Ad Oggi Nessun Dato Certo: Istituito Tavolo Tecnico Regionale Assessorato Salute: Prime Raccomandazioni.
Tossicità dell’ aria? Ancora nessun dato certo – A otto giorni dallo scoppio del rogo che ha interessato la discarica palermitana di Bellolampo, all’assessorato regionale per la Salute non hanno ancora notizie certe riguardo quelli che sono i livelli di tossicità dell’aria del capoluogo siciliano.
Ma L’assessore regionale siciliano per la Salute, Massimo Russo, nella tarda mattinata di oggi ha insediato il tavolo tecnico che deve affrontare i problemi di salute legati all’incendio della discarica palermitana di Bellolampo.
Lavare accuratamente prima dell’uso tutti gli alimenti di origine vegetale per rimuovere le eventuali polveri deposte; non sospendere l’allattamento al seno perchè, come sostengono le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il latte materno costituisce un importantissimo fattore di protezione per il bambino oltre che il nutrimento ideale; adottare tutte le buone prassi igienico-sanitarie e attenersi alle regole già individuate dall’assessorato della Salute per affrontare l’emergenza caldo.
Sono queste le prime e più importanti raccomandazioni ai cittadini che emergono dal tavolo tecnico interistituzionale, insediato oggi con l’obiettivo di affrontare la delicata vicenda legata al rogo della discarica palermitana di Bellolampo alla luce anche di altri numerosi incendi verificatisi in provincia e del previsto innalzamento delle temperature.
Dalla Regione quindi si fa anche appello alla cittadinanza affinchè si ponga fine immediatamente agli incendi di rifiuti e cassonetti che non fanno altro che peggiorare la situazione.
I Primi dati Certi sono previsti dall’Arpa entro i prossimi giorni.
Nota: Nell’Unico Comunicato Emesso dall’Arpa il 3 Agosto 2012 si legge:
“Le prove analitiche relative ai campionamenti del particolato e del suolo, finalizzate alla determinazione delle diossine, sono attualmente in fase di completamento; i risultati saranno resi disponibili non appena le stesse verranno ultimate. In proposito si fa presente che trattasi di analisi complesse e che richiedono diversi giorni di esecuzione, e – se eseguite sul particolato atmosferico – richiedono la filtrazione di elevati volumi di aria (400-800 metri cubi).”
News: India: Rogo In Una Clinica Privata: Oltre 90 Vittime. Video
L’incendio divampato in un Clinica Privata di Calcutta, si è sviluppato la notte scorsa. Morti anche tre operatori sanitari, Molte vittime trovate soffocate nel loro letto.
Calcutta – Il bilancio del rogo che ha distrutto oggi una sede dell’ospedale AMRI a Calcutta e’ salito a quota 90 morti. Lo ha reso noto la polizia giudiziaria della citta’. Sei membri del board direttivo dell’ospedale sono stati arrestati. Le fiamme si sono propagate per cause ancora ignote in uno scantinato dell’Amri Hospital, una struttura privava situata nel quartiere meridionale di Dhakuria, dove si trovava anche del materiali altamente infiammabile. L’incendio si è esteso rapidamente ai piani superiori e ha avvolto nel fumo l’intera struttura in cui si trovavano 160 pazienti, tra cui molti in reparti di rianimazione, quindi incapaci di fuggire.
Tra le vittime ci sono anche tre membri del personale sanitario. Da quanto si è appreso dopo i primi accertamenti della polizia, le morti sono state causate da avvelenamento di monossido di carbonio che si è accumulato nei reparti dove non c’erano finestre né altre vie di fuga. Solo dopo diverse ore le squadre di vigili del fuoco sono riuscite a domare il rogo. Mentre una novantina di pazienti sono stati tratti in salvo dai soccorritori e familiari, per gli altri non c’é stato nulla da fare. Sono stati trovati morti nei loro letti probabilmente colti nel sonno dal gasletale. La terribile sciagura, che alcuni media hanno definito una delle più gravi in India, ha sollevato la rabbia dei familiari delle vittime che accusano i medici e gli infermieri di essere scappati quando hanno visto l’incendio e di non aver prestato aiuto ai malati.
