Archivio mensile:ottobre 2011

Racconti: “Oggi per Domani”. Le DAT di Un Anestesista-Rianimatore

Racconti a Margine

“Oggi per Domani”. Le Direttive Anticipate di Un Anestesista-Rianimatore

Scritta da folfox4

28 Aprile 2011

Sull’ Ultimo Numero 18 On Line di Timeoutintensiva abbiamo riportato il rac-conto-Dat di un Anestesista Rianimatore, toccante e profondo, tratto dal sito notti-diguardia.it .

Ve lo proponiamo.

“Se un giorno mi succedesse di non poter più scegliere per me e la mia sorte fosse affidata ai miei colleghi, desidero, prima di tutto, che nella fase più acuta della mia malattia sia fatto il possibile per salvarmi: credo nella scienza e amo la vita.

Desidero però che fin dall’inizio il loro impegno non sia profuso acriticamente, ma costantemente ispirato alle migliori evidenze scientifiche da un lato, e al minor grado d’incertezza possibile dall’altro. Laddove non vi fossero certezze, desidero che sia la buona pratica clinica a guidarli. Così, chiedo loro di accettarmi in Rianimazione solo se saranno sufficientemente sicuri di poter fare qualcosa per me. Altrimenti di non farmi soffrire”….

Per Continuare a leggere Clicca qui

Timeoutintensiva.it, Numero 18, Racconti a Margine, Ottobre 2011


Libri : Recensioni : “Il Mio Nome E’ Victoria” di Victoria Donda

Books

Recensioni

“Il Mio Nome E’ Victoria”

di Victoria Donda

2010 Corbaccio Editore

pag.: 216

Genere: Autobiografia

ISBN: 9788863800227

Ci eravamo già occupati, noi di Timeoutintensiva, della “Rete per L’identita” progetto dedicato ai figli sottratti ai desaparecidos Argentini durante la Dittatura Militare (‘76-’83), nel numero 11/12 della rivista del dicembre 2009, descrivendo come alcuni Psicoanalisti della Società Psicoanalitica Italiana e dell’ IIPG (Istituto Italiano Psicoanalisi di Gruppo), ed Argentini, partecipassero al Progetto, per recuperare i figli dei Desaparecidos che a loro insaputa vivevano sotto mentite spoglie, affidati ad altri familiari dopo la morte dei loro veri genitori per mano della Giunta Militare. Poi nel 2010 è Uscito il Libro “Il Mio Nome è Vittoria”, scritto da Victoria Donda, editore Corbaccio, che ha aggiunto ulteriori sprazi di verità a ciò che della storia dei Desaparecidos già conoscevamo: e la sua storia è forse una tra le più drammatiche, dell’infinità di storie dei cento e più figli di desaparecidos che sono riusciti a recuperare la loro identità nel corso degli ultimi trent’anni…

Per continuare a leggere la recensione Clicca qui


Timeoutintensiva.it, N° 18, Books, Ottobre 2011


“Sogni di Sogni”. Le Fotografie Oniriche e Surreali di Robert e Shana Parkeharrison

Out Of Border

“Sogni di Sogni”. Le Fotografie Oniriche e Surreali di Robert e Shana Parkeharrison

a cura di S. Vasta*

*Timeoutintensiva i.Change Openproject

Robert Parkeharrison è un fotografo nato in Missouri nel 1968, meglio conosciuto per il suo lavoro con la moglie Shana Parkeharrison, nata nel 1964 a Tulsa, Oklahoma. La coppia di fotografi americani ci trasporta in una dimensione onirica e surreale dove tutto sembra possibile e liricamente auspicabile. Attraverso la fotografia il collage il foto-ritocco e la propria partecipazione alle scene costruite, ed altre tecniche foto-grafiche hanno realizzato vari progetti…

Le nostre fotografie raccontano storie di sconfitta, lotta umana e personale esplorazione, all’interno di paesaggi segnati dalla tecnologia e dallo sfruttamento eccessivo. Ci sforziamo nel collegare metaforicamente e poeticamente azioni laboriose, rituali idiosincratici e macchine strane con storie che rappresentano la nostra esperienza moderna”.

