«Così ci hai chiesto di essere addormentato»: La Morte Dolce del Cardinal Martini.

Le Idee

La lettera al cardinal Martini della nipote Giulia: «Siamo stati assieme, nelle ultime 24 ore, tenendoti la mano»

Ne pubblichiamo ampi stralci.

Ma Prima Una Riflessione…

  • “Abbiamo aspettato che le polemiche scoppiate sul caso “In morte del Cardinale Martini”, su alimentazione e idratazione forzata si/no,  scemassero, che la partita “è stata eutanasia si/no” “Come Welbi si/Come Welbi no” si interrompesse per mancanza di premio o di scopo e, quasi fosse un match inevitabile ormai tra squadre contrapposte senza altre idee, la disputa ci lasciasse con le sue tante spropositate affermazioni dall’una e dall’altra parte, per dare spazio ad una testimonianza, la lettera scritta dalla nipote del Cardinale, che se si sa leggere e “sentire” col cuore, fa comprendere più di mille inutili parole e definizioni come per un paziente morente l’ultima scelta debba necessariamente essere se accetta o meno i trattamenti “salvavita” per continuare a “vivere” artificialmente o se rifiuta, e sedato va incontro alla propria morte oramai inevitabile. In questo caso in piena libertà il paziente ha scelto una “Dolce Morte” e non un prolungare una vita che si stava spegnendo con inutili accanimenti o forzature terapeutiche che si vorrebbero imporre per decreto legge. Dopo avere letto questa lettera pochi dubbi restano su come ognuno di noi, nell’ultimo trapasso,  dovrebbe essere lasciato libero di scegliere come morire di concerto con i medici che lo curano. E’ soltanto nostra, infatti, di concerto con i curanti, l’ultima scelta, non imponibile per legge o per decreto come tanti vorrebbero.

  • La vita inizia e finisce e la fine dovrebbe essere il meno dolorosa possibile e nel prendersene cura i terapeuti dovrebbero sempre rispettare le decisioni del paziente, le uniche che dovrebbero orientarci.”

  • Savas

Lettera (un estratto n.d.r.) scritta da Giulia Facchini Martini per la morte dello zio, Il Carinale Martini, e pubblicata il 4 settembre 2012 sul Corriere della Sera.

“Caro zio,

zietto come mi piaceva chiamarti negli ultimi anni quando la malattia ha fugato il tuo naturale pudore verso la manife-stazione dei sentimenti, questo è il mio ultimo, intimo saluto.

Quando venerdì il tuo feretro è arrivato in Duomo la prima persona, tra i fedeli presenti, che ti è venuta incontro era un giovane in carrozzina, mi è parso affetto da Sla.

D’improvviso sono stata colta da una profondissima commozione, un’onda che saliva dal più profondo e mi diceva: «Lo devi fare per lui» e per tutti quei tantissimi uomini e donne che avevano iniziato a sfilare per darti l’estremo saluto, visibilmente carichi dei loro dolori e protesi verso la speranza.

Lo sento, Tu vorresti che parlassimo dell’agonia, della fatica di andare incontro alla morte, dell’importanza della buona morte.

Morire è certo per noi tutti un passaggio ineludibile, come d’altro canto il nascere e, come la gravidanza dà, ogni giorno, piccoli nuovi segni della formazione di una vita, anche la morte si annuncia spesso da lontano. Anche tu la sentivi avvicinare e ce lo ripetevi, tanto che per questo, a volte, ti prendevamo affettuosamente in giro.

Poi le difficoltà fisiche sono aumentate, deglutivi con fatica e quindi mangiavi sempre meno e spesso catarro e muchi, che non riuscivi più a espellere per la tua malattia, ti rendevano impegnativa la respirazione. Avevi paura, non della morte in sé, ma dell’atto del morire, del trapasso e di tutto ciò che lo precede.

Ne avevamo parlato insieme a marzo e io, che come avvocato mi occupo anche della protezione dei soggetti deboli, ti avevo invitato a esprimere in modo chiaro ed esplicito i tuoi desideri sulle cure che avresti voluto ricevere. E così è stato. Avevi paura, paura soprattutto di perdere il controllo del tuo corpo, di morire soffocato. Se tu potessi usare oggi parole umane, credo ci diresti di parlare con il malato della sua morte, di condividere i suoi timori, di ascoltare i suoi desideri senza paura o ipocrisia.

