Archivio mensile:marzo 2011

Psicologia Dell’immersione: “Immersione In Relitto: Rischio E Incidenti Nello Sport Subacqueo” di Jennifer Hunt

Articolo Scientifico

Psicologia Dell’immersione:

“Immersione In Relitto: Rischio E Incidenti Nello Sport Subacqueo”

di Jennifer Hunt

Articolo pubblicato su Psychoanalytic Quarterly, LXV, 1996, pp. 591-622

[traduzione a cura di Salvatore Capodieci e Maria Luisa Gargiulo]

Questo articolo utilizza la teoria psicoanalitica per prendere in esame la sfida del rischio e di incidenti nel caso di un subacqueo. Vengono esaminati i conflitti inconsci che sembrano alimentare il coinvolgimento del sommozzatore nelle immersioni profonde fino a portarlo vicino ad un incidente fatale per malattia da decompressione. Particolare attenzione viene rivolta al ruolo che svolge il padre del subacqueo nell’evoluzione delle fantasie pre-edipiche ed edipiche e nei conflitti che sembrano essere associati all’incidente. Lo studio si basa su interviste effettuate a persone che praticano la subacquea ricreativa e a subacquei tecnici… Per continuare a leggere Clicca qui

Timeoutintensiva.it, Technè, N°10 Luglio 2009

Stato Vegetativo E Accanimento Terapeutico: Cosa Ne Pensano I Familiari

Articolo Scientifico

Stato Vegetativo E Accanimento Terapeutico: Cosa Ne Pensano I Familiari

P. Chiambretto, C. Guarnerio
Servizio di Psicologia, Cooperativa Vitaresidence, Guanzate (CO), Legnano (MI)

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia Supplemento A, Psicologia © PI-ME, Pavia 2007; Vol. 29, N. 1: A12-A18

http://gimle.fsm.it

per gentile concessione

I passi avanti compiuti dalla medicina in tutti i suoi settori ci confrontano sempre più spesso con questioni che non sono più solo di tipo clinico, ma che inevitabilmente ci
pongono di fronte a interrogativi di tipo etico e morale. Le patologie croniche, le condizioni terminali, gli stati vegetativi sono solo alcuni dei più comuni esempi di condizioni cliniche che impongono al sanitario anche una riflessione (e una scelta?) di tipo etico. Gli strumenti che la medicina mette nelle mani dei sanitari sono tali da portarli a riflettere non solo sulla validità clinica di una scelta ma anche sulla opportunità di intraprenderla, sulla proporzionalità dell’intervento. Si pone sempre più frequentemente la necessità di calibrare l’intervento tra l’opportuno e l’eccessivo, per fare questo non sempre è sufficiente la competenza tecnica, ma intervengono
altri fattori più personali e difficili da standardizzare rispetto al significato stesso della vita e della sua qualità. Al giudizio tecnico-scientifico degli operatori del settore fa da corollario la voce dei familiari. Una voce gravata dal peso dell’assistenza, dal dolore per la condizione che stanno vivendo, dalla difficoltà di comprendere un linguaggio anche tecnico che non padroneggiano.

Il presente lavoro è un’indagine preliminare condotta con 32 familiari di pazienti in stato vegetativo o a minima responsività, sia ricoverati in strutture di lungodegenza sia gestiti al domicilio, rispetto alla conoscenza del concetto di accanimento terapeutico e di quali elementi della quotidianità del paziente possano configurarsi, a loro parere, come accanimento… Vai all’articolo Cliccando qui

Timeoutintensiva.it, N°11/12, Focus, Dicembre 2009

News: Oggi È La Giornata Mondiale Del Rene.

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Oggi È La Giornata Mondiale Del Rene.

Un lavoro silenzioso ma importante, quello svolto dai reni. Eppure quanto ne sappiamo di questi organi vitali e cosa facciamo per tutelarli e proteggerli dalle malattie? Un’occasione preziosa per informarsi ed effettuare un controllo gratuito la si avrà il prossimo 10 marzo, data in cui ricorre la Giornata mondiale del rene, iniziativa giunta ormai alla sua sesta edizione. Obiettivo della campagna, nelle oltre cento nazioni aderenti, sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione delle patologie renali, veicolando una corretta informazione su questi organi e sulla loro salute, spesso lacunosa, con conseguenze deleterie per i pazienti. I dati sulla conoscenza delle patologie a carico del rene sono a dir poco preoccupanti. Basti pensare che in Italia, benché il 10% delle popolazione adulta sia a rischio di malattia renale cronica, il 60% delle persone non sa perché i reni si ammalano. Nel mondo, stando alle stime più recenti, sarebbero circa due milioni e mezzo i pazienti in dialisi, solo l’Italia ne conta cinquantamila. La Fondazione Italiana del Rene e la Società Italiana di Nefrologia faranno tappa nelle scuole, nelle piazze e nei reparti di nefrologia, nell’ambito dell’iniziativa Nefrologie Aperte, effettuando test per la misurazione della pressione e l’esame delle urine, ma anche distribuendo materiale informativo. Per arginare il danno renale, è fondamentale tenere sotto controllo diabete e pressione arteriosa, scongiurando al contempo il rischio di insorgenza di malattie cardiache. Testimonial della campagna italiana per i reni quest’anno è il calciatore Gianni Rivera, che ha registrato uno spot video ed audio che verrà trasmesso sugli autobus, al cinema, in metropolitana, alla radio ed in tv. Per saperne di più sulla piazza o l’ospedale più vicino a voi per sottoporsi agli esami gratuiti, consultate il sito dedicato alla Giornata mondiale del rene al Link:

www.fondazioneitalianadelrene.org.

