Archivio della categoria: Libri

Books: Recensioni: Frankenstein. La Creazione che Sfugge al “Limite”.

Books: Recensioni

Frankenstein. Ovvero il Prometeo moderno

Shelley Mary

2005 Newton & Compton

Frankenstein. La Creazione che Sfugge al “Limite”.

Recensione di S.Vasta, C. Dolcemascolo

30/06/2007

L’argomento trattato nel celeberrimo “Frankeinsten”, è da molti considerato la base nella fondazione dell’intero filone fantascientifico. Anche se le tematiche contenute nel testo della Shelley, riguardano invero diversi aspetti che vanno dalle vicende personali della scrittrice, alle vicende storiche e alle scoperte scientifiche dell’epoca, esse vengono rappresentate nel libro da narrazioni di immagini fantasmatiche e terrifiche che riguardano i continui attraversamenti inconsci sia individuali che sociali circa la questione del bene e del male che accompagna ogni “superamento di un limite”. Nella lettura del Frankenstein il lettore si trova sollecitato ad un continuo identificarsi ora con Victor, scienziato folle, ora nella “creatura”, mostro senza storia e senza nome, ora con Elisabeth, presenza eterea e mediatrice. Tra i tanti aspetti citati delle tante tematiche affrontate dal libro ve nè uno in particolare interessante da sottolineare, un aspetto che riguarda la “fantasia insita nella scoperta scientifica”. Tale dinamica fantasmatica arriva fino ai giorni nostri quasi intatta e si consolida nella paura e desiderio della “creazione che sfugge al controllo dell’uomo” che va cioè oltre la morte e l’etica. Una “creazione” tecnologica, scaturita dalla scintilla elettrica che una complicata macchina infonde in ciò che non è più vitale invertendone il destino verso l’immortalità.

Oggi potremmo dire non diversa dalla scarica elettrica che in rianimazione fa ripartire un cuore. Continua qui. (Testo ed Approfondimenti)

Timeoutintensiva, N°3, Books, Luglio 2007

Books: Recensioni: “In Senso Inverso” di Philip K. Dick

Books: Recensioni

In Senso Inverso

di Philip K. Dick

2003 TIF

Nella California del 1998 il tempo scorre in senso inverso. A causa di un bizzarro fenomeno scientifico chiamato ‘Fase Hobart’, i morti risorgono dalle tombe, diventano adulti, giovani, adolescenti, infanti, per poi tornare nel grembo da cui provengono. Le sigarette si fumano a partire dalle cicche, si saluta il prossimo con un ‘addio’ e ci si congeda con ‘ciao’, a tavola si dà di stomaco invece di mangiare. Alcune ditte specializzate, i Vitarium, si occupano di prelevare dai cimiteri i defunti che ritornano al mondo… Scritto nel 1967, In senso inverso è un romanzo insolito e paradossale, che ben rappresenta la sfrenata fantasia creativa di Philip K. Dick… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°1, Books Recensioni, Dicembre 2006

Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro

Books: Recensioni

Non lasciarmi

Kazuo Ishiguro

2006 Einaudi

“Mi chiamo Kathy H.”. La frase d’apertura dell’ultimo romanzo di Kazuo Ishiguro, Non lasciarmi, rende il tono e presagisce il tema di quest’opera incrinata ma costantemente sconvolgente. Da un lato la voce del narratore è colloquiale, aperta alla chiacchierata informale col lettore, dall’altro c’è qualcosa di sinistro in quel cognome amputato, che porta alla mente i travagli di Joseph K. di Kafka. Il riferimento non è nemmeno così lontano dal segno. Nei suoi lavori precedenti, specialmente ne Gli Inconsolabili del ’95, Ishiguro ha adottato quello che potrebbe vedersi come il marchio kafkiano di un distaccato senso dell’orrido. Se ad esempio pensiamo a quel piccolo capolavoro che è Nella Colonia Penale (in cui un direttore illustra orgoglioso il funzionamento di un sofisticato congegno di tortura), il disagio che la storia causa nel lettore può essere ricondotto meno alla spiegazione di come il corpo umano venga tormentato dalla macchina, e più al fatto che il comandante non riesca a vedere quel che c’è di terrificante nella situazione… Continua qui

Timeoutintensiva.it, Books, N° 4, Dicembre 2007

L’ Errore Medico: Si è Fatto Tutto il Possibile, Ma è Davvero Così ?

