Le Idee
Questo articolo è tratto da Internazionale On Line del 25 Luglio 2014. Chi Scrive è un giornalista Israeliano d’uno dei maggiori quotidiani del paese.
Ve ne riportiamo ampi stralci, non aggiungendo alcun commento.
Si commenta da solo.
“Il totale, aggiornato al 23 luglio, è di 155 bambini (palestinesi n.d.r.). La mattina ne sono morti altri tre. Dieci bambini al giorno, in media. Il quotidiano britannico The Telegraph ha pubblicato un “grafico della morte” con i nomi dei bambini, la data di morte e la loro età. La tabella comprende neonati, bambini e ragazzini. Il grafico non mente, non è stato diffuso in Israele, e nessuno si preoccuperà di farlo. Non c’è posto per questa conta, siamo in guerra.
“Anche Hitler è stato un bambino” si legge su un muro vicino all’ingresso di Netivot.
Sul sito internet “Walla!” si trovano una serie di commenti in risposta a un articolo sulla morte di quattro bambini sulla spiaggia di Gaza. Shani Moyal: “Non me ne frega niente della morte dei bambini arabi. Peccato che non siano stati di più. Ben fatto”. Stav Sabah: “Queste sono immagini bellissime. Mi rendono felice. Non smetterei mai di guardarle”. Sharon Avishi: “Solo quattro? Peccato. Speravamo fossero di più”. Daniela Turgeman: “Ottimo. Dobbiamo uccidere tutti i bambini”. Chaya Hatnovich: “Non esiste un’immagine più bella di quella che mostra i bambini arabi morti”. Orna Peretz: “Perché soltanto quattro?” Rachel Cohen: “Non chiedo la morte dei bambini di Gaza. Chiedo che bruciate vivi tutti gli arabi”. Tami Mashan: “Devono morire più bambini possibile”.
Dai nomi e dalle foto si capisce che tutti i commenti sono stati scritti da donne israeliane.
Ma perché incolpare le donne e i loro commenti? Ascoltate le parole dei generali, dei politici e degli analisti. Dicono le stesse cose, usano solo toni un po’ meno aggressivi.
Dopo tutto, “anche Hitler è stato un bambino”.”
Gideon Levy è un giornalista israeliano. Scrive per il quotidiano Ha’aretz.
Tratto dal Settimanale On Line Internazionale.
L’Intero articolo lo trovate qui.