Archivio mensile:marzo 2011

News: Lampedusa: Oms E Ministero della Salute: “Pericolo Di Epidemie”.

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Lampedusa: Oms E Ministero della Salute: “Pericolo Di Epidemie”.

Le condizioni igienico sanitarie a Lampedusa sono davvero al limite. Il sovraffollamento dei centri  di accoglienza dell’isola rende alto il rischio di diffusione di malattie infettive “trasmissibili per via oro fecale e respiratoria”. È questa la conclusione alla quale sono giunti gli esperti del Ministero della Salute e dell’Organizzazione mondiale della Sanità dopo un sopralluogo congiunto di due giorni nella zona.

Quella di Lampedusa è una situazione che desta davvero forti preoccupazioni nell’autorità adibite al controllo della salute. Non solo quindi i rilievi effettuati dallo Stato italiano, ma anche quelli portati avanti dall’ufficio regionale per l’Europa dell’OMS, rivelano scarse condizioni igieniche e possibili problemi fisici per tutti coloro che sono stipati all’interno dei centri ormai straripanti. Il problema non risiede solo nello sviluppo di patologie trasmissibili con facilità, ma anche nella connotazione endemica che le stesse avrebbero a causa del sovraffollamento. Le conclusioni stilate dagli esperti verranno rese note nella loro interezza nel corso della Conferenza Internazionale prevista a Roma il prossimo 13 aprile 2011: una tavola rotonda nata dalla collaborazione dell’Italia, della Commissione Europea, dell’OMS/Europa e di tutti i paesi europei coinvolti nel fenomeno migratorio proveniente dai paesi africani. Si tratta di una riunione che metterà il punto sulla coordinazione degli aspetti sanitari della crisi

Fonte: Medicina Live

Obesità, Raddoppia Rischio Complicazioni Respiratorie Sotto Anestesia Generale

Obesità, Raddoppia Rischio Complicazioni Respiratorie Sotto Anestesia Generale

I pazienti obesi hanno il doppio delle probabilità di sviluppare complicazioni alle vie respiratorie sotto anestesia  generale rispetto ai soggetti non obesi. A dirlo è un recente studio britannico che dimostra, oltre al rischio più alto che insorgano problemi respiratori, come un semplice strumento in unità di terapia intensiva, il capnografo, potrebbe ridurre la mortalità e i danni cerebrali diretta conseguenza delle complicazioni respiratorie in anestesia generale.
Lo studio, pubblicato in due parti sulla versione online del British Journal of Anaesthesia, è il risultato di un anno di lavoro di un’équipe di ricerca del Royal College of Anaesthetists (RCoA) e della Difficult Airway Society e sarà presentato proprio oggi al meeting della RCoA.
Oltre al rischio due volte maggiore per i pazienti obesi di sviluppare seri problemi delle vie respiratorie durante l’anestesia, lo studio ha anche scoperto che i pazienti con obesità grave sono quattro volte più esposti a questa eventualità. Inoltre, i pazienti obesi avevano più probabilità di morire se sopraggiungevano complicazioni delle vie aeree in terapia intensiva. Alcuni pazienti obesi sono morti per complicazioni dovute all’anestesia generale, per interventi chirurgici che avrebbero potuto essere eseguiti in anestesia locale (in cui solo una parte del corpo del paziente viene anestetizzata).

News: Comunicato Stampa AAROI: “La Direzione Dei Centri Di Terapia Del Dolore Va Affidata Agli Anestesisti”

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Comunicato Stampa AAROI: “La Direzione Dei Centri Di Terapia Del Dolore Va Affidata Agli Anestesisti”

