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Sulle Gemelle Siamesi Decedute Al Policlinico Di Bologna. Obiettivo Dei Medici Era Salvarle Entrambe.

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Sulle Gemelle Siamesi Decedute Al Policlinico Di Bologna. Obiettivo Dei Medici Era Salvarle Entrambe.

Al Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna, come avevamo anticipato sul Blog in un post precedente, da due mesi circa erano ricoverate le gemelline siamesi, che, da settimane, avevano attirato l’attenzione di tutta Italia, a causa del loro grave stato di salute. Unite per il torace e l’addome, dividevano un solo cuore e un solo fegato. Una condizione anatomica estremamente rara e complessa che ha sollevato interrogativi di ordine medico, ma anche etico. Ma Lucia e Rebecca, nate a fine giugno nel capoluogo dell’Emilia-Romagna, non ce l’hanno fatta.

La strategia seguita dai medici nell’assistere le due gemelline siamesi era farle crescere ancora, aumentare il loro peso fino a quando sarebbe stato possibile un trapianto di cuore per una delle due sorelline in modo da poterle salvare entrambe.  La decisione di provare a salvare entrambe le piccole, fu presa a fine luglio al termine di una riunione collegiale dei professionisti del Policlinico in condivisione con i genitori delle due bimbe. L’intervento di separazione si sarebbe reso necessario in una situazione di emergenza, e solo in caso di un repentino peggioramento di una delle due gemelle.

In condizioni normali e stabili la separazione non era in agenda perche’, messo in conto che una delle due gemelline avrebbe sicuramente cessato di vivere, vi erano poche possibilita’ (dato il livello non ancora sufficiente di crescita e le condizioni morfologiche delle bimbe) di salvare anche l’altra.

Le gemelline, come ha spiegato Simonetta Baroncini, direttore della rianimazione pediatrica, erano da settimane in condizioni di “stabilita’ guidata” in virtu’ delle cure intensive a cui erano sottoposte. Nei giorni scorsi era stato predisposto “un piano di sollievo” dalle cure intensive (cioe’ erano state leggermente diminuite). Poi, improvvisa, è arrivata una crisi che ha coinvolto entrambe le piccole ed ha portato il loro unico cuore a smettere di battere (6 Settembre).

I medici avevano in mente, dunque, di salvare entrambe le gemelline e di separarle in modo da renderle due individui indipendenti. Ma era ancora troppo presto per procedere al trapianto di cuore e per dividere in due parti il fegato e l’intestino in comune. Infatti, ha chiarito il direttore di cardiochirurgia pediatrica Gaetano Gargiulo, avrebbero dovuto arrivare almeno a quattro chilogrammi di peso ciascuna a fronte dei 3,7 chilogrammi raggiunti insieme. Inoltre sarebbe stato necessario renderle autonome dal punto di vista respiratorio. Ma le bimbe, non sono sopravvissute alla loro grave anomalia.

Questo caso ha comunque dimostrato l’alto grado di umanità e professionalità delle decine di medici, primari ospedalieri, intensivisti, tecnici, nurses che si sono dedicati, full time, al tentativo di salvarle entrambe , sino al dolore ed all’impotenza causati dalla dolorosa perdita. A loro va il nostro più caldo saluto.

Savas