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Lo Studio del Campo Emotivo nel Determinismo dell’Azione Terapeutica.

Articolo Scientifico

Lo studio del campo emotivo nel determinismo dell’azione terapeutica.

D.Bongiorno*, M.F. Sapuppo* et AL

*Timeoutintensiva.it OpeNetwork, *Associazione i.Change ONLUS

Per cercare di comprendere come le emozioni intervengono nell’orientare l’azione terapeutica degli operatori di Terapia intensiva abbiamo iniziato il nostro studio usando, come momento privilegiato di osservazione, il momento delle “consegne” tra i Medici al cambio del turno di lavoro. Infatti, siamo partiti dall’ipotesi che questo non è solo un luogo di scambio di informazioni cliniche ma anche di emozioni…
Da questa osservazione si è rilevato che il Medico nel riferire le notizie e le condizioni cliniche dei pazienti non limita la sua comunicazione ai “fatti verificabili” clinicamente o strumentalmente, e ciò accade nonostante che la Terapia Intensiva sia una specialità altamente tecnologica. La tecnologia permette di esplorare velocemente e anche quantitativamente le funzioni vitali e consente di comprime molto i tempi diagnostici/terapeutici, e quindi di verificare spesso rapidamente ciò che si osserva o si opera.
Il Medico nella sua comunicazione riferisce soprattutto i “segni” dimostrativi, anamnestici e prognostici attribuiti e/o ricavati dalla osservazione del malato e dalla discussione con i familiari, e quindi li utilizza per confermare ipotesi ed in definitiva per giustificare le sue scelte di cura.
Ma oltre a ciò il curante, soprattutto quando vi è stata una intensa relazione di cura e di accudimento con il paziente, “espande la sua comunicazione nella supposizione di sintomi” che attribuisce verosimilmente al paziente, anche quando da questi non possono essere riferiti perché in coma o in condizioni estremamente critiche. In questi casi avviene ciò che accade nella relazione madre/figlio, in cui ad esempio la madre suppone che il figlio abbia dolore o altro. Poi il Medico, come in qualsiasi ragionamento clinico-medico, ha la capacità di dare al “supposto sintomo” valore di “segno”, e da ciò istaurare un iter diagnostico o terapeutico… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°0, Focus, Giugno 2006

Recensioni Musicali: Death Cab for Cutie

Plans

Death Cab for Cutie

2005 Atlantic

Plans è la definitiva consacrazione di una band creativa piena di slancio e di amore, forse non immemorabile ma pur degna di non rimanere nell’oblio di un’oceano musicale oggi senza confini. Non è facile come potrebbe sembrare realizzare album pieni di pop songs apparentemente disimpegnate senza cadere nel già sentito e farle assurgere ad un livello di splendore che va oltre l’ascolto elitario che in genere si riserva a questo tipo di musica.

Recensione a cura di Ugo Sottile

su Timeoutintensiva N°9 trovi la recensione Intera con la Discografia e gli approfondimenti… Clicca qui

Trduzione di ”What Sarah Said” (Gibbard/Harmer) – 6:20 dall’Album Plans

Quello Che Ha Detto Sarah

… ed è venuto il mio momento allora in cui ogni progetto è una piccola preghiera per generare tempo mentre mi fissavo le scarpe nell’ICU che puzzava di piscio e 409 e razionavo il mio respiro mentre mi dicevo che avevo già sopportato troppo per oggi mentre ogni picco discendente dell’LCD ti portava un po’ più lontano da me

tra distributori automatici e riviste vecchie di anni in un posto dove possiamo solo dire addio pungeva come un vento violento che al di fuori dei ricordi dipende da una macchina fotografica difettosa nelle nostre menti ma sapevo che tu eri una verità che avrei preferito perdere piuttosto che non essermi mai sdraiato accanto a te, e io davo un’occhiata in giro a tutti quegli occhi fissi a terra mentre la tv intratteneva se stessa

perché non c’è nessun conforto nella sala d’attesa, soltanto gente che passeggia nervosa preparandosi a cattive notizie, e poi l’infermiera passa e tutti solleveranno le teste, ma io sto pensando a quello che ha detto Sarah che:

“amare è guardare qualcuno morire”

così chi ti guarderà morire?

