Archivio della categoria: Articolo Scientifico

Intossicazione Acuta da Monossido di Carbonio: il Punto di Vista del Tossicologo

Articolo Scientifico

Intossicazione Acuta da Monossido di Carbonio: il Punto di Vista del Tossicologo

C. Locatelli

* Centro Nazionale di Informazione Tossicologica e Centro Antiveleni di Pavia, IRCCS Fondazione Maugeri e Università degli Studi di Pavia

da Medicina Subacquea e Iperbarica N. 2 – Giugno 2009 _19

Abstract

Dieci assiomi principali caratterizzano il monossido di carbonio (CO) dal punto di vista tossicologico: essi sono alla base delle decisioni diagnostico-terapeutiche e infl uenzano, seppure in misura differente, il ragionamento clinico e i percorsi clinici di ogni singolo paziente. Vengono di seguito brevemente commentati solo i punti di maggior interesse clinico e quelli che infl uenzano maggiormente le scelte cliniche: si rimanda alle ampie e recenti revisioni della letteratura per i punti più noti e condivisi… Continua qui

Abstract

Carbon monoxide (CO) is one of the poisons more studied both on the experimental and clinical approach: nevertheless its mechanisms of action and its toxic effects are insuffi ciently explained. The clinical syndrome of the poisoning is identifi able only when it is evident and regards a number of people > 1 and CO poisoning remains the most frequent causes of diagnostic error in ER. The toxicity of CO is the result of a combination of transport hypoxia, cellular hypoxia, and a direct damage of the toxic one (effects on the endothelium). The central nervous system and the heart, characterized by oxygen uptake, represent the principal targets of CO toxicity… Download Here

Timeoutintensiva.it, N° 13, Technè, Maggio 2010

Riflessioni Sui Trattamenti Di Fine Vita: leggendo qua e là gli atti del congresso ESICM 2007.

Articolo Scientifico

Un’introduzione storica:
Riflessioni Sui Trattamenti Di Fine Vita: leggendo qua e là gli atti del congresso ESICM 2007.

Dr.ssa Serafina Ardizzone, Intensivista, Timeoutintensiva.it

Ci sono voluti parecchi anni per capire che Medicina Critica non è soltanto una storia di successi, di spettacolare tecnologia, di Medicina Innovativa, ma  le ICU sono anche il posto in cui avviene la morte.
E allora la domanda da porsi è: prestiamo abbastanza attenzione al modo in cui i nostri pazienti stanno morendo, dopo che i nostri migliori trattamenti alla fine sono falliti? Ci prendiamo cura dei familiari, siamo capaci di aiutarli ?… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 13, Focus, Maggio 2010

Fascite Necrotizzante: Un Positivo Approccio Multidisciplinare ad un Caso “Difficile”

Articolo Scientifico

Fascite Necrotizzante: Un Positivo Approccio Multidisciplinare ad un Caso “Difficile”
E. Fatighenti, P. Tanasi, G. Sbrana, L. De Fina, M. Brauzzi
U.O.s. Medicina Subacquea ed Iperbarica ASL 9 Grosseto

Medicina Subacquea e Iperbarica N. 1 – Marzo 2009 8

Definizione
La fascite necrotizzante è una rara infezione dei tessuti molli, normalmente provocata da batteri produttori di tossine, caratterizzata da estesa necrosi della fascia con parziale risparmio della cute e del muscolo sottostante.
Epidemiologia:
Non ci sono differenze signifi cative riguardo a sesso ed età. Colpisce più frequentemente diabetici, alcolisti, immunocompromessi, tossicodipendenti e farmacodipendenti, pz. con patologie vascolari, ma qualche volta può insorgere anche in pazienti sani.
Eziologia:
La localizzazione preferenziale coinvolge la parete addominale, le estremità, il perineo. Nell’80% dei casi l’ingresso del patogeno nel sottocute avviene tramite una soluzione di continuo della cute (traumi contusivi o laceranti, complicanze post-operatorie, infezioni cutanee o ulcere, iniezione e.v. di stupefacenti o altre sostanze, ascessi perirettali, morsi
di insetti, fi stole colo-cutanee, cause idiopatiche). Possibile anche la propagazione per via ematogena da un focolaio a distanza. Il tipo e il numero dei microrganismi presenti nelle fasciti dipende dal sito di infezione… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 15, Technè, Gennaio 2011

Ossigeno Terapia Iperbarica nel Trauma Cranico e Spinale

Articolo Scientifico

Ossigeno Terapia Iperbarica nel Trauma Cranico e Spinale

Hyperbaric Oxygen Therapy (HBOT) in the treatment of Traumatic Cerebral or spinal-Cord Lesion (TCCL) occurrences.

