Archivio mensile:febbraio 2011

Palliazione: La Sedazione Del Malato Terminale

Editoriale

Palliazione: La Sedazione Del Malato Terminale

dr.ssa Grazia Alia

Timeoutintensiva Network, Samot

Luglio 2010

Nel corso del IX Congresso Nazionale della “SOCIETA’ ITALIANA DI ANESTESIOLOGIA” tenutosi a Roma nell’ottobre del 1956 emersero alcune questioni di ordine etico-religioso che esitarono nella formulzaione di tre quesiti che il Prof. Piero Mazzoni (Presidente del Comitato Organizzatore) pose all’allora Pontefice Pio XII. Questi, nel febbraio del 1957, tenne agli anestesisti un discorso, passato alla storia ed intitolato: “Discorso Di Pio Xii Intorno A Tre Quesiti Religiosi E Morali Concernenti L’analgesia”

In particolare il 3° quesito era:

- E’ lecito l’uso dei narcotici per morenti o malati in pericolo di morte, supposto che esista per questo una indicazione clinica?

Possono venire usati anche se l’attenuazione del dolore probabilmente si accompagna all’accorciamento della vita?

Il Pontefice rispose con un lungo ed articolato discorso riferendosi tanto ai malati di cancro che ai pazienti affetti da altre patologie inguaribili ma quel che più conta e che in modo lapidario ed inequivocabile disse…”E’ LECITO da parte del medico l’uso di tecniche che tolgano il dolore e la coscienza (e quindi la sofferenza totale, n.d.s.) se anche ciò dovesse abbreviare la vita del paziente morente”… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°14, Focus, Luglio 2010

Editoriale: Dibattito: “Cronaca Di Un Incontro Sul Tema Delle “Decisioni Alla Fine Della Vita”

Editoriale

Dibattito: Cronaca Di Un Incontro Sul Tema Delle “Decisioni Alla Fine Della Vita”

a cura di M.Francesca Sapuppo

7 Novembre 2009 Dibattito Presso i locali dell’Associazione i.Change ONLUS

Partecipano:

Dibattito Sul Fine Vita, Associazione i.Change ONLUS Sede

Associazione I.Change ONLUS (Salvatore Vasta, Grazia Alia, Serafina Ardizzone, Diego Bongiorno, Cecilia Dolcemascolo, Salvatrice Matranga, M.Francesca Sapuppo) e Gabriella Cina’, Andrea Cracchiolo, Antonino Di Lorenzo, Grazia Di Silvestre, Aldo Gerbino, Anna Guddo, Gaetana Lazzaro, Santino Marchese, Sergio Marino, Giovanna Miccichè, Daniela Palma, Giorgio Trizzino.

Pensieri, riflessioni, parole, dubbi, interrogativi, narrazioni tra persone interessate.

In Focus di Timeoutintensiva.it troverete riportata la cronaca di un incontro tra persone interessate alle problematiche delle Decisioni alla fine della vita, organizzato dall’associazione I.Change ONLUS. L’incontro non è stato organizzato con interventi preordinati perché voleva essere un momento dove poter dare spazio, non confinato, alle riflessioni dei partecipanti su un tema che molti di noi vivono quotidianamente. Le riflessioni riportate non sono solo le considerazioni degli intervenuti ma anche gli interrogativi che sorgevano spontanei dalle riflessioni stesse. Spesso le domande non hanno avuto risposte e si sono lasciate così  trascritte come dubbi, nati da questo gruppo d’incontro. Il tema trattato è tanto intenso da non potersi esaurire in poche ore e merita nuovi momenti di elaborazione e di riflessione anche su questi dubbi, nati dal contatto con i pensieri e le parole dell’altro. Per scelta, quindi, i testi riportano in modo diretto, anche se non virgolettato, e/o narrato le parole dei partecipanti all’incontro nel loro susseguirsi, a volte frammentario, di riflessioni spontanee nate l’una dall’altra. Queste riflessioni comuni, molto interessanti perché attraverso il racconto di realtà operative difficili portano in sé anche tante proposte alla società civile, possono riassumersi in diversi punti:

1) la tecnologia è tanto avanzata da permettere forme di vita o di “non morte” prima inesistenti, per cui è necessario che il malato e la società civile tutta s’impegnino ad affrontare e non rimuovere il problema “di come morire”. Questo non può essere delegato a chi si ritrova alla fine della catena della malattia: “l’Intensivista”

2) per questo è necessario che nella società civile si cerchi di chiarire il divario esistente tra non introduzione o sospensione dei trattamenti artificiali ed eutanasia, e ancora tra non accanimento terapeutico ed eutanasia, nelle malattie terminali. Infatti, è solo attraverso la consapevolezza che si può cercare di rendere meno arbitrario il momento delle decisioni di fine vita.

