Archivio della categoria: Video

Video, Musica e Poesia: Nuit Blanche – Arev Manoukian

Video, Musica e Poesia

Nuit Blanche – Arev Manoukian

di spyfilms2009

” …. mi toccherai, uscirà pronto il sangue,

mi guarderai, sarò subito cieco.

… al petto conto i colpi di un passero impazzito

che sbatte ai vetri per uscire incontro.”

Liberamente tratto da:

Tu” pag 28

Opera sull’acqua e altre poesie

Erri De Luca

Giulio Einaudi Edizioni

2002

Savas

Musica: Recensioni: A Love Supreme- John Coltrane

Musica

Recensioni

A love supreme
by John Coltrane
Impulse!/Universal
Deluxe ed.

John William Coltrane aveva 38 anni quando l’etichetta Impulse! pubblicò per la prima volta A Love Supreme. Sarebbe morto il 17 luglio del 1967, due mesi prima di compierne 41, all’Huntington Hospital di Long Island, New York, per un cancro al fegato. L’album (il suo più famoso) si avvicina a quella “linea lirica” inseguita per anni, tra molti tentativi e momenti di vera frustrazione, da un musicista inquieto che solo poco prima di spegnersi assaporerà un consenso critico unanime. È il disco religioso dello sciamano Coltrane… Continua qui

“Voglio essere una forza veramente per il bene.” diceva Coltrane. “In altre parole, so che ci sono forze cattive, forze che portano sofferenze e miserie al mondo, ma voglio essere una forza che è sinceramente per il bene.”

Savas

Timeoutintensiva.it, N°1, Music, Dicembre 2006

Recensioni Musicali: Death Cab for Cutie

Plans

Death Cab for Cutie

2005 Atlantic

Plans è la definitiva consacrazione di una band creativa piena di slancio e di amore, forse non immemorabile ma pur degna di non rimanere nell’oblio di un’oceano musicale oggi senza confini. Non è facile come potrebbe sembrare realizzare album pieni di pop songs apparentemente disimpegnate senza cadere nel già sentito e farle assurgere ad un livello di splendore che va oltre l’ascolto elitario che in genere si riserva a questo tipo di musica.

Recensione a cura di Ugo Sottile

su Timeoutintensiva N°9 trovi la recensione Intera con la Discografia e gli approfondimenti… Clicca qui

Trduzione di ”What Sarah Said” (Gibbard/Harmer) – 6:20 dall’Album Plans

Quello Che Ha Detto Sarah

… ed è venuto il mio momento allora in cui ogni progetto è una piccola preghiera per generare tempo mentre mi fissavo le scarpe nell’ICU che puzzava di piscio e 409 e razionavo il mio respiro mentre mi dicevo che avevo già sopportato troppo per oggi mentre ogni picco discendente dell’LCD ti portava un po’ più lontano da me

tra distributori automatici e riviste vecchie di anni in un posto dove possiamo solo dire addio pungeva come un vento violento che al di fuori dei ricordi dipende da una macchina fotografica difettosa nelle nostre menti ma sapevo che tu eri una verità che avrei preferito perdere piuttosto che non essermi mai sdraiato accanto a te, e io davo un’occhiata in giro a tutti quegli occhi fissi a terra mentre la tv intratteneva se stessa

perché non c’è nessun conforto nella sala d’attesa, soltanto gente che passeggia nervosa preparandosi a cattive notizie, e poi l’infermiera passa e tutti solleveranno le teste, ma io sto pensando a quello che ha detto Sarah che:

“amare è guardare qualcuno morire”

così chi ti guarderà morire?

News: Nuove Tecnologie e Dolore: Un Gioco Virtuale per Alleviare il Dolore dei Gravi Ustionati

News: Un Gioco Virtuale per Alleviare il Dolore dei Gravi Ustionati

Il dolore causato da ustioni gravi, o dalle successive operazioni di medicazione, fisioterapia e cambio delle bende, può essere attenuato attraverso la realtà virtuale.

Due docenti dell’università di Washington hanno messo a punto un gioco in grado di immergere i pazienti in un mondo virtuale tutto ghiacciato, distraendoli così dal dolore. Un’idea apparentemente semplice, che tuttavia è frutto di anni di studio sui processi cerebrali alla base della percezione del dolore.”Il dolore ha una forte componente psichica”, ha dichiarato Hunter Hoffman, uno dei professori che hanno realizzato il sistema. Inoltre a determinare le sensazioni di dolore concorrerebbero anche altri fattori quali le emozioni, l’ambiente circostante ed eventuali distrazioni. E usare terapie specifiche per la sfera psichica sembra essere una mossa vincente, stando alle prime sperimentazioni.