I temi indagati sono piuttosto prossimi all’uomo, travagliato dal suo bisogno di controllo totale, schiavo del bisogno di potere, perso nel tentativo di plasmare se stesso e la natura intorno a se, inseguendo una idea labile e cadente di universo.

© Le Foto sono di proprietà di Robert e Shana Parkeharrison. Tutti i Diritti Riservati.

Si Ringraziano gli Autori

Per leggere l’articolo, vedere le foto e guardare il video, clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°18, Out of Border, Ottobre 2011


«La Sanità Non Si Tocca !». Ieri In Piazza I Medici Contro La Manovra Economica

Sanità e Manovre Economiche 2011

«La Sanità Non Si Tocca !». Ieri In Piazza I Medici Contro La Manovra Economica

da Quotidiano Sanità On Line

Ieri si è chiusa la prima parte della giornata di mobilitazione della sanità che si è svolta all’interno di un cinema romano.

Circa un migliaio di dirigenti della sanità pubblica e privata si sono spostati davanti a Montecitorio con le 10 mila firme raccolte contro le manovre.

Il giorno della manifestazione, l’intersindacale, del Ssn ha scritto una lunga lettera ai vertici delle istituzioni (Governo, Senato, Camera e Regioni) per denunciare la crisi del settore e le condizioni inaccettabili di lavoro per gli operatori sanitari.

Ecco la lettera indirizzata a: Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Gianfranco Fini, Presidente Camera dei Deputati; Renato Schifani, Presidente Senato della Repubblica; Ferruccio Fazio, Ministro della Salute; Vasco Errani, Presidente Conferenza delle Regioni; Giuseppe Palumbo, Presidente commissione Affari Sociali Camera; Antonio Tomassini, Presidente Commissione Sanità Senato.

“I medici, dipendenti e convenzionati con il Servizio Sanitario nazionale e della ospedalità privata, i veterinari, i dirigenti sanitari, tecnici, professionali ed amministrativi dipendenti, intendono portare alla attenzione delle SS.LL. la situazione di grave malessere che oggi si trovano a vivere. Di certo, nell’espressione delle nostre valutazioni, non intendiamo prescindere dalla situazione di crisi economica che coinvolge ormai, ed in modo importante, non solamente il nostro Paese. Ma l’insieme delle ultime manovre economiche si accanisce, a nostro parere, in maniera eccessiva e con modalità plurime contro i medici e i dirigenti del SSN. Colpiti come pubblici dipendenti attraverso il congelamento del contratto e delle convenzioni per 5 anni, con una consistente perdita economica, aggravata, per i medici convenzionati, dal mancato riconoscimento delle spese di produzione, e pesanti ripercussioni previdenziali. Colpiti come dirigenti, sottoposti ad una addizionale Irpef che, bollata come folle ed eliminata per il settore autonomo e privato, è stata lasciata in vita solo per loro, in spregio di ogni principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini di fronte al fisco. Colpiti come professionisti, con incarichi di lavoro sempre più precarizzati e discrezionali, a prescindere da competenze, meriti e risultati, ed esposti alla invadenza pervasiva della politica. Solo per loro sono stati previsti anche il congelamento del TFR, che è salario differito, largamente autofinanziato, una mobilità senza regole, discrezionale fino all’arbitrio, il pensionamento a 65 anni per le donne, malgrado esse siano sottoposte a stressanti turni notturni e festivi, che si aggiungono ai compiti di cura. Provvedimenti chiamati a colmare i vuoti lasciati da un rinvio a tempo indefinito dei tagli ai costi della politica ed improntati ad un totale disprezzo del lavoro cui le nostre categorie sono chiamate dal dettato costituzionale. Inique discriminazioni contro il pubblico impiego, che comprende i Dirigenti del SSN, uno status che ormai configura un reato, forse quello di pagare le tasse prima ancora di ricevere lo stipendio, ma che non si disdegna di usare come bancomat per non colpire patrimoni, rendite, evasione fiscale, frutto di inaccettabile e immotivata denigrazione. Chi quotidianamente garantisce milioni di prestazioni negli ospedali e nei presidi sanitari territoriali non può essere il bersaglio privilegiato di multiple penalizzazioni e costretto a lavorare in una sanità pubblica sempre più impoverita da devastanti sottofinanziamenti, sprechi e clientele. La sanità italiana è entrata in una fase recessiva, definanziata ed impoverita dal punto di vista economico e di risorse professionali, avviata a ricoprire un ruolo povero per i poveri. Il diritto alla salute non è più esigibile in egual modo in tutte le Regioni e da diritto di cittadinanza diventa condizione legata ai territori ove si ha la ventura di vivere. Si perde il valore di coesione sociale assicurato da un servizio sanitario nazionale e, anche attraverso l’impoverimento delle categorie professionali, si distrugge un valore fondamentale di una comunità, rendendo diseguale la realizzazione dell’unico diritto che la costituzione definisce fondamentale. La necessità di mantenere, congiuntamente agli altri aspetti che insieme costituiscono e garantiscono lo stato sociale, livelli adeguati di tutela dello stato di salute attraverso un Servizio Sanitario Nazionale “universale” “equo” e “solidale”, ci appare oggi, ancora e più che mai, un obiettivo irrinunciabile per il nostro Paese. Non è in discussione la necessità di partecipare ai sacrifici richiesti dalle condizioni economiche del paese. Ma non si può essere i soli a pagare ed in tutti i modi escogitati dalla fantasia del legislatore.

