Terapie Intensive: Italia: Posti letto carenti del 50%: Il Caso di Gallipoli

Terapie Intensive

Terapie Intensive: Italia: Posti letto carenti del 50%: Il Caso di Gallipoli

Premessa

- E’ sempre molto difficile parlare di sanità delle Regioni, dato che spesso poco si conosce (e in maniera approfondita) dei piani sanitari delle varie regioni d’ Italia.

- In più, ciò che veniamo a sapere sulle storture che spesso i piani regionali sanitari causano, lo apprendiamo da fonti giornalistiche spesso imprecise, che non approfondiscono nè danno riferimenti dai quali potersi fare un’idea propria.

- Se a questo aggiungete i tagli della manovra, il blocco del turn over, i tetti di spesa da non sforare, la portata della spesa possibile per ogni regione ed i piani di rientro approvati per quelle regioni “non virtuose”, tutto si complica nel tentativo di conoscere, anche dal di dentro, per quali vie si muove, in Italia, la sanità del nuovo millennio

Detto questo, fa dispiacere, dato l’enorme bisogno di posti di rianimazione che vi è nel nostro paese -(unico riferimento il censimento fatto nel 2005 dalla Aaroi-Emac a cui ci rifaremo)-, venire a sapere da fonti giornalistiche, di rianimazioni già pronte che non si aprono proprio per mancanza di fondi. Secondo gli standard Europei ci dovrebbe essere 1 posto di rianimazione ogni 7700 abitanti. In italia al contrario nel 2005 su tutto il territorio nazionale ne erano disponibili circa 3814, esattamente la metà di quelli necessari, con un deficit di 3886 posti letto.*

I fatti

La Rianimazione di Gallipoli - Foto CdS

Siamo in Puglia, a Gallipoli, provincia di Lecce; qui un reparto di Rianimazione, allestito e attrezzato da anni con una spesa milionaria, messo su all’ospedale di Gallipoli, non è mai entrato in funzione. Secondo le originarie strategie aziendali, l’unità operativa avrebbe dovuto aprire i battenti da tempo, ma questo non è accaduto, per mancanza di un finanziamento di circa un milione di euro per completare le attrezzature (fonti ASL).

Nel frattempo è sopraggiunta la crisi, e la Regione Puglia ha dato una stretta alla spesa sanitaria imponendo grossi sacrifici. Eppure l’apertura di una Rianimazione, a Gallipoli, resta ancora tra le previsioni, con otto posti letto, sei medici anestesisti, ventiquattro infermieri e quattro ausiliari. Costo totale del personale quasi 1.700.000 euro lordi all’anno che, evidentemente, la Asl dovrà reperire da qualche parte per dare corpo al suo progetto. Intanto, fiumi di denaro pubblico sono stati spesi per impianti e apparecchiature che restano spente, se non per il breve periodo necessario alle ditte installatrici a eseguire la manutenzione ordinaria.

Del resto la necessità di aprirla è quasi imperativa, dato che (censimento 2005*), in Puglia vi è 1 posto letto ogni 23.437 abitanti, che non rispetta la media europea di 1 posto letto ogni 7.700 abitanti. Tale regione dimostra, come per altro gran parte delle regioni meridionali, una carenza di posti letto per abitante di circa 1/3. Le regioni del sud Italia, infatti, sono le più penalizzate, coprendo solo un fabbisogno del 25-30 % dei posti letto necessari.

Speriamo quindi che l’apertura di questa rianimazione possa avvenire al più presto, e che le regioni, specie al Sud, privilegino nei loro piani sanitari di rientro le Emergenze, e quindi un aumento dei posti di rianimazione, la cui necessità, specie nelle isole, è dovuta alla loro bassa percentuale, che riesce a coprire solo il 17-20 % dei posti letto necessari. Ce lo auguriamo.

Fonti:

*Censimento 2500 Posti letto di Rianimazione Aaroi-Emac

Corriere della Sera On Line

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