Archivio dell'autore: Savas

L’Alba dell’Oblio: Corpo E Psiche: Dialogo tra Sordi ?

Dialogo tra Corpo e Psiche: il Balletto

Mente: Salve ! Da dove sei spuntato fuori ?

Corpo: Che – Tu di nuovo. Io sono Corpo. Puoi chiamarmi Soma se preferisci. E tu chi sei?

Mente: Chiamami Psiche. Psiche -Soma

Corpo: Soma-Psiche

Mente: Dobbiamo essere collegati !

Corpo: Mai ! Non per quanto mi riguardi.

Mente: Oh via ! Non sarebbe poi così male, no ?

Corpo: Peggio… Tipico di Mente- Tutte Parole e niente contenuto. E Tu da dove Ricevi i Tuoi Dolori ?

Mente: Presi in prestito… dal Passato… Strano- Il significato non trapassa da te a me, nè da me a te

Corpo: E’ il significato del dolore che ti mando…. le parole che io non ho mandato- possono anche passare, ma il senso va perduto

Mente: Non Farmi Ridere. Quando io soffro di angoscia, tu hai dolore. In effetti io ho dolore, rispetto al quale tu ignori tutto…

Soma: Bene Psiche, Non ammetto che vi sia tale persona all’ infuori della creazione della mia digestione

Psiche: A chi dunque stai parlando ?

Soma: Sto Parlando a me stesso…

Psiche: E’ L’unico linguaggio a cui presti orecchio, Tutto ciò che dici è dolore.

Soma: Rispetti solo il dolore e la sua mancanza. L’unica occasione in cui riesco a farti arrivare qualcosa e’ col discorso del dolore…

Psiche: Mi hai Nuovamente confuso. Dolore, piedi, tutto mischiato. Perchè non vuoi deciderti e scegliere ?

Soma: Lo faccio. Se tu rispettassi i miei “sentimenti”, e facessi quello che sento non saresti in questa confusione.

Psiche: Chi è responsabile- i tuoi sentimenti o le tue idee? Tutto ciò che mi possiede è tuo: liquido amniotico, luce odori, gusto rumore, mi trovo avvolta in tutto questo.

Soma:E’ quello che avviene dal non penetrare, ci si rompe su e giù

Psiche:E’ quello che capita del penetrare dentro o fuori- Sono confusa

Ragazzo: Lasciamo la cosa a loro. (Chiama…) Ragazzi…. Ragazze….

Tratto da: Memorie del Futuro, Wilfred R. Bion, L’alba dell’Oblio, Raffaele Cortina Editore

Terapie Intensive Aperte ai Familiari

“Controllo ogni tanto ciò che c’è di nuovo in rete sulle terapie intensive aperte, e la mia impressione è che l’argomento non solo sia presente, ma stia piano piano assumendo lo spazio e i toni che merita. In questi due anni e mezzo, da quando sono stata male, sono passata da un pervasivo sentimento di gratitudine per chi mi ha salvato, alla stima per la professionalità del reparto a cui attribuisco il maggior merito, e poi ancora alla voglia di informarmi sulle terapie intensive, per arrivare, da questa estate, alla convinzione, ferma, che la piena apertura di un reparto come una terapia intensiva sia un diritto per tutti i cittadini di uno stato socialmente avanzato come quello italiano. Che sia un diritto, se ci pensate, è intuitivo. Può capitare che qualcuno di noi si ritrovi a diventare utente di quel sistema a cui ha contribuito nella misura prevista dal nostro Stato. Ma l’accoglienza è raramente quella che si dovrebbe riservare a un contributore. L’utente (il malato, il paziente, ….) “appartiene” sì alla comunità, ma prima ancora e molto di più, alla sua famiglia, alla sua cerchia di amici e conoscenti. Questo sta alla base della nostra società (e di molte altre). Aggiungo ancora un’altra considerazione: in terapia intensiva si finisce quando esistono fondati dubbi sulla possibilità che un individuo muoia. Ecco il punto. Come può una struttura (quella di cui ciascuno di noi è in parte azionista. come ho ricordato), impossessarsi, se pure con le migliori intenzioni, di un individuo in pericolo di vita, stabilire quanto e quando i legittimi proprietari (mi si passi il termine) possono vederlo, farsi tramite, interlocutrice, mediatrice, di una possibile morte che non le appartiene, perché appartiene ad altri che stanno fuori dalla porta? Non so se sono chiara. Voglio dire che mi pare sempre più inconcepibile che dei medici e degli infermieri che impediscono o limitano a dei parenti la possibilità di stare vicino al proprio malato si presentino poi ad un colloquio per spiegare quanto è in pericolo di vita quell’individuo (individuo che ha anche buone probabilità di morire fuori dall’orario di visita), o a quale tipo di vita andrà incontro, che i parenti scopriranno pienamente solo al momento delle dimissioni e non giorno per giorno, momento per momento. La scelta di quanto e quando stare vicino ai nostri malati non può che essere degli utenti. Ma alla stragrande maggioranza dei malati e dei parenti in Italia questo non può capitare. E allora mi pare un dovere parlarne, informare, far nascere un movimento di opinione, anche modesto, ma tenace, che non lasci l’argomento soltanto nelle mani degli operatori sanitari, perché è un argomento di tutti noi cittadini. E allora da oggi chiedo a chi leggerà queste righe, di riflettere sulla questione dell’apertura dei reparti, soprattutto delle terapie intensive. Di informarsi, di parlarne con altre persone. Di considerarla un diritto, quell’apertura. Un diritto delicato, che può richiedere tempo e attenzione (anche da parte nostra) perché lo si possa esercitare ovunque. Ma pur sempre un diritto da non dimenticare.”

