 65 anni e oltre. L’appartenenza politica fa registrare un picco dell’82% di favorevoli alla pratica della “buona morte” a sinistra e soltanto l’11,7% dei contrari. Chi non si riconosce in alcuna posizione politica afferma di essere d’accordo per il 69,6% e contrario per il 19,4%. Il 48,6% degli italiani pensa che l’eutanasia venga praticata ugualmente negli ospedali: se nel 2007 a rispondere “si’” e’ stato il 26,3% degli italiani, nel 2010 tale percentuale e’ salita al 45,2% (+18,9%) e ancora al 48,6% nell’anno in corso (+22,3% rispetto al 2004 e +3,4% rispetto al 2010). A proposito di una legge che istituisca in Italia il testamento biologico, gia’ nel 2007 si diceva favorevole il 74,7% degli italiani (contro il 15% dei contrari), diventati l’81,4% nel 2010 (contro il 10,9% dei non favorevoli). I dati di quest’anno dimostrano pero’ un’inversione di tendenza, dal momento che rispetto all’anno precedente coloro che si dicono favorevoli al testamento biologico sono diventati il 77,2%, facendo registrare un calo del 4,2%, mentre sono aumentati al 14,2%, il 3,3% in piu’ nel giro di un anno, coloro che si schierano contro la sua istituzione a mezzo di un’apposita legge. La maggior parte di coloro che sono favorevoli al testamento biologico appartiene alla sinistra (87,5% contro il 7,8% dei contrari), seguiti da chi non ha alcuna appartenenza politica (80,1%), da quanti si riconoscono nei valori del centro-destra (76%), del centro-sinistra (75,6%) e del centro (64,9%).

Approfondimenti: Rapporto Eurispes 2011: Clicca qui

I Chirurghi Italiani ed il Biotestamento: «Siamo Pronti all’Obiezione di Coscienza»

Logo del CIC riprodotto per caratterizare l'articolo

Il sondaggio: 1’81% vuole un biotestamento condiviso.                              «Ci ascoltino»
Il 75% dei chirurghi violerebbe la legge: «Serve il consenso»

L’esito del sondaggio promosso dal Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC), (che riunisce 63 associazioni con un numero di adrerenti di circa 35.000 Chirurghi di tutte le branche), sul fine vita è molto interessante e dà uno spaccato di cosa pensi sull’argomento una fetta consistente dei Medici Chirurghi Italiani.
Nutrizione e idratazione artificiale sono trattamenti medici e come tali devono essere esplicitamente autorizzati per il 73% dei chirurghi. E di fronte a pazienti che invece prima di perdere coscienza abbiano detto no, il 75% ha dichiarato che non somministrerebbe tali trattamenti anche se fosse la legge a imporli. In particolare, per il 46% la decisione spetta al paziente, per il 27% al medico ed ai familiari e per poco più del 2% solo al medico. La decisione di non somministrare o eventualmente sospendere le terapie ed i trattamenti che la tengono artificialmente in vita dovrebbe spettare al paziente, nel caso in cui abbia espresso le sue volontà quando era cosciente, per il 65%; a nessuno, perché la vita è un dono e va in ogni caso tutelata per il 16% circa; ad una commissione etica di esperti per il 12%; ad un familiare per il 5% circa; al medico curante o ad un magistrato solo per poco più dell’1%.
Tre medici su quattro, dunque, sarebbero «pronti all’obiezione di coscienza» sul biotestamento se il governo varasse un testo «non condiviso». Una sconfessione piena del ddl che a febbraio approderà a Montecitorio. Il questionario è stato inviato solo ai presidenti e membri dei consigli direttivi che a loro volta hanno sentito gli iscritti: su un migliaio, le risposte sono state 750.
Pietro Forestieri, chirurgo oncologico e geriatrico dell’Università Federico II di Napoli, nonché presidente del cic, ritiene il campione indicativo degli orientamenti della categoria. «È un campione rilevante dal punto di vista qualitativo ma anche quantitativa. Di solito a questo tipo di consultazioni risponde il 10%, ma questo argomento ci tocca davvero ». E nel merito «non sono emersi dubbi».
NO A GUERRE IDEOLOGICHE
Per 1’81% dei chirurghi una legge sul testamento biologico è indispensabile, e per il 70% quanto stabilito dal paziente nelle dat (dichiarazioni anticipate di volontà) deve essere vincolante e non solo orientativo. Per il 97% vanno interrotti trattamenti che non daranno beneficio alla salute del malato.
Per il 92% bisogna tenere conto della volontà del paziente purché certa e documentata. Se qualcuno smette di nutrirsi, al medico tocca informare sulle conseguenze senza «assumere iniziative costrittive nè collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale ».
Spiega Forestieri: «Noi dissentiamo dall’uso politico e strumentale del biotestamento. Se il governo insiste su questa strada, perseguendo una guerra ideologica, produrrà grosse lacerazioni per casi che riguardano lo 0,05% degli italiani. A noi interessa arrivare a un vero testamento biologico su linee condivise».
Il chirurgo, che ha già spiegato le proprie tesi al sottosegretario Roccella, è molto chiaro: «Noi medici abbiamo un solo faro: la professione». Il no di tre quarti dei medici ad alimentare un paziente in stato vegetativo nonostante la legge lo imponga, significa che sareste pronti all’obiezione di coscienza? «Ma certo – è la risposta – È in discussione l’impianto della nostra professione. Il codice penale prevede che a legittimare il mio intervento chirurgico sia il consenso informato del paziente. È l’unica cosa che separa il mio bisturi da un colpo all’addome. Del resto, non si può imporre la trasfusione di sangue a un Testimone di Geova. E una donna ha potuto rifiutare l’amputazione del piede, pur con conseguenze fatali».
Forestieri è molto critico anche sull’iniziativa di rendere il 9 febbraio, data della morte di Eluana al termine di una lunga battaglia giuridica (vinta), «giornata nazionale degli stati vegetativi»:
«Una scelta semplicemente vergognosa, di violenza e volgarità inaudite».