Pensato per attrarre il più possibile l’attenzione della persona ustionata, il gioco si chiama SnowWorld, ed è ambientato in un canyon tutto ghiacciato. La scelta del ghiaccio non è casuale ma risponde al tentativo di contrastare con il ricordo del fuoco, che ha provocato la fonte del dolore. Il gioco è volutamente molto semplice: bisogna tirare palle di neve contro pupazzi di neve e non farsi colpire dalle loro. Per farlo, però, i pazienti devono indossare una sorta di elmetto speciale, dotato di una visiera in grado di proiettare le immagini e un paio di cuffie per coprire i rumori circostanti.

Il cervello, è in grado di elaborare una limitata quantità di informazioni per volta, perciò se ci si concentrata sul gioco – sostengono i ricercatori – rimane poca attenzione a disposizione per elaborare anche le informazioni relative al dolore. Ora un numero crescente di cliniche per grandi ustionati in tutto il mondo è interessata a SnowWorld, dalle Hawaii alla Danimarca all’Olanda.

La notizia è apparsa sul sito della Bbc e ora sta facendo il giro del mondo.

Per Approfondimenti, Video, Foto Clicca qui

Omaggio a Wilfred Bion: per una Teoria Gruppale della Mente

Omaggio a Wilfred Bion: per una teoria gruppale della mente

N.d.R. Questa nota vuole essere un timidissimo omaggio ad uno tra i più grandi pensatori del ‘900 colui che sviluppo’ la Teoria Freudiana in maniera originale e che ha aperto orizzonti inimmaginabili. Dovendo occuparmi nel mio lavoro di gruppi sanitari, e non essendo un analista nè volendo esserlo ma avendo letto molte cose della produzione Bioniana spesso quelle più abbordabili che quelle tecniche, ho voluto con questa nota introdurvelo attraverso le parole della figlia e di appunti presi qui e là. Rendendola una nota un pò per tutti voi.
S. Vasta

L’apporto di Bion alla psicoanalisi
di Parthenope Bion Talamo

Quando prima ho detto dell’idea di Bion che l’essere umano è una sorta di palinsesto mi riferivo proprio a questa sua idea dell’individuo come un gruppo che si può quasi srotolare; non so se avete presenti i quadri di Klimt con i vasi cinesi o coreani srotolati come sfondo del quadro o come vestito della donna, l’idea di Bion di un individuo è un po’ di questo tipo qua, che se tu guardi dentro l’individuo vedrai un intero gruppo di persone.
Questo è un concetto molto interessante che ha, a mio avviso, delle radici molto lunghe anche nella cultura inglese. Direi che la forma letteraria o artistica che più di altre caratterizza la cultura inglese è proprio il teatro, la poesia e il teatro che nella figura di Shakespeare comunque si coniugano assieme. Tuttora il teatro in Inghilterra è una forma estremamente importante, un veicolo estremamente importante di comunicazione sociale. Negli anni ’50, probabilmente adesso la situazione non è cosi rosea, a Londra c’erano 500 teatri. Molti movimenti sociali e pacifisti, per esempio hanno avuto importante voce teatrale: basti pensare a … (incomprensibile nella registrazione il cognome dell’autore) per quanto riguarda tutta la politica irlandese. Per noi il teatro è significativo come forma di protesta sociale, denuncia sociale, descrizione della società. Credo che Bion abbia preso molto l’idea dell’individuo come gruppo da questa idea di cose che si possono vedere in un palcoscenico, cioè persone che si parlano tra loro e si forma un discorso coerente tra le varie voci.
In Inghilterra nel ’300 per esempio si fecero, come in molti paesi europei, delle recite il giorno di Corpus Cristi, delle storie bibliche. Questo però in Inghilterra ha avuto uno sviluppo che in altri paesi europei, che io sappia, non ha avuto; non si recitavano le storie bibliche ma si recitavano anche drammi, detti le moralità e misteri. Le moralità sono molto interessanti perché i personaggi in scena sono personaggi come la temperanza, l’ira, il pudore cioè qualità mentali a cui si da voce e che si fanno interagire tra di loro. Ora credo che Bion abbia avuto molto questo tipo di cosa anche sullo sfondo della mente scrivendo “Memoria del futuro”, che è un libro di 400-500 pagine di testo di cui i primi sette capitoli sono apparentemente di tipo narrativo. Tutti gli altri sono a forma di dialogo, dialoghi in alcune parti in cui i personaggi sono chiariti, altri in cui non si sa chi è che sta parlando ma che comunque è dialogato. Questo per me è qualcosa che Bion ha fatto con varie intenzioni non soltanto una; però una di queste intenzioni era proprio di far presente come un solo individuo in realtà parla con una molteplicità di voci, di cui se ne possono sentire poche contemporaneamente ma quasi sempre più di una.

