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Mostra Fotografica: “Alla Ricerca del Tempo”. Foto di Claudio Battista


“Seguo da tempo la rotta lungo la traccia d’argento lasciataci dai nostri padri… una scia che mi ha proiettato attraverso terre inesplorate, mondi fantastici e realtà fuggevoli dell’ universo fotografico. 
La passione per la fotografia mi ha portato all’inizio sulle colline Abruzzesi ad incontrarmi con la mia interiorità attraverso le emanazioni della radiazione luminosa affrontando il paesaggio nelle sue evocazioni. Questa è la fortunata epopea dell’infrarosso bianco e nero, dello sviluppo e stampa in proprio e del rigore e la disciplina del mondo analogico. Un rigore che sostiene da sempre il mio percorso formativo autodidatta, nutrito insieme dall’interesse per il “vero” attraverso lo studio dei grandi autori, alla ricerca di quelle affinità in cui riconoscere uno “stile”. Introspezione, rigore, studio ed essenzialità i tratti della propria visione perennemente protesa in una sospensione temporale a varcare la soglia dell’ oggettività ingabbiante del “referente”, a favore di una concezione più  “metafisica” del reale. Non luoghi, alienazioni, distanze e provvisorietà di un tempo che diventa ossessione compulsiva svuotante dello stesso significato dell’esistere, i temi ricorrenti nei miei lavori, sia che  tratti della caotica contemporaneità, piuttosto che certi miei paesaggi dell’anima o della caduca bellezza floreale… ”

Claudio Battista

Puoi Visitare la Mostra Fotografica On Line Cliccando qui

Timeoutintensiva.it, N°20, Graffiti, 28 Marzo 2012

E’ On Line Il Nuovo Numero 20 di Timeoutintensiva

I Contenuti:

In Copertina:

Etnografia in Emergenza: Pratiche di Traduzione di un Artefatto

di Virginia Romano

DiSS-Dipartimento di Scienze Sociali – Università “La Sapienza”. Roma

La ricerca si concentra sul ruolo degli artefatti – in questo caso la scheda di soccorso (SdS) di ambulanza – come attori dei necessari processi di coordinamento tra sistema dell’emergenza (l’ambulanza) e sistema ospedaliero (l’accettazione del Pronto Soccorso).

In Focus:

Emozioni e Sensemaking in Terapia Intensiva

L’articolo Originale “Emozioni e Sensemaking in Terapia Intensiva”, prodotto dal Comitato scientifico dell’Associazione i.Change e Pubblicato sul N° 7 di Timeoutintensiva nel 2008, dato l’interesse che aveva suscitato nel mondo delle Terapie Intensive, è stato presentato all’Heps Congress di Oviedo nel Giugno 2011, e al Meeting GiViTi nell’Ottobre 2011. Ve lo Riproponiamo.

La Medical Art Therapy Nell’Ambito Del Trapianto D’Organi

di Gabriella Cinà – Psicologa Arteterapeuta.

L’uso dell’arteterapia in un contesto medico (Medical Art Therapy) si fonda sulla funzione di protezione e trasformazione che l’atto creativo permette all’individuo, sulla possibilità di accedere alle emozioni e all’elaborazione dei vissuti psicologici, migliorando la compliance alle terapie e le risposte di adattamento, intervenendo sensibilmente sulla qualità di vita. Nel 1994 l’American Art Therapy Association ha riconosciuto l’uso dell’espressione artistica e dell’immaginazione con persone affette da malattia organica, che hanno sperimentato un trauma corporeo o procedure mediche invasive.

Determinazione Di Morte Con Standard Neurologico – Elementi Informativi Essenziali

Il principale quesito a cui tale documento da risposta confermativa, sia pur non in modo unanime, è : “La determinazione di morte con standard neurologico è la morte dell’essere umano ?”.

F. Procaccio, Direttore S.C. Anestesia e Reparto di Terapia Intensiva Neurochirurgia, A.O.U. di Verona P. P. Donadio, Direttore S.C. Anestesia e Rianimazione, Ospedale Molinette di Torino A. M. Bernasconi, Presidente ANED A. Gianelli Castiglione, Second Opinion medico-legale del Centro Nazionale Trapianti A. Nanni Costa, Direttore del Centro Nazionale Trapianti

In Racconti a Margine:

La Quarta Dimensione Esiste

di Pentothal

“… La quarta dimensione esiste, aleggia come una materia nera e densa attorno ai nostri corpi, sono le parole, il vuoto tra le parole, il tempo di plateau tra inspirazione ed espirazione, sono gli occhi che scrutano le curve di pressione-volume. Nella complessità ordinata che siamo…”

Il Viaggio Di Un Paziente: Vivere Con La Sindrome Locked-In

di N. Ch.

