Archivio mensile:gennaio 2011

Medicina e Tecnologia

Cyborgs ed Identità morale
Tratto da
Cyborgs and moral identity
di G Gillett J. Med. Ethics 2006;32;79-83
Traduzione e riduzione a cura di S.Vasta*, **,  Christine McRitchie**
* Associazione I.Change ** Timeoutintensiva Network

Nota: Con questo articolo iniziamo una riflessione con i nostri lettori, che speriamo scevra da pregiudizi e rigidità ideologiche, su Medicina e Tecnologia.

Introduzione

foto by Tom Miatke http://www.behance.net/Gallery/Cyborg-Dreams/173904

Oggi le Neuroscienze e la medicina tecnologica in generale, si confrontano sempre più con la realtà imminente dei Cyborg: complessi Integrati di parti umane e parti meccaniche che funzionano come un “unicum”. 
Se il mio cervello funziona in maniera supportata sfruttando le tecnologie intelligenti sia esterne che impiantabili, come dovrei essere considerato, e qual’è il mio stato morale: sono una macchina o sono una persona? Così la prospettiva dei cyborgs assume un significato etico, solleva interrogativi su cosa è una persona, e su come dovrebbe essere trattata la parte parzialmente artificiale dell’essere, specialmente quando quell’artificialità tocca il centro stesso dell’essere umano.
In questo articolo si esplorano un certo numero di scenari, dove l’equilibrio fra essere umano e essere umanoide si sposta e sorge spontanea la domanda riguardo la condizione morale degli individui interessati. La posizione presa è molto conforme all’idea Aristotelica che il nostro comportamento morale è un tutt’uno con le nostre capacità sociali e personali, e forma un reattivo e riflessivo componente di quelle capacità stesse… Continua qui

Pubblicato su Timeoutintensiva N° 10, Focus, Luglio 2009

Articolo Scientifico

Ruolo dell’Ossigenoterapia Iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria. È proponibile un protocollo terapeutico?

Emanuele Nasole, Giovanni Gualdrini*

Centro Iperbarico – GynePro Medical, Bologna

* 7a Divisione – Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna

Medicina Subacquea e Iperbarica N. 1 – Marzo 2006 - 7

Il trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria (OMCR) è attualmente costituito dalla stimolazione batterica attiva (ITSB), dal trattamento chirurgico, dalla antibioticoterapia (ABT) e dall’ossigenoterapia iperbarica (OTI). Il trattamento chirurgico è il punto fondamentale della cura dell’OMCR e ha come obiettivo la rimozione delle cause che mantengono l’infezione. L’ABT è necessaria come profi lassi nel peri e post operatorio dell’OMCR e per essere efficace deve essere protratta per almeno 4-6 settimane. La terapia antibiotica non ha una efficacia soddisfacente dell’OMCR né la chirurgia garantisce sempre risultati ottimali e defi nitivi. L’OTI ha effetto adiuvante e serve a migliorare le condizioni di ossigenazione per la funzionalità degli antibiotici, risolvendo o riducendo defi cit ossigenativi locali e sistemici.

SUMMARY

Hyperbaric oxygenation (HBO) is used with surgery, antibiotic therapy (ABT) and specifi c bacteric immunotherapy (SBI) in chronic osteomyelitis (COM), but there is no prothocol that points where HBO is of best utility. There are many experimental works; in clinical reports, results are different, because the patients’COM stage and therapeutical prothocol are different. For this reason, it needs a commonly accepted therapeutical prothocol. The proposed Authors’ prothocol has 3 stage: in the first, a HBO/SBI stage for 6-8 weeks; later on, surgery for sequestrectomy; on end, a HBO/ABT stage. The HBO/SBI stage prepare the surgical fi eld with improving oxygenation and cellular immunity; after surgery, the HBO/ABT stage improve bone regeneration and avoid intraoperating infection.

Timeoutintensiva.it, N° 15, Technè, Gennaio 2011

L’intero articolo potete scaricarlo Cliccando qui

Racconti a Margine: “Sentinella” racconto di F. Brown

Sentinella

racconto di F. Brown

(n.d.r.: Sulla diversità ovvero: siamo “i soli” ?)

Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo ed era lontano 50mila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato faceva d’ogni movimento un’agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia d’anni, quest’angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell’aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, tocca ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano mandato. E adesso era suolo sacro perché c’era arrivato anche il nemico. Il nemico, l’unica altra razza intelligente della Galassia… crudeli schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie. Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame, freddo e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all’erta, il fucile pronto. Lontano 50mila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l’avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.

E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.

Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s’erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante e senza squame…

Tratto da Tutti i racconti (1950-1972), Fredrick Brown, 1992, A. Mondadori Editore.