3) l’intensivista non può, non deve essere lasciato solo a fare le scelte. E’ indispensabile una condivisione quanto più ampia possibile, con se stessi, con il paziente e/o con i familiari, il gruppo di lavoro e con la società, perché questa rende la scelta emotivamente meno gravosa.

4) è normale che vi siano diverse opinioni rispetto a questo enorme problema, anche perché sono diversi in ognuno di noi gli elementi valoriali della vita e della morte. Non esiste la scelta etica “unica”, giusta a priori, deve esistere un processo etico che porta a una decisione etica che supera la sensibilità personale e che diventa condivisa, per un’etica condivisa, per una scelta etica condivisa.

5) in questo processo è necessario conoscere i desideri del paziente per essere in sintonia con le sue scelte, rispettando il fatto che possono cambiare continuamente in relazione all’adattamento alla malattia e di fronte alla sua stessa possibilità di morte immediata.

6) nella “terminalità” dovrebbe ritornare “la morte a casa”. Per far questo è necessario che si cominci a formare prima i medici sui limiti della rianimazione, poi i pazienti, i familiari, tutti, per comprendere che c’è un momento dove “non c’è più niente da fare” portando o mantenendo il paziente in ospedale, ed è importante che questo non comporti per chi opera una mancata assistenza.

7) il “non c’è più niente da fare” è anche gravoso emotivamente per l’intensivista, che sopporta su di sé le sue stesse emozioni e quelle riverberanti dai pazienti, familiari tutti. L’intensivista non è un esecutore (stacca, non stacca la spina), è un uomo anch’esso inserto nel processo di cura, e deve quindi essere dotato di strumenti per tollerare il suo stesso lavoro, come attraverso la metodologia della rivalutazione narrativa in gruppo degli operati. E’ necessario per tollerare riprendere il contatto emotivo con ciò che si fa nel lavoro, produrre narrazioni, riflessioni su ciò che si fa, e su come viene maturata la decisione.

8 )  infine bisogna comprendere che nel pensare alla morte, si pensa pure alla vita, perché purtroppo sempre più spesso le Unità di Terapia Intensiva accolgono pazienti senza possibilità terapeutiche, mettendo in crisi l’assistenza ai pazienti acuti.

9) ed in ultimo il nostro augurio è che partendo da questi incontri tra persone interessate si possa anche arrivare a coinvolgere la società

L’incontro è stato riportato su Timeoutintensiva in 3 interessanti articoli

Quindi per dare uno Sguardo si insieme al problema del Fine vita seguendo il dibattito da noi sostenuto basta leggere in maniera sequenziale i tre articoli sotto riportati:

A) Riflessioni sui trattamenti di fine vita: leggendo qua e là gli atti del congresso esicm 2007, Che potete trovare Cliccando qui curato da Serafina Ardizzone, Timeoutintensiva.it.

B) Prima tranche di discussione tra gli intervenuti al dibattito

Fine Vita: Chi Decide, Come?  che trovate Cliccando qui

con il parere degli intensivisti e la trascrizione curata da Francesca Sapuppo, Timeoutintensiva.it

C) Seconda e Ultima tranche di discussione tra gli intervenuti al dibattito

Fine Vita: Altre Realtà Fuori Dalla Terapia Intensiva…  Che trovate Cliccando qui

Curatrice della trascrizione: Francesca Sapuppo, Timeoutintensiva.it

Buona Lettura, e speriamo che, alla fine della stessa, vi sarete chiariti le idee sul complesso argomento trattato, e su quante domande pone ad ognuno di noi il problema della Fine della Nostra Vita

Timeoutintensiva.it, N°13, Cover/Focus, Maggio 2010

6 maggio 2010

News: Italia – Controlli Antidroga Anche Su Medici E Infermieri

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Italia – Controlli Antidroga Anche Su Medici E Infermieri

Dopo piloti di aereo, conducenti di mezzi pubblici, macchinisti e tassisti, ora tocca a medici, infermieri e ostetriche: anche queste categorie saranno presto sottoposte per legge a controlli periodici per verificare se assumono droga. Perche’ si vuole prevenire che, come nel caso del ginecologo napoletano, possano intervenire sui pazienti mentre sono sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il provvedimento, ha spiegato  il capo del Dipartimento nazionale politiche antidroga Giovanni Serpelloni, e’ in dirittura d’arrivo: presto sara’ al vaglio della Conferenza Stato-Regioni per un’intesa. E si sta valutando di inserire nell’elenco anche gli insegnanti.

