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Fumiamo Radioattività: Tabacco al Polonio-210 da Sempre ! Pesanti Responsabilità di Big Tobacco. Video

Ambiente e Salute

Fumiamo Radioattività: Il Tabacco contiene Polonio-210 da Sempre ! Pesanti Responsabilità di Big Tobacco Che Hanno Coperto La Verità. Video

Se non fosse veramente tragico, potremmo intravedere una nera e macabra ironia nel fatto che, mentre in redazione qui a Timeoutintensiva cercavamo di rendere comprensibili i danni biologici da radiazioni per i fatti di Fukushima o per spingere all’abrogazione del referendum sul nucleare, alcuni di noi, per fortuna modicissimi fumatori, si accendevano una bella sigaretta ricca di Polonio-210 assorbendo per via respiratoria bassi livelli di radiazioni che come leggerete, ripetuti nel tempo, sono una delle cause del cancro al polmone. Sì, perchè e venuto alla luce, finalmente in maniera incontrovertibile, che il tabacco è radioattivo, cosa che l’industria internazionale del tabacco sapeva sin dal 1959. Potevano fare un “wash out” del Polonio 210 eliminandolo dal tabacco ? La risposta è , ma questo avrebbe diminuito i guadagni. Così Big tabacco si è messa di traverso per ridurre i costi, e mantenere alta la capacità delle sigarette di indurre dipendenza. Ci avvelenano con le radiazioni, ci rendono ancora più dipendenti dal fumo mantenendoci all’interno di una spirale di morte non arrestabile, e lo fanno come sempre semplicemente per denaro. Come mi diceva mio padre buonanima: Segui i soldi e capirai il mondo. Savas

Premessa

Già nel 1982, era stato pubblicato un articolo intitolato “La radioattività nel fumo di sigaretta” sul New England Journal of Medicine. T H Winters e J R Di Franza della University of Massachusetts Medical Centre avevano scritto che la sigaretta contiene sostanze radioattive sotto forma di polonio-210 (Po-210) e piombo-210 (Pb-210). Tale articolo era stato molto attaccato dalle industrie del tabacco.

T.C. Tso, un ex ricercatore del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, aveva scoperto inoltre che la radioattività nel tabacco proveniva dai fertilizzanti fosfatici utilizzati, che contengono uranio e il suo prodotto di decadimento, radio-226. Il Radio-226 decade in una serie di prodotti tra cui il Po-210 e il Pb-210 sono i più importanti.

I Contadini Indiani al contrario non usano concimi fosfatici. Nel 1976, gli scienziati del Bhabha Atomic Research Centre avevano dimostrato che il Po-210 nel tabacco indiano aveva livelli da 10 a 15 volte inferiori a quelli del tabacco degli Stati Uniti.

Ma tutto questo come già detto, era stato coperto e contraddetto da un polverone di notizie contrarie provenienti da Big Tabacco.

I Fatti Oggi

Nel settembre scorso, è uscito uno studio condotto da ricercatori dell’University of California di Los Angeles (UCLA), pubblicato nel numero di settembre di Nicotine & Tobacco Research, che ha reso tutto ciò incontrovertibile.
Attraverso l’analisi di decine di documenti segreti delle aziende produttrici di sigarette, resi pubblici in Usa nel 1998, i ricercatori hanno constatato come le aziende abbiano messo per anni in atto una precisa politica per mascherare o nascondere la correlazione tra sigarette e polonio-210. Le aziende produttrici di sigarette sapevano fin dal 1959 della presenza di sostanze radioattive nel fumo di tabacco e dei danni che potevano arrecare. E non soltanto non hanno fatto nulla per impedirlo, ma si sono anche messe di traverso affinché il dato trapelasse il meno possibile nella comunità scientifica. 
Il polonio-210 può essere assorbito dalle foglie della pianta di tabacco sia attraverso l’esposizione al radon normalmente presente in atmosfera, sia attraverso i fertilizzanti. Una volta intrappolato nelle foglie è destinato a finire nei polmoni dei fumatori.