Questa è la storia di N., che vive con una sindrome locked-in dal 2000, raccontata da lui stesso.

In Out of Border:

“A Che Serve Una Grande Profondità Di Campo, Se Non Vi è Una Adeguata Profondità Di Sentimento ? ” (W.E. Smith)

Questa è la storia di un grande fotografo W. Eugene Smith e di una ossessione, la sua, di convertire in immagine la sua verità e avere tutto il processo comunicativo sotto il suo stretto controllo. Perché documentare la realtà era solo il punto di partenza: rendere in fotografia le emozioni che quella realtà trasmetteva era l’unico modo possibile, autentico e necessario di scrivere con la luce. Accompagnano La Breve Biografia Alcune Fotografie Scelte ed un Filmato

a cura di S. Vasta

“Su Terre Senza Memoria Ogni Piede Ha La Sua Scarpa.” La Poesia Come Viaggio Nel Tempo E Nella Memoria.

di Emilia Maggiordomo e Laura Costa

“… infatti, se la memoria, “profondità dell’uomo”, è segno del tempo che uccide l’innocenza, proprio attraverso la memoria è possibile recuperare quell’innocenza antica e perduta…”

In Nurse Science:

“Mi Ricordo… il Mio Primo Prelievo d’Organo”

di Giancarlo Cappello

Nurse Educator ISMETT, Palermo

“… Ho scoperto che il piano di nursing studiato a scuola non era pura teoria ma poteva essere applicato, bastava volerlo, bastava lavorare in team con dei colleghi collaboranti e un ambiente idoneo, dove l’infermiere era finalmente considerato non più un subalterno del medico ma un professionista con la sua dignità e la sua autonomia …”

In Libri

“Ho Sognato Una Vita Senza Cancro”

di Franco Mandelli con Roberto Colombo, Sperling & Kupfer

“I Rischi In Sanità” A cura di Tatiana Pipan, Franco Angeli Editore

“Psicologia dell’Emergenza Sanitaria 118” A cura di Giorgia Cannizzaro e Roberta Casali, Franco Angeli Editore

In Musica

Recensioni a cura di Ugo Sottile

“50 Words For Snow” Kate Bush

“The Devil’s Walk” Apparat

“Then Play On” Fleetwood Mac

In Graffiti

Alla Ricerca del Tempo

Mostra Fotografica di Claudio Battista

Una Nuova Rubrica

Le Vignette di Timeoutintensiva

di Antonio Corrado

In Spotlight

Clip Movies

-Terapie Intensive Aperte Ai Familiari

C’è Chi Dice No: Intevista A Sergio Livigni

di Giuliano Marrucci.

Report del 20 Nov 2011

-Terapie Intensiva Neonatali

Nina, Il Centro Di Formazione E Simulazione Per La Rianimazione Neonatale

SimNewB PNeraUno

-Cartooning for Peace

La Vita Attraversa Le Età Attaccata Ad Un Filo

Karina Gazizova

-Uso Dei Farmaci In Pediatria

Per una pediatria responsabile

Pensiero Scientifico

-Autismo Infantile

Corto Animato: “Il Mio Fratellino Dalla Luna”

Frédéric Philibert.

-Corto di Animazione

La Dama Y La Muerte

Prodotto Da Antonio Banderas E Manuel Sicilia

Il Pixelfundraising I.Change On Line !

Fatevi Pubblictà sul Nostro Network a Basso Costo e Detraibile. Comprate i Nostri Pixel e col Gesto Nobile del Donare, Sosteneteci !

Associazione I.Change ONLUS

In Student Corner:

Note Di Fisiologia: Il Controllo Del Respiro

di A.N. Cracchiolo, D.M. Palma

Anestesia e Rianimazione Polivalente II “G. Trombino”

Azienda Ospedaliera Nazionale di Rilievo ad Alta Specializzazione

AORNAS Ospedale Civico Di Cristina Benfratelli Palermo

Effetti Del Trattamento Ipoglicemizzante Intensivo Nei Pazienti Di T.I. Sull’ Outcome Cardiovascolare. The Accord Study Group.

a cura di S.Vasta

Anestesista-Rianimatore

Responsabile Editoriale Timeoutintensiva I.Change Openproject

E ancora Technè: articoli dalla lettura nazionale e Archive: articoli dalla letteratura Internazionale in lingua inglese

E Infine: Postbox: Le immagini ed i Messaggi inviatici dai lettori


Buona Visione ed alla Prossima

“Oltre La Terapia Intensiva Aperta” di S. Livigni

Le Idee

“Oltre La Terapia Intensiva Aperta”

di Sergio Livigni

Direttore Terapia intensiva dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino

Cercherò di spiegare perché ritengo che l’apertura di una Terapia Intensiva non significhi soltanto “la razionale riduzione o abolizione di tutte le limitazioni non motivatamente necessarie poste a livello temporale , fisico, relazionale” (Giannini A. Open Intensive care units:the case in favour. Minerva Anestesiol 2007 73: 299- 305), o meglio, perché ritengo che questa riduzione o abolizione sia necessaria, ma non sufficiente.

