Archivio della categoria: Testamento Biologico

News: Appello Cgil Medici: Liberi di Curarsi, 
No Accanimento Terapeutico

Io non costringo, curo“.

A due giorni dalla “vergognosa” “Giornata nazionale degli Stati vegetativi” nel secondo anniversario della morte di Eluana Englaro, a due settimane dall’arrivo in aula della Camera del Ddl Calabrò sulla obbligatorietà dell’idratazione e dell’alimentazione nelle persone in stato vegetativo, la Cgil chiama a raccolta medici e operatori sanitari con un appello “per la libertà di scelta sul testamento biologico e contro l’accanimento terapeutico”. Una legge che, dopo un lungo iter si è sbloccata il 12 gennaio con il via libera della Commissione Bilancio dietro l’accordo ad essere totalmente definanziata e dunque “senza nuovi oneri per lo Stato”, e che fino alla penultima stesura paragonava il sondino gastrico e l’idratazione forzata a “pane e acqua” per il paziente.

Appello con video

Un appello promosso dalla Funzione Pubblica della Cgil, sospinto da due video forti ed essenziali e già firmato da Umberto Veronesi, Ignazio Marino e da tanti neurologi e chirurghi. Lo scopo è di raccogliere il maggior numero di firme da consegnare al presidente della Camera Gianfranco Fini e a tutti i parlamentari per bloccare una legge che, come hanno spiegato all’unisono gli intervenuti alla presentazione, “viola l’articolo 32 della Costituzione (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario”), il Codice di Deontologia medica (Articolo 38: “Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà, deve tenere conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato”) e della Convenzione internazionale di Oviedo.

dalla Stampa Nazionale

News:Beppino Englaro: Il 9 Febbraio Sarà Per Me La Giornata Del Silenzio

News:

Beppino Englaro:

Il 9 Febbraio Sarà Per Me La Giornata Del Silenzio

Il prossimo 9 febbraio  sarà la Giornata Nazionali degli Stati Vegetativi. Ma sarà anche l’anniversario della morte di Eluana Englaro. La sua è una storia che non ha bisogno di  presentazioni: la donna è infatti deceduta dopo 17 anni in stato vegetativo, in seguito all’interruzione dell’alimentazione artificiale. La giornata è nata, per volontà dello Stato, proprio per ricordare la controversia della sua morte.

Una storia correlata dalla lotta di un padre di voler rispettare la volontà della figlia, quella di non subire accanimento terapeutico, dopo l’accertamento dell’impossibilità della ripresa. E proprio nell’anniversario del trapasso di Eluana, il padre Beppino si ritrova ancora una volta a difendere  la sua scelta. Questa volta in seguito ad un preciso invito, una lettera rivolta a lui, da parte del padre di Luca De Nigris, Fulvio.

E’ grazie alla sua storia che sono nate le “Case del Risveglio” a lui dedicate.  Perché nonostante i danni riportati a causa di una operazione andata male per curare la sua patologia, Luca dal coma si era  svegliato in un centro specializzato di Innsbruck . Anche se il suo cuore ha presto ceduto ed il ragazzo è morto. A soli 16 anni.

Sono storie molto simili ad accumunare questi padri, ed ancora una volta al centro di tutto vi è l’etica: un etica che lotta tra la volontà dell’uno e le speranze dell’altro, in una situazione dove il testamento biologico per quanto teoricamente presente non è applicabile, e la dignità della persona malata segue un filo sottile che segna il limite tra accanimento terapeutico e la paura dell’eutanasia e di un suo uso indiscriminato. Sono due storie al contempo molto diverse: Luca ad un certo punto si era risvegliato.