Il lavoro che svolgiamo tutti i giorni e tutte le notti a tutela del bene più prezioso dei cittadini e della comunità merita maggior rispetto e valorizzazione. Non siamo burocrazia da liquidare né meri fattori di produzione ma professionisti che, nei luoghi del loro lavoro, quotidianamente rispondono a domande e bisogni di cittadini in momenti delicati della loro vita. Eppure per noi aumentano i carichi amministrativi che tolgono spazio alla attività assistenziale e continua un blocco del turn over che, in alcune Regioni, ha ormai raggiunto i 6 anni, con negative ripercussioni sul livello di sicurezza delle cure e sulla stessa possibilità di garantire i LEA. Le condizioni in cui lavoriamo diventano ogni giorno sempre più gravose e rischiose a causa di ritmi massacranti e di un contenzioso medico legale che, in attesa di un provvedimento legislativo che dorme nei cassetti da due anni pur largamente condiviso, segna crescite esponenziali mentre l’abuso di contratti atipici espone i medici e tutti i dirigenti del Ssn ad un precariato diffuso che mina la continuità assistenziale. In modo particolare in un sistema di emergenza urgenza che da avamposto delicato di diagnosi e cura è diventato un insieme di barelle, esposto ad un assalto degno dei forni di manzoniana memoria, il luogo dell’ospedale dove gli stessi medici sono oggetto di aggressioni anche fisiche. La sfida della sostenibilità, non solo economica, di un sistema sanitario equo, accessibile ed efficace esige un sostanziale cambio di paradigma culturale e politico che ri-definisca anche ruolo e responsabilità delle categorie professionali. Per questo le Organizzazioni sindacali dei medici dipendenti e convenzionati, dei veterinari e dei dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale rivolgono un appello alle SS.LL. affinchè si ponga rimedio agli eccessi delle manovre economiche, almeno nelle parti che non richiedono compensazione economica, e vengano fornite risposte alle questioni più urgenti che poniamo sul tappeto.”

Roma, 13 ottobre 2011

ANAAO ASSOMED – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL FEDERAZIONE MEDICI – SDS SNABI – AUPI – FP CGIL SPTA – SINAFO – FEDIR SANITA’ – SIDIRSS – FIMMG – SUMAI – SNAMI – INTESA SINDACALE – SMI – FIMP – CIMOP – UGL MEDICI – FEDERSPECIALIZZANDI

Approfondimenti sulla Giornata di Ieri:

Quotidiano Sanità