Books: recensione

a cura di S. Vasta

Si è Fatto Tutto il Possibile

Marco Venturino

2008 Mondadori

collana Omnibus

Prezzo: 18.00 €

La trama

Marco Venturino, classe 1957 è Direttore di divisione di Anestesia e Rianimazione all'IEO, Istituto Europeo dei Tumori. “Si è fatto tutto il Possibile”, è' il suo secondo romanzo, dopo “Cosa sognano i Pesci Rossi”, edito sempre da Mondadori.

È mattina presto. Un uomo è chiuso nel suo studio di primario, in ospedale. E ricorda. Quell’uomo è Mario Valenti, anestesista, docente universitario e professionista navigato, uno che la vita l’ha “sempre presa in pugno” e tenuta ben salda. Nella solitudine della sua stanza, quell’uomo ricostruisce l’opprimente cadenza degli eventi che l’hanno portato fin lì. La sua vita, a un certo punto, sembra essersi trasformata in un domino le cui tessere si abbattono una dopo l’altra. A mettere in moto la reazione a catena è stato un tragico errore in sala operatoria. Da allora, il corso della sua esistenza risulta ineluttabilmente alterato. Rimorsi e paura di affrontare le conseguenze dei propri gesti, sensi di colpa ed autoindulgenza, recriminazioni e desiderio di rivalsa. E il peso che si è ritrovato addosso lentamente lo schiaccia.

La Recensione

Cronaca di un “inciampo” nel giardino di cristallo del curare pazienti

a cura di Salvatore Vasta

“Oggi che so e finalmente vedo bene dentro quel pozzo nero che, se volete, posso chiamare la mia anima, ho la certezza che tutto quel desiderio di guarire e vincere la signora con la falce, non era di sicuro un irrefrenabile amore per il mio prossimo ma un incontenibile desiderio di potere”.

Questa amara e critica riflessione di Mario Valenti, primario anestesista, protagonista del secondo libro di M. Venturino, “Si è fatto tutto il possibile” (Mondadori), è il fulcro attorno al quale ruota tutta la narrazione. Che prende spunto da un “errore terapeutico” commesso dal protagonista, di fatto un appiglio narrativo, quasi un pretesto attraverso il quale mettere a nudo, non un caso di malasanità, ma, in un’analisi lucida e spietata, la crisi del sistema “uomo” all’interno dell’agire medico, quando questi, perduto il vero obbiettivo della propria professione, cioè il curare pazienti, si avventura nella spirale potere-denarosuccesso-fama-potere, che la propria ambizione gli cuce addosso come una catena da cui non può sfuggire. Ed è proprio questo ciò che rende forte e interessante il libro. Racconto della crisi di un uomo di successo che, preso come lui stesso dice da congressi, relazioni politiche, articoli, luci della ribalta e denaro, convinto di aver costruito un sistema inoppugnabile che gli permetterà di salire e salire verso un “olimpo” di cui l’ambizione non fa vedere una fine o l’approdo, si trova, per una “banale” distrazione, tutta la vita crollata addosso. Un errore che è quello che ognuno di noi medici dovrebbe augurarsi non gli accada mai, la morte di un paziente per propria negligenza, anzi, potremmo dire, per propria distrazione, dato che la mente del protagonista al momento dell’errore, non era presa dall’atto terapeutico che il protagonista stava compiendo, ma appunto dalla corsa ad ostacoli per il proprio successo. Ma basterà questo errore, di cui la vita gli chiederà spietatamente il conto, a fargli crollare addosso tutta la realtà d’intorno, in un susseguirsi di colpi di scena nei quali alla perdita della famiglia, seguirà la perdita della fiducia dei colleghi ed amici e l’insorgere di un profondo ed ossessivo senso di colpa che lo porterà a chiedersi se veramente il dire come si dice spesso “si è fatto tutto il possibile” sia una verità o non piuttosto un paravento dietro cui nascondere, a volte, le manchevolezze nell’agire di coloro che si “muovono” dentro uno tra i più delicati giardini di cristallo che è il curare pazienti. Marco Venturino, al suo secondo romanzo, scrive con magistrale ed introspettiva acuzie una storia, tutta in prima persona, che mostra come per raggiungere la gloria, il successo, la ribalta della cronaca, un professionista possa perdere di vista, la strada dell’agire terapeutico, responsabilmente per la vita che ha tra le mani, per imboccare una strada “altra”, tanto “granitica” quanto insospettatamente fragile, tanto da venir giù in un attimo, quasi fosse un castello di carta, in seguito ad un “inciampo”. Che porterà il protagonista a ritrovare tra le pieghe della propria oscurità, l’unica via d’uscita da un senso di colpa profondo per l’errore commesso, in una corsa per il potere, svuotata di ogni umanità e d’aggancio relazionale con il proprio mondo degli affetti. Un libro imperdibile come il suo primo, “Cosa sognano i pesci rossi” (Mondadori), per tutti i medici ma sopratutto per tutti coloro che all’emergenza hanno dedicato la loro esistenza.