da luciafontanella.com

Lucia Fontanella (Lucetta Fontanella) insegna Didattica dell’Italiano presso il Dipartimento di Scienze del Linguaggio e Letterature moderne e comparate della Facoltà di Lettere, Università di Torino. Alcuni anni fa è stata ricoverata presso una delle Terapie Intensive di Torino, una tra le poche “aperte ai familiari”, per una grave malattia. Guarita, lei che si occupa di “comunicazione”, ha preso a cuore il problema delle terapie intensive aperte e collabora con il Giviti per portare avanti questo progetto. Ha istituito un Blog, da noi linkato, da cui è tratto l’intervento che abbiamo riportato

lucia.fontanella@unito.it

Anestesia Generale

Come funziona l’anestesia generale

La condizione dell’anestetizzato fra coma e sonno

Da Italiasalute: Paziente in Anestesia

Il velo di mistero che caratterizza l’anestesia generale, il suo esatto funzionamento sull’organismo, è il punto di partenza di un originale studio pubblicato sul New England Journal of Medicine.

L’autore dell’articolo, il prof. Emery Brown del Massachusetts General Hospital, spiega: “le informazioni che presentiamo in questo articolo, che include nuovi diagrammi e nuove tabelle che non appaiono nei manuali di anestesiologia, è essenziale per la nostra capacità di una più approfondita comprensione dell’anestesia generale. Un punto chiave è definire un quadro concettuale in cui inserire la comprensione dell’anestesia generale discutendone in modo puntuale le relazioni con il sonno e con il coma, qualcosa che stranamente non è mai stato fatto. Siamo partiti stabilendo gli stati fisiologici specifici che caratterizzano l’anestesia generale – assenza di coscienza, amnesia, assenza di percezione del dolore e assenza di movimento – e quindi abbiamo guardato alle somiglianze e alle differenze fra gli stati che sono più simili, il sonno e il coma”.   L’anestesia generale cioè porta il paziente ad una condizione ideale per l’intervento e la mantiene stabile per tutto il tempo necessario, inducendo quindi uno stato più simile a quello del coma.
Come fa notare Brown, “l’esitazione a paragonare l’anestesia generale al coma è legata al fatto che questo ‘suona male’. Ma la differenza fondamentale fra i due è che l’anestesia generale è un coma controllato dall’anestesista e dal quale è possibile recuperare rapidamente e con sicurezza il paziente”.

Ridotto da:http://italiasalute.leonardo.it/news.asp?ID=997
30/12/2010

Per accedere all’articolo sul NEJM Clicca qui

Eutanasia ?

LA SCOPERTA
Fossa comune in Austria
 220 disabili uccisi dai nazisti
La strage compiuta tra il 1942 e il 1945, durante gli esperimenti del “programma eutanasia” condotto dagli scienzati delle SS. Istituita una commissione d’inchiesta per identificare i corpi, trovati durante i lavori in un ospedale tirolese

Il luogo dove è stata ritrovata la fossa comune

I corpi venuti alla luce in Tirolo di circa 220 persone, vittime probabilmente di un programma di eutanasia nazista, saranno esumati a marzo ed esaminati in un progetto durante due anni. La macabra scoperta, resa nota ieri, e’ avvenuta durante i lavori di ampliamento dell’ospedale regionale di Hall, vicino al capoluogo Innsbruck. Il cimitero si trova nell’area del reparto di psichiatria. Gli scavi non erano ancora iniziati e il piano edilizio e’ stato ora fermato. Secondo quanto indicato oggi in una conferenza stampa a Hall dalla societa’ dell’ospedale Tilak e alcuni storici, obbiettivo del progetto sara’ identificare i corpi e accertare la causa del decesso.

”Possiamo gia’ affermare che non tutti i 220 morti furono vittima dell’eutanasia nazista”, ha detto lo storico Oliver Seifert, precisando che alcuni potrebbero essere morti per denutrizione o cause naturali. Almeno 360 persone del reparto psichiatrico di Hall erano state portate durante il nazismo in istituti per essere uccise. Dopo la chiusura ufficiale del programma di eutanasia nell’ agosto 1941 le uccisioni avvenivano nei singoli ospedali per incuria, denutrizione e overdose di medicinali. ”Probabilmente il cimitero dell’ospedale di Hall fu fatto nell’ottobre del 1942 dato che esistevano dei piani di allestire una stazione di eutanasia” (mai realizzati), ha detto il vice direttore dell’ospedale, Christian Haring. ”Negli ultimi anni della guerra si riscontra comunque un drastico aumento di morti nell’ospedale di Hall, 30 solo nel marzo 1945”, ha aggiunto, precisando che si sapeva dell’esistenza del cimitero ma non in collegamento col nazismo. Solo quando e’ stato trovato un elenco delle tombe il legame fu chiaro.
La Germania nazista, che nel 1938, con l’Anschluss, annesse l’Austria , pratico’ nel quadro dei programmi di eutanasia uccisioni in massa di persone giudicate inferiori perche’ portatrici di handicap fisici o psichici. Migliaia furono uccise nelle camere a gas nella stazione di eutanasia nel Castello di Hartheim vicino Linz (Alta Austria). Almeno 360 furono mandate alla morte dall’ospedale di Hall prima della chiusura ufficiale del programma di eutanasia nel ’41.
ridotto da http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/01/04/visualizza_new.html_1644058223.html e

http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/03/news/fossa_comune_in_austria_220_disabili_uccisi_dai_nazisti-10814452/

05 gennaio 2010

Per approfondimenti sul Programma di Eutanasia nato e portato avanti dal Nazismo leggi l’articolo scientifico di Andrej Michalsen e Konrad Reinhart:

per scaricare l’articolo Clicca qui