Ridotto e riscritto dalla Stampa Nazionale e dal sito del CIC, che trovate al link: http://www.collegiochirurghi.it/

Per Un Dibattito sul Fine Vita: Noi e il corpo di Eluana: Un Invito alla Riflessione. Video di A. Bergonzoni

Noi e il corpo di Eluana: Un Invito alla Riflessione

(febbraio 2009)

Audio/Video di Alessandro Bergonzoni

Trovate la trascrizione dell’ Audio/Video nell’articolo che è stata da noi trascritto

Nostra Introduzione:

“La semplificazione giornalistica pro-vita o pro-morte occupa insensatamente la discussione di questi giorni sul testamento biologico, riapertasi con la presenza di Beppino Englaro e Mina Welby nella trasmissione di Fazio e Saviano e la morte di Mario Monicelli. Una polarizzazione – degna più di un derby calcistico – che manomette il confronto. Perché, nel nostro paese, non è possibile parlare pacatamente di temi etici? Perché chiedere il rispetto dell’autodeterminazione, delle volontà sulle terapie cui si vuole o non si vuole essere sottoposti, in caso di perdita di coscienza, ti iscrive d’ufficio al partito della morte?”

Queste parole del Senatore Ignazio Marino (8-Dicembre 2010), indipendentemente dalle posizioni dello stesso,  ci hanno fatto molto riflettere sul bisogno di silenzio interiore, di riflessione, ma anche sul bisogno, nostro come Associazione e Rivista, ormai non più rinviabile, di una discussione franca e pacata sui temi etici. Ma proprio perchè non accettiamo e riteniamo miope e a volte cieco essere tirati di qua e di là, pubblichiamo un’intervento di Alessandro Bergonzoni che rivolgendosi a tutti noi ci invita ad una riflessione interiore più profonda prima di affrontare la discussione sul testamento biologico, l’accanimento terapeutico e l’eutanasia; una discussione che ci porti ad una accettazione più “pensata” delle idee dell’altro quali esse possano essere, evitando di dividerci in pro-vita e pro-morte come fanno i molti che si fermano solo alla prima superficiale reazione emotiva, forse perchè non capaci di contenerla in una riflessione più profonda. Anche perchè l’arena in cui affrontare tali dubbi e perplessità, è per noi in ogni caso vitale e non mortifera (visto il lavoro di anestesisti e rianimatori che noi di i.Change facciamo).

Con questo video, continuiamo così e con voi il nostro percorso e le nostre riflessioni rispetto ai temi suddetti, affrontate già negli scorsi numeri.

I Curatori dell’ Open Network Timeoutintensiva i.Change ONLUS Open Project

Per Ascoltare e Leggere l’interessante riflessione di Alessandro Bergonzoni Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°15, Spotlight, Gennaio 2011