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Palermo: Alga Tossica sulla costa Nord-Occidentale della Provincia. Approfondimento.

Ambiente e Salute

Palermo: Alga Tossica sulla costa Nord-Occidentale della Provincia. Video. Approfondimento.

L’Arpa Sicilia (Agenzia Regionale Protezione Ambiente Sicilia) Sta monitorando il mare della costa Nord-Occidentale della Provincia e della Sicilia. Vi riportiamo l’ultimo report sull’Alga Tossica Ostreopsis ovata rilevato dalla Agenzia:

“Anche quest’anno, e stavolta con un certo anticipo rispetto agli anni precedenti, in provincia di Palermo alcuni bagnanti hanno lamentato sintomi comuni per i quali sono ricorsi alle cure mediche. I sintomi descritti dai frequentatori del lungomare dell’Arenella (Palermo) prima, dell’ Aspra (n.d.r.), e della costa Nord occidentale della provincia (n.d.r: da Isola delle Femmine, Capaci, sino a Balestrate) dopo, sono simili a quelli altre volte descritti: bruciore alla gola, difficoltà respiratorie, tosse, nausea, talvolta febbre, lacrimazione e rinorrea.

E anche stavolta i malesseri si sono verificati in concomitanza con la presenza di alghe potenzialmente tossiche in elevate concentrazioni nell’acqua nei pressi della battigia.

Si tratta di Ostreopsis ovata (Ostreopsidaceae, Dinophyceae), un’alga unicellulare microscopica delle dinoflagellate, capace di produrre tossine (ovatossine e palitossine) e la cui presenza da diversi anni è stata accertata in associazione con simili manifestazioni  anche in altre aree geografiche.

L’Ostreopsis ovata è benthonica ed epifita, vive cioè, prevalentemente sul fondale o sulla superficie delle macroalghe, ma può anche ritrovarsi nell’acqua con comportamento planctonico; questo è in parte fisiologico, in parte causato dalle mareggiate che la staccano dal loro ospite. L’alga ha origine tropicale ma la sua presenza nel mediterraneo è accertata da oltre un decennio.

Non sono ancora del tutto chiare le relazioni con la concentrazione di nutrienti (composti dell’azoto e del fosforo) le cui fonti principali sono gli scarichi fognari, fermo restando che, essendo sostanze utilizzate da tutti i vegetali per il proprio nutrimento, aiutano la crescita algale.

Basso idrodinamismo, e persistenza di elevate temperature dell’acqua (25°-28°C), favoriscono la moltiplicazione di Ostreopsis ovata e possono essere facilitati quei fenomeni chiamati bloom o “fioriture”. Durante questi periodi le microalghe possono formare un biofilm mucillagginoso i cui frammenti possono trovarsi in acqua e che possono ospitare batteri di vario genere.

Alga Tossica sulle coste Italiane: dal sito www.bentoxnet.it

Data la diffusione ed il reiterarsi di simili accadimenti, sono stati attivati progetti di monitoraggio su scala nazionale, finalizzati ad una migliore comprensione del fenomeno, alla identificazione, caratterizzazione e controllo delle specie potenzialmente tossiche presenti nei nostri mari e delle tossine da esse prodotte, nonché alla prevenzione di epidemie…

Effettivamente la presenza di questa microalga è stata accertata pressoché lungo tutte le coste italiane, ciononostante analoghi fenomeni di intossicazioni correlate a Ostreopsis ovata si sono verificati oltre che in sicilia solo in alcune regioni come Liguria, Lazio, Toscana.”

C’è da dire in aggiunta al comunicato dell’Arpa che specie nei giorni ventosi la Ostreopsis ovata viene assunta per via inalatoria anche da chi non si bagna ma sta al limite della battigia.

Fonti:

Il Report Dell’ ARPA con tutti gli approfondimenti



News: Palermo: Alga Tossica Nelle Acque Dell’Arenella e Di Aspra Frazione di Bagheria. Divieto di Balneazione

News Palermo

Dopo la Liguria e il Lazio, l’alga tossica è arrivata anche in Sicilia.

Alga Tossica Ostreopsis Ovata

Avevano pensato di fare un bagno per trovare conforto dalla calura estiva, ma purtroppo sono finiti all’ospedale. Una quindicina di persone si sono recate ieri al pronto soccorso di Villa Sofia dopo aver fatto il bagno alla spiaggia dell’Arenella a Palermo. I medici, dai primi riscontri, non possono escludere che si tratti della cosiddetta alga tossica. I pazienti accusavano tutti una lieve febbre, gola arrossata e dolorante. Un’altra persona stamattina è giunta in ospedale con gli stessi sintomi. L’azienda ospedaliera ha inviato un rapporto all’istituto epidemiologico; intanto l’Arpa, Agenzia Regionale per l’Ambiente, ha confermato la presenza della “Ostreopsis ovata”, nelle acque di Aspra, frazione marinara di Bagheria, nel Palermitano.

Casi del genere erano avvenuti anche l’anno scorso e non solo sulle coste siciliane.

L’alga tossica, l’Ostreopsis (questo il suo nome scientifico), è un organismo non pericoloso per la vita dell’uomo e le conseguenze, solitamente, si esauriscono nel giro di ventiquattro ore, qualche giorno al massimo. L’irritazione può avvenire per contatto diretto con l’acqua di mare. Riconoscerla è abbastanza semplice, le acque in superficie possono presentare colorazioni anomale o chiazze schiumose biancastre o marroni o materiale di consistenza gelatinosa in sospensione. Sott’acqua l’alga può manifestarsi con una pellicola brunastra che avvolge gli scogli o i ciottoli sul fondo. I sintomi più frequenti sono febbre, faringite, tosse, difficoltà respiratoria, cefalea, raffreddore, lacrimazione, dermatite, nausea e vomito. I sintomi si presentano dopo 2/6 ore dall’esposizione.

