Archivio della categoria: Terapia Intensiva

In Memoria di Max Harry Weil, 1927-2011, il “Padre della Medicina Critica”.

In Memoria di Max Harry Weil, 1927-2011, il “Padre della Medicina Critica”.

Con la Sua Morte scompare il “Padre della Medicina Critica”, che aveva dedicato tutta la sua vita al miglioramento delle Cure Intensive:

“Max Harry Weil, MD, PhD, SCD (Hon) 1927-2011

E ‘con grande tristezza che dobbiamo comunicarvi la morte la scorsa settimana, di Max Harry Weil. Il dottor Weil è stato senza dubbio uno dei grandi veri innovatori della nostra specialità. Sotto questo messaggio troverete un necrologio scritto dal professor JL Vincent che descrive alcuni dei risultati ottenuti dal dottor Weil nella sua carriera incredibile.

“Se mai un medico ha meritato il titolo di “Padre della Medicina Critica”, è il dottor Max Harry Weil, MD, PhD, SCD (Hon). Preoccupato per la mancanza di uno stretto monitoraggio dei pazienti critici, il dottor Weil sviluppo’ nel 1958 la Shock Unit, famosa presso la University of Southern California. E ‘stato sempre un innovatore, pieno di nuove idee e appassionato della sua materia. I suoi contributi alla terapia intensiva sono troppi per essere elencati, ma egli ha realmente cambiato le basi dell’ Approccio ai pazienti critici e la loro gestione. Molto di ciò che facciamo giorno per giorno è dovuto a Max Harry Weil: La nostra comprensione della fisiopatologia dell’edema polmonare, dei livelli di lattato nel sangue, dei fluidi e del supporto con vasoattivi nei pazienti in ​​stato di shock, i sistemi di monitoraggio che usiamo; le tecniche di rianimazione cardiopolmonare (RCP), … l’elenco potrebbe continuare. Il dottor Weil ha riunito medicina, fisiologia, farmacologia, biochimica e bio-ingegneria per il bene del paziente.

Il dottor Weil è stato membro fondatore e primo Presidente della Società Americana di Terapia Intensiva. Ha pubblicato oltre 600 articoli originali e recensioni, più di 20 brevetti, e ha ricevuto premi e riconoscimenti da molte dalle principali società e associazioni di cure intensive e medicina d’urgenza. Nel corso degli anni ha aiutato molti intensivisti e abbiamo tutti tratto beneficio dalla qualità di tale formazione. Era un ricercato relatore in incontri in tutto il mondo, tra cui il simposio annuale ESICM a cui ha partecipato in diverse occasioni.

Un uomo brillante, attento e premuroso . Il dottor Weil sarà una profonda perdita per tutti noi, ma non sarà mai dimenticato.

JL Vincent. 6 agosto 2011″

Dalla Newsletter Esicm (Europian Society of Intensive Care Medicine)

Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva: Linee Guida Nazionali Di Riferimento Per La Prevenzione E La Terapia

Linee Guida

Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO): Linee Guida Nazionali Di Riferimento Per La Prevenzione E La Terapia

(Age.na.s)

La complessità fisiopatologica della BPCO, la sua prevalenza, la frequente presenza di comorbidità (cardiologiche, infettive, metaboliche, neurologiche, ecc.) e di complicanze e quindi il suo grande interesse clinico congiunto con la sempre crescente introduzione sul mercato di nuove opzioni farmacologiche hanno, negli anni, promosso la produzione, da parte sia delle società scientifiche sia dei servizi sanitari, di numerose linee guida cliniche nazionali ed internazionali. L’alta prevalenza della patologia e la sua cronicità, il ruolo primario degli stili di vita e dell’educazione sanitaria nella prevenzione, la diffusa disabilità temporanea o permanente che la malattia comporta, i costi, il carico economico ed organizzativo e la grande variabilità dei trattamenti farmacologici sono i presupposti aggiuntivi della scelta da parte di un organismo istituzionale (Age.na.s) di elaborare questa linea guida.

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Timeoutintensiva.it, N°16, Technè, Aprile 2011

Parere Ufficiale Della Siaarti In Materia Di Fine Vita, Stati Vegetativi, Nutrizione E Idratazione

Biotestamento

Vignetta Tratta Da Le Monde

In previsione del dibattito che si terrà al Senato a Settembre 2011 sulla legge sul Testamento Biologico, Riproponiamo un testo che per molti versi Fa chiarezza sui molti dubbi (Nutrizione, Consenso Informato, Dat non vincolanti) che la legge in esame solleva, dal punto di vista di coloro, i Rianimatori, che più di altri vengono giornalmente in contatto con questi problemi.