L’analisi dei documenti ha consentito ai ricercatori di affermare che “l’industria era ben consapevole della presenza di sostanze radioattive nel tabacco già prima del 1959”. Ed era anche preoccupata. Al punto da condurre per decenni studi che valutassero l’effetto dell’isotopo  radioattivo sui fumatori, compresi “calcoli radiobiologici per stimare l’assorbimento a lungo termine nei polmoni, delle particelle alfa emesse dal fumo di sigaretta”.
Non basta: “Abbiamo dimostrato che l’industria ha usato comunicazioni ingannevoli per confondere le acque sul rischio di particelle ionizzanti che raggiungono i polmoni dei fumatori e – cosa più importante – ha cercato di impedire tutte le pubblicazioni sulla radioattività del fumo”, ha affermato il primo autore dello studio, Hrayr S. Karagueuzian, professore di Cardiologia alla University of California Los Angeles (UCLA) (vedi il Filmato).
Nel frattempo, però, è diventato sempre più chiaro come il Polonio-210 potesse dare il via allo sviluppo di tumori polmonari.
Le particelle radioattive, hanno spiegato gli autori, si accumulano nelle biforcazioni bronchiali, formando dei «punti caldi» da cui poi di disperdono nei polmoni. Diverse ricerche hanno evidenziato come i tumori polmonari si espandano proprio dalle biforcazioni bronchiali dove si trovano questi «punti caldi».

Due volte colpevoli

Ad aggravare la posizione di Big Tobacco, per i ricercatori, c’è un altro elemento. Benché consapevoli dei rischi dell’esposizione al polonio-210, non hanno messo in atto nessuna contromisura. E ciò, nonostante le aziende disponessero fin dal 1959 delle tecniche per eliminare dalle foglie di tabacco i residui di materiale radioattivo. Tecniche ulteriormente perfezionate nel 1980 con la messa a punto del lavaggio acido.
Perché non usarle, allora? L’industria ha spesso addotto tra le ragioni l’aumento dei costi o l’impatto ambientale dell’impiego di queste tecniche, ma la spiegazione data dai ricercatori è un’altra. “L’industria era preoccupata che il lavaggio acido ionizzasse la nicotina, rendendo più difficile il suo assorbimento a livello cerebrale e privando i fumatori del piacere connesso alla nicotina essenziale per alimentare la dipendenza”, ha spiegato Karagueuzian.

Ricerca Italiana

Se ciò non bastasse, una recentissima ricerca Italiana, -condotta da Zagà con UNIBO, U-Series Lab ed ENEA per l’ISS-OSSFAD-, fra le 10 marche di sigarette più vendute in Italia, ha dimostrato che: a) non ci sono sostanziali differenze quanto a Pb-210 e Po-210 fra le 10 marche esaminate: in media 14,6±2,7 mBq/sigaretta di Piombo-210 e 15,8±2,2 mBq/sigaretta per Polonio 210; b) partendo da questo dato, il rischio biologico, calcolato in base alla dose assorbita, misurata in mSv, e confrontata con una radiografia del torace in antero-posteriore, sarebbe valutata in un rischio paragonabile a 40 radiografie torace. Il Po-210 si può trovare anche nel fumo passivo, poiché parte del Po-210 si diffonde nell’ambiente circostante durante la combustione del tabacco.

Nel Filmato: Il Dr. Karagueuzian primo autore dello studio e professore associato di cardiologia, che svolge attività di ricerca presso il Cardiovascular Research Laboratory UCLA, parte della David Geffen School of Medicine dell’UCLA, discute le sue ricerche.

Fonti:

“Cigarette Smoke Radioactivity and Lung Cancer Risk”

Hrayr S. Karagueuzian, Celia White, James Sayre and Amos Norman

Nicotine Tob Res (2011) doi: 10.1093/ntr/ntr145 September 27, 2011


- “Polonium & Lung Cancer.”

