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Pronto Soccorso: Indagine Sulle Vere Criticità. Le Proposte Del Ministero Della Salute

Anaao e Assomed hanno affiancato Cittadinanzattiva-Tdm nello svolgimento di un’indagine sulla qualità e la sicurezza dei Pronto soccorso in Italia.

L’indagine del Tdm riguarda 70 pronto soccorso sui 100 giunti, per il 18,5% provenienti dal Nord, per il 31,5% dal Centro (escluso il Lazio), per il 35,7% dal Lazio e per il 18,5% dal Sud. E ad emergere, innanzitutto, è proprio “l’esiguo numero di personale, che si riduce nei giorni festivi e nelle ore notturne. Personale medico e paramedico competente ma non quantitativamente adeguato rispetto ai frequenti accessi”, rileva il Tdm. I tempi medi di attesa per l’accesso al triage variano da un da pochi minuti ad un massimo di 30 minuti, ma una volta attribuito il codice, i tempi si dilatano enormemente. Per i codici gialli (più gravi) possono raggiungere le 5 ore, per i codici verdi anche 12. Ma ci sono tanti altri aspetti da migliorare. Anche a livello strutturare. Su 24 pronto soccorsi, si sono trovati da un minino di due ad un massimo di 10 malati in piedi in attesa. Gli ambienti sono sovraffollati nel 40% dei casi, con barelle aggiunte (in media 5 per pronto soccorso monitorato,  mentre scarsi sono i posti letto di osservazione, che devono essere aggiunti nel 21,5% dei Pronto soccorso. Fuori dal Pronto soccorso, nel 24,3% dei casi, ci sono ambulanze ferme in attesa di riconsegna della barella in dotazione del mezzo di soccorso. Dentro, intanto, nel 37,7% dei casi i malati in attesa da oltre 6 ore per un ricovero/ assegnazione posto letto. Ma i tempi di attesa, in caso di assegnazione di posto e di necessità di osservazione breve, possono addirittura superare i 3 giorni. Bocciato anche l’esame della privacy: nella maggior parte dei Pronto soccorso le persone vengono chiamate per nome o non vi sono spazi adeguati per garantire la riservatezza. Scarsa la comunicazione.

Secondo Assomed Anaao e Cittadinanza Attiva TDM il Pronto Soccorso esplode perché “il territorio non riesce a rispondere alla domanda di salute e di emergenza così come servirebbe. I posti letto attualmente disponibili sono comunque pochi rispetto alla reale necessità dimostrata dagli accessi. E vi è sopratutto una reale mancanza di personale:”

Intanto sembra sia andato bene l’incontro tra il ministro della Salute e i sindacati medici della dipendenza e delle convenzioni convocato per discutere la riforma del sistema di emergenza-urgenza. Obiettivo principale lo spostamento sul territorio dell’assistenza per i codici bianchi e verdi. I medici hanno condiviso il target ministeriale sottolineando, però, come vi sia l’esigenza di maggiori risorse di personale. Inoltre, i camici bianchi hanno insistito sul fatto che bisognerà procedere in un’ottica di sistema per far luce sulle cause reali del caos nei Pronto Soccorso e scioglierne i nodi a 360°.

IL comunicato dei sindacati:

“RIDURRE I CODICI BIANCHI E ADEGUARE GLI ORGANICI”

“Le Organizzazioni Sindacali della dirigenza medica e della medicina convenzionata hanno condiviso le linee di intervento esposte dal Ministro della Salute Ferruccio Fazio nell’incontro che si è svolto oggi in merito alla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza. In modo particolare è stato condiviso l’obiettivo di ridurre l’afflusso dei codici bianchi e verdi attraverso una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, ma anche la necessità di lavorare in un’ottica di sistema.

Il vero problema dei Pronto soccorso oggi è l’eccesso di domanda di ricovero soprattutto nell’area medica per cause epidemiologiche e demografiche cui si è accompagnata negli anni una progressiva riduzione del numero dei posti letto per acuti e di personale dedicato, specie nelle Regioni soggette ai piani di rientro”.

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