Dalla Stampa Quotidiana

In Regalo Per I Nostri Lettori, Cibo Per La Mente: “Il pianeta verde”, di Coline Serreau in Versione Integrale

Spothlight

Un Regalo Per I Nostri Lettori:

“Il pianeta verde”

di Coline Serreau

Versione Integrale

Cari Lettori, come sapete noi di Timeoutintensiva possiamo solo regalare a tutti voi “Cibo per la Mente”. Per I Cinque Anni di Timeoutintensiva abbiamo pensato di regalarvi un film. Così speriamo che, con “Il pianeta verde”, di Coline Serreau, in versione integrale e in Italiano, in una sera d’estate, possiate passare, nel vederlo, dei momenti felici, per poi rifletterci su. Vi regaliamo una favola… che però dà tanti spunti per pensare verso dove sta andando il nostro pianeta.

Grazie e Buona Visione

Con Vincent Lindon, Philippine Leroy-Beaulieu, Coline Serreau, Marion Cotillard, James Thierree. 
Titolo originale La belle verte, durata 99 min., Francia 1996.

“Un film eccezionale. Dopo averlo visto non sarete più come prima.” You Tube Channel

Dalla Recensione:

“Verde non come marziano. Verde come prati, montagne. Con ruscelli e laghivlimpidi e accarezzati da una brezza ottimale, gente vestita in abiti semplici ed essenziali. Questo pianeta secondo Coline Serreau si trova in un punto del nostro universo ad uno stadio evolutivo molto molto più avanzato, tanto che non ci sono più macchine, né inquinamento di altro tipo, non c’è moneta, non c’è Stato, non ci sono gerarchie…”

… Se vuoi vedere il Film Clicca qui


Timeoutintensiva.it, N°17, Spotlight, Giugno 2011

News Video:Nucleare: Fukushima, Tepco: “Anche Nei reattori 2 e 3 Nocciolo Parzialmente Fuso”

News Video

Energia Nucleare e Salute

Fukushima, Tepco: “Anche Nei reattori 2 e 3 Nocciolo Parzialmente Fuso”

Video sulle conseguenze delle radiazioni sull’ infanzia

La Tepco ha ammesso che le barre di combustibile nucleare usato si sono fuse parzialmente anche in altri due reattori della centrale di Fukushima-Daiichi, portando quindi a tre il numero degli impianti critici. La maggior parte del combustibile del reattore due si è fuso ed è sceso alla base della vasca di contenimento 101 ore dopo il sistema. Una situazione simile si è verificata al reattore tre, 60 ore dopo le scosse. Molto prima, la fusione si è verificata al reattore numero uno.

Interessante Video in cui Ernesto Burgio, coordinatore del Comitato Scientifico Isde (International Society of Doctors for Environment), ci parla delle conseguenze sui bambini dell’ esposizione alle radiazioni

Iss:Ambiente E Salute: Lo Studio SENTIERI Lo Conferma: Nei Pressi Dei Siti Contaminati Si Muore Di Più

Iss: Ambiente E Salute: Lo Studio SENTIERI Lo Conferma: Nei Pressi Dei Siti Contaminati Si Muore Di Più

Aprile 2011: I risultati dello studio SENTIERI dell’Istituto superiore di sanità mettono in luce un aumento della mortalità nelle popolazioni che vivono nei pressi delle aree inquinate. Un progetto realizzato in collaborazione con l’Oms, la regione Lazio, il Cnr e l’università La Sapienza di Roma.

Poli siderurgici o petrolchimici, aree con altre concentrazione di amianto, siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi. Sono le zone calde del Paese su cui da tempo sono puntati i riflettori degli epidemiologi per rispondere a una domanda elementare della popolazione: quanto siamo a rischio? Ora, i risultati del del Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) coordinato dall’Istituto superiore di sanità e presentati nel corso del Convegno “Ambiente e Salute” danno la conferma: le popolazioni che vivono nei pressi di siti contaminati hanno un profilo di mortalità diverso da quello di chi vive a pochi chilometri, magari nella stessa Regione. Muoiono di più, anche se non sempre la relazione causa-effetto con il sito tossico è acclarata.
Il Progetto, realizzato in collaborazione con il Centro Europeo Ambiente e Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa e l’Università di Roma La Sapienza, ha valutato la mortalità della popolazione residente in 44 siti di interesse nazionale per le bonifiche in un periodo di otto anni. Sei milioni di persone la popolazione in studio, residente in 298 comuni. Sono state prese in considerazione 63 cause di morte, tumorali e non potenzialmente associate alla residenza in prossimità di poli chimici, petrolchimici, raffinerie, stabilimenti siderurgici, centrali elettriche, miniere e cave, aree portuali, siti di smaltimento dei rifiuti ed inceneritori.
Ma la mortalità osservata per tutte le cause e per tutti i tumori supera quella media della Regione di appartenenza, rispettivamente in 24 e in 28 siti.
In alcuni casi, i nessi causali sono chiari perché esistono conoscenze scientifiche adeguate per spiegare le osservazioni. Questo vale per l’aumento della mortalità per mesotelioma pleurico nei siti caratterizzati dalla presenza di amianto o di altre fibre asbestiformi (per esempio Casale Monferrato, Broni, Biancavilla).

Fonti ed Approfondimenti: Clicca qui