La responsabile dello Stato del West Bengala, Mamata Banerjee, la “pasionaria dei contadini” ha immediatamente revocato i permessi all’ospedale per mancanza di norme di sicurezza. Secondo i soccorritori, l’edificio era completamente privo di dispositivi anti incendio e di misure di emergenza per l’evacuazione dei malati.
Incubo e Realtà: Creato “Supervirus Influenzale”. Farebbe milioni di vittime.
Non ci stupiremo mai abbastanza della volontà autodistruttiva ed etero-distruttiva, per altro in questo caso ammessa, che l’“uomo” continua pervicacemente a riaffermare, a volte per se stesso, ma più spesso contro il resto del genere umano, come se fosse animato da una strenuo bisogno di rincorrere non tanto la propria fine, certa, ma sopratutto quella di migliaia di suoi consimili che, innocenti, la subirebbero.
Leggiamo su quotidiano sanità del 29 Novembre 2011 a firma di Laura Berardi, (e su tanti altri tabloid on line) riportandovene uno stralcio, che “ ungruppo di ricercatori dell’Erasmus Medical Centre di Rotterdam ha prodotto una nuova variante estremamente contagiosa del virus dell’ influenza aviaria H5N1. Questo sarebbe in grado di trasmettersi facilmente a milioni di persone, scatenando una pandemia altamente mortale. Secondo molti scienziati, quelli che hanno sollevato una furiosa opposizione alla pubblicazione, lo studio non avrebbe mai dovuto essere fatto.
“I ricercatori sono infatti riusciti”, continua l’articolo, “a modificare una versione dell’influenza aviaria H5N1. Tramite 5 diverse operazioni di ingegneria genetica l’hanno trasformato in un virus capace di diffondersi ad una velocità incredibile. La capacità di contagio è stata dimostrata in esperimenti condotti sui furetti, che hanno un sistema respiratorio molto simile a quello dell’uomo.
Ecco perché gli stessi ricercatori avvertono che qualora finisse in mani sbagliate il ceppo modificato avrebbe tutte le potenzialità per diventare una vera arma biologica. Ed ecco dunque anche il perché dei dubbi posti alla pubblicazione dello studio. Uno degli scienziati più agguerriti contro la pubblicazione è il direttore del Centro per la Biosicurezza dell’Università di Pittsburgh, Thomas Inglesby. “È già terribile l’idea di modificare un virus letale in un virus letale altamente contagioso”, ha detto secco l’esperto di bioterrorismo. “Ma pubblicare la ricerca che spiega come si fa a fare questa cosa, cosicché qualunque pazzo possa riprodurla, è un’idea forse ancora peggiore”.
Per via dei dubbi sollevati dalla comunità accademica entrambi gli studi sono stati inviati alla U.S. National Science Advisory Board for Biosecurity (NSABB), organo statunitense che lavora proprio per prevenire che la ricerca biotecnologica possa essere usata per aiutare terroristi. La commissione ha fatto sapere che presto rilascerà una dichiarazione ufficiale, ma uno dei componenti Paul Keim, genetista molecolare, ha già fatto sapere che l’agente patogeno è uno dei più spaventosi mai visti. “ Rispetto a questo l’antrace non è per nulla spaventoso.” Fin qui l’articolo.
Ora in un momento di Crisi Mondiale di questo genere, quale bisogno c’era di spendere menti tempo e risorse, nel progettare un virus killer che ci ucciderebbe quasi tutti subito, e nel volere pure pubblicare il metodo per realizzarlo, cosìcchè gli addetti al terrore se ne possano costruire una variante “casalinga” solo per spaventare ed uccidere il genere umano? Ed in più dichiarando, insieme alla volontà di pubblicare il metodo di fabbricazione dell’arma in questione, che il pericolo alla pubblicazione sarebbe proprio questo, la possibilità che venga poi realizzato a fini “omicidiari” dell’intera razza umana. Oltre il danno la beffa.