Interessati, ha precisato Serpelloni, saranno medici e personale sanitario che sono a diretto contatto con i pazienti, quindi non gli amministrativi o alcune tipologie come i medici legali. In pratica, si vuole uniformare l’attuale elenco delle categorie lavorative considerate “a rischio” che devono effettuare periodici controlli sul consumo di alcol con l’elenco delle categorie che già ora – piloti di aerei, autisti di mezzi pubblici, lavoratori edili che lavorano a una certa altezza – vengono sottoposte a periodici controlli antidroga.  Gli insegnanti potrebbero rientrare in quest’ultima tipologia di controlli. Il provvedimento, un “atto di intesa”, è alla “limatura” finale, dopodich‚ passerà al vaglio della Conferenza Stato-Regioni.

Le prime reazioni: infermieri e anestesisti si dicono “pronti” a sottoporsi ai test.

da Aduc Notizie Salute

News: Roma: Biotestamento: Uno Spettacolo Per Spiegarlo. In Scena Anche Marino Ed Englaro  

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Biotestamento: Roma: Uno Spettacolo Per Spiegarlo. In Scena Anche Marino Ed Englaro

Andrà in scena lunedì sera 21 febbraio al Teatro Sala Umberto di Roma lo spettacolo teatrale Le ragioni del cuore: testamento biologico, sentimenti e diritti a confronto. Una rappresentazione che cerca di raccontare il rapporto con la vita, con la sua fine e con la malattia. In scena, eccezionalmente, anche il senatore Ignazio Marino e Beppino Englaro, il padre di Eluana.  Sarà “Un reading poetico letterario” così il regista Corrado Accordino definisce lo spettacolo teatrale che avrà luogo per una sola serata a Roma, lunedì 21 febbraio alle 21,00. Un “happening” sul testamento biologico che nello sviluppo narrativo si avvale della recitazione, dei contributi video e della musica. Uno spettacolo multimediale quindi per parlare di diritti individuali, del rapporto con la vita, con la sua fine e anche con la malattia. Tra gli attori, che racconteranno con il linguaggio universale dell’arte il complesso intreccio di emozioni e ragioni legate al testamento biologico, oltre a Simona Marchini anche il senatore Ignazio Marino e Beppino Englaro.

da quotidiano sanità

News: I Chirurghi Italiani: “Italia Faccia Come Inghilterra, Meno Politica, Più Medici”  

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I Chirurghi Italiani: “Italia Faccia Come Inghilterra, Meno Politica, Più Medici”

Meno manager, potere ai medici, più infermieri, tagli alla burocrazia. “Per noi medici e chirurghi ospedalieri leggere i concetti base” della riforma sanitaria del Governo inglese “provoca un profondo senso di invidia”. È quando dichiara Rodolfo Vincenti, il presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi), “convinti, ed ogni giorno lavorativo in più ci rafforza nel convincimento, che la politica sia troppo presente ed invasiva nella gestione tecnica della salute”. Secondo Vincenti, i chirurghi, “che tra l’altro, e forse non a caso, si stanno progressivamente riducendo di numero, vedono intorno a loro crescere il numero di esperti, consulenti amministrativi, manager totipotenti, commissari, gestori di risorse, verificatori di risultato, ecc. molto spesso strutturati e con numerosi collaboratori nelle cosiddette Unità operative di struttura complessa; il tutto moltiplicato per il numero imponente delle Asl, delle aziende ospedaliere maggiori o minori che siano. Chissà se mai qualcuno ha calcolato quali siano i costi relativi di tale ‘governance’ e quali i risultati prodotti. Certo che, per quanto riguarda questi ultimi, almeno nella maggior parte delle Regioni, sembrano essere molto, ma molto deludenti per non dire scarsi”.

Il presidente dell’Acoi plaude invece all’iniziativa del Governo inglese di Cameron, che ha avuto “il coraggio politico di analizzare la problematica ed oggi propone una vera ed epocale rivoluzione organizzativa” che dovrebbe portare a meno intermediazione e rapporti più diretti col cittadino, con i medici, soprattutto i medici di famiglia, deputati a gestire e coordinare i 2/3 degli investimenti statali.

“Da troppo tempo ed almeno per il momento inutilmente – conclude il presidente dell’associazione dei chirurghi -, l’Acoi chiede con forza alla politica di fare un passo indietro e di provvedere, con ampie ed organiche riforme strutturali, a bilanciare il carico di diffuse e talvolta incomprensibili responsabilità, con la sempre più ridotta autonomia gestionale. Chissà se la spallata del Governo dell’Inghilterra farà riflettere il Governo dell’Italia. Noi lo speriamo vivamente”.

da http://www.quotidianosanita.it/

Il sito della Acoi : http://www.acoi.it/