Parere Ufficiale Della Societá Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva  (Siaarti) In Materia Di Fine Vita, Stati Vegetativi, Nutrizione E Idratazione

Coordinatore Dr. Giuseppe R. Gristina

Memoria per la Commissione Igiene e Sanità della Camera dei Deputati relativa alla
audizione di Mercoledì 7 Ottobre 2009

Premessa

È per la SIAARTI evidente che se da un lato le problematiche connesse alla speciale condizione della fine della vita trovano nei malati di Terapia Intensiva (TI) una cornice del tutto particolare che ne esalta la dimensione etica, dall’altro tali problematiche si differenziano nettamente da quelle sollevate dagli stati vegetativi o da altre malattie degenerative che comportano la cronica dipendenza del malato da uno o più supporti delle funzioni vitali e che prevedono figure e collocazioni assistenziali del tutto differenti dagli intensivisti e dalle TI. È qui doveroso sottolineare che nel caso in cui la trattazione delle tematiche etiche proprie di queste due categorie di sofferenza fossero ricomprese in dettami di Legge unici che non tenessero conto delle diversità cliniche di queste due categorie di malati e della conseguente diversità dell’approccio ai temi etici solo in teoria simili, non si offrirebbe alcuna reale comprensione delle questioni in campo rischiando di generare pericolose confusioni con tragiche ricadute sui malati. Nel presente documento ed in linea con quanto sopra, la SIAARTI esprimerà in prima istanza una serie di considerazioni tecniche la cui definizione appare di sostanziale importanza per un corretto inquadramento scientifico dei temi etici posti a tema dell’audizione. Successivamente saranno esposte le considerazioni più specifiche in merito alle “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento” approvata dal Senato nel testo unificato ora all’esame della XII Commissione del Parlamento.

INDICE
– la fine della vita in terapia intensiva
– nutrizione artificiale e idratazione
– raccomandazioni siaarti su nutrizione artificiale e idratazione
– considerazioni generali della siaarti sulle “disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento” approvate dal senato nel testo unificato ora all’esame della XII commissione del parlamento

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Timeoutintensiva, N° 16, Aprile 2011

Approfondimenti utili:

Un percorso di riflessione sul malessere del paziente e dell’istituzione curante in quel difficile passaggio tra la vita e la morte

P. Gabanelli
Servizio di Psicologia, Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS Istituto Scientifico di Pavia

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia Supplemento A, Psicologia
© PI-ME, Pavia 2009 2009; Vol. 31, N. 1: A5-A9 http://gimle.fsm.it ISSN 1592-7830

Fine della Vita: Una Storia Di Risoluzione Dei Conflitti Sulle Cure Di Fine Vita In Una Unità Di Terapia Intensiva Negli Stati Uniti

Letture Consigliate

Articolo Scientifico

Vi proponiamo un interessante articolo in lingua inglese, in cui si traccia la storia dei conflitti legati al Fine Vita nelle Terapie Intensive Americane, anche attraverso alcuni casi controversi rivisitati.

Dall’ Introduzione:

“In questo articolo, Io traccio la storia di come i conflitti per le cura alla fine della vita sono state trattate nelle unità di terapia intensiva americano fin dalla loro creazione e discuto diversi casi giudiziari che affrontarono tali conflitti. Nell’articolo esploro i principi etici che sono alla base del fine vita, la cura nelle impostazioni della terapia intensiva e altro. Io non discuto le implicazioni finanziarie di tale cura nel dettaglio, perché questo argomento complesso ed importante merita una revisione indipendente.”…. di John M. Luce FCCM

Una storia di risoluzione dei conflitti sulle Cure di Fine vita in una Unità di Terapia Intensiva negli Stati Uniti

From Critical Care Medicine

A History of Resolving Conflicts over End-of-life Care in Intensive Care Units in the United States

Luce, John M. MD, FCCM

Crit Care Med. 2010;38(8):1623-1629. © 2010 Lippincott Williams & Wilkins

Abstract

Objectives: To present a case of conflict over end-of-life care in the intensive care unit (ICU) and to describe how such conflicts have been resolved in the United States since the inception of ICUs.
Data Sources: A nonsystematically derived sample of published studies and professional and lay commentaries on end-of-life care, ethical principles, medical decision-making, medical futility, and especially conflict resolution in the ICU.
Study Selection: Some of those studies and commentaries dealing specifically with conflicts over end-of-life care in the ICU and their resolution.
Data Synthesis: An historical review of conflict resolution over end-of-life issues in U.S. ICUs.
Results and Conclusions: Conflict at the end of life in ICUs in the United States is relatively rare because most families and physicians agree about how patients should be treated. Nevertheless, conflict still exists over some patients whose families insist on care that physicians consider inappropriate and hence inadvisable, and over other patients whose families object to care that physicians prefer to provide. When such conflict occurs, mediation between families and physicians is usually successful in resolving it. Consultation from ethics committees also may be helpful in achieving resolution, and one state actually allows such committees to adjudicate disputes. Physicians who act unilaterally against family wishes run the risk of malpractice suits, although such suits usually are unsuccessful because the physicians are not shown to have violated standards of care.

