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Editoriale: Dibattito: “Cronaca Di Un Incontro Sul Tema Delle “Decisioni Alla Fine Della Vita”

Editoriale

Dibattito: Cronaca Di Un Incontro Sul Tema Delle “Decisioni Alla Fine Della Vita”

a cura di M.Francesca Sapuppo

7 Novembre 2009 Dibattito Presso i locali dell’Associazione i.Change ONLUS

Partecipano:

Dibattito Sul Fine Vita, Associazione i.Change ONLUS Sede

Associazione I.Change ONLUS (Salvatore Vasta, Grazia Alia, Serafina Ardizzone, Diego Bongiorno, Cecilia Dolcemascolo, Salvatrice Matranga, M.Francesca Sapuppo) e Gabriella Cina’, Andrea Cracchiolo, Antonino Di Lorenzo, Grazia Di Silvestre, Aldo Gerbino, Anna Guddo, Gaetana Lazzaro, Santino Marchese, Sergio Marino, Giovanna Miccichè, Daniela Palma, Giorgio Trizzino.

Pensieri, riflessioni, parole, dubbi, interrogativi, narrazioni tra persone interessate.

In Focus di Timeoutintensiva.it troverete riportata la cronaca di un incontro tra persone interessate alle problematiche delle Decisioni alla fine della vita, organizzato dall’associazione I.Change ONLUS. L’incontro non è stato organizzato con interventi preordinati perché voleva essere un momento dove poter dare spazio, non confinato, alle riflessioni dei partecipanti su un tema che molti di noi vivono quotidianamente. Le riflessioni riportate non sono solo le considerazioni degli intervenuti ma anche gli interrogativi che sorgevano spontanei dalle riflessioni stesse. Spesso le domande non hanno avuto risposte e si sono lasciate così  trascritte come dubbi, nati da questo gruppo d’incontro. Il tema trattato è tanto intenso da non potersi esaurire in poche ore e merita nuovi momenti di elaborazione e di riflessione anche su questi dubbi, nati dal contatto con i pensieri e le parole dell’altro. Per scelta, quindi, i testi riportano in modo diretto, anche se non virgolettato, e/o narrato le parole dei partecipanti all’incontro nel loro susseguirsi, a volte frammentario, di riflessioni spontanee nate l’una dall’altra. Queste riflessioni comuni, molto interessanti perché attraverso il racconto di realtà operative difficili portano in sé anche tante proposte alla società civile, possono riassumersi in diversi punti:

1) la tecnologia è tanto avanzata da permettere forme di vita o di “non morte” prima inesistenti, per cui è necessario che il malato e la società civile tutta s’impegnino ad affrontare e non rimuovere il problema “di come morire”. Questo non può essere delegato a chi si ritrova alla fine della catena della malattia: “l’Intensivista”

2) per questo è necessario che nella società civile si cerchi di chiarire il divario esistente tra non introduzione o sospensione dei trattamenti artificiali ed eutanasia, e ancora tra non accanimento terapeutico ed eutanasia, nelle malattie terminali. Infatti, è solo attraverso la consapevolezza che si può cercare di rendere meno arbitrario il momento delle decisioni di fine vita.

3) l’intensivista non può, non deve essere lasciato solo a fare le scelte. E’ indispensabile una condivisione quanto più ampia possibile, con se stessi, con il paziente e/o con i familiari, il gruppo di lavoro e con la società, perché questa rende la scelta emotivamente meno gravosa.

4) è normale che vi siano diverse opinioni rispetto a questo enorme problema, anche perché sono diversi in ognuno di noi gli elementi valoriali della vita e della morte. Non esiste la scelta etica “unica”, giusta a priori, deve esistere un processo etico che porta a una decisione etica che supera la sensibilità personale e che diventa condivisa, per un’etica condivisa, per una scelta etica condivisa.

