Archivio della categoria: Editoriale

Storia Dell’ Evoluzione Delle Camere Iperbariche

Editoriale

Storia Dell’ Evoluzione Delle Camere Iperbariche

di Giancarlo Banali

Non c’e dubbio che le prime camere di decompressione sono apparse nell’uso corrente per il trattamentom della embolie  di palombari c cassocisti che pur con metodi e scopi diversi lavoravano nele stesse, condizioni disagiate e respiravano aria eompressa.

Per leggere gli interessanti cenni storici Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N° 3, Technè, Luglio 2007

Palliazione: La Sedazione Del Malato Terminale

Editoriale

Palliazione: La Sedazione Del Malato Terminale

dr.ssa Grazia Alia

Timeoutintensiva Network, Samot

Luglio 2010

Nel corso del IX Congresso Nazionale della “SOCIETA’ ITALIANA DI ANESTESIOLOGIA” tenutosi a Roma nell’ottobre del 1956 emersero alcune questioni di ordine etico-religioso che esitarono nella formulzaione di tre quesiti che il Prof. Piero Mazzoni (Presidente del Comitato Organizzatore) pose all’allora Pontefice Pio XII. Questi, nel febbraio del 1957, tenne agli anestesisti un discorso, passato alla storia ed intitolato: “Discorso Di Pio Xii Intorno A Tre Quesiti Religiosi E Morali Concernenti L’analgesia”

In particolare il 3° quesito era:

- E’ lecito l’uso dei narcotici per morenti o malati in pericolo di morte, supposto che esista per questo una indicazione clinica?

Possono venire usati anche se l’attenuazione del dolore probabilmente si accompagna all’accorciamento della vita?

Il Pontefice rispose con un lungo ed articolato discorso riferendosi tanto ai malati di cancro che ai pazienti affetti da altre patologie inguaribili ma quel che più conta e che in modo lapidario ed inequivocabile disse…”E’ LECITO da parte del medico l’uso di tecniche che tolgano il dolore e la coscienza (e quindi la sofferenza totale, n.d.s.) se anche ciò dovesse abbreviare la vita del paziente morente”… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°14, Focus, Luglio 2010

Editoriale: Dibattito: “Cronaca Di Un Incontro Sul Tema Delle “Decisioni Alla Fine Della Vita”

Editoriale

Dibattito: Cronaca Di Un Incontro Sul Tema Delle “Decisioni Alla Fine Della Vita”

a cura di M.Francesca Sapuppo

7 Novembre 2009 Dibattito Presso i locali dell’Associazione i.Change ONLUS

Partecipano:

Dibattito Sul Fine Vita, Associazione i.Change ONLUS Sede

Associazione I.Change ONLUS (Salvatore Vasta, Grazia Alia, Serafina Ardizzone, Diego Bongiorno, Cecilia Dolcemascolo, Salvatrice Matranga, M.Francesca Sapuppo) e Gabriella Cina’, Andrea Cracchiolo, Antonino Di Lorenzo, Grazia Di Silvestre, Aldo Gerbino, Anna Guddo, Gaetana Lazzaro, Santino Marchese, Sergio Marino, Giovanna Miccichè, Daniela Palma, Giorgio Trizzino.

Pensieri, riflessioni, parole, dubbi, interrogativi, narrazioni tra persone interessate.

In Focus di Timeoutintensiva.it troverete riportata la cronaca di un incontro tra persone interessate alle problematiche delle Decisioni alla fine della vita, organizzato dall’associazione I.Change ONLUS. L’incontro non è stato organizzato con interventi preordinati perché voleva essere un momento dove poter dare spazio, non confinato, alle riflessioni dei partecipanti su un tema che molti di noi vivono quotidianamente. Le riflessioni riportate non sono solo le considerazioni degli intervenuti ma anche gli interrogativi che sorgevano spontanei dalle riflessioni stesse. Spesso le domande non hanno avuto risposte e si sono lasciate così  trascritte come dubbi, nati da questo gruppo d’incontro. Il tema trattato è tanto intenso da non potersi esaurire in poche ore e merita nuovi momenti di elaborazione e di riflessione anche su questi dubbi, nati dal contatto con i pensieri e le parole dell’altro. Per scelta, quindi, i testi riportano in modo diretto, anche se non virgolettato, e/o narrato le parole dei partecipanti all’incontro nel loro susseguirsi, a volte frammentario, di riflessioni spontanee nate l’una dall’altra. Queste riflessioni comuni, molto interessanti perché attraverso il racconto di realtà operative difficili portano in sé anche tante proposte alla società civile, possono riassumersi in diversi punti:

1) la tecnologia è tanto avanzata da permettere forme di vita o di “non morte” prima inesistenti, per cui è necessario che il malato e la società civile tutta s’impegnino ad affrontare e non rimuovere il problema “di come morire”. Questo non può essere delegato a chi si ritrova alla fine della catena della malattia: “l’Intensivista”

2) per questo è necessario che nella società civile si cerchi di chiarire il divario esistente tra non introduzione o sospensione dei trattamenti artificiali ed eutanasia, e ancora tra non accanimento terapeutico ed eutanasia, nelle malattie terminali. Infatti, è solo attraverso la consapevolezza che si può cercare di rendere meno arbitrario il momento delle decisioni di fine vita.

3) l’intensivista non può, non deve essere lasciato solo a fare le scelte. E’ indispensabile una condivisione quanto più ampia possibile, con se stessi, con il paziente e/o con i familiari, il gruppo di lavoro e con la società, perché questa rende la scelta emotivamente meno gravosa.