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Roma: Aggredisce Il Rianimatore Che Gli Comunicava La Morte Della Figlia Della Compagna

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Roma: Aggredisce Il Rianimatore Che Gli Comunicava La Morte Della Figlia Della Compagna

Negli ultimi anni sono amentate le aggressioni verso Medici che poi si è scoperto stavano facendo solo il proprio lavoro. L’ ultima Notizia viene da Roma dal San Filippo Neri dove qualche giorno fa è stato aggredito brutalmente un Rianimatore. Ho letto tutto ciò che la stampa ha pubblicato sull’argomento, ed eccone qui di seguito un breve riassunto, confermato dai tanti articoli sull’aggressione…

I Fatti:

“Alle 19 circa del 19 Luglio 2011, la piccola paziente (11 anni) perde i sensi dopo essere uscita dalla piscina. La madre e il compagno si precipitano per soccorrerla ma la bambina, forse vittima di una congestione, è cianotica. I minuti passano in un lampo. Viene chiamata l’ ambulanza, un medico tenta la rianimazione con il defibrillatore, ma le condizioni della bimba sono disperate. L’ ospedale più vicino è il San Filippo Neri, l’ ambulanza con la bimba intubata ci arriva in pochi minuti. «La paziente – spiegano dall’ azienda ospedaliera – è giunta alle 19.18 priva di coscienza in arresto cardiorespiratorio. Nella sala emergenza del pronto soccorso c’ erano il medico d’ urgenza e l’ anestesista rianimatore con tutta l’ équipe, preavvisati dal 118. Per un’ ora e 50 minuti, senza interruzioni, sono state praticate tutte le manovre rianimatorie, già iniziate dal 118, secondo i protocolli, ma tutti i tentativi sono stati vani». Fuori, in corridoio, ci sono la madre – che ha altre due figlie – e il compagno. Piangono, si disperano. Il medico, accompagnato da due colleghi e da una guardia giurata, si avvicina per comunicare loro che la piccola non ce più. Una notizia terribile, la peggiore di tutte, data – secondo la direzione dell’ Azienda Ospedaliera – «secondo i canoni etici». Ma in casi come questi i «canoni» si scontrano con il dolore e con reazioni imprevedibili. E così il patrigno perde il controllo. Si avvicina, chiede spiegazioni. «Sei tu che cercavi di rianimarla?», chiede, ma non aspetta la risposta del medico: gli assesta una gomitata al volto, gli spacca un labbro, e quando il dottore si affloscia sul pavimento, l’ uomo lo prende a calci. E non la smette più. Alla scena assistono i colleghi del medico e il vigilante. Poi arriva la polizia. Trauma cranico e ferite al volto: il dottore ne avrà per 20 giorni.” (tratto da Quotidiano Sanità, l’articolo tra i tanti più aderente ai fatti accaduti)

Che il rapporto tra Medici ed Utenza si stia rapidamente deteriorando sempre più, è sotto gli occhi di tutti, ma quello che colpisce di fronte ad un fatto del genere, è che il pensiero e la “pietas” che si deve avere per quel povero corpo di 11 anni su cui sono certo i medici si sono accaniti per poterla riportare in vita senza riuscirvi, viene “macchiato” da un fatto violento che molti quotidiani riportano come assolutamente gratuito e prolungato dopo la prima gomitata, forse comprensibile, anche se anch’essa, non giustificabile. L’accanimento con cui il parente si è avventato sul medico dimostra la frattura, che sta divenendo oramai insanabile, tra pazienti e loro familiari da una parte, e le strutture che li accolgono; là dove invece un atto di comprensione del fenomeno, un venirsi incontro reciproco, a cui si dovrebbe formare il cittadino insieme al medico, è sempre la maniera migliore per evitare inutili atti di violenza verso chi per quasi due ore ha tentato di riportare in vita una povera bimba ormai morta, a cui va il nostro primo pensiero come anche al dolore della sua famiglia. Ma altrettanto vicino ed appassionato, da parte nostra, è il pensiero che va al nostro collega rianimatore, così immotivatamente aggredito, ed a cui va tutta la nostra solidarietà. I Rianimatori la cui preparazione e professionalità in tutta italia ci è riconosciuta da molti, non stanno lì per uccidere la gente come forse credeva il patrigno, stanno lì per cercare nei limiti del possibile, delle loro competenze non onnipotenti, di salvare il paziente che arriva tra le loro braccia. Sono formati per anni ed anni per far questo. Forse, e non mi sembra eccessivo parlarne, si dovrebbe fare come in America o nei paesi di lingua anglosassone, dove alle manovre di Rianimazione iniziano a far presenziare anche i parenti. Basta cercare in rete, e ci si accorgerà che cominciano a comparire decine di lavori sull’argomento, così da tentare di eliminare il Gap di estraneità e diffidenza tra chi è curato, la sua famiglia, e chi cura.

Un pensiero sentito alla povera piccola paziente, alla sua famiglia che ne piange la perdita, ed un altrettanto sentito saluto al nostro collega Rianimatore con l’augurio di riprendersi presto e tornare a fare il suo essenziale ed insostituibile lavoro.

Savas

Approfondimenti:

La Presenza Dei Familiari Durante La Rianimazione Cardio-Polmonare E Altre Manovre Invasive

Gabriele Prati 1, Massimo Monti 2
1 Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, 2 Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Bologna -Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia -Supplemento B, Psicologia © PI-ME, Pavia 2010 2010; -Vol. 32, N. 3: B43-B49, http://gimle.fsm.it.