Con la consapevolezza condivisa che il momento si avvicinava, quando non ce l’hai fatta più, hai chiesto di essere addormentato. Così una dottoressa con due occhi chiari e limpidi, una esperta di cure che accompagnano alla morte, ti ha sedato.

Seppure fisicamente non cosciente – ma il tuo spirito l’ho percepito ben presente e recettivo - l’agonia non è stata né facile, né breve. Ciò nonostante, è stato un tempo che io ho sentito necessario, per te e per noi che ti stavamo accanto, proprio come è ineludibile il tempo del travaglio per una nuova vita.

È di questo tempo dell’agonia che tanto ci spaventa, che sono certa tu vorresti dire e provo umilmente a dire per te. La chiave di volta – sia per te che per noi – è stata l’abbandono della pretesa di guarigione o di prosecuzione della vita nonostante tutto. Tu diresti «la resa alla volontà di Dio».

A parte le cure palliative di cui non ho competenza per dire è l’atmosfera intorno al moribondo che, come avevo già avuto modo di sperimentare, è fondamentale…

In alcuni momenti, mentre il tuo respiro si faceva, con il passare delle ore, più corto e difficile e la pressione sanguigna scendeva vertiginosamente, ho sperato per te che te ne andassi; ma nella notte, alzando gli occhi sopra il tuo letto, ho incontrato il crocefisso che mi ha ricordato come neppure il Gesù uomo ha avuto lo sconto sulla sua agonia…

Si stava compiendo qualcosa di tanto naturale ed ineludibile quanto solenne e misterioso a cui non solo tu, ma nessuno di coloro che ti erano più vicini, poteva sottrarsi… Quando è arrivato l’ultimo respiro ho percepito, e non è la prima volta che mi accade assistendo un moribondo, che qualcosa si staccava dal corpo, che lì sul letto rimaneva soltanto l’involucro fisico. Lo spirito, la vera essenza, rimaneva forte, presente seppure non visibile agli occhi. Grazie Zio per averci permesso di essere con te nel momento finale…”

Giulia Facchini Martini


4 settembre 2012

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Books: Recensioni: “Le Voci Intorno” di Maria Pia Ammirati. Video.

Books: Recensioni

“Le Voci Intorno”

di Maria Pia Ammirati. Video.

Anno/Editore: 2012

Cairo Editore

Pagine: 96

“Da quando Alice ha varcato la sottile linea rossa, non è altro che un barlume di pensiero sperduto in una dimensione parallela, fuori dallo spazio e dal tempo. E anche se si chiama Alice, il luogo dove si trova non è il Paese delle Meraviglie. Ha attraversato lo specchio per vagare senza scampo in un’eterna notte.

E aspetta, aspetta una possibilità. Qualunque sia.”

L’Autrice

Maria Pia Ammirati è dirigente televisiva, scrittrice e giornalista. Ha esordito nel 2000 con il romanzo I cani portano via le donne sole, selezionato al premio Strega 2001. Nel 2005 è uscito Un caldo pomeriggio d’estate (Premio Grinzane-Cavour Calabria). Con il romanzo Se tu fossi qui (Cairo, 2010) ha vinto il Premio Selezione Campiello 2011, il Selezione Rapallo, e i premi Procida-Isola di Arturo- Elsa Morante, Basilicata, Vincenzo Padula e Città di Penne. Nel 1992 ha pubblicato un saggio sulla narrativa italiana degli anni Ottanta, Il vizio di scrivere, indagine sui nuovi scrittori italiani. Da allora si occupa di narrativa italiana collaborando alle pagine culturali di giornali e riviste, oggi scrive per il quotidiano Liberal. Tra gli altri libri ricordiamo Madamina: il catalogo è questo (1995), Femminile plurale: voci della poesia italiana dal 1968 al 2002 (2003).

Nel Video, la presentazione del libro, in una “intervista a più voci” con la Scrittrice e Peppino Englaro

Per continuare a leggere la Recensione e Guardare il video dibattito Clicca qui

Timeoutintensiva.it, Books, N°22, Luglio 2012


Oggi 13 Settembre è la Giornata Mondiale della Sepsi

Giornata Mondiale della Sepsi

Si stima che ogni anno circa 20 milioni di pazienti ne vengano colpiti.

