Archivio della categoria: Musica

Soffriva di Epilessia: ecco perché Chopin aveva le Allucinazioni

Soffriva di Epilessia: ecco perché Chopin aveva le Allucinazioni

Il celebre compositore Frédéric Chopin soffriva spesso di allucinazioni ma la causa di questo disturbo è nota soltanto oggi: potrebbe trattarsi di epilessia, per la precisione del lobo temporale. A fare luce sull’origine delle allucinazioni è una recente ricerca pubblicata sulla rivista di divulgazione scientifica on line Medical Humanities, afferente all’autorevole British of Medical Journal. Per l’intera durata della sua breve vita, rivelano gli autori, Chopin potrebbe aver sofferto di epilessia. Le allucinazioni sono infatti una caratteristica tipica dei disturbi convulsivi. Chopin era rinomato, tra le altre cose, per la sua fragilità e sensibilità. I suoi tanto frequenti quanto documentati attacchi di malinconia sono stati attribuiti al disturbo bipolare o alla depressione clinica ma finora era stata fatta poca chiarezza sugli episodi allucinatori. Durante l’esecuzione della Sonata in si bemolle minore, in Inghilterra nel 1848 in un salone privato, Chopin improvvisamente smise di suonare e lasciò il palco, evento registrato dal critico musicale del Guardian di Manchester.

F. Chopin Sonata in si bemolle minore


In una lettera scritta alla figlia della sua compagna George Sand, nel settembre dello stesso anno, Chopin descrive quanto accaduto in quell’occasione affermando di aver visto delle creature emergere dal pianoforte.
La stessa George Sand, nelle sue memorie, ricorda numerosi episodi simili, ad esempio durante un viaggio in Spagna nel 1838 quando in un monastero apparve a più riprese pallido, con gli occhi spiritati, i capelli sconvolti, ossessionato dalla visione di spiriti e fantasmi. Il laudano che assumeva il compositore potrebbe essere associato alla comparsa di allucinazioni, ma Chopin documentò questo genere di episodi ben prima di iniziare ad assumere la sostanza.
I medici all’epoca non ne sapevano molto sull’epilessia e potrebbero aver trascurato i sintomi. Chopin, era di salute cagionevole, e fu perseguitato da disturbi e malattie per tutta la vita: morì nel 1849 a soli 39 anni a causa di una malattia polmonare cronica che recentemente è stata ricondotta alla fibrosi cistica, basandosi sulla storia familiare del compositore.

22 Dicembre 2010

Articolo Originale: Clicca qui

Non Ho l’Arma che Uccide il Leone.

Books: Recensioni

Non ho l’arma che uccide il leone.

di Beppe Dell’Acqua

Hoepli Edizioni

Recensione di S. Vasta

Allla fine degli anni ‘80 e nei primi anni ‘90 ogni tanto, in rianimazione, giungeva qualche “matto” ancora ricoverato in manicomio, che in seguito a patologie gravi, insorte acutamente, (in genere per un ictus cerebrale), aveva bisogno della nostra assistenza. Con il paziente arrivava anche la sua cartella sotto forma di diario clinico giornaliero o settimanale; veri e propri libri, tomi, dove era possibile rintracciare ed immaginare la vita dei pazienti, internati per decenni. Ne ricordo in particolare una, giunta per una grave emorragia cerebrale e che nel suo “incartamento” dopo il nome cognome e generalità, dopo le “impronte”, seguiva una foto in B/N fatta di faccia e di profilo che mostrava la paziente, ragazzina, con i capelli tagliati cortissimi e ancora le efelidi sul viso, che teneva davanti a se la lavagnetta, dove, con il gesso, era scritto alla meno peggio il suo nome e cognome, come nei vecchi film polizieschi in bianco e nero; come fossero rinchiusi per colpa e non per malattia. Nell’incartamento, come motivo del ricovero di allora (anni 40) c’era scritto: “Ebefrenica; Si oppone con violenza all’autorità riconosciuta”, malattia che, approfondendo, iniziata come drammatiche discussioni con i genitori, che oggi avremmo forse definita “un temperamento vivace e critico”, poi si era trasformata in una violenta opposizione all’istituzione di cura dove era stata rinchiusa, il manicomio; (aveva tentato più volte la fuga e non rispettava nè medici nè chi la accudiva); ed esitata anni dopo in un mutismo assoluto che era durato il resto della vita, un silenzio poi definito in cartella “quasi un guarire”, “un ammendare le proprie malefatte e cattiverie”.

Scrive Basaglia nella prefazione al libro di Beppe dell’Acqua suo assistente di allora (1979):…”Lo psichiatra non riusciva a “cogliere la “voce” del suo pazzo perchè per definizione l’irrazionalità della follia è la razionalità della malattia”… Quello che voglio dire è che per noi la follia è vita tragedia tensione. E’ una cosa seria. La malattia mentale invece è il vuoto, il ridicolo, la mistificazione di una cosa che non c’è, la costruzione a posteriori per tenere celata, nascosta l’irrazionalità.”… In questo libro… “Beppe ha voluto raccontarci delle storie come le ha vissuto da psichiatra che non capiva cosa volesse dire essere psichiatra, storie di internati che gliele raccontavano dato che non capivano cosa volesse dire essere internato. Questo livello tendenzialmente paritetico ha permesso a Beppe ed ai ricoverati di fare finalmente un discorso”

“Non ho l’arma che uccide il leone” è proprio il racconto delle vite dei ricoverati del manicomio di Trieste prima durante e dopo la sua chiusura. E’ il resoconto accattivante profondo e curioso di una esperienza fatta alla fine degli anni ’70 e per tutti gli anni ’80 che ha segnato profondamente tutta la “Medicina” italiana e la Psichiatria in particolare. Nient’altro.