Il dolore
Concetto centrale nella teoresi bioniana è quello del dolore. Per Bion il dolore e la crescita psichica sono inseparabili.
Da un lato, tale questione è intimamente collegata alle riflessioni dell’autore sulla memoria e sul desiderio: egli infatti dichiara espressamente che l’astinenza dalla memoria e dal desiderio risulta essere una “disciplina” disturbante, comportante “pericoli reali” e in questo senso dolorosa. Dall’altro si ricollega al tema della conoscenza e del cambiamento, che Bion, a ragione, definisce “cambiamento catastrofico”.
Infatti, ogni volta che, in un discorso circolare, una nuova conoscenza acquisita conduce a uno spostamento del vertice dal quale osservare la realtà (tanto esterna quanto interna) e la sperimentazione di un nuovo vertice di osservazione permette la presa di coscienza di nuovi fatti (nel senso in cui il termine “fatto”è inteso in Bion, si ha la frammentazione dei “vecchi” punti di riferimento cognitivi ed emotivi per giungere, ammesso che il corso degli eventi lo permetta, a una nuova ristrutturazione di campo.

La teoria gruppale della mente
“Non si può tralasciare … come in qualche modo la ricerca di Bion si
apra e si concluda … in una visione gruppale. Tanto da permetterci di concludere che l’originalità specifica di Bion è proprio rappresentata da una visione della mente caratterizzata da un funzionamento gruppale” (Viola, 1996, p. 70).

Il desiderio
Il discorso di Bion sulla memoria è complementare a quanto egli dice a proposito del desiderio: come la prima rimanda al passato, il secondo guarda al futuro ed entrambi distolgono dall’unica cosa che ha effettivo interesse, ovvero l’hic et nunc

CENNI BIOGRAFICI
Trascorse l’infanzia in India e di quel tempo sentì sempre la nostalgia, come scrive in “La Lunga Attesa”, un’autobiografia dei primi vent’anni; all’età di otto anni fu trasferito in Inghilterra per entrare in college. Dopo la scuola superiore, si arruolò come ufficiale carrista, partecipò ai combattimenti nelle Fiandre durante l’ultimo anno della Prima guerra mondiale meritandovi una decorazione; l’esperienza di questo periodo segnò la sua vita e il suo pensiero.
Dopo la guerra, conseguì la Laurea in storia all’Università di Oxford, studiò quindi medicina all’Università di Londra e, conseguito il titolo accademico, iniziò ad interessarsi di psicoterapia. Dal 1932 frequentò la Tavistock Clinic, e nel 1938, iniziò, con John Rickman, un’analisi che fu interrotta dallo scoppio della Seconda guerra mondiale e abbandonata quando i due colleghi si trovarono a lavorare insieme all’ospedale militare di Northfield; in tale contesto Bion cominciò a sviluppare la sua teorizzazione sui gruppi, che avrebbe trovato una formulazione definitiva in “Experiences in Groups” (1961). Nel 1945 intraprese un’analisi con Melanie Klein. In tale periodo divenne una figura di spicco nella Società Psicoanalitica Britannica, ricoprendo le cariche di Direttore della Clinica Psicoanalitica londinese dal 1956 al 1962 e di Presidente della Società dal 1962 al 1965. Si trasferì a Los Angeles nel 1968 e tornò in Inghilterra pochi mesi prima di morire nel novembre del 1979.

Per chi volesse approfonndire la Bibliografia e i link su W. Bion
http://it.wikipedia.org/wiki/Wilfred_Bion

http://en.wikipedia.org/wiki/Wilfred_Bion