La giornata, a livello internazionale, è promossa dalla Sepsis Global Alliance fondazione con sede in Inghilterra e viene patrocinata da molte società scientifiche internazionali interessate al problema della sepsi . Viene proposto il motto ”stop sepsis save lives”. Il Coordinatore a livello mondiale è il Prof. Konrad Reinhart Anestesista dell’Università di Jena.

Cos’è la Sepsi.

Si stima che ogni anno in tutto il  mondo circa 20-30 milioni di pazienti ne vengano colpiti, con oltre 6 milioni di casi di sepsi neonatale e della prima infanzia e oltre 100.000 casi di sepsi materna, e che si verifichi un decesso per sepsi ogni pochi secondi.
Si calcola inoltre che i decessi per sepsi superino attualmente la somma di quelli causati dai tumori all‘intestino e al seno. Le cause sono diverse, ma comprendono l’invecchiamento della popolazione, il crescente utilizzo di interventi ad alto rischio in tutte le fasce di età e lo sviluppo di alcuni tipi di infezioni più virulente e resistenti ai farmaci. Nel mondo in via di sviluppo, la malnutrizione, la povertà, il mancato accesso ai vaccini e alle terapie in tempo utile contribuiscono a causare la morte.

Nonostante la sua notevole incidenza, la sepsi è praticamente sconosciuta al pubblico. La sepsi si genera quando la risposta del corpo ad un’infezione lesiona i tessuti e gli organi. Può comportare shock, insufficienza di più organi e morte, specialmente se non riconosciuta precocemente e trattata prontamente. La sepsi resta la causa primaria di morte da infezione, nonostante i progressi della medicina moderna tra cui vaccini, antibiotici e terapie di emergenza, con tassi di mortalità fra il 30 e il 60%.

La giornata, a livello internazionale, è promossa dalla Sepsis Global Alliance fondazione con sede in Inghilterra e viene patrocinata da molte società scientifiche internazionali interessate al problema della sepsi . Viene proposto il motto ”stop sepsis save lives”. Il Coordinatore a livello mondiale è il Prof. Konrad Reinhart Anestesista dell’Università di Jena.

A Firenze sono previste due giornate di studio il 12 e il 13 (quella del 13 diretta anche alla cittadinanza) organizzate dal Centro per la gestione del Rischio clinico della Regione Toscana  e dalla Scuola di Specializzazione in Anestesia e Terapia Intensiva dell’Univeristà di Firenze – Azienda Careggi. L’evento è promosso anche dall’Agenzia Regionale Sanità e dalla Fondazione per la Sicurezza in Sanità

Per saperne di Più:

Quotidianosanita.it

World Sepsis Alliance

Global Sepsis Alliance

SpotLight: Corti Di Animazione: “Delivery” La Consegna !

SpotLight

Corti Di Animazione:

“Delivery” La Consegna
di Till Novak

Egli riceve una consegna postale. Cos’è ?

In un mondo grigio e fortemente industrializzato di un futuro prossimo venturo, un Corto d’animazione che dà speranza.

Per Vedere Il Cortometraggio d’Animazione Clicca qui


Timeoutintensiva.it, N° 21, SpotLight, Luglio 2012

“Clinical Jazz” : Armonizzare Teoria ed Esperienza, Scienza ed Arte in Medicina.

Medicina e Musica

Articolo scientifico

“Clinical Jazz” : Armonizzare Teoria ed Esperienza, Scienza ed Arte in Medicina.

04/07/2012
di F. Sapuppo*, S.Vasta**.

Commento al Testo di D. Bongiorno***

*Responsabile scientifico Timeoutintensiva OpeNetwork
**Direttore Editoriale Timeoutintensiva OpeNetwork
***Curatore Editoriale Timeoutintensiva OpeNetwork

“Pur essendoci molte caratteristiche del jazz che hanno analogie con la Medicina, Paul Haidet focalizza la sua esplorazione sull’elemento distintivo del jazz, l’improv-visazione artistica, perché è anche una qualità molto rilevante nella relazione medico-paziente.”
Con Un Commento Al Testo di D. Bongiorno, Psichiatra, Psicoanalista Spi : “Oltrepassare Le Colonne d’Ercole”

Per Continuare a Leggere l’Interes- sante Articolo Clicca Qui

Timeoutintensiva.it, N°21, Cover, Luglio 2012