Per Approfondimenti: Clicca qui

Per la recensione del precedente Libro dell’autore, il suo primo romanzo:

Cosa sognano i pesci rossi

Marco Venturino

Mondadori

e per L’Intervista all’autore: Clicca qui

Per Ulteriori approfondimenti:

CRONACA DELLA SESSIONE “COSA SOGNANO I PESCI ROSSI” DEL 60° CONGRESSO SIAARTI TENUTOSI A BASTIA UMBRA DAL 10 AL 13 OTTOBRE 2006

dal nostro inviato

dr. ssa M. Francesca Sapuppo

Clicca qui

Non Ho l’Arma che Uccide il Leone.

Books: Recensioni

Non ho l’arma che uccide il leone.

di Beppe Dell’Acqua

Hoepli Edizioni

Recensione di S. Vasta

Allla fine degli anni ‘80 e nei primi anni ‘90 ogni tanto, in rianimazione, giungeva qualche “matto” ancora ricoverato in manicomio, che in seguito a patologie gravi, insorte acutamente, (in genere per un ictus cerebrale), aveva bisogno della nostra assistenza. Con il paziente arrivava anche la sua cartella sotto forma di diario clinico giornaliero o settimanale; veri e propri libri, tomi, dove era possibile rintracciare ed immaginare la vita dei pazienti, internati per decenni. Ne ricordo in particolare una, giunta per una grave emorragia cerebrale e che nel suo “incartamento” dopo il nome cognome e generalità, dopo le “impronte”, seguiva una foto in B/N fatta di faccia e di profilo che mostrava la paziente, ragazzina, con i capelli tagliati cortissimi e ancora le efelidi sul viso, che teneva davanti a se la lavagnetta, dove, con il gesso, era scritto alla meno peggio il suo nome e cognome, come nei vecchi film polizieschi in bianco e nero; come fossero rinchiusi per colpa e non per malattia. Nell’incartamento, come motivo del ricovero di allora (anni 40) c’era scritto: “Ebefrenica; Si oppone con violenza all’autorità riconosciuta”, malattia che, approfondendo, iniziata come drammatiche discussioni con i genitori, che oggi avremmo forse definita “un temperamento vivace e critico”, poi si era trasformata in una violenta opposizione all’istituzione di cura dove era stata rinchiusa, il manicomio; (aveva tentato più volte la fuga e non rispettava nè medici nè chi la accudiva); ed esitata anni dopo in un mutismo assoluto che era durato il resto della vita, un silenzio poi definito in cartella “quasi un guarire”, “un ammendare le proprie malefatte e cattiverie”.

Scrive Basaglia nella prefazione al libro di Beppe dell’Acqua suo assistente di allora (1979):…”Lo psichiatra non riusciva a “cogliere la “voce” del suo pazzo perchè per definizione l’irrazionalità della follia è la razionalità della malattia”… Quello che voglio dire è che per noi la follia è vita tragedia tensione. E’ una cosa seria. La malattia mentale invece è il vuoto, il ridicolo, la mistificazione di una cosa che non c’è, la costruzione a posteriori per tenere celata, nascosta l’irrazionalità.”… In questo libro… “Beppe ha voluto raccontarci delle storie come le ha vissuto da psichiatra che non capiva cosa volesse dire essere psichiatra, storie di internati che gliele raccontavano dato che non capivano cosa volesse dire essere internato. Questo livello tendenzialmente paritetico ha permesso a Beppe ed ai ricoverati di fare finalmente un discorso”

“Non ho l’arma che uccide il leone” è proprio il racconto delle vite dei ricoverati del manicomio di Trieste prima durante e dopo la sua chiusura. E’ il resoconto accattivante profondo e curioso di una esperienza fatta alla fine degli anni ’70 e per tutti gli anni ’80 che ha segnato profondamente tutta la “Medicina” italiana e la Psichiatria in particolare. Nient’altro.

Savas

Per Approfondimenti sul libro e sulla figura di Basaglia Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°8, Books, Dicembre 2008