4) è normale che vi siano diverse opinioni rispetto a questo enorme problema, anche perché sono diversi in ognuno di noi gli elementi valoriali della vita e della morte. Non esiste la scelta etica “unica”, giusta a priori, deve esistere un processo etico che porta a una decisione etica che supera la sensibilità personale e che diventa condivisa, per un’etica condivisa, per una scelta etica condivisa.

5) in questo processo è necessario conoscere i desideri del paziente per essere in sintonia con le sue scelte, rispettando il fatto che possono cambiare continuamente in relazione all’adattamento alla malattia e di fronte alla sua stessa possibilità di morte immediata.

6) nella “terminalità” dovrebbe ritornare “la morte a casa”. Per far questo è necessario che si cominci a formare prima i medici sui limiti della rianimazione, poi i pazienti, i familiari, tutti, per comprendere che c’è un momento dove “non c’è più niente da fare” portando o mantenendo il paziente in ospedale, ed è importante che questo non comporti per chi opera una mancata assistenza.

7) il “non c’è più niente da fare” è anche gravoso emotivamente per l’intensivista, che sopporta su di sé le sue stesse emozioni e quelle riverberanti dai pazienti, familiari tutti. L’intensivista non è un esecutore (stacca, non stacca la spina), è un uomo anch’esso inserto nel processo di cura, e deve quindi essere dotato di strumenti per tollerare il suo stesso lavoro, come attraverso la metodologia della rivalutazione narrativa in gruppo degli operati. E’ necessario per tollerare riprendere il contatto emotivo con ciò che si fa nel lavoro, produrre narrazioni, riflessioni su ciò che si fa, e su come viene maturata la decisione.

8 )  infine bisogna comprendere che nel pensare alla morte, si pensa pure alla vita, perché purtroppo sempre più spesso le Unità di Terapia Intensiva accolgono pazienti senza possibilità terapeutiche, mettendo in crisi l’assistenza ai pazienti acuti.

9) ed in ultimo il nostro augurio è che partendo da questi incontri tra persone interessate si possa anche arrivare a coinvolgere la società

L’incontro è stato riportato su Timeoutintensiva in 3 interessanti articoli

Quindi per dare uno Sguardo si insieme al problema del Fine vita seguendo il dibattito da noi sostenuto basta leggere in maniera sequenziale i tre articoli sotto riportati:

A) Riflessioni sui trattamenti di fine vita: leggendo qua e là gli atti del congresso esicm 2007, Che potete trovare Cliccando qui curato da Serafina Ardizzone, Timeoutintensiva.it.

B) Prima tranche di discussione tra gli intervenuti al dibattito

Fine Vita: Chi Decide, Come?  che trovate Cliccando qui

con il parere degli intensivisti e la trascrizione curata da Francesca Sapuppo, Timeoutintensiva.it

C) Seconda e Ultima tranche di discussione tra gli intervenuti al dibattito

Fine Vita: Altre Realtà Fuori Dalla Terapia Intensiva…  Che trovate Cliccando qui

Curatrice della trascrizione: Francesca Sapuppo, Timeoutintensiva.it

Buona Lettura, e speriamo che, alla fine della stessa, vi sarete chiariti le idee sul complesso argomento trattato, e su quante domande pone ad ognuno di noi il problema della Fine della Nostra Vita

Timeoutintensiva.it, N°13, Cover/Focus, Maggio 2010

6 maggio 2010

Editoriale: L’Elevato Volume Corrente Induce Ali/Ards Nei Polmoni Normali ?

Editoriale:

L’ Elevato Volume Corrente Induce Ali/Ards Nei Polmoni Normali ?

C. Bonetto P. Terragni V.M. Ranieri

Gajic e coll. riportano che nei pazienti che non avevano ARDS ma erano in ventilazione meccanica per intervento chirurgico, sepsi, aspirazione, polmonite o trauma, l’uso di elevati volumi correnti (>700 ml) ed elevate pressioni di picco inspiratorio (>30 cmH2O) nelle prime 48 ore di ricovero in UTI, è associato alla comparsa dei criteri di definizione dell’ARDS. Questi risultati, supportano il concetto che nei polmoni sani, lo stiramento indotto dalla ventilazione meccanica possa causare il danno polmonare indotto dal ventilatore (VILI) ?… Contimua qui

Timeoutintensiva.it, N° 10, Technè, Luglio 2009

Diario Di Bordo: Osservazioni Sull’Organizzazione E Le Dinamiche Di Un Reparto Di Rianimazione

Editoriale

Diario Di Bordo: Osservazioni Sull’organizzazione E Le Dinamiche Di Un Reparto Di Rianimazione

Daunia Corbo E Antonella Postorino

Il presente lavoro è stato eseguito all’interno del tirocinio pratico del Master per Medici e Psicologi in Emergenza – Esperti in Traumatic Disaster Management, organizzato da Eureka – UNISOM (Consorzio Universitario per l’Ateneo della Sicilia Occidentale e il Bacino del Mediterraneo, Università degli Studi di Palermo). E’ stato svolto presso un reparto di Rianimazione da due tirocinanti Daunia Corbo (Psicologo clinico, Psicodiagnosta Rorschach, specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale) e da Antonella Postorino (Psicologo clinico). Nota: questo testo, scritto da Operatori in formazione, ha valore documentale per conoscere quali sono alcune delle prime impressioni che suscita l’ambiente e il lavoro di Terapia Intensiva in Operatori, non dediti alla Medicina Intensiva, che per la prima volta entrano in contatto con la Rianimazione. Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 2, Studentcorner, Aprile 2007