Archivio mensile:marzo 2011

Psicosi In Terapia Intensiva Ed Autonomia Del Paziente: Alcune Riflessioni Dall’interno

Articolo Scientifico

Psicosi In Terapia Intensiva Ed Autonomia Del Paziente: Alcune Riflessioni Dall’ Interno

dr.ssa C. Misak

Interim Vice-President and Provost University of Toronto, Canada

Traduzione dalla lingua inglese e riduzione dell’articolo (a cura del dr. S. Vasta*):
ICU Psychosis and Patient Autonomy: Some Thoughts from the Inside.
dr.ssa MISAK C. – Journal of Medicine and Philosophy, 30:411–430, 2005

*Presidente Ass. Non Profit I.Change

Abstract

Una Foto di Diane Arbus, richiamata nell'articolo

Vorrei attingere alla mia esperienza di essere stata paziente in UTI (Unità di Terapia Intensiva) per fare alcune riflessioni pratiche, etiche, filosofiche circa la cura di questi pazienti nei reparti di cure intensive.
Il tema ricorrente da me trattato in questo lavoro sarà le psicosi in UTI.
Io suggerisco che i pazienti dovrebbero essere educati ed istruiti prima delle loro dimissioni; Discuterò sugli ostacoli che si potrebbero incontrare nel fare questo; Ritengo che dobbiamo ripensare l’autonomia dei pazienti alla luce di queste problematiche, e propongo che bisogna ripensare alla disgregazione del se di fronte a questi problemi…

… Per Leggere questo interessante articolo sulle psicosi che scaturiscono a volte durante un ricovero in ICU ed il racconto che ne fa la protagonista Cheryl Misak, Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°8, Focus, Dicembre 2008

Fast-Track

Articolo Scientifico

Fast-Track

Dr. Salvina Matranga, Intensivista

Associazione i.Change Onlus- Timeoutintensiva OpeNetwork

Per Fast Track s’intende una tecnica multimodale e interdisciplinare usata nei pazienti sottoposti a chirurgia elettiva; il cui obiettivo è quello di facilitare l’intero percorso ospedaliero ( ricovero- intervento – dimissione ) e non soltanto con una rapida dimissione ma anche con una precoce ripresa della normale attività della vita quotidiana.

Tutto questo mantenendo elevati margini di sicurezza e qualità di prestazioni, e quindi abbattendo lo spreco e risparmiando così risorse economiche. Nei paesi scandinavi questa realtà si è già consolidata. Infatti in questa esposizione vengono riportate le esperienze e gli studi fatti già a partire dal 2001 dal dipartimento di chirurgia del Karolinska Hospital di Stoccolma e di altri ospedali scandinavi con lo studio ERAS (Enhanced Recovery After Surgery ). Questa metodica richiede una riorganizzazione specifica in cui è fondamentale l’interfacciarsi tra le varie figure professionali (anestesista –chirurgo –infermiere) e dove l’anestesista gioca un ruolo chiave, divenendo medico del perioperatorio, e richiede percorsi appositamente studiati… Continua Cliccando qui
Timeoutintensiva.it, N°6, Focus, Giugno 2008

News: Cassazione: Dimissioni Ospedaliere Vincolate Alle Condizioni Del Paziente, Non Da Linee Guida

News

Cassazione: Dimissioni Ospedaliere Vincolate Alle Condizioni Del Paziente, Non Da Linee Guida

La sentenza riguarda il caso di un paziente morto il giorno in cui fu dimesso. Il medico, condannato per omicidio colposo in primo grado per dimissioni “frettolose”, era stato assolto dalla Corte d’Appello. Ora, però, dovrà tornare davanti ai giudici. Lo ha stabilito la IV Sezione penale della Corte di Cassazione sottolineando che la dimissione doveva essere decisa in base alle condizioni del paziente e non nel mero rispetto delle linee guida.   03 MAR – “Nel praticare la professione medica, il medico deve, con scienza e coscienza, perseguire un unico fine: la cura del malato (…) senza farsi condizionare da esigenze di diversa natura, da disposizioni, considerazioni, valutazioni, direttive che non siano pertinenti rispetto ai compiti affidatigli dalla legge e alle conseguenti relative responsabilità”. Con questa motivazione la IV Sezione penale della Corte di Cassazione ha rinviato un medico di fronte al giudice, accogliendo il ricorso della Procura della Repubblica e dei familiari di un uomo deceduto il giorno stesso in cui fu dimesso dall’ospedale di Busto Arsizio (ecco il testo integrale della sentenza, anticipata dal Sole 24 Ore). La colpa del medico sarebbe quella di aver dimesso il paziente dopo 9 giorni da un intervento cardiaco, come previsto dalle linee guida, ma sottovalutando la gravità delle sue condizioni di salute, che poche ore dopo le dimissioni hanno portato all’arresto cardiaco. Secondo i periti, infatti, se l’uomo non fosse stato dimesso sarebbe sopravvissuto per le rapide cure che avrebbe ricevuto in reparto. Il medico era stato quindi accusato di omicidio colposo. Condannato in primo grado, aveva però successivamente ottenuto l’assoluzione da parte della Corte d’Appello di Milano. La Cassazione, però, ha deciso l’annullamento della sentenza e il rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello.