Pur apprezzando l’invito e la vicinanza espressa da Fulvio, Beppino ha rigettato, con una lettera di risposta a quella inviatagli da De Nigris, l’invito, specificando che per lui il prossimo 9 febbraio sarà la “Giornata del Silenzio”.

http://www.medicinalive.com/costume/bioetica/beppino-englaro-silenzio/

News: Rapporto Eurispes 2011: GLI ITALIANI RIMANGONO FAVOREVOLI ALL’EUTANASIA E AL BIOTESTAMENTO

News: Rapporto Eurispes 2011: GLI ITALIANI RIMANGONO FAVOREVOLI ALL’EUTANASIA E AL BIOTESTAMENTO

Roma, 28 gen 2011

Dal Rapporto Italia 2011 dell’Eurispes, emerge che i due terzi del campione intervistato, il 66,2%, si dice favorevole alla pratica dell’eutanasia, facendo registrare un -1,2% rispetto al 2010, in cui era il 67,4% a schierarsi in favore della pratica, e un -1,8% rispetto ai dati raccolti nel 2007, 68%. Rispetto al 2010 aumenta nel 2011 la quota dei contrari passando dal 21,7% al 24,2%. Allo stesso tempo diminuiscono gli indecisi (dal 10,9% al 9,6%). A rispondere di essere favorevole alla possibilita’ di concludere la vita di un’altra persona, dietro sua richiesta, ricorrendo alla pratica dell’eutanasia e’ il 67,9% degli uomini, contro il 64,6% delle donne, mentre, invece, queste ultime si dicono contrarie nel 26% dei casi, contro il 22,3% degli uomini che fanno la stessa dichiarazione (con una differenza del 3,7%). Tra i favorevoli all’eutanasia il 75,3% appartiene alla classe d’eta’ dei 18-24enni, il 70,9% a chi ha un’eta’ compresa tra i 25 e i 34 anni, il 67,5% agli adulti che hanno un’eta’ che va dai 35 ai 44 anni, il 67,7% ai 45-64enni e il 53,7% a chi ha 65 anni e oltre. L’appartenenza politica fa registrare un picco dell’82% di favorevoli alla pratica della “buona morte” a sinistra e soltanto l’11,7% dei contrari. Chi non si riconosce in alcuna posizione politica afferma di essere d’accordo per il 69,6% e contrario per il 19,4%. Il 48,6% degli italiani pensa che l’eutanasia venga praticata ugualmente negli ospedali: se nel 2007 a rispondere “si’” e’ stato il 26,3% degli italiani, nel 2010 tale percentuale e’ salita al 45,2% (+18,9%) e ancora al 48,6% nell’anno in corso (+22,3% rispetto al 2004 e +3,4% rispetto al 2010). A proposito di una legge che istituisca in Italia il testamento biologico, gia’ nel 2007 si diceva favorevole il 74,7% degli italiani (contro il 15% dei contrari), diventati l’81,4% nel 2010 (contro il 10,9% dei non favorevoli). I dati di quest’anno dimostrano pero’ un’inversione di tendenza, dal momento che rispetto all’anno precedente coloro che si dicono favorevoli al testamento biologico sono diventati il 77,2%, facendo registrare un calo del 4,2%, mentre sono aumentati al 14,2%, il 3,3% in piu’ nel giro di un anno, coloro che si schierano contro la sua istituzione a mezzo di un’apposita legge. La maggior parte di coloro che sono favorevoli al testamento biologico appartiene alla sinistra (87,5% contro il 7,8% dei contrari), seguiti da chi non ha alcuna appartenenza politica (80,1%), da quanti si riconoscono nei valori del centro-destra (76%), del centro-sinistra (75,6%) e del centro (64,9%).

Approfondimenti: Rapporto Eurispes 2011: Clicca qui

Coma, Stati Vegetativi e Giornata della Vita: De Nigris scrive a Englaro

Il Direttore del Centro Studi sul Coma De Nigris
scrive una lettera a Beppino Englaro, il padre di Eluana.