Il mio ragionamento parte dal principio morale utilitarista per cui ogni azione deve avere il fine di ottenere il massimo di utilità per tutti o per il maggior numero di individui interessati e dal rifiuto del paternalismo medico, cioè dell’atteggiamento secondo cui il medico conosce il bene del proprio paziente e può scegliere al suo posto proprio come un padre di famiglia conosce il bene dei suoi figli e sceglie per loro.

Nella pratica clinica non distinguo il sentire del medico/operatore sanitario da quello del paziente o del familiare, ma considero il medico/operatore sanitario anche paziente e familiare.

Spero di non essere troppo contorto nel ragionamento: ciò che può modificare il mio modo di agire (l’agire medico in questo caso) è la conoscenza delle conseguenze generate dall’azione che mi accingo a compiere o ad evitare, valutando le diverse posizioni dei soggetti interessati; nel caso della Terapia Intensiva cerco di eliminare tutte le limitazioni individuate da Giannini perché so che l’apertura della Terapia Intensiva segue un principio morale corretto.

Quali sono gli individui interessati? I pazienti, i familiari, gli operatori sanitari. Qualcuno ha un diritto maggiore, c’è un conflitto di diritti o di doveri? Il rispetto del diritto non risponde al principio morale utilitarista?

Assolutamente no! Continuare a mantenere chiuse le Terapie Intensive significa negare un diritto: il diritto alla giusta comunicazione, alla giusta relazione, il diritto alla presenza degli affetti più cari, il diritto di scelta, diritti di ognuno di noi.

Non si può continuare ad ignorare le maggiori raccomandazioni della letteratura scientifica per la buona pratica clinica: a tutti sono noti i concetti di decisioni condivise, attenzione comunicativa, consenso informato, l’importanza del supporto spirituale, dell’educazione del personale, quanto la presenza dei familiari durante manovre di rianimazione, l’assistenza, prima, durante e dopo un decesso. Dobbiamo accettare tutto questo e riconoscerne la giusta dignità per la cura del paziente.

Stabilita la necessità di quanto sopra siamo comunque in difetto perché ci limitiamo soltanto ad un aspetto del diritto.

Il diritto del paziente è molto più ampio: il medico non può compiere qualsiasi atto senza un consenso né evitare di dare informazioni; il medico deve riconoscere la sovranità del paziente sul proprio corpo e sulla propria vita.

Come sostiene Maurizio Mori “…E’ l’interessato che deve scegliere ciò che intende sia fatto sulla propria persona. In questo senso, il consenso informato determina due conseguenze importanti:

a. Il passaggio di titolarità decisionale, che prima spettava al medico mentre ora passa all’interessato;

b. Il riconoscimento che l’interessato ha sovranità sul proprio corpo e sulla vita ad esso connessa, punto che giustifica il passaggio di titolarità decisionale….”

A questo punto il modello terapeutico si modifica completamente; se comprendiamo ed accettiamo questo cambiamento possiamo dire di avere abbattuto tutte le barriere e scoperto o meglio riscoperto il significato della cura.

Ecco perché ritengo che si debba andare oltre… La cura non può terminare al momento della dimissione, ma deve continuare nel tempo, oltre le diagnosi e le terapie, in una continua ricerca della Persona più che della patologia.

Fonti:

Ospedaleaperto.com

Racconti a Margine: “In Morte del Padre” di Daniela Thomas

Racconti a Margine

“In Morte del Padre”

di Daniela Thomas

“…Era colpa mia se mio padre era morto. Io avevo aperto la porta alla morte, di questo ero certa. E non ero riuscita a morire al suo posto come, senza che lui lo sapesse, gli avevo promesso. Non ero stata brava come lui avrebbe voluto. Non sarebbe mai stato orgoglioso di me. Per me non era più possibile la vita. Non avrebbe mai saputo di cosa ero davvero capace. Era l’unica persona che mi capisse davvero, nonostante fossimo in perenne conflitto…”

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Timeoutintensiva.it, N°14, Racconti a Margine, 26 Luglio 2010