Zanon V., Garetto G., Bosco G. e Camporesi EM

Medicina Subacquea e Iperbarica N. 3 – Settembre 2008  23

Sotto il nome di lesione cerebrale traumatica (LCT) viene indicata quella entità nosologica che, almeno negli Stati Uniti, ha ormai raggiunto il peso di una epidemia silente: negli USA sono almeno due milioni i soggetti che ogni anno risultano affetti da LCT, ed almeno un milione di questi deve ricorrere alle cure del Pronto Soccorso. Di questo milione circa di persone sono più o meno cinquecentomila i soggetti che verranno poi ospedalizzati, e tra questi ultimi cinquecentomila soggetti saranno ben cinquantamila i decessi che alla fi ne verranno registrati. Risultati promettenti nel trattamento delle LCT, specie quelle di maggior severità, si sono invece avuti in anni più recenti, nelle diverse ricerche precliniche e cliniche condotte nell’area dell’ossigeno, specie di quello iperbarico (OTI). L’Ossigenoterapia Iperbarica (OTI) consiste nella somministrazione di ossigeno al 100%, o di miscele iperossigenate, a pressioni superiori ad una atmosfera (1.0 ATA) ed in un ambiente chiuso ermeticamente e predisposto per le pressioni elevate. In tale ambiente, che viene pressurizzato con dell’aria immessa dall’esterno e chiamato in diversi modi (camera iperbarica, camera di compressione, camera di decompressione), il paziente respira O2 (o miscele iper-ossigenate) in un circuito chiuso attraverso maschera, casco o tubo endo-tracheale. L’aumento della pressione ambientale che si ottiene in ambiente iperbarico riesce ad incrementare in maniera così considerevole la quantità di ossigeno disciolto nel sangue da riuscire a raggiungere dei valori vicini a ben 15 volte i valori che sono normalmente misurabili in condizioni basali. L’ossigeno somministrato in condizioni iperbariche è a tutti gli effetti un farmaco, ed anch’esso, come ogni farmaco, ha proprie indicazioni, contro-indicazioni, posologia e avvertenze particolari… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°14, Technè, Luglio 2010

L’evoluzione della Sensibilità e della Resistenza agli Antibiotici

Articolo Scientifico

L’evoluzione della Sensibilità e della Resistenza agli Antibiotici

Evolution in the antibiotic susceptibility and resistance

Stefania Stefani

Dipartimento di Scienze Microbiologiche, Università degli Studi di Catania

Le Infezioni in Medicina, Supplemento 3/2009

I progressi compiuti nel campo della conoscenza scientifica e della tecnologia medica non sono, a tutt’oggi, ancora sufficienti a fronteggiare il problema della resistenza batterica agli antibiotici, che continua a rappresentare un problema in crescente evoluzione, complicando il trattamento delle infezioni nosocomiali e comunitarie e concorrendo ad accrescere, in misura sostanziale, il costo dell’assistenza sanitaria. Infatti, negli ultimi decenni si è assistito, in alcune aree geografiche, all’inesorabile proliferazione di batteri antibiotico-resistenti, spesso con resistenze multiple. Si tratta di un fenomeno che investe tutti i microrganismi patogeni - batteri, funghi e virus – e che ha messo in discussione l’efficacia terapeutica di molti degli agenti antiinfettivi disponibili riproponendo, paradossalmente, una realtà considerata ormai lontana nel tempo quale quella “preantibiotica”. La rapida emergenza della resistenza agli antibiotici è il risultato di diversi fattori tra cui… Continua qui