“Caro Beppino Englaro,
il 9 febbraio sarà la “Giornata nazionale degli stati vegetativi”. Decretata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si inserisce tra due iniziative importanti in Italia: la “Giornata nazionale dei risvegli per la ricerca sul coma – vale la pena” testimonial Alessandro Bergonzoni promossa dall’associazione “Gli amici di Luca” con il patrocinio de La Rete (Associazioni Riunite per i Traumi Cranici e le Gravi Cerebrolesioni Acquisite) e la Giornata sui Traumi Cranici promossa da FNATC (Federazione Nazionale Associazioni Traumi Cranici). Non so se la terminologia usata per la “Giornata nazionale degli stati vegetativi” sia ancora quella giusta (ci siamo battuti come associazioni per portare i clinici su parole più comprensibili anche per i famigliari), non sono convinto che la data, il giorno della morte di sua figlia, sia da tutti considerata rispettosa. Però una cosa è certa: questa può essere l’occasione importante per pacificare gli animi, per trovare un ragionevole punto di comprensione.
Credo che tutti quanti ne potremmo avere reciproca soddisfazione se si guardasse a questo mondo con gli occhi della coerenza. Nessuno ha in animo di contrapporre un movimento pro vita ad un altro pro morte. Noi vorremmo soltanto che non si
contrapponesse la libertà di scelta al diritto di cura. Che quella dignità di vita che devono avere le persone in stato vegetativo (lo ha detto anche lei da Fazio e Saviano) trovasse adeguata comprensione anche quando è lei ad andare in televisione per comunicare il suo punto di vista. Noi vogliamo darci da fare per salvaguardare i diritti di queste minoranze, per costruire un’Italia diversa che
guardi alla diversità. Crediamo che si debba avere rispetto per queste persone e le loro famiglie, senza commiserarle ma per considerare le loro difficoltà, i loro bisogni, per accettare le loro rivendicazioni e convincere Governo e Regioni che vanno aiutate, anche economicamente Guardiamo con soddisfazione allo stanziamento di 100 milioni di euro per la SLA, malattia grave che ha bisogno di assistenza e ricerca, ma anche con preoccupazione perché non sostiene altre patologie; sapendo che l’incidenza della Sclerosi Laterale Amiotrofica è nettamente inferiore rispetto alle Gravi Cerebrolesioni quale anche lo Stato Vegetativo ne è parte. Un fondo ad hoc andrebbe costituito. Io, lei, tanti come noi, sanno cosa vuol dire aver perso un figlio ed essere passati attraverso la disperazione. Molti sanno cosa vuol dire accudire una persona gravemente disabile, ricostruendole attorno quei momenti di normalità che rappresentano un diverso stile di vita. Lei potrebbe darci una mano a non “armare questa giornata” ma come scriveva il poeta Roberto Roversi riferito al nostro Luca ad: “armare la speranza, corazzarla di vita per riprendere a tessere il filo fragile del proprio destino”. Per questo la invito a Bologna al Teatro Duse il 9 febbraio prossimo ore 21.00, per la serata “Vivo e vegeto, ma soprattutto vivo!” con Alessandro Bergonzoni testimonial della Casa dei Risvegli Luca De Nigris e i nostri ragazzi usciti dal coma del gruppo teatrale Gli amici di Luca. Con sincerità.
Luca De Nigris*

* Direttore del Centro Studi Ricerca sul Coma

Gli Amici di Luca:  http://www.amicidiluca.it/

Casa dei Risvegli Luca De Nigris:  http://www.casadeirisvegli.it/cmx/

I Chirurghi Italiani ed il Biotestamento: «Siamo Pronti all’Obiezione di Coscienza»

Logo del CIC riprodotto per caratterizare l'articolo

Il sondaggio: 1’81% vuole un biotestamento condiviso.                              «Ci ascoltino»
Il 75% dei chirurghi violerebbe la legge: «Serve il consenso»