5) in questo processo è necessario conoscere i desideri del paziente per essere in sintonia con le sue scelte, rispettando il fatto che possono cambiare continuamente in relazione all’adattamento alla malattia e di fronte alla sua stessa possibilità di morte immediata.

6) nella “terminalità” dovrebbe ritornare “la morte a casa”. Per far questo è necessario che si cominci a formare prima i medici sui limiti della rianimazione, poi i pazienti, i familiari, tutti, per comprendere che c’è un momento dove “non c’è più niente da fare” portando o mantenendo il paziente in ospedale, ed è importante che questo non comporti per chi opera una mancata assistenza.

7) il “non c’è più niente da fare” è anche gravoso emotivamente per l’intensivista, che sopporta su di sé le sue stesse emozioni e quelle riverberanti dai pazienti, familiari tutti. L’intensivista non è un esecutore (stacca, non stacca la spina), è un uomo anch’esso inserto nel processo di cura, e deve quindi essere dotato di strumenti per tollerare il suo stesso lavoro, come attraverso la metodologia della rivalutazione narrativa in gruppo degli operati. E’ necessario per tollerare riprendere il contatto emotivo con ciò che si fa nel lavoro, produrre narrazioni, riflessioni su ciò che si fa, e su come viene maturata la decisione.

8 )  infine bisogna comprendere che nel pensare alla morte, si pensa pure alla vita, perché purtroppo sempre più spesso le Unità di Terapia Intensiva accolgono pazienti senza possibilità terapeutiche, mettendo in crisi l’assistenza ai pazienti acuti.

9) ed in ultimo il nostro augurio è che partendo da questi incontri tra persone interessate si possa anche arrivare a coinvolgere la società

L’incontro è stato riportato su Timeoutintensiva in 3 interessanti articoli

Quindi per dare uno Sguardo si insieme al problema del Fine vita seguendo il dibattito da noi sostenuto basta leggere in maniera sequenziale i tre articoli sotto riportati:

A) Riflessioni sui trattamenti di fine vita: leggendo qua e là gli atti del congresso esicm 2007, Che potete trovare Cliccando qui curato da Serafina Ardizzone, Timeoutintensiva.it.

B) Prima tranche di discussione tra gli intervenuti al dibattito

Fine Vita: Chi Decide, Come?  che trovate Cliccando qui

con il parere degli intensivisti e la trascrizione curata da Francesca Sapuppo, Timeoutintensiva.it

C) Seconda e Ultima tranche di discussione tra gli intervenuti al dibattito

Fine Vita: Altre Realtà Fuori Dalla Terapia Intensiva…  Che trovate Cliccando qui

Curatrice della trascrizione: Francesca Sapuppo, Timeoutintensiva.it

Buona Lettura, e speriamo che, alla fine della stessa, vi sarete chiariti le idee sul complesso argomento trattato, e su quante domande pone ad ognuno di noi il problema della Fine della Nostra Vita

Timeoutintensiva.it, N°13, Cover/Focus, Maggio 2010

6 maggio 2010

La Ventilazione Artificiale Nei Trattamenti Di Ossigenoterapia Iperbarica

Articolo Scientifico

La Ventilazione Artificiale Nei Trattamenti Di Ossigenoterapia Iperbarica

P. Castaldi, M.T. Serpi, G. Mura, A. Marras, A. Valdes, C. Iesu

Centro iperbarico “Giancarlo Boero” Cagliari

Il trattamento con ossigeno terapia iperbarica richiede talvolta l’utilizzo  di tecniche di rianimazione all’interno della camera iperbarica. L’applicazione di un monitoraggio cardiologico e respiratorio, l’utilizzo di pompe di infusione, la necessità di garantire una ventilazione artificiale necessità di camere iperbariche adeguatamente attrezzate e pluriposto, di personale sanitario e tecnico particolarmente addestrato.
La gangrena gassosa, le celluti estese, le fasciti necrotizzanti, i politraumi con sindromi compartimentali o da schiacciamento, la patologia da decompressione o l’EGA, l’intossicazione da monossido di carbonio possono, nelle situazioni di maggior gravità,  impegnare vari organi  con la necessità di supportare alcune funzioni vitali, come la funzione respiratoria e il parenchima polmonare… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 9, Focus, Aprile 2009


Editoriale: L’Elevato Volume Corrente Induce Ali/Ards Nei Polmoni Normali ?