Savas

Per Approfondimenti sul libro e sulla figura di Basaglia Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°8, Books, Dicembre 2008

La Donna che Camminava Battendo le Mani

Books: Recensioni

La donna che camminava battendo le mani
di Salvatore Coppola

Narrativa                                                                                                                                           Linea Emozioni                                                                                                                                  Euro 2 (due)                                                                                                                                 Coppola Editore
www.coppolaeditore.com

dalla Prefazione di Giovanni Impastato

“Eppure le potenzialità costruttive dell’uomo e della sua mente hanno una forza incommensurabile, ancora in parte inesplorate e, quindi, unendo il nostro ingegno e anche i nostri sentimenti possiamo tentare di riscattarci. E perché no, accogliere l’invito di Salvatore a camminare battendo le mani tutti assieme per percorrere la strada verso la libertà.”

Recensione
Poche righe, poche pagine che si leggono in un soffio; un sorriso, piano piano, si accompagna alla lettura, che alla fine, chiuso il libro, si trasforma in un senso di benessere, di pienezza, di libertà ritrovata; un respiro profondo ti raggiunge, quasi un afflato di vita, che ti fa chiudere gli occhi facendoti desiderare di essere anche tu la’ a battere le mani insieme a tanti; tutti insieme, messi lì a seguire lei, la donna che batteva le mani camminando; e le mani divengono ali e ti ritrovi a volare tra le parole, leggere, di questo piccolo libro. A me è venuta subito voglia di rileggerlo e di nuovo, ritrovandomi sveglio al mattino, senza stanchezza per la notte insonne, ma con l’energia che ti dà a volte ritrovare la tua, di leggerezza. Così ho fatto il caffè e mi sono messo lì alla finestra a guardare il mare. Ed i colori del cielo.
Savas

Per Saperne di più Clicca qui

Facebook: Un’Esperienza Pilota, che Apre ad un Nuovo Modo di Usare i Socialnetwork.

Facebook: Il Gruppo Facebook Associazione i.Change e Timeoutintensiva.it presentano: Un’Esperienza Pilota, che Apre ad un Nuovo Modo di Usare i Socialnetwork.

H. Simberg, L’angelo ferito

a cura di Daniela Thomas

6 maggio 2010

Idea progetto: Salvatore Vasta, Daniela Thomas, Giorgio Geraci

Nota Introduttiva: Giorgio Geraci

Editing, Revisione Note e Link: Daniela Thomas, Dora Cinà

Gruppo di Lavoro:

Daniela Thomas, Dora Cinà, Giorgio Geraci, Nicoletta Controvento, Claudia Bongiorno, Jan Mariscalco, Salvatore Vasta, in collaborazione con Associazione Cerchi di Vita,  Associazione i.Change Onlus, e Tempo di Volare ASP 9 TP

Nota introduttiva di Giorgio Geraci

Ho accettato volentieri di partecipare al lavoro di work in progress che ha attivato questo gruppo, nato spontaneamente sul Web ed all’interno del social network Facebook, perché credo nel gruppo, alla sua forza, alla sua funzione sociale, psicologica, affettiva, ideologica, relazionale, mentale, poetica. Alla funzione di vita del gruppo! Mi sono inserito quasi per caso, conoscendo soltanto qualcuno personalmente, ma fidandomi della conoscenza di questi per potere affidare anche agli altri la “mia vita” ed i miei pensieri. Nel breve tempo necessario all’accomodamento, ma fiducioso di trovarmi tra persone leali, ho sentito emergere forte il bisogno di “piazza”, di condivisione, di sana contaminazione, alla quale non ho sentito di dovermi sottrarre. Gruppo ricco (mi ci ficco) di affettività, ricco di cultura, ricco di desiderio di gruppo, in sostanza disponibile ad accogliere ed a condividere, un gruppo di “mamme buone”. Senza un gruppo che tiene, contiene, sostiene, che aiuta, in buona sostanza, non può esserci vita, né per il corpo, né per la mente… Continua… Video approfondimenti e discussione li trovate Cliccando qui

Timeoutintensiva.it, N° 13, Spotlight, Maggio 2010

Books: Recensioni: Il tempo invecchia in fretta di Antonio Tabucchi

Il Tempo Invecchia in Fretta

Antonio Tabucchi

2009 Feltrinelli

Antonio Tabucchi Premio Frontiere-Biamonti. Guarda il Video.

Tutti i personaggi di questo libro sembrano impegnati a confrontarsi col tempo: il tempo delle vicende che hanno vissuto o stanno vivendo e quello della memoria o della coscienza. Ma è come se nelle loro clessidre si fosse alzata una tempesta di sabbia: il tempo fugge e si ferma, gira su se stesso, si nasconde, riappare a chiedere i conti. Dal passato emergono fantasmi beffardi, le cose prima nettamente distinte ora si assomigliano, le certezze implodono, le versioni ufficiali e i destini individuali non coincidono…. Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 13, Books, Maggio 2010