Zagà V, Lygidakis C, Chaouachi K, Gattavecchia E.

Journal of Oncology 2011; Article ID 860103, 11 pages, doi:10.1155/2011/860103


-”Radioactivity in cigarette smoking.”

Winters TH, Di Franza JR.

N Engl J Med. 1982 Feb 11;306(6):364-5.


-Radioactivity in cigarettes

K.S. Parthasarathy


SIAARTI: Disposizioni In Materia di Dichiarazioni Anticipate Di Trattamento (Dat). Considerazioni Luglio 2011

Fine Vita

Testamento Biologico

SIAARTI: Disposizioni In Materia Di Alleanza Terapeutica, Consenso Informato E Dichiarazioni Anticipate Di Trattamento (Dat) – Considerazioni Luglio 2011

04/10/2011

a cura della SIAARTI-Gruppo Di Studio sulla Bioetica. Coordinatore: dr. Giuseppe Gristina

Vignetta da Le Monde

La Commissione Sanità, giovedì 29 settembre, ha svolto l’audizione del coordinatore del Gruppo di Studio di Bioetica della Società Italiana di Anestesi, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI), dr. Giuseppe Gristina, nell’ambito dell’esame del ddl n. 10-B e connessi, recante disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento. Il Documento che riportiamo è stato quanto proposto dalla Siaarti:

“Considerazioni generali in merito al Disegno di Legge approvato dal Senato della Repubblica il 26.03.2009 modificato dalla Camera dei Deputati il 12.07.2011”

“In merito alla legge sulle DAT approvata alla Camera dei Deputati il 12 luglio 2011, la SIAARTI esprime il proprio rammarico per il mancato recepimento dei contributi forniti in sede di audizione dalla nostra 50cietà e ritiene opportuno puntualizzare quanto segue…” Continua

Per scaricare l’interessante allegato, immancabile tassello per capire verso dove va la legge sul Testamento Biologico, che vogliono far approvare in parlamento definitivamente, Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°18, Focus, Ott0bre 2011



«La Sanità Non Si Tocca !». Ieri In Piazza I Medici Contro La Manovra Economica

Sanità e Manovre Economiche 2011

«La Sanità Non Si Tocca !». Ieri In Piazza I Medici Contro La Manovra Economica

da Quotidiano Sanità On Line

Ieri si è chiusa la prima parte della giornata di mobilitazione della sanità che si è svolta all’interno di un cinema romano.

Circa un migliaio di dirigenti della sanità pubblica e privata si sono spostati davanti a Montecitorio con le 10 mila firme raccolte contro le manovre.

Il giorno della manifestazione, l’intersindacale, del Ssn ha scritto una lunga lettera ai vertici delle istituzioni (Governo, Senato, Camera e Regioni) per denunciare la crisi del settore e le condizioni inaccettabili di lavoro per gli operatori sanitari.

Ecco la lettera indirizzata a: Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Gianfranco Fini, Presidente Camera dei Deputati; Renato Schifani, Presidente Senato della Repubblica; Ferruccio Fazio, Ministro della Salute; Vasco Errani, Presidente Conferenza delle Regioni; Giuseppe Palumbo, Presidente commissione Affari Sociali Camera; Antonio Tomassini, Presidente Commissione Sanità Senato.

