Archivio della categoria: Terapia Intensiva

Stato Vegetativo E Accanimento Terapeutico: Cosa Ne Pensano I Familiari

Articolo Scientifico

Stato Vegetativo E Accanimento Terapeutico: Cosa Ne Pensano I Familiari

P. Chiambretto, C. Guarnerio
Servizio di Psicologia, Cooperativa Vitaresidence, Guanzate (CO), Legnano (MI)

Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia Supplemento A, Psicologia © PI-ME, Pavia 2007; Vol. 29, N. 1: A12-A18

http://gimle.fsm.it

per gentile concessione

I passi avanti compiuti dalla medicina in tutti i suoi settori ci confrontano sempre più spesso con questioni che non sono più solo di tipo clinico, ma che inevitabilmente ci
pongono di fronte a interrogativi di tipo etico e morale. Le patologie croniche, le condizioni terminali, gli stati vegetativi sono solo alcuni dei più comuni esempi di condizioni cliniche che impongono al sanitario anche una riflessione (e una scelta?) di tipo etico. Gli strumenti che la medicina mette nelle mani dei sanitari sono tali da portarli a riflettere non solo sulla validità clinica di una scelta ma anche sulla opportunità di intraprenderla, sulla proporzionalità dell’intervento. Si pone sempre più frequentemente la necessità di calibrare l’intervento tra l’opportuno e l’eccessivo, per fare questo non sempre è sufficiente la competenza tecnica, ma intervengono
altri fattori più personali e difficili da standardizzare rispetto al significato stesso della vita e della sua qualità. Al giudizio tecnico-scientifico degli operatori del settore fa da corollario la voce dei familiari. Una voce gravata dal peso dell’assistenza, dal dolore per la condizione che stanno vivendo, dalla difficoltà di comprendere un linguaggio anche tecnico che non padroneggiano.

Il presente lavoro è un’indagine preliminare condotta con 32 familiari di pazienti in stato vegetativo o a minima responsività, sia ricoverati in strutture di lungodegenza sia gestiti al domicilio, rispetto alla conoscenza del concetto di accanimento terapeutico e di quali elementi della quotidianità del paziente possano configurarsi, a loro parere, come accanimento… Vai all’articolo Cliccando qui

Timeoutintensiva.it, N°11/12, Focus, Dicembre 2009

Psicosi In Terapia Intensiva Ed Autonomia Del Paziente: Alcune Riflessioni Dall’interno

Articolo Scientifico

Psicosi In Terapia Intensiva Ed Autonomia Del Paziente: Alcune Riflessioni Dall’ Interno

dr.ssa C. Misak

Interim Vice-President and Provost University of Toronto, Canada

Traduzione dalla lingua inglese e riduzione dell’articolo (a cura del dr. S. Vasta*):
ICU Psychosis and Patient Autonomy: Some Thoughts from the Inside.
dr.ssa MISAK C. – Journal of Medicine and Philosophy, 30:411–430, 2005

*Presidente Ass. Non Profit I.Change

Abstract

Una Foto di Diane Arbus, richiamata nell'articolo

Vorrei attingere alla mia esperienza di essere stata paziente in UTI (Unità di Terapia Intensiva) per fare alcune riflessioni pratiche, etiche, filosofiche circa la cura di questi pazienti nei reparti di cure intensive.
Il tema ricorrente da me trattato in questo lavoro sarà le psicosi in UTI.
Io suggerisco che i pazienti dovrebbero essere educati ed istruiti prima delle loro dimissioni; Discuterò sugli ostacoli che si potrebbero incontrare nel fare questo; Ritengo che dobbiamo ripensare l’autonomia dei pazienti alla luce di queste problematiche, e propongo che bisogna ripensare alla disgregazione del se di fronte a questi problemi…

… Per Leggere questo interessante articolo sulle psicosi che scaturiscono a volte durante un ricovero in ICU ed il racconto che ne fa la protagonista Cheryl Misak, Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°8, Focus, Dicembre 2008

Books: Recensioni: “Mind Time. Il Fattore Temporale Nella Coscienza.” di Benjamin Libet

Books

Recensioni:

“Mind Time. Il Fattore Temporale Nella Coscienza.”

di Benjamin Libet

2007

Raffello Cortina Editore

Il libro di Benjamin Libet ruota intorno alla problematica della relazione fra cervello ed esperienza conscia. La questione che Libet si pone è relativa a comele attività fisiche delle cellule nervose del cervello possano produrre fenomeni non fisici, cioè le esperienze soggettive consce e quale sia la relazione tra il fisico, il cervello, il mentale, e la consapevolezza sensoriale del mondo esterno. La prospettiva dalla quale Libet affronta queste problematiche è quella sperimentale. I suoi studi sono focalizzati sulle relazioni temporali fra gli eventi neurali e l’esperienza cosciente. Il libro è incentrato sugli esperimenti dell’autore che portano alla scoperta che la decisione di agire avviene prima di quella relativa al compiere la determinata azione. Ciò porta con sé implicazioni importanti anche per la questione del libero arbitrio. Il nostro cervello sembra ‘sapere’ che vogliamo compiere una certa azione con un anticipo di circa mezzo secondo. La consapevolezza è dunque in ritardo su una parte del nostro cervello e quindi la convinzione di aver deciso liberamente e autonomamente di compiere una certa azione sembra configurarsi come un’illusione. Così Libet spiega il fattore temporale della coscienza… Per Continuare a LeggereClicca qui