Recensioni Musicali: “Time Line” di Ralph Towner

Recensioni Musicali

Time Line (CD)

Ralph Towner

- 2006 ECM -

Un Ralph Towner solista nella tradizione dei più amati album come Diary, Solo Concert, Ana and Anthem, ma con suoni differenti dai precedenti. La registrazione è stata fatta nel mese di settembre del 2005 sulle montagne austriache nel monastero di San Gerold e Towner con la sua chitarra classica a 12 corde ha suonato in un’ acustica spaziosa e favorevole al suo strumento. “E’ sta un’esperienza molto diversa dalle mie registrazioni di studio”, dice Towner. “ho suonato senza cuffie proiettando la musica in questo grande spazio, molto cosciente del riverbero naturale della chiesa…”. Ralph Towner, che ha cominciato a registrare per i’ ECM nel 1972, guarda a Time Line come ad un “album che è realmente il mio percorso con la chitarra, un viaggio lungo che ancora sta sviluppandosi, che guarda al passato ma anche al futuro “… Continua qui

Timeoutintensiva, N°1, Music, Dicembre 2006

Le Idee: “La morte mi riguarda o riguarda solo il mio organismo?” di U. Galimberti

“La morte mi riguarda o riguarda solo il mio organismo? Questo pensiero che accompagna la vita di noi tutti, che limita la nostra progettualità, che ci fa compiere certe scelte a una certa età e non a un’età più avanzata, questo pensiero della fine dei nostri giorni che coinvolge aspettative e speranze, progetti e rimpianti, affetti e stili di vita, è una faccenda da affidare alle sorti della materia di cui siamo fatti, o è una faccenda su cui anche noi possiamo intervenire, proprio perché coinvolge quel che siamo e non tanto quello di cui siamo fatti? Quando ci dovessimo emancipare da questo grossolano materialismo che, cadenzando la vita sulle sorti della materia, ci espropria di quel che la vita ha significato per noi, dello stile che le abbiamo dato, dell’impronta che le abbiamo conferito, per consegnarci irrimediabilmente a quell’evento non nostro che è la morte organica, anche la decisione se prolungare o meno la vita del nostro organismo risulterebbe più facile. Del resto tanta incertezza e tante discussioni intorno alla morte assistita, chiesta, invocata e talvolta accordata, quando il paziente è vivo solo per le leggi biologiche dell’organismo, in quella notte buia della coscienza che non attende più nessuna alba, dipende dal fatto che è incerto il nostro concetto di “vita”, che oscilla paurosamente tra la vita anonima dell’organismo e quella personalizzata dell’individuo che, nelle residue possibilità biologiche del suo organismo, non riconosce alcuna immagine di sé “.

U. Galimberti

Books: Recensioni: Frankenstein. La Creazione che Sfugge al “Limite”.

Books: Recensioni

Frankenstein. Ovvero il Prometeo moderno

Shelley Mary

2005 Newton & Compton

Frankenstein. La Creazione che Sfugge al “Limite”.

Recensione di S.Vasta, C. Dolcemascolo

30/06/2007

L’argomento trattato nel celeberrimo “Frankeinsten”, è da molti considerato la base nella fondazione dell’intero filone fantascientifico. Anche se le tematiche contenute nel testo della Shelley, riguardano invero diversi aspetti che vanno dalle vicende personali della scrittrice, alle vicende storiche e alle scoperte scientifiche dell’epoca, esse vengono rappresentate nel libro da narrazioni di immagini fantasmatiche e terrifiche che riguardano i continui attraversamenti inconsci sia individuali che sociali circa la questione del bene e del male che accompagna ogni “superamento di un limite”. Nella lettura del Frankenstein il lettore si trova sollecitato ad un continuo identificarsi ora con Victor, scienziato folle, ora nella “creatura”, mostro senza storia e senza nome, ora con Elisabeth, presenza eterea e mediatrice. Tra i tanti aspetti citati delle tante tematiche affrontate dal libro ve nè uno in particolare interessante da sottolineare, un aspetto che riguarda la “fantasia insita nella scoperta scientifica”. Tale dinamica fantasmatica arriva fino ai giorni nostri quasi intatta e si consolida nella paura e desiderio della “creazione che sfugge al controllo dell’uomo” che va cioè oltre la morte e l’etica. Una “creazione” tecnologica, scaturita dalla scintilla elettrica che una complicata macchina infonde in ciò che non è più vitale invertendone il destino verso l’immortalità.

Oggi potremmo dire non diversa dalla scarica elettrica che in rianimazione fa ripartire un cuore. Continua qui. (Testo ed Approfondimenti)

Timeoutintensiva, N°3, Books, Luglio 2007