“I medici, dipendenti e convenzionati con il Servizio Sanitario nazionale e della ospedalità privata, i veterinari, i dirigenti sanitari, tecnici, professionali ed amministrativi dipendenti, intendono portare alla attenzione delle SS.LL. la situazione di grave malessere che oggi si trovano a vivere. Di certo, nell’espressione delle nostre valutazioni, non intendiamo prescindere dalla situazione di crisi economica che coinvolge ormai, ed in modo importante, non solamente il nostro Paese. Ma l’insieme delle ultime manovre economiche si accanisce, a nostro parere, in maniera eccessiva e con modalità plurime contro i medici e i dirigenti del SSN. Colpiti come pubblici dipendenti attraverso il congelamento del contratto e delle convenzioni per 5 anni, con una consistente perdita economica, aggravata, per i medici convenzionati, dal mancato riconoscimento delle spese di produzione, e pesanti ripercussioni previdenziali. Colpiti come dirigenti, sottoposti ad una addizionale Irpef che, bollata come folle ed eliminata per il settore autonomo e privato, è stata lasciata in vita solo per loro, in spregio di ogni principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini di fronte al fisco. Colpiti come professionisti, con incarichi di lavoro sempre più precarizzati e discrezionali, a prescindere da competenze, meriti e risultati, ed esposti alla invadenza pervasiva della politica. Solo per loro sono stati previsti anche il congelamento del TFR, che è salario differito, largamente autofinanziato, una mobilità senza regole, discrezionale fino all’arbitrio, il pensionamento a 65 anni per le donne, malgrado esse siano sottoposte a stressanti turni notturni e festivi, che si aggiungono ai compiti di cura. Provvedimenti chiamati a colmare i vuoti lasciati da un rinvio a tempo indefinito dei tagli ai costi della politica ed improntati ad un totale disprezzo del lavoro cui le nostre categorie sono chiamate dal dettato costituzionale. Inique discriminazioni contro il pubblico impiego, che comprende i Dirigenti del SSN, uno status che ormai configura un reato, forse quello di pagare le tasse prima ancora di ricevere lo stipendio, ma che non si disdegna di usare come bancomat per non colpire patrimoni, rendite, evasione fiscale, frutto di inaccettabile e immotivata denigrazione. Chi quotidianamente garantisce milioni di prestazioni negli ospedali e nei presidi sanitari territoriali non può essere il bersaglio privilegiato di multiple penalizzazioni e costretto a lavorare in una sanità pubblica sempre più impoverita da devastanti sottofinanziamenti, sprechi e clientele. La sanità italiana è entrata in una fase recessiva, definanziata ed impoverita dal punto di vista economico e di risorse professionali, avviata a ricoprire un ruolo povero per i poveri. Il diritto alla salute non è più esigibile in egual modo in tutte le Regioni e da diritto di cittadinanza diventa condizione legata ai territori ove si ha la ventura di vivere. Si perde il valore di coesione sociale assicurato da un servizio sanitario nazionale e, anche attraverso l’impoverimento delle categorie professionali, si distrugge un valore fondamentale di una comunità, rendendo diseguale la realizzazione dell’unico diritto che la costituzione definisce fondamentale. La necessità di mantenere, congiuntamente agli altri aspetti che insieme costituiscono e garantiscono lo stato sociale, livelli adeguati di tutela dello stato di salute attraverso un Servizio Sanitario Nazionale “universale” “equo” e “solidale”, ci appare oggi, ancora e più che mai, un obiettivo irrinunciabile per il nostro Paese. Non è in discussione la necessità di partecipare ai sacrifici richiesti dalle condizioni economiche del paese. Ma non si può essere i soli a pagare ed in tutti i modi escogitati dalla fantasia del legislatore.