L’esito del sondaggio promosso dal Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC), (che riunisce 63 associazioni con un numero di adrerenti di circa 35.000 Chirurghi di tutte le branche), sul fine vita è molto interessante e dà uno spaccato di cosa pensi sull’argomento una fetta consistente dei Medici Chirurghi Italiani.
Nutrizione e idratazione artificiale sono trattamenti medici e come tali devono essere esplicitamente autorizzati per il 73% dei chirurghi. E di fronte a pazienti che invece prima di perdere coscienza abbiano detto no, il 75% ha dichiarato che non somministrerebbe tali trattamenti anche se fosse la legge a imporli. In particolare, per il 46% la decisione spetta al paziente, per il 27% al medico ed ai familiari e per poco più del 2% solo al medico. La decisione di non somministrare o eventualmente sospendere le terapie ed i trattamenti che la tengono artificialmente in vita dovrebbe spettare al paziente, nel caso in cui abbia espresso le sue volontà quando era cosciente, per il 65%; a nessuno, perché la vita è un dono e va in ogni caso tutelata per il 16% circa; ad una commissione etica di esperti per il 12%; ad un familiare per il 5% circa; al medico curante o ad un magistrato solo per poco più dell’1%.
Tre medici su quattro, dunque, sarebbero «pronti all’obiezione di coscienza» sul biotestamento se il governo varasse un testo «non condiviso». Una sconfessione piena del ddl che a febbraio approderà a Montecitorio. Il questionario è stato inviato solo ai presidenti e membri dei consigli direttivi che a loro volta hanno sentito gli iscritti: su un migliaio, le risposte sono state 750.
Pietro Forestieri, chirurgo oncologico e geriatrico dell’Università Federico II di Napoli, nonché presidente del cic, ritiene il campione indicativo degli orientamenti della categoria. «È un campione rilevante dal punto di vista qualitativo ma anche quantitativa. Di solito a questo tipo di consultazioni risponde il 10%, ma questo argomento ci tocca davvero ». E nel merito «non sono emersi dubbi».
NO A GUERRE IDEOLOGICHE
Per 1’81% dei chirurghi una legge sul testamento biologico è indispensabile, e per il 70% quanto stabilito dal paziente nelle dat (dichiarazioni anticipate di volontà) deve essere vincolante e non solo orientativo. Per il 97% vanno interrotti trattamenti che non daranno beneficio alla salute del malato.
Per il 92% bisogna tenere conto della volontà del paziente purché certa e documentata. Se qualcuno smette di nutrirsi, al medico tocca informare sulle conseguenze senza «assumere iniziative costrittive nè collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale ».
Spiega Forestieri: «Noi dissentiamo dall’uso politico e strumentale del biotestamento. Se il governo insiste su questa strada, perseguendo una guerra ideologica, produrrà grosse lacerazioni per casi che riguardano lo 0,05% degli italiani. A noi interessa arrivare a un vero testamento biologico su linee condivise».
Il chirurgo, che ha già spiegato le proprie tesi al sottosegretario Roccella, è molto chiaro: «Noi medici abbiamo un solo faro: la professione». Il no di tre quarti dei medici ad alimentare un paziente in stato vegetativo nonostante la legge lo imponga, significa che sareste pronti all’obiezione di coscienza? «Ma certo – è la risposta – È in discussione l’impianto della nostra professione. Il codice penale prevede che a legittimare il mio intervento chirurgico sia il consenso informato del paziente. È l’unica cosa che separa il mio bisturi da un colpo all’addome. Del resto, non si può imporre la trasfusione di sangue a un Testimone di Geova. E una donna ha potuto rifiutare l’amputazione del piede, pur con conseguenze fatali».
Forestieri è molto critico anche sull’iniziativa di rendere il 9 febbraio, data della morte di Eluana al termine di una lunga battaglia giuridica (vinta), «giornata nazionale degli stati vegetativi»:
«Una scelta semplicemente vergognosa, di violenza e volgarità inaudite».

Ridotto e riscritto dalla Stampa Nazionale e dal sito del CIC, che trovate al link: http://www.collegiochirurghi.it/