Pensavamo che i Megalomani col desiderio di impossessarsi del mondo fossero solo nei film di 007, ma qui li ritroviamo in un normale laboratorio Europeo (o Giapponese dato che anche lì ci hanno tentato) a fare ricerca “normale” su come sia possibile annientare “normalmente” tutto il genere umano. Un pensiero per loro “al passo con i tempi” e da sfruttare per un pò di superegoico Marketing pubblicitario, stavolta sì pericolosamente pan-omicidiario.
Fumiamo Radioattività: Il Tabacco contiene Polonio-210 da Sempre ! Pesanti Responsabilità di Big Tobacco Che Hanno Coperto La Verità. Video
Se non fosse veramente tragico, potremmo intravedere una nera e macabra ironia nel fatto che, mentre in redazione qui a Timeoutintensiva cercavamo di rendere comprensibili i danni biologici da radiazioni per i fatti di Fukushima o per spingere all’abrogazione del referendum sul nucleare, alcuni di noi, per fortuna modicissimi fumatori, si accendevano una bella sigaretta ricca di Polonio-210 assorbendo per via respiratoria bassi livelli di radiazioni che come leggerete, ripetuti nel tempo, sono una delle cause del cancro al polmone. Sì, perchè e venuto alla luce, finalmente in maniera incontrovertibile, che il tabacco è radioattivo, cosa che l’industria internazionale del tabacco sapeva sin dal 1959. Potevano fare un “wash out” del Polonio 210 eliminandolo dal tabacco ? La risposta è Sì, ma questo avrebbe diminuito i guadagni. Così Big tabacco si è messa di traverso per ridurre i costi, e mantenere alta la capacità delle sigarette di indurre dipendenza. Ci avvelenano con le radiazioni, ci rendono ancora più dipendenti dal fumo mantenendoci all’interno di una spirale di morte non arrestabile, e lo fanno come sempre semplicemente per denaro. Come mi diceva mio padre buonanima: Segui i soldi e capirai il mondo. Savas
Premessa
Già nel 1982, era stato pubblicato un articolo intitolato “La radioattività nel fumo di sigaretta” sul New England Journal of Medicine. T H Winters e J R Di Franza della University of Massachusetts Medical Centre avevano scritto che la sigaretta contiene sostanze radioattive sotto forma di polonio-210 (Po-210) e piombo-210 (Pb-210). Tale articolo era stato molto attaccato dalle industrie del tabacco.
T.C. Tso, un ex ricercatore del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, aveva scoperto inoltre che la radioattività nel tabacco proveniva dai fertilizzanti fosfatici utilizzati, che contengono uranio e il suo prodotto di decadimento, radio-226. Il Radio-226 decade in una serie di prodotti tra cui il Po-210 e il Pb-210 sono i più importanti.
I Contadini Indiani al contrario non usano concimi fosfatici. Nel 1976, gli scienziati del Bhabha Atomic Research Centre avevano dimostrato che il Po-210 nel tabacco indiano aveva livelli da 10 a 15 volte inferiori a quelli del tabacco degli Stati Uniti.
Ma tutto questo come già detto, era stato coperto e contraddetto da un polverone di notizie contrarie provenienti da Big Tabacco.