Il lavoro che svolgiamo tutti i giorni e tutte le notti a tutela del bene più prezioso dei cittadini e della comunità merita maggior rispetto e valorizzazione. Non siamo burocrazia da liquidare né meri fattori di produzione ma professionisti che, nei luoghi del loro lavoro, quotidianamente rispondono a domande e bisogni di cittadini in momenti delicati della loro vita. Eppure per noi aumentano i carichi amministrativi che tolgono spazio alla attività assistenziale e continua un blocco del turn over che, in alcune Regioni, ha ormai raggiunto i 6 anni, con negative ripercussioni sul livello di sicurezza delle cure e sulla stessa possibilità di garantire i LEA. Le condizioni in cui lavoriamo diventano ogni giorno sempre più gravose e rischiose a causa di ritmi massacranti e di un contenzioso medico legale che, in attesa di un provvedimento legislativo che dorme nei cassetti da due anni pur largamente condiviso, segna crescite esponenziali mentre l’abuso di contratti atipici espone i medici e tutti i dirigenti del Ssn ad un precariato diffuso che mina la continuità assistenziale. In modo particolare in un sistema di emergenza urgenza che da avamposto delicato di diagnosi e cura è diventato un insieme di barelle, esposto ad un assalto degno dei forni di manzoniana memoria, il luogo dell’ospedale dove gli stessi medici sono oggetto di aggressioni anche fisiche. La sfida della sostenibilità, non solo economica, di un sistema sanitario equo, accessibile ed efficace esige un sostanziale cambio di paradigma culturale e politico che ri-definisca anche ruolo e responsabilità delle categorie professionali. Per questo le Organizzazioni sindacali dei medici dipendenti e convenzionati, dei veterinari e dei dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale rivolgono un appello alle SS.LL. affinchè si ponga rimedio agli eccessi delle manovre economiche, almeno nelle parti che non richiedono compensazione economica, e vengano fornite risposte alle questioni più urgenti che poniamo sul tappeto.”

Roma, 13 ottobre 2011

ANAAO ASSOMED – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL FEDERAZIONE MEDICI – SDS SNABI – AUPI – FP CGIL SPTA – SINAFO – FEDIR SANITA’ – SIDIRSS – FIMMG – SUMAI – SNAMI – INTESA SINDACALE – SMI – FIMP – CIMOP – UGL MEDICI – FEDERSPECIALIZZANDI

Approfondimenti sulla Giornata di Ieri:

Quotidiano Sanità


Trapianti D’organo: “Trapiantiamo Felicità”, Spot Della Discordia Solo Per Una Italia Provinciale. Il Video.

Trapianti d’Organo

Trapianti D’organo: “Trapiantiamo Felicità”, Spot Della Discordia Solo Per Una Italia Provinciale. Il Video.

Ero a casa quando hanno dato la notizia alla TV. All’ inizio non capii cosa fosse successo in un centro trapianti  della Sardegna; ricordo solo le dure parole alle quali gli speaker davano ospitalità e con le quali esprimevano lo sdegno di molti per quanto vi fosse accaduto. Così, facendo zapping tra i vari notiziari digitali e non, dopo un pò compresi che parlavano di un video girato all’interno del centro trapianti suddetto, ma siccome non lo mostravano e le reazioni a questo video venivano descritte in maniera sempre più nera, chiedendomi cosa mai di così terribile avessero combinato colleghi e nurse, cominciai a cercare in rete la notizia che dopo un pò trovai, insieme al video incriminato. In pratica al Brotzu, ospedale Sardo tra i più rinomati d’ Italia, dove si eseguono trapianti d’organo, era accaduto che, “solo per farsi pubblità”, -che già detto così sembra qualcosa da pagare con l’ergastolo-, medici, infermieri, inservienti e pazienti trapiantati avevano partecipato ad un video nel quale tutti, allegri e sorridenti, in un centinaio, si lanciavano in “danze scatenate e francamente fuori luogo nell’esprimere la loro gioia per i trapianti”, (che direi, salvano anche delle vite, cosa non da poco, ma che passava in secondo piano.). Apriti cielo.

A parte la comprensibile reazione contraria e l’impressione negativa di molti parenti delle vittime che hanno dato il loro assenso alla donazione ed all’espianto d’ organi dei loro cari, e il cui desiderio di silenzio su quei tragici avvenimenti va a braccetto con i ricordi drammatici di quei giorni, reazione ripeto che rispetto e comprendo, c’è da aggiungere che ancora prima di guardare la clip, le parole con le quali veniva lapidato il video stesso, andavano da “vergognosa esibizione mediatica”, a “offensiva pantomima”, sino a “macabra visione di una gioia fuori luogo”, e così via.