Editoriale:

L’ Elevato Volume Corrente Induce Ali/Ards Nei Polmoni Normali ?

C. Bonetto P. Terragni V.M. Ranieri

Gajic e coll. riportano che nei pazienti che non avevano ARDS ma erano in ventilazione meccanica per intervento chirurgico, sepsi, aspirazione, polmonite o trauma, l’uso di elevati volumi correnti (>700 ml) ed elevate pressioni di picco inspiratorio (>30 cmH2O) nelle prime 48 ore di ricovero in UTI, è associato alla comparsa dei criteri di definizione dell’ARDS. Questi risultati, supportano il concetto che nei polmoni sani, lo stiramento indotto dalla ventilazione meccanica possa causare il danno polmonare indotto dal ventilatore (VILI) ?… Contimua qui

Timeoutintensiva.it, N° 10, Technè, Luglio 2009

Le Linee Guida Siaarti Sul Management Delle Vie Aeree Difficili. Come Interpretarle ?

Articolo Scientifico

Le Linee Guida Siaarti Sul Management Delle Vie Aeree Difficili. Come Interpretarle ?

Dr. Guglielmo Pitrolo

Fondazione Istituto San Raffaele – Giglio

Responsabile U.O. di Anestesia e Rianimazione

Riassunto

Il problema del controllo delle vie aeree è cresciuto con il crescere dell’anestesia.       Ogni U.O. deve dotarsi di protocolli operativi e di strumenti adeguati seguendo “le raccomandazioni” contenute nelle Linee Guida delle società scientifiche. La previsione di difficoltà darà garanzia di successo permettendo di evitare incidenti a volte anche mortali o con conseguenze invalidanti permanenti. E’ condizione indispensabile non solo il possesso ma anche un adeguato allenamento per l’uso dei dispositivi disponibili che devono essere scelti anche in funzione della necessaria curva di apprendimento, della percentuale di successo e del costo… Continua Qui

Le Linee Guida della SIAARTI commentate nell’articolo:

SIAARTI Raccomandazioni Per Il Controllo Delle Vie Aeree E La Gestione Delle Difficoltà

le Trovate Cliccando qui


Timeoutintensiva.it, N° 10, Spotlight, Luglio 2009

Terapie Intensive: “Apriamo Le Porte”

Editoriale

Apriamo Le Porte

di H. Burchardi
Una recente inchiesta eseguita su 95 unità di terapia intensiva francesi, ha rivelato l’esistenza di regole restrittive sulla visita dei parenti dei pazienti in quasi tutte le rianimazioni esaminate. Per esempio, il 97% delle ICU contemplavano
ore di visita limitate, nel 90% era limitato il numero dei parenti ammessi, nel 55% delle ICU la visita non era permessa ai bambini (o era permesso solo in modo restrittivo),
e nel 40% era permesso l’ingresso solo ai parenti stretti. Dobbiamo rallegrarci del fatto che questo problema sia giunto alla nostra attenzione. È tempo di pensare alle relazioni
con i pazienti e loro parenti ed amici. Nel 1993 l’ Associazione Americana delle infermiere di Terapia Intensiva (AACN) ha organizzato una conferenza di consenso per promuovere una terapia critica più umana. Apparentemente, gli atteggiamenti dei curanti stanno lentamente cambiando. Almeno ora vengono ben considerate le necessità
delle famiglie. Nella mia opinione, vi sono cinque buone ragioni per
aprire le ICU a parenti e visitatori… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N°0, Technè, Giugno 2006