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Il Caso: Cavie Umane. Obama chiede scusa ai Guatemaltechi. Video

Il Caso

Cavie Umane. Obama chiede scusa ai Guatemaltechi. Video

Una commissione Usa ha accertato la responsabilità del proprio governo per il decesso di 83 persone in Guatemala, infettate con virus senza mai essere curate. Obama si scusa ufficialmente.

Alcuni esperimenti medici americani in Guatemala hanno provocato la morte di almeno 83 persone a cui erano state inoculati agenti patogeni di malattie sessuali trasmissibili, tra il 1946 ed il 1948. E’ quanto è emerso dai lavori di una commissione statunitense istituita dal presidente Obama per indagare sull’attività di alcuni scienziati americani svolta nella seconda metà degli Anni 40. La presidente della commissione, Amy Gutmann, ha definito questa scoperta «una ingiustizia storica» messa in atto nei confronti della popolazione guatemalteca. La storia ha origine circa un anno fa quando Susan Reverbery, medico e storica del Wellsey College, trova prove sugli esperimenti del medico Usa John Cutler, scomparso nel 2003. Cutler, tra il 1946 e il 1948, con la connivenza delle autorità sanitarie locali e finanziato dall’Istituto Nazionale Americano di Sanità, usò come cavie almeno 5.500 guatemaltechi, scelti tra reclusi, pazienti di ospedali psichiatrici, prostitute e orfani. A 1.300 di loro inoculò malattie veneree per sperimentare l’efficacia della penicillina. Di queste solo «700 avevano beneficiato di un qualche trattamento». Il presidente guatemalteco Alvaro Colom dopo le rivelazioni aveva parlato di «crimini contro l’umanità». In risposta il suo collega Obama nel novembre scorso ha istituito una commissione per indagare sulla vicenda.

Secondo il rapporto finale reso noto all’inizio di questa settimana dallo stesso presidente americano, a sette donne, pazienti di una clinica psichiatrica, venne inoculata la sifilide con un’iniezione nel collo. Ad un malato terminale venne trasmessa la gonorrea negli occhi. Almeno 83 delle cavie morirono a seguito degli esperimenti. E Obama Ha chiesto scusa a tutti i Gutemaltechi per queste atrocità.

Alabama: Le Cavie Umane Sopravvissute

Il “caso Cutler” richiama alla mente un’altra agghiacciante storia dai contorni simili che si è verificata questa volta in territorio americano tra gli Anni 30 e gli Anni 70. Siamo in Alabama, ed è qui che nel 1932 ha inizio il famigerato “studio sulla sifilide di Tuskagee”. Un esperimento medico, anch’esso eseguito sotto la supervisione dell’Istituto nazionale di sanità Usa, nei confronti della popolazione nera maschile della cittadina di Tuskagee, allo scopo di verificare gli effetti della progressione della sifilide su una persona infetta e non sottoposta a cure. Per gli esperimenti, come si legge nel sito governativo del Centers for Disease Control and Prevention, furono reclutati 399 contadini afroamericani malati di sifilide, ai quali i medici coinvolti non iniettarono mai la pennicillina. Nemmeno dopo che nel 1940 fu provata la sua efficacia. Per oltre 30 anni, fino al 1972, a queste persone furono somministrati unicamente dei farmaci-placebo, e nessuno le informò mai. Con la conseguenza inevitabile di un numero elevato di decessi tra le cavie e la trasmissione della sifilide alle loro mogli e ai nascituri. Solo 22 anni dopo, nel 1994, il presidente Clinton chiede ufficialmente scusa per l’accaduto ai sopravvissuti e tutta la nazione.

Non siamo credo a livelli del “programma T4” messo in opera dai Nazisti tramite medici compiacenti che veniva anche chiamato «programma eutanasia» nell’ambito dell’ eugenetica e dell’«igiene razziale», argomenti assai diffusi nella Germania nazista, dato che quando l’intero Programma T4 venne sospeso nel 1941, a seguito delle numerose proteste, erano stati uccisi un totale di circa 5.000 bambini.

Ma chi è senza peccato scagli la prima pietra

Approfondimenti:

U.S. Public Health Service Syphilis Study at Tuskegee

U.S. Public Health Service Syphilis Study at Tuskegee: Frequently Asked Questions

Terra On Line: Morire in laboratorio. Quando la cavia è umana, di F. Tulli

La storia del manichino Annie

La Storia del Manichino Annie

Il suo volto, uguale in tutto il mondo, è quello di una donna parigina del 1800

Tutti quelli che hanno fatto un corso di pronto soccorso, o rianimazione (Bls, Blsd, Acls etc) simulato su manichino, conoscono il suo volto: i manichini su cui esercitarsi hanno tutti la stessa faccia. Si tratta di una donna, il cui nome nessuno conosce, annegata a Parigi, nella Senna, alla fine del diciannovesimo secolo. Dopo il ritrovamento del suo cadavere, nessuno era in grado di identificarla, così le autorità hanno fatto un calco della faccia, per conservarne la memoria e permettere un riconoscimento postumo. Nessuno si presentò, ma la sua storia intanto era diventata una sorta di esercizio per artisti e scrittori della capitale francese, che avevano provato a ricostruire con l’immaginazione le circostanze della sua morte. E’ stato ipotizzato di tutto, anche  se molte storie giravano intorno allo stesso tema: un amore finito male, un suicido.

Nel 1958, la Laerdal Company ha scelto proprio il suo volto per i manichini usati durante gli esercizi di rianimazione. Il proprietario della società infatti riteneva che le prove sarebbero state più efficaci se svolte su un volto e un corpo credibili e a dimensioni naturali. In questo modo, la donna ha avuto di nuovo un nome, anche se probabilmente non quello che aveva in vita. Per tutti e per sempre è diventata Resusci Annie.

Dalla Newsletter del Sabato – 18 Giugno 2011 – del Gruppo Facebook Associazione i.Change ONLUS

Storia Dell’ Evoluzione Delle Camere Iperbariche

Editoriale

Storia Dell’ Evoluzione Delle Camere Iperbariche

di Giancarlo Banali

Non c’e dubbio che le prime camere di decompressione sono apparse nell’uso corrente per il trattamentom della embolie  di palombari c cassocisti che pur con metodi e scopi diversi lavoravano nele stesse, condizioni disagiate e respiravano aria eompressa.

Per leggere gli interessanti cenni storici Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N° 3, Technè, Luglio 2007