Secondo i giudici della Cassazione, infatti, “nulla si conosce dei contenuti di tali ‘linee guida’, né dell’autorità dalle quali provengono, né del loro livello di scientificità, né delle finalità che con esse si intende perseguire, né è dato di conoscere se le stesse rappresentino un’ulteriore garanzia per il paziente ovvero, come sembra di capire dalla lettura delle sentenze in atti, altro non siano che strumenti per garantire l’economicità della gestione della struttura ospedaliera”. “Se le linee guida richiamate dai giudici (…) e addotte dall’imputato a giustificazione della decisione di dimettere (…) dovessero rispondere solo a logiche mercantili – si legge nella sentenza della Cassazione -, il rispetto delle stesse a scapito del malato non potrebbe costituire per il medico una sorta di salvacondotto, capace di metterlo al riparo da qualsiasi responsabilità penale e civile, o anche solo morale”. Il medico infatti, affermano i giudici, “risponde anche a un preciso codice deontologico” e “non è tenuto al rispetto di quelle direttive, laddove esse siano in contrasto con le esigenze di cura del paziente, e non può andare esente da colpa ove se ne lasci condizionare, rinunciando al proprio compito e degradando la propria professionalità e la propria missione a livello ragioneristico”.

03 marzo 2011

da http://www.quotidianosanita.it/

News: Cina: Licenziati Per Malattia, Causata dallo Stesso Impianto dove Lavoravano

News

Cina: Licenziati Per Malattia, Causata dallo Stesso Impianto dove Lavoravano

La Wintek, un’azienda taiwanese che fabbrica componenti per l’iPhone della Apple, ha rifiutato di rinnovare i contratti di alcuni lavoratori del suo impianto cinese di Suzhou, che sono rimasti intossicati dalle sostanze chimiche usate nel processo produttivo. Cento operai rimasti senza lavoro, scrive The Straits Times, hanno ricevuto risarcimenti tra gli undicimila e i ventimila euro, ma dopo aver irmato un documento che solleva la Wintek da ogni responsabilità. Altre vittime continuano a lavorare nella speranza che l’azienda copra le spese mediche.

da http://www.straitstimes.com/

News: Il Caso : Consulta, Terremoto Nella Sanità
 Annullate Migliaia Di Assunzioni

News:

Il Caso

Consulta, Terremoto Nella Sanità Pugliese: Annullate Migliaia Di Assunzioni

Quelli che temevano di più la sentenza della Corte costituzionale, i lavoratori “schiavizzati” da aziende di servizi che speravano di essere internalizzati dalle società in house costituite dalle Asl, saranno i meno colpiti dal giudizio della Consulta: potranno anche essere assunti nelle società pararegionali, ma possono scordarsi un contratto a tempo indeterminato. La legge 4 del 2010, quella che dettava norme urgenti in materia di sanità e di servizi sociali, è stata praticamente decimata in tutti gli articoli studiati ad hoc per declinare al passo la precarietà del lavoro nel sistema sanitario pugliese. Dopo la relazione del giudice Sabino Cassese, per migliaia di lavoratori che erano stati stabilizzati, assunti a tempo indeterminato, c’è la barriera insormontabile della Consulta.
Quello che è stato smontato è il complesso delle stabilizzazioni e delle assunzioni. Per esempio è incostituzionale la norma che consentiva ai dirigenti medici di restare in servizio dopo cinque anni in una disciplina diversa di quella per la quale erano stati assunti. È illegittima anche la norma che ha permesso al personale a tempo indeterminato presso aziende o enti del servizio sanitario nazionale (SSN) ma in servizio a tempo determinato al 31 dicembre 2009 presso un’azienda o ente del servizio sanitario della Regione Puglia, di restare in Puglia a tempo indeterminato. La mannaia dei giudici costituzionali colpisce anche la stabilizzazione degli ex Lsu in servizio da cinque anni nei servizi di riabilitazione, tossicodipendenze, assistenza domiciliare integrata e prevenzione. Così per i co. co. co adibiti al servizio di assistenza domiciliare, riabilitazione e integrazione scolastica. Salta la norma per i medici precari del 118 da almeno tre anni. A farne le spese sono anche i medici precari che lavoravano per l’Ares e quelli in servizio negli istituti penitenziari. Ce n’è anche per i direttori generali: non perderanno il posto, ma non potranno avere uno stipendio annuo superiore ai 111mila euro.
E ancora: non è valida la riserva del 50 per cento dei posti nei concorsi per gli interni tra i quali erano stati ripescati (in modo incostituzionale) anche i titolari di rapporto di lavoro a tempo determinato nelle asl per progetti finalizzati. Via dai concorsi anche la riserva del 10 per cento per i lavoratori in mobilità delle cliniche private. Illegittime anche le norme che non escludono dalle norme di stabilizzazione “il personale delle aziende ospedalierouniversitarie o, comunque, non prevedono un rinvio a protocolli di intesa tra università ed enti ospedalieri nè alcuna forma di intesa con il rettore”. La meno devastante delle censure costituzionali è appunto la parte che riguarda le internalizzazioni.

dalla Stampa Quotidiana on line