Archivio dell'autore: Savas

L’evoluzione della Sensibilità e della Resistenza agli Antibiotici

Articolo Scientifico

L’evoluzione della Sensibilità e della Resistenza agli Antibiotici

Evolution in the antibiotic susceptibility and resistance

Stefania Stefani

Dipartimento di Scienze Microbiologiche, Università degli Studi di Catania

Le Infezioni in Medicina, Supplemento 3/2009

I progressi compiuti nel campo della conoscenza scientifica e della tecnologia medica non sono, a tutt’oggi, ancora sufficienti a fronteggiare il problema della resistenza batterica agli antibiotici, che continua a rappresentare un problema in crescente evoluzione, complicando il trattamento delle infezioni nosocomiali e comunitarie e concorrendo ad accrescere, in misura sostanziale, il costo dell’assistenza sanitaria. Infatti, negli ultimi decenni si è assistito, in alcune aree geografiche, all’inesorabile proliferazione di batteri antibiotico-resistenti, spesso con resistenze multiple. Si tratta di un fenomeno che investe tutti i microrganismi patogeni - batteri, funghi e virus – e che ha messo in discussione l’efficacia terapeutica di molti degli agenti antiinfettivi disponibili riproponendo, paradossalmente, una realtà considerata ormai lontana nel tempo quale quella “preantibiotica”. La rapida emergenza della resistenza agli antibiotici è il risultato di diversi fattori tra cui… Continua qui

Linea Dura dell’Fda sugli Analgesici a Base di Paracetamolo

17 GEN 2011

Linea dura dell’Fda sugli analgesici a base di paracetamolo

L’agenzia americana ha richiesto alle aziende di ridurre i dosaggi a non più di 325 mg per compressa. A preoccupare sono i casi di sovradosaggio e di conseguente danno epatico. E, a seguito di numerose segnalazioni di effetti collaterali a danno del fegato in pazienti che avevano assunto dosi eccessive di paracetamolo, ha deciso di intervenire.  “A causa delle continue segnalazioni di danni epatici, l’Fda propone che un boxed warnings, il più forte allarme per farmaci da prescrizione, sia aggiunto a tutte le combinazioni di paracetamolo”, spiega una nota dell’agenzia. “La maggior parte dei casi di danni epatici gravi si è verificata in pazienti che avevano assunto più della dose prescritta di prodotto nelle 24 ore, che avevano assunto più di una compressa per volta o bevuto alcolici mentre erano in trattamento con prodotti a base di paracetamolo”. “L’overdose da combinazioni di paracetamolo è responsabile di circa la metà di tutti i casi di danni al fegato connessi all’uso del principio attivo”, ha affermato Sandra Kweder, del Center for Drug Evaluation and Research dell’Fda. “ Molti dei quali hanno come conseguenza un trapianto di fegato o la morte”. Le combinazioni che più preoccupano l’agenzia sono quelle in cui il principio attivo è associato, in quantità variabile, ad analgesici oppioidi. “Il rischio di danni al fegato si verifica quando i pazienti assumono contemporaneamente più prodotti contenenti paracetamolo e superano la massima dose consentita di 4 grammi al giorno”, ha ribadito la rappresentante dell’Fda. Quella dell’agenzia americana è insomma una misura di cautela estrema. Associazioni a base di paracetamolo e oppioidi in cui la quantità di principio attivo è superiore ai 325 milligrammi sono in vendita anche in Italia.

ridotto ed adattato da  http://www.quotidianosanita.it/

Il Concetto di “baby lung”

Articolo Scientifico

Il Concetto di “baby lung”