“L’unico specialista attualmente in grado di gestire la terapia del dolore nel suo complesso è l’anestesista rianimatore, alla sua professionalità andavano quindi affidate per legge le strutture semplici e complesse di terapia del dolore – è la convinzione di Vincenzo Carpino, presidente dell’AAROI-EMAC, Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica, intervenuto ieri al convegno “Malattia Dolore: Cura, Modello e Rete Territoriale” patrocinato anche dall’Associazione -. È innegabile il ruolo fondamentale svolto dagli anestesisti rianimatori nella nascita e nello sviluppo della terapia del dolore e delle cure palliative. La natura multidisciplinare della formazione anestesiologica e la caratteristica della disciplina di trattare il paziente nel suo complesso fanno dell’anestesista rianimatore un professionista completo. D’altra parte, allo stato attuale, solo nelle Scuole di specialità in anestesia e rianimazione è prevista dal 1986 una specifica formazione che comprende anche procedure invasive di elevata complessità. Eppure – afferma Carpino – la Legge 38 non ha riconosciuto questo ruolo fondamentale, praticamente ignorando che gli ambulatori e le strutture semplici e complesse di terapia del dolore sono già capillarmente diffuse grazie agli anestesisti rianimatori che le gestiscono nel 70 – 80% dei casi. Il modello di unità operative semplici di terapia del dolore e cure palliative, annesse ad ogni sevizio di anestesia e rianimazione, associate ad una unità operativa complessa per provincia è operativo da oltre venti anni in Veneto ed altre regioni seguono modelli simili. Confermare questa organizzazione ed integrarla nella rete territoriale non farebbe che rispettare l’intento della legge; si sfrutterebbero così strutture già esistenti e la professionalità degli anestesisti. E’ necessario distinguere – spiega il Presidente AAROI-EMAC – fra “dolore sintomo” di malattia, il cui trattamento compete a chi tratta la patologia e “dolore malattia” che entra in un ambito di complessità tale per cui le parti vanno invertite: l’anestesista deve essere lo specialista di riferimento, gli altri specialisti saranno i consulenti. Non sarebbe infatti storicamente né scientificamente giustificabile che i presidi della rete di terapia del dolore venissero affidati ad un diverso specialista la cui competenza in materia, pur elevata, non potrebbe che essere parziale. In prospettiva – conclude Carpino – ci auguriamo che il Ministero della Salute e in particolare le Regioni, che in sanità hanno una grande autonomia organizzativa e gestionale, vogliano tener conto di questo patrimonio di professionalità e decidano di confermare o di affidare a questi specialisti la Direzione dei Centri di Terapia del dolore”.

Milano, 26 marzo 2011

News: Pisa Avra’, Prima Citta’ In Italia, La Bici-Ambulanza

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Pisa Avra’, Prima Citta’ In Italia, La Bici-Ambulanza

Pisa Avra’, Prima Citta’ In Italia, La Bici-Ambulanza, una due ruote dotata di defibrillatore, per intervenire tempestivamente anche nelle aree pedonali, piu’ difficilmente raggiungibili dai veicoli a motore destinatial soccorso. L’innovativa bicicletta e’ stata presentata stamani: sara’ affidata alla polizia municipale e il Comune ha gia’ in programma di acquistarne altre. Ogni defibrillatore costa 1.200 euro, ma assicura l’ideatore del progetto, il cardiologo Maurizio Cecchini, ‘aumentando la produzione si ottengono dalle aziende prezzi inferiori’.

In Europa questo genere di soluzioni a servizio della collettivita’ e’ gia’ molto diffuso, mentre in Italia, e’ stato spiegato, si tratta del primo caso in assoluto

dalla Stampa Regionale

News: Sindrome Di Quirra: Pastori Uccisi Dall’uranio? Salme Da Riesumare. Video

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Sindrome Di Quirra: Pastori Uccisi Dall’uranio? Salme Da Riesumare. Video

Venti allevatori in Sardegna morti tra il 1980 e il 2010 per tumori emolinfatici. Lavoravano vicino al poligono di Perdasdefogu-Salto di Quirra. È colpa dell’uranio? «Riesumate quelle salme!». Lo ordina il procuratore della Repubblica di Lanusei (Ogliastra) Domenico Fiordalisi, nella sua inchiesta sulle morti tra il personale militare e civile che ha lavorato nel Poligono sperimentale interforze di Perdasdefogu-Salto di Quirra o nelle aree circostanti.  I venti allevatori si ammalarono dopo aver condotto al pascolo il loro gregge sui terreni intorno all’area militare.

Fiordalisi ha deciso di riesumare i resti dopo le relazioni tecniche fatte dai veterinari della Asl che hanno esaminato tutti gli allevamenti di bestiame dell’area attorno al Poligono di Quirra. Le cifre sono impressionanti: che il 65% degli allevatori si è ammalato di leucemia e molti agnelli sono nati deformi.  Il magistrato si è convinto che era necessario esaminare le salme anche dopo la scoperta di materiali radioattivi in alcuni magazzini del poligono, rinvenuti durante i sopralluoghi condotti da Maria Antonietta Gatti, responsabile del Laboratorio dei biomateriali del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Modena e Reggio Emilia), e dal fisico nucleare Paolo Randaccio, dell’Università di Cagliari. I resti, probabilmente a partire dalla prossima settimana, saranno analizzati dal fisico nucleare Evandro Lodi Rizzini, direttore del Dipartimento di Chimica e fisica dell’Università di Brescia e membro del Cern di Ginevra. Il procuratore Fiordalisi ha chiesto al perito di eseguire gli esami con metodiche che consentano di individuare eventuali tracce di contaminazioni radioattive o tossiche. Lodi Rizzini sarà affiancato da un medico legale.

Nel fascicolo processuale contro ignoti aperto dalla procura di Lanusei, diventato col passare dei giorni sempre più voluminoso, ora figurano due nuovi capi di imputazione: omicidio plurimo colposo con dolo e disastro ambientale.


Fonte: Stampa Quotidiana, You Tube.