Potete inoltre scaricare il Booklet sugli eventi della Giornata Cliccando qui

News: Libia: Msf Ha Consegnato 22 Tonnellate Di Medicine E Altro Materiale

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Libia: Msf Ha Consegnato 22 Tonnellate Di Medicine E Altro Materiale

A Bengasi 1.800 feriti in 5 giorni, difficile accesso a ovest

Medici Senza Frontiere (Msf) da fine febbraio, cioè da quando le equipe dell’ong sono entrate in Libia attraverso la frontiera con l’Egitto, ha consegnato alla farmacia centrale di Bengasi ventidue tonnellate di materiale medico, che comprende farmaci, kit per le ustioni, materiale di sutura, fissatori esterni, fasciature. L’organizzazione fa sapere in un comunicato che medici di diverse località in Libia hanno richiesto il supporto di Msf, ma l’accesso alle zone più ad ovest resta ancora molto difficile. Msf sta inoltre considerando tutte le opzioni per trasportare altre medicine e materiali medici via terra e anche via mare. Nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Ajdabiya, nell’est della Libia, Msf è presente con un infermiere di sala operatoria che assiste i medici della struttura, come da loro richiesto dopo che i nuovi scontri a Ras La Nuf hanno provocato altri feriti. Contemporaneamente le equipe di Msf stanno portando materiali e stanno valutando la situazione in varie strutture mediche di Bengasi e in alcune località della Libia orientale. A Bengasi, le strutture mediche hanno dovuto far fronte a più di 1.800 feriti in solo cinque giorni di violenza a febbraio. Il 3 marzo, le equipe di Msf hanno visitato l’ospedale della città di Ajdabiya, a 160 chilometri da Bengasi, vicino a Brega, dove sono avvenuti gli scontri. Le equipe di Msf stanno tentano di entrare a Brega e in altre località della Libia al centro degli scontri. Dal 23 febbraio un’equipe di Msf è presente al confine fra Tunisia e Libia ed è pronta a inviare materiale medico non appena si aprirà la frontiera. Circa 94mila persone nei giorni scorsi sono fuggite dalla Libia attraverso il confine con la Tunisia. Dal 3 marzo è diminuito il flusso di persone che attraversano la frontiera, secondo Msf: da 8-14mila persone al giorno si è passati a una media di circa 2.500.
L’organizzazione ha avviato inoltre un programma di assistenza psicologica, dato che molte persone sono state testimoni o hanno subito varie forme di violenza quando si trovavano in Libia e hanno grande incertezza sul proprio futuro. A quanto viene riferito, i feriti non sono autorizzati a uscire dalla Libia, ci sono pochissimi casi di persone ferite che hanno potuto attraversare la frontiera con la Tunisia e le equipe mediche e le forniture di materiali sono bloccate sul lato tunisino. Msf sta pertanto cercando in ogni modo di trasportare, in Libia, i materiali e le medicine richieste dai medici locali.

Per Approfondire Leggi sul Sito di MSF Cliccando qui


News: Facebook, Ecco Il Testamento (Biologico) Sull’ Identità Digitale

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Facebook, Ecco Il Testamento (Biologico) Digitale

In Italia si discute da anni di una legge sul testamento biologico, il documento scritto per garantire il rispetto della propria volontà in materia di trattamento medico (somministrazione di farmaci, sostentamento vitale, rianimazione, etc.) anche quando non si è in grado di comunicarla. Proposte di legge, lunghi dibattiti in Parlamento e fuori, campagne di informazione e mistificazione. Senza giungere ad alcuna conclusione. Alla Camera il testo della legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento è in discussione in questi giorni, ma i deputati voteranno solo ad Aprile. Poi si passerà al Senato. Nel frattempo, l’ Associazione Luca Coscioni lancia una provocazione: in caso di morte, cominciamo a far valere la nostra volontà almeno su Facebook.

Realizzata in collaborazione con Ninja Lab e la web agency Mikamai, arriva quindi una applicazione dal nome esaustivo, The Last Wish (ovvero l’ultimo desiderio), che garantisce il controllo sul proprio profilo anche post mortem. Grazie a questa applicazione, l’utente può scegliere due esecutori testamentari che, in caso di morte dell’utente, possono attivare la pubblicazione di un messaggio prestabilito che comparirà sul profilo del deceduto. Si possono anche scrivere messaggi privati a una serie di persone, per dare l’ ultimo saluto. Del resto, con 500 milioni di iscritti, Mark Zuckerberg e compagni farebbero bene a porsi il problema. Tuttavia, Facebook non ha ancora preso una posizione precisa in merito, limitando a fornire agli utenti un servizio di segnalazione per il decesso di un utente.

the last wish su facebook

The Last Wish, che nasce come una provocazione ironica, vuole in realtà sensibilizzare su temi importanti e attuali come quello del testamento biologico e dell’ identità digitale post mortem ai tempi di Internet. Una volta scaricata la app, l’utente viene indirizzato al sito dell’Associazione Luca Coscioni dove si ha la possibilità di depositare il proprio testamento biologico in forma cartacea.

E intanto nel Regno Unito è partita un’iniziativa che vede la collaborazione tra Facebook e l’Associazione Samaritans per ridurre il numero di suicidi annunciati sul Web. Il social network di Zuckerberg ha creato sia una sezione apposita per il supporto a persone che hanno intenzione di togliersi la vita (anche se forse è di cattivo gusto inserirla nell’ambito della segnalazione degli abusi) e un modulo che permette di comunicare i contenuti che fanno riferimento al suicidio. Una volta ricevuta la segnalazione, Facebook valuta quanto i segnali siano preoccupanti e in caso avverte autorità o associazioni del paese da cui proviene l’avvertimento. Come, nel caso del Regno Unito, l’associazione Samaritans o altre con cui ci sia un accordo.

da wired.it