Poi ho visto il video. (Che vi mostro per farvi un’idea)

All’inizio non capivo. Si vedevano colleghi e nurse lavorare sorridenti in una sala operatoria tecnologicamente avanzata, e in un ambiente lindo ed accogliente, dando un senso di grande professionalità… Poi, iniziava una musica di sottofondo, bella ed invitante, un ballabile, e, nei corridoi, ambulatori ed in ogni parte della struttura, tra i sorrisi, tanti cominciavano a ballare al ritmo della colonna sonora; ed a danzare non erano soltanto gli operatori del centro, ma anche tanti trapiantati fra loro e con medici e nurse, il tutto fatto con una dolcezza e con una gioia talmente contagiosa, che la mia iniziale ed allarmata curiosità, è scivolata presto in un sorriso compiacente, sino alle scene finali in cui tutti i partecipanti di quell’iter complesso doloroso e, quando va bene, esaltante che è un trapianto d’organi, scendevano le scale e, facendo da sfondo alla frase “Ogni giorno con l’aiuto di tutti trapiantiamo un pò di felicità nei nostri pazienti”, continuavano a ballare nella Hall del centro clinico; cosa che mi ha realmente commosso, dato che la gioia per la “mission” che portavano avanti mi aveva letteralmente contagiato, fin quasi a mettermi a ballare anch’io al suono di quella musica così “frizzante”.

Nei titoli di coda scorreva intanto l’indicazione del perche’ della realizzazione: “Spot per la sensibilizzazione ai trapianti – Azienda Ospedaliera Brotzu, Cagliari – Reparto Urologia. Dipartimento Patologia Renale” seguito dai ringraziamenti a pazienti ed operatori tutti.  Uno spot, ripeto, che trasmette con dolcezza la felicità che può dare un trapianto riportando alla vita un paziente.

Termino col dire che mi è piaciuto molto. E, date le reazioni, viene da pensare che siamo un paese ancora fortemente provinciale, self-centered, che sa guardare solo il suo ombelico, invidioso d’imparare qualcosa di diverso dando semplicemente uno sguardo fuori porta.

PS: Infatti, chi si lamenta della eticità della realizzazione “filmica”, dovrebbe andare su youtube e guardare gli spot realizzati a decine dai tream di emergenza, di trapianti, e di terapia intensiva degli ospedali americani, australiani, brasiliani etc., dove, tra rap balli tanghi e canzoni, gli operatori ed i pazienti publicizzano una sanità che cerca di essere sana sensibilizzante ed accogliente, impegnata nel curare i pazienti, come, da Nord a Sud, è la sanità italiana, che, con tutti i suoi problemi, (vedi oggi le mobilitazione dei Medici davanti Montecitorio), ha l’orgoglio di essere ancora tra le migliori del mondo.

Savas

Oncologia: Farmaci: Gli Effetti della Carenza Di Farmaci Salvavita A Basso Costo

Farmaci Oncologici e Salute

Oncologia: Gli Effetti della Carenza Di Farmaci Salvavita A Basso Costo

Durante il 36esimo Congresso Europeo di Oncologia Medica tenutosi a fine settembre a Stoccolma, è stato sollevato il problema degli elevati costi dei farmaci biologici per i tumori, in continuo aumento. “Concordo con la denuncia – ha dichiarato il prof. Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano – ma noto che non si fa riferimento al problema della mancanza di altri farmaci oncologici, i chemioterapici tradizionali, che costano poco e che anche per questo mancano in particolare sul mercato americano, provocando una crisi sanitaria senza precedenti come denunciato da tempo senza per ora alcuna capacità di fronteggiarla.