Dagli Antiinfiammatori Una Nuova Arma Contro Il Declino Cognitivo Post-Operatorio

Articolo Scientifico

Alcuni farmaci antinfiammatori usati per il trattamento dell’artrite reumatoide potrebbero essere efficaci nella cura del declino cognitivo post-operatorio ovvero quell’insieme di disturbi della memoria, stati confusionali e disturbi di apprendimento che si verifica nei pazienti, soprattutto anziani, in seguito ad un intervento chirurgico. Uno studio dell’Imperial College di Londra e dell’universita’ della California a San Francisco, pubblicato su Pnas, ha mostrato che la responsabilita’ di tale declino è delle citochine, molecole di segnalazione intercellulare rilasciate dal sistema immunitario. Pertanto i farmaci che inibiscono l’attivita’ di queste molecole, gia’ disponibili sul mercato, potrebbero prevenire l’insorgenza del declino cognitivo che colpisce una percentuale di pazienti variabile tra il 28 e il 92%, in dipendenza dall’eta’, dallo stato di salute e dal tipo d’intervento.

Tratto da Pnas,

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Emergenza Haiti: Colera e Caschi blu. La Testimonianza

da: http://it.peacereporter.net

“È impressionante. Vedi la gente per strada che d’improvviso si ferma colta da dissenteria acutissima e poi cade a terra morta”. Il racconto di un inviato della Croce Rossa italiana a Port au Prince

Emerico Laccetti lavora per la Croce Rossa Italiana e da tempo si trova a Port au Prince, Haiti. Da lì, racconta a PeaceReporter il dramma del colera, che è andato ad aggiungersi alle tante tragedie che stanno devastando l’isola a un anno dal tragico terremoto che l’ha piegata.

“La situazione è grave. Il colera si sta diffondendo a macchia d’olio. È un problema grosso. Nato nella periferia nord della Repubblica haitiana si è diffuso in buona parte del paese, raggiungendo Port au Prince. È impressionante. Vedi la gente per strada che d’improvviso si ferma colta da dissenteria acutissima e poi cade a terra morta. La fortuna è che in questo periodo non piove, così l’acqua non si mette a spargere tutte queste schifezze contribuendo a diffondere ulteriormente il contagio.

La prossima settimana sapremo se il colera sarà ormai sotto controllo o in balia degli eventi. Le vittime salgono ogni giorno. A salvarsi per ora sono le zone interne e il sud. Qui la gente vive appesa a un rigagnolo d’acqua, portata da un fantomatico fiume, e con questa ci fanno tutto, la bevono, ci cucinano, ci lavano il bucato. E il colera si moltiplica. La maggioranza delle persone poi vive accampata in tende di fortuna fatte di lenzuola e poco più. Sono distese che si perdono a vista d’occhio. E questo certo non aiuta. Purtroppo dal terremoto di un anno fa la situazione è questa. Senza nessun rispetto per le minime norme igieniche. Non esistono nemmeno le fognature. Ce n’è una rudimentale qui a Port au Prince che però scarica tutto in mare, senza nessun tipo di filtro.

Le peggiori conseguenze si abbattono sui bambini, molti dei quali sono rimasti orfani dal terremoto, quindi senza controlli. E loro sono le principali vittime del colera perché toccano ovunque, mettono le mani in bocca, si stropicciano. Ed è la fine. Ed è anche poco facile che qui la gente si metta in mente la prevenzione. È una cultura che non appartiene loro. E del vaccino che dire? Innazitutto, che va somministrato su pazienti sani. Quindi, pensare di sedare l’emergenza con il vaccino è inutile. L’unica cosa è cercare di limitare i danni.

Nella nostra zona, cerchiamo di disinfettare chi entra. Prendiamo seri provvedimenti per evitare che qualcuno si trasformi in untore. E a proposito dell’untore, il fatto che qui a Haiti il colera non ci sia mai stato ha scatenato una caccia all’untore individuato fra gli stranieri presenti sul posto. In particolare è stato accusato un casco blu nepalese. Sono dicerie. Noi come croce rossa non sappiamo niente ufficialmente, non ci sono prove o dati che avallino questa ipotesi, ma la gente è convinta. E questo ha provocato una guerriglia che nottetempo si dipana in molte zone. Tutti contro i caschi blu. Ci sono stati anche tre morti, ma va tutto ridimensionato. Si deve tener conto che con il terremoto son venute giù anche le carceri, quindi molti delinquenti sono in giro e certo non contribuiscono a sedare gli animi. Anzi, sono in prima linea nel caos. E’ tutto molto complesso.


da: http://it.peacereporter.net

Ci sono sparatorie, roba seria. E certo la presenza dei soldati Onu non placa gli animi. In più si deve tener conto che il 28 e il 29 ci saranno le elezioni e questo incrementa la tensione.

Noi come Croce rossa siamo ben visti, ma corriamo ugualmente il rischio di poter essere assimilati nella loro mentalità agli untori.”

L’ultimo bilancio uficiale delle vittime del colera ad Haiti è di 3.333 morti. I casi registrati sono 148.787.

da: http://it.peacereporter.net e Internazionale

18/11/2010