L. Gattinoni, A. Pesenti

Abstract

Background: Il concetto di “baby lung” deriva dalle immagini ottenute con la tomografia assiale computerizzata che dimostrano che, nella maggior parte dei pazienti con danno polmonare acuto/sindrome da distress respiratorio, il tessuto normalmente aerato ha le dimensioni del polmone di un bambino di 5-6 anni (300-500 gr di tessuto aerato). Discussione: la compliance del sistema respiratorio si correla in maniera lineare alle dimensioni del “baby lung”, suggerendo che il polmone, nella sindrome da distress respiratorio acuto, non sia rigido ma bensì piccolo e abbia un’elasticità intrinseca in sostanza normale. Inizialmente pensavamo che il “baby lung” fosse una struttura anatomica distinta situata nelle regioni non declivi del polmone. La ridistribuzione delle densità che si osserva nella posizione prona ha però dimostrato che il “baby lung” è un concetto funzionale e non anatomico. Questo concetto fornisce il razionale per un “trattamento gentile del polmone” e fornisce inoltre la spiegazione dei concetti di baro- e volotrauma… Continua qui

Intensive Care Med (2006) 3:205-213 Ed. Italiana

Organizzazione e Pianificazione del Trattamento d’Urgenza in Camera Iperbarica

Articolo Scientifico

Organizzazione e pianificazione del trattamento d’urgenza in Camera Iperbarica

Organization and planning of emergency treatment in hyperbaric chamber

dr. S.Vasta

Direttore UU.OO Anestesia Rianimazione, PO Vittorio Emanuele III, ASP 9, Salemi

(TP).

dr. D. Garbo

Responsabile U.O. di Medicina Subacquea ed Iperbarica U.O. di Anestesia e

Rianimazione dell’A.O.U.P.”Paolo Giaccone” di Palermo

Relazione 7° Congresso Nazionale Siared 29-31 Maggio 2010 Villasiminius (Cagliari)

ABSTRACT

Introduzione

Le Principali Urgenze Iperbariche di cui ci occuperemo in questo articolo, come la Embolia gassosa arteriosa, la Malattia da decompressione subacquea e l’ Intossicazione da monossido di carbonio nelle quali viene richiesto specificamente l’intervento del Servizio di Medicina Subacquea ed Iperbarica, sono patologie ad insorgenza acuta con evoluzione rapidamente sfavorevole se non trattate adeguatamente, e, ancora oggi, tra le più esposte ai danni derivanti dalla discontinuità delle cure perché caratterizzate da necessità terapeutiche complesse in relazione alla gravità delle lesioni, i cui esiti sono fortemente condizionati dal fattore tempo. Integrare le funzioni dell’ emergenza, preposte alla gestione della stessa, significa migliorare il processo assistenziale; cioè realizzare un percorso complesso in quanto costituito da molteplici sottosistemi. Un modello di sistema integrato Pronto soccorso> (Unità Terapia Intensiva) > Camera Iperbarica, che risponda ad una logica di tempestività, appropriatezza e continuità delle cure necessarie. Tale revisione della letteratura, tende come end point a dare indicazioni su come diminuire la mortalità intraospedaliera dei pazienti affetti dalle suddette patologie…

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La Tecnica dell’Ipotermia nel Trauma Cranico

Articolo Scientifico

La Tecnica dell’Ipotermia nel Trauma Cranico

KARIN IEMI* SILVANO COZZI*

* Medico Neurorianimazione

I.R.C.C.S. Ospedale San Raffaele

Milano.

** Medico Responsabile Neurorianimazione I.R.C.C.S.

Ospedale San Raffaele Milano.

L’ ipotermia indotta viene definita come un abbassamento della temperatura corporea centrale a scopo terapeutico ed è stata applicata in sala operatoria sin dal 1950 quando Bigelow la introdusse in chirurgia cardiaca per la protezione cerebrale. Pochi anni più tardi cominciò ad essere applicata sporadicamente anche in altri settori della medicina, tra cui nei pazienti con danno neurologico. Tuttavia è solo a partire dagli anni ’90 che si è richiamata l’attenzione sull’importanza clinica dell’ipotermia nei pazienti con trauma cranico.

Per convenzione si definiscono 3 gradi diversi di ipotermia… Per Continuare Clicca qui

N&A mensile italiano del soccorso · Anno 16° · Vol. 179 · Settembre 2007

Timeoutintensiva.it, N° 14, Technè, Luglio 2010