Timeoutintensiva.it, N° 7, Books, Ottobre 2008

Fluid Resuscitation in Septic Shock

Scientific Article

From Critical Care Medicine

Fluid Resuscitation in Septic Shock

A Positive Fluid Balance and Elevated Central Venous Pressure Are Associated With Increased Mortality

John H. Boyd, MD, FRCP; Jason Forbes, MD; Taka-aki Nakada, MD, PhD; Keith R. Walley, MD, FRCP; James A. Russell, MD, FRCP.

Posted: 02/21/2011; Crit Care Med. 2011;39(2):259-65.

© 2011 Lippincott Williams & Wilkins

Abstract

Objective: To determine whether central venous pressure and fluid balance after resuscitation for septic shock are associated with mortality.
Design: We conducted a retrospective review of the use of intravenous fluids during the first 4 days of care.
Setting: Multicenter randomized controlled trial.
Patients: The Vasopressin in Septic Shock Trial (VASST) study enrolled 778 patients who had septic shock and who were receiving a minimum of 5 μg of norepinephrine per minute.
Interventions: None.
Measurements and Main Results: Based on net fluid balance, we determined whether one’s fluid balance quartile was correlated with 28-day mortality. We also analyzed whether fluid balance was predictive of central venous pressure and furthermore whether a guideline-recommended central venous pressure of 8–12 mm Hg yielded a mortality advantage. At enrollment, which occurred on average 12 hrs after presentation, the average fluid balance was +4.2 L. By day 4, the cumulative average fluid balance was +11 L. After correcting for age and Acute Physiology and Chronic Health Evaluation II score, a more positive fluid balance at both at 12 hrs and day 4 correlated significantly with increased mortality. Central venous pressure was correlated with fluid balance at 12 hrs, whereas on days 1–4, there was no significant correlation. At 12 hrs, patients with central venous pressure <8 mm Hg had the lowest mortality rate followed by those with central venous pressure 8–12 mm Hg. The highest mortality rate was observed in those with central venous pressure >12 mm Hg. Contrary to the overall effect, patients whose central venous pressure was <8 mm Hg had improved survival with a more positive fluid balance.
Conclusions: A more positive fluid balance both early in resuscitation and cumulatively over 4 days is associated with an increased risk of mortality in septic shock. Central venous pressure may be used to gauge fluid balance ≤12 hrs into septic shock but becomes an unreliable marker of fluid balance thereafter. Optimal survival in the VASST study occurred with a positive fluid balance of approximately 3 L at 12 hrs.

Click Here

But Before Sign In ! The Article is Free !

Una Riflessione Sul “Senso Comune”

Editoriale

da: La Costruzione Di Significato E Senso In Terapia Intensiva

Una Riflessione Sul “Senso Comune”

Diego Bongiorno*

Psichiatra, Psicoanalista

*A. I.CHANGE ONLUS

10 ottobre 2008

La costruzione di senso necessita di un chiarimento iniziale affinché possa essere utilizzata come teoria. Inizierò ad avvicinarmi alla delimitazione del concetto attraverso un confronto con concetti limitrofi con cui si può confondere. La costruzione di senso non può essere confusa con i processi di apprendimento. Un processo di apprendimento può prevedere a priori un senso comune ma è un processo temporalmente ad esso consecutivo che prevede la trasmissione di un sapere e/o di una modalità per conseguire un sapere. Si possono studiare i metodi con cui si trasmette un sapere, come le emozioni possono interferire con i processi di scambio delle informazioni, ma tutto ciò prevede a priori che un senso comune sia già stato costruito. La costruzione del senso comune non è nemmeno una condivisone del sapere perché quest’ultima è una operazione sofisticata conseguente ad un accordo cognitivo ed emotivo. Si potrebbe discutere sulla natura dell’accordo e sulla natura delle emozioni ma tutto ciò è secondario in termini di tempo alla costruzione del senso comune. Si potrebbe a questo punto confrontare la costruzione del senso comune con il convenzionalismo linguistico. Anche qui vi sono delle differenze fondamentali. Per esempio: per un cieco dalla nascita cosa significa il termine bianco o rosso? Eppure un cieco potrà usare questi termini appoggiandosi al convenzionalismo linguistico pur non potendo partecipare al senso comune. L’esempio può esserci utile a questo punto per entrare nel merito… Per continuare a leggere.. Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°7, Focus, Ottobre 2008