A questo proposito Mario Pirani sulla Repubblica On line del 12 settembre 2011 ha pubblicato un interessante articolo a questo proposito di cui vi ripropongo un ampio stralcio

Savas

Big Pharma risparmia sui prodotti salvavita”

di Mario Pirani

Un esempio clamoroso di cosa significhi l’ assenza dell’ intervento pubblico e il “laissezfaire” senza limiti del libero mercato ci viene da quel che sta accadendo nella produzione di alcuni dei principali farmaci per la cura del cancro, ogni giorno meno reperibili anche per gli ospedali. Gli effetti sul piano terapeutico sono drammatici, come denuncia sul suo sito uno dei più noti specialisti italiani, Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia medica dell’ Istituto nazionale dei tumori di Aviano, che dopo aver riportato le prime denunce della stampa americana sulla carenza di una ventina di farmaci, alcuni dei quali basilari, si sofferma sulle conseguenze negative a breve termine anche in Europa e in Italia. Stanno diventando introvabili o sempre meno reperibili alcuni farmaci, quali bleomicina, cisplatino, citarubicina, daunorubicina liposomiale, doxorubicina, etoposide, leucovorin, mecloretamina, tiotepa e vincristina, che compongono i regimi di chemioterapia in grado di guarire patologie come, ad esempio, leucemie acute, linfomi e tumori del testicolo e di avere benefici sostanziali nei tumori della mammella, del polmone e del colon. Molti di questi farmaci non possono essere sostituiti da altri simili, come nel caso della bleomicina, dell’ etoposide e della vincristina. Per cui già negli Stati Uniti e presto anche in Italia, sempre più spesso, ai pazienti oncologici, dovrà essere somministrato uno schema alternativo, dove il farmaco mancante viene sostituito da farmaci diversi da quelli delle combinazioni originali… e la Food and Drug Administration americana non sembra avere l’ autorità di chiedere alle case farmaceutiche di continuare queste produzioni. In proposito il presidente dell’ Associazione Americana di Oncologia, Michael Link, ha detto testualmente sul New York Times: «Questa carenza di farmaci che salvano la vita ci sta uccidendo:è inconcepibile che medicine che costano un paio di dollari alla fiala non siano più disponibili». Cosa fare? In Europa e in Italia, dove il tema della sanità pubblica è certamente più sentito che in Usa, le associazioni mediche, le Agenzie del farmaco, i Ministri della Salute si attivino e promuovano urgentemente leggi che obblighino le industrie, comprese le multinazionali, a dare la precedenza ai problemi dei pazienti e non soltanto a quelli economici o di manufacturing. Le case farmaceutiche motivano le loro scelte con la carenza della sostanza grezza per produrre i farmaci e con il fatto che i processi di manufacturing sono molto complessi, ma probabilmente il vero motivo risiede nella scarsa attrattività economica di questi farmaci che costano poco quando invece per i farmaci biologici i vantaggi economici possono essere notevolmente più alti.È necessario che le agenzie nazionali e internazionali indaghino sulle vere cause della mancanza di farmaci, senza dimenticare che lo stesso problema si presenta per certi antibiotici e per alcuni farmaci inerenti l’ anestesia. «Credo sia indispensabile – conclude il professor Tirelli – che la comunità internazionale degli oncologi faccia pressione sulle autorità politiche e sanitarie sia negli Usa, che in Europa e in Italia, e in particolare sulle agenzie deputate all’ approvazione dei farmaci, affinché diano la precedenza alla disponibilità di farmaci che, per quanto datati, sono ancora basilari per la terapia del cancro».

Fonti ed Approfondimenti:

Repubblica.it: Big Pharma risparmia sui prodotti salvavita

di Mario Pirani

Corriere.it: Chi ostacola la Lotta al Cancro: i Farmaci Salvavita che costano poco

di Mario Pappagallo

NYT: U.S. Scrambling to Ease Shortage of Vital Medicine

by Gardiner Harris