I Fatti Oggi
Nel settembre scorso, è uscito uno studio condotto da ricercatori dell’University of California di Los Angeles (UCLA), pubblicato nel numero di settembre di Nicotine & Tobacco Research, che ha reso tutto ciò incontrovertibile. Attraverso l’analisi di decine di documenti segreti delle aziende produttrici di sigarette, resi pubblici in Usa nel 1998, i ricercatori hanno constatato come le aziende abbiano messo per anni in atto una precisa politica per mascherare o nascondere la correlazione tra sigarette e polonio-210. Le aziende produttrici di sigarette sapevano fin dal 1959 della presenza di sostanze radioattive nel fumo di tabacco e dei danni che potevano arrecare. E non soltanto non hanno fatto nulla per impedirlo, ma si sono anche messe di traverso affinché il dato trapelasse il meno possibile nella comunità scientifica. Il polonio-210 può essere assorbito dalle foglie della pianta di tabacco sia attraverso l’esposizione al radon normalmente presente in atmosfera, sia attraverso i fertilizzanti. Una volta intrappolato nelle foglie è destinato a finire nei polmoni dei fumatori. L’analisi dei documenti ha consentito ai ricercatori di affermare che “l’industria era ben consapevole della presenza di sostanze radioattive nel tabacco già prima del 1959”. Ed era anche preoccupata. Al punto da condurre per decenni studi che valutassero l’effetto dell’isotopo radioattivo sui fumatori, compresi “calcoli radiobiologici per stimare l’assorbimento a lungo termine nei polmoni, delle particelle alfa emesse dal fumo di sigaretta”. Non basta: “Abbiamo dimostrato che l’industria ha usato comunicazioni ingannevoli per confondere le acque sul rischio di particelle ionizzanti che raggiungono i polmoni dei fumatori e – cosa più importante – ha cercato di impedire tutte le pubblicazioni sulla radioattività del fumo”, ha affermato il primo autore dello studio, Hrayr S. Karagueuzian, professore di Cardiologia alla University of California Los Angeles (UCLA) (vedi il Filmato). Nel frattempo, però, è diventato sempre più chiaro come il Polonio-210 potesse dare il via allo sviluppo di tumori polmonari. Le particelle radioattive, hanno spiegato gli autori, si accumulano nelle biforcazioni bronchiali, formando dei «punti caldi» da cui poi di disperdono nei polmoni. Diverse ricerche hanno evidenziato come i tumori polmonari si espandano proprio dalle biforcazioni bronchiali dove si trovano questi «punti caldi».
Due volte colpevoli
Ad aggravare la posizione di Big Tobacco, per i ricercatori, c’è un altro elemento. Benché consapevoli dei rischi dell’esposizione al polonio-210, non hanno messo in atto nessuna contromisura. E ciò, nonostante le aziende disponessero fin dal 1959 delle tecniche per eliminare dalle foglie di tabacco i residui di materiale radioattivo. Tecniche ulteriormente perfezionate nel 1980 con la messa a punto del lavaggio acido. Perché non usarle, allora? L’industria ha spesso addotto tra le ragioni l’aumento dei costi o l’impatto ambientale dell’impiego di queste tecniche, ma la spiegazione data dai ricercatori è un’altra. “L’industria era preoccupata che il lavaggio acido ionizzasse la nicotina, rendendo più difficile il suo assorbimento a livello cerebrale e privando i fumatori del piacere connesso alla nicotina essenziale per alimentare la dipendenza”, ha spiegato Karagueuzian.
Ricerca Italiana
Se ciò non bastasse, una recentissima ricerca Italiana, -condotta da Zagà con UNIBO, U-Series Lab ed ENEA per l’ISS-OSSFAD-, fra le 10 marche di sigarette più vendute in Italia, ha dimostrato che: a) non ci sono sostanziali differenze quanto a Pb-210 e Po-210 fra le 10 marche esaminate: in media 14,6±2,7 mBq/sigaretta di Piombo-210 e 15,8±2,2 mBq/sigaretta per Polonio 210; b) partendo da questo dato, il rischio biologico, calcolato in base alla dose assorbita, misurata in mSv, e confrontata con una radiografia del torace in antero-posteriore, sarebbe valutata in un rischio paragonabile a 40 radiografie torace. Il Po-210 si può trovare anche nel fumo passivo, poiché parte del Po-210 si diffonde nell’ambiente circostante durante la combustione del tabacco.
Nel Filmato: Il Dr. Karagueuzian primo autore dello studio e professore associato di cardiologia, che svolge attività di ricerca presso il Cardiovascular Research Laboratory UCLA, parte della David Geffen School of Medicine dell’UCLA, discute le sue ricerche.