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Video: “Era Solo Una Operazione di Routine” di Laerdal Italia

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“Era Solo Una Operazione di Routine”

di Laerdal Italia

L’importanza del fattore umano nella sicurezza del paziente.

La storia della morte di una signora durante il tentativo di un’operazione di routine. Un esempio di mancata applicazione dei principi CRM (Crisis Resource Management – mancata leadership, mancata comunicazione, errore di fissazione), in una situazione di emergenza del tipo “non è possibile intubare — non è possibile ventilare”.
 I fattori umani sono presenti nel 75% degli incidenti aerei. Per questo motivo i fattori umani hanno un ruolo molto importante in aviazione, arrivando perfino ad incidere sulla progettazione delle attrezzature. Perché allora non fanno parte della pratica clinica?… Continua…

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Timeoutin tensiva.it, N°24, Spotlight, Aprile 2013

Corti D’Animazione: “La Morte Fallisce” (Dji- Death Fails) di Dmitry Voloshin. Video.

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Corti D’Animazione

“La Morte Fallisce” (Dji- Death Fails) di Dmitri Voloshin. Video.

Simpals Film

Dji (il suo nome) è una morte insolita. Il cavaliere oscuro appare in una forma diversa.  Dji è solo terribilmente sfortunato. Tutto ciò che deve fare è prendere l’anima di un uomo che muore. Ma gli sceneggiatori hanno preparato alcuni ostacoli per Dji. Riuscirà a superarli? Vedremo.

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Timeoutintensiva.it, N°24, Spotlight, Aprile 2013

Non – Technical Skills In Terapia Intensiva E Nella Donazione Di Organi: L’ Esperienza Di Verona

Copertina

Non – Technical Skills In Terapia Intensiva E Nella Donazione Di Organi:        L’ Esperienza Di Verona

Gaetano Trabucco 1, Maddalena Marcanti 1, Francesca Allegrini 1, Francesco Procaccio 2
1 SSO Servizio di Psicologia Clinica, 2 Terapia Intensiva Neurochirugica, Azienda Ospedaliero-Universitaria Integrata, Verona
Da: Trapianti 2010; XIV: 149-159

“L’errore umano è causa di incidenti gravi anche in Intensive Care Unit (ICU), dove le interazioni tra gli operatori, i familiari e i pazienti possono incidere a livello clinico-assistenziale, organizzativo, della relazione, delle procedure, della sicurezza e sull’outcome.

Le non-technical skills (NOTECHS) sono le abilità cognitive, comportamentali e interpersonali non specifiche dell’expertise di una professione, ma egualmente importanti nel determinare l’efficacia operativa e la sicurezza nel lavoro. Nella pratica clinica le NOTECHS vengono tuttavia poco utilizzate, pur essendo considerate da tutti molto importanti.”

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Timeoutintensiva.it, N°20, Cover, Aprile 2013

Racconti a Margine: “Sospesi per Rinascere”. Racconto Futuribile.

Fine Vita

Racconti a Margine
“Sospesi per Rinascere”. Racconto Futuribile.

del dr. Dijemal El Fnà

Lettera dal futuro prossimo venturo: 2 Novembre 2135, Inviataci dal dr. D. El Fnà, Responsabile globale ex DAT (Dipartimento Acuti Trapassanti), ora “Unità Buon Volo”; Officiante Medico specialista in “Vitalità Intensiva” di 1° livello dell’ Ordine “Vitas Semper”. Globalcity

Premessa alla Lettura:

Cronache del XXII secolo

“Nel XXI secolo la scienza della salute e della Qualità di Vita (QdV) erano ancora in mano ai laici e non agli ordini religiosi. Ma, ben presto, con l’impulso dato alla Scienza della sopravvivenza, con la Dichiarazione Universale sulla Vita come bene non negoziabile, e con gli studi che diedero un valore nettamente negativo, per la vita stessa, alla consapevolezza di essere “entità sacre con una fine”, si imboccò la strada del “non morire”, nel senso del superare lo scoglio della “non vita” con “più vita”. Lo stato aveva preso in carico l’esistere come religiosa reliquia da preservare, da non far “trapassare”, da far vivere il più a lungo possibile. I cittadini in cambio di un futuro interminabile di benessere, affidavano la propria fine all’entità stato stessa. Le strade che si intrapresero, dettero grande slancio all’intelligenza artificiale (AI), alla psiconeurofisiologia, alla genetica, alla robotica, alla cybernetica, alle nanotecnologie, alla neurofarmacologia, alla musicoterapia, agli innesti neurali. Tali metodiche furono applicate soprattutto a quel periodo prima della fine che era chiamato dai nostri antenati “il volo dell’angelo” o il “buon volo”, riuscendo a recuperare da quell’ultimo anelito di vita la vita stessa. Fu un trionfo verso la semi-immortalità. La vita si allungò, ed agli inizi del XXII secolo si viveva sino a 250 anni e, dati i buoni risultati futuri annunciati dalla scienza della vetrificazione crioconservante, per molti, la parola “fine” fu sostituita con lo slogan “sospesi per rinascere”, in gergo popolare “Frizzati”. La caduta aveva ora una sua propria dignità. Rallentare la perdita inarrestabile di anelito vitale era ormai invertire o controllare ed a volte prolungare l’esito dell’ultimo volo”, decidere i suoi tempi, manipolare una psicosi da certezza della fine, dare una speranza di rinascita futura. La cura delle gravi malattie terminali, o meglio, la ripresa (Rimodulazione) dalla “Caduta dell’anelito vitale” era ormai realtà.”

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Timeoutintensiva, N°24, Racconti a Margine, Aprile 2013

Gueorgui Pinkhassov: “Le Luci e Le Ombre del Caos”. Fotografie e Video.

Out Of Border

Fotografia

Gueorgui Pinkhassov: “Le Luci e Le Ombre del Caos”. Fotografie e Video.

a cura di S. Vasta

“Cambiare la rotta del caos è follia. Non si dovrebbe tentare di controllarlo, ma abbandonarsi ad esso. Un artista non può nutrirsi di ostinazione…. “Nessuno era mai giunto a tanto “… è questo l’unico complimento per un’immaginazione insaziabile. Perdersi non è un peccato. Si dovrebbe smarrire la via. Basta che poi si ritrovi comunque un modo per tornare. Il ritorno, in fondo, è la cosa più toccante… come il figliol prodigo di Rembrandt che ritorna a casa. E’ questo il cuore di tutto, alla fine. Ma ovviamente, s’inizia sempre dai piedi.”
Gueorgui Pinkhassov

Nato a Mosca nel 1952, Dopo aver studiato cinema alla VGIK della città, Pinkhassov inizia a lavorare per Mosfilm come fotografo di sala. Nel 1978 entra a far parte dell’Unione delle Arti Grafiche di Mosca, ottenendo lo status artista indipendente, che gli permette di esporre le proprie opere a livello internazionale. Nel 1979 il suo lavoro viene notato al di fuori della Russia per la prima volta, in una mostra collettiva di fotografi sovietici tenutosi a Parigi…. Continua

“L’approccio di Pinkhassov alla fotografia è quello di un regista: profondamente personale e cinematografico. Come fosse un bambino alla scoperta del mondo, lo sguardo di Pinkhassov si interroga su tematiche  di grande mistero con la freschezza e l’innocenza di chi non conosce la malizia.”

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Timeoutintensiva.it, N°24, Out of Border, Aprile 2013

Tutte le Immagini Sono Coperte da Copyright © Gueorgui Pinkhassov/MAGNUM