Archivio mensile:gennaio 2011

Inghilterra: la Rivoluzionaria Riforma Sanitaria Approda in Parlamento  


Inghilterra: la Rivoluzionaria Riforma Sanitaria Approda in Parlamento

Meno politica, burocrazia e ospedali; più medici, cittadini e territorio. Con questo slogan si può riassumere il piano del governo conservatore di David Cameron. La proposta, approdata alla Camera dei Comuni per la prima lettura, prevede una quasi totale destrutturazione dell’attuale sistema sanitario e sociale inglese per fondare un rivoluzionario sistema che metta alla porta la politica, sviluppi competitività tra gli ospedali, e affidi la gestione (ma anche la responsabilità) del servizio sanitario nazionale ai medici di medicina generale e ai cittadini stessi, in stretta collaborazione con le istituzioni comunali e municipali.

Anzitutto saranno abolite le Strategic Health Authorities e dei Primary Care Trusts (PCTs), punti di riferimento organizzativi, gestionali e assistenziali della sanità inglese, in pratica le nostre Regioni e le nostre Asl. Le loro competenze passeranno nelle mani dei medici di medicina generale  riuniti in consorzi e affiancati da altre professionalità, in stretta collaborazione con le comunità locali e le autorità municipali. Proprio a questi ultimi enti saranno trasferiti altri servizi di sanità pubblica di base, compresi parte di quelli attualmente erogati dai medici di famiglia (vaccinazioni, screening, visite di controllo…).

La sanità territoriale sarà dunque il nuovo pilastro della sanità inglese. I pazienti avranno la libertà di scegliere il luogo di cura e di condividere le scelte assistenziali, incluse quelle di fine vita; ma in cambio di un maggiore controllo sul sistema, i pazienti dovranno accettare la responsabilità per le scelte che compiono (stili di vita compresi) e l’aderenza ai programmi terapeutici.

Sul versante dell’assistenza ospedaliera, il piano Cameron conferma la linea dei precedenti governi verso la semi-privatizzazione degli ospedali, per stimolare la competitività qualitativa attraverso il sistema di mercato. Mentre gli ospedali del Nhs (cioè il servizio sanitario nazionale) dovranno trasformarsi nel giro di qualche anno in Fondazioni. I risparmi, secondo il Governo, saranno di 2 miliardi di euro all’anno sul costo del lavoro e di altri 14 miliardi derivanti dalla migliore gestione delle risorse nei prossimi 10 anni.

I contenuti della riforma, hanno raccolto anche il favore dei laburisti, che vedono l’impronta già suggerita dall’ex governo di Tony Blair. I maggiori oppositori alla riforma, invece, sembrano essere proprio i medici, almeno sulla base dei risultati di un sondaggio condotto ad ottobre dal sito inglese www.doctors.net.uk. Secondo il sondaggio, solo un medico su 4 pensa che la riforma sanitaria possa rendere migliore l’assistenza ai pazienti. Prudenza anche da parte della British Medical Association, che assicura la collaborazione dei medici al Governo ma anche una dura battaglia contro l’eccessiva privatizzazione degli ospedali.

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GESTIONE DELL’ATTACCO ACUTO DI ASMA IN ETA’ PEDIATRICA

Articolo Scientifico

GESTIONE DELL’ATTACCO ACUTO DI ASMA IN ETA’ PEDIATRICA

Linea Guida SIP

Coordinatore: Luciana Indinnimeo

Estensori: Barbato A., Cutrera R., De Benedictis F.M., Di Pietro P., Duse M., et Alii

Stesura definitiva approvata dagli estensori nel febbraio 2008

INTRODUZIONE

L’attacco acuto d’asma si può presentare con modalità diverse, sia per gravità che per sede di interessamento. La corretta gestione richiede stretta collaborazione e percorsi terapeutici adeguati, a vari livelli operativi, per il pediatra di famiglia, i medici di pronto soccorso, il personale infermieristico e, per quanto possibile, il bambino e la sua famiglia. Iniziare a casa il trattamento dell’attacco d’asma è la migliore strategia per evitare inutili ritardi, impedire il peggioramento dei sintomi, ridurre le visite d’urgenza e i ricoveri. Più raramente la crisi d’asma si può presentare come un evento rapidamente progressivo che necessita di un trattamento tempestivo e ben organizzato in strutture ospedaliere. L’utilizzazione di percorsi diagnostico-terapeutici omogenei semplifica la gestione degli eventi critici e rappresenta un reale vantaggio per il paziente; inoltre costituisce uno strumento utile per il personale sanitario che può così disporre di elementi oggettivi per verificare il proprio modus operandi … Continua…

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Timeoutintensiva.it, N. 13, Studentcorner, Maggio 2010

La Donna che Camminava Battendo le Mani

Books: Recensioni

La donna che camminava battendo le mani
di Salvatore Coppola

Narrativa                                                                                                                                           Linea Emozioni                                                                                                                                  Euro 2 (due)                                                                                                                                 Coppola Editore
www.coppolaeditore.com

dalla Prefazione di Giovanni Impastato

“Eppure le potenzialità costruttive dell’uomo e della sua mente hanno una forza incommensurabile, ancora in parte inesplorate e, quindi, unendo il nostro ingegno e anche i nostri sentimenti possiamo tentare di riscattarci. E perché no, accogliere l’invito di Salvatore a camminare battendo le mani tutti assieme per percorrere la strada verso la libertà.”

Recensione
Poche righe, poche pagine che si leggono in un soffio; un sorriso, piano piano, si accompagna alla lettura, che alla fine, chiuso il libro, si trasforma in un senso di benessere, di pienezza, di libertà ritrovata; un respiro profondo ti raggiunge, quasi un afflato di vita, che ti fa chiudere gli occhi facendoti desiderare di essere anche tu la’ a battere le mani insieme a tanti; tutti insieme, messi lì a seguire lei, la donna che batteva le mani camminando; e le mani divengono ali e ti ritrovi a volare tra le parole, leggere, di questo piccolo libro. A me è venuta subito voglia di rileggerlo e di nuovo, ritrovandomi sveglio al mattino, senza stanchezza per la notte insonne, ma con l’energia che ti dà a volte ritrovare la tua, di leggerezza. Così ho fatto il caffè e mi sono messo lì alla finestra a guardare il mare. Ed i colori del cielo.
Savas

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Coma, Stati Vegetativi e Giornata della Vita: De Nigris scrive a Englaro

Il Direttore del Centro Studi sul Coma De Nigris
scrive una lettera a Beppino Englaro, il padre di Eluana.

“Caro Beppino Englaro,
il 9 febbraio sarà la “Giornata nazionale degli stati vegetativi”. Decretata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si inserisce tra due iniziative importanti in Italia: la “Giornata nazionale dei risvegli per la ricerca sul coma – vale la pena” testimonial Alessandro Bergonzoni promossa dall’associazione “Gli amici di Luca” con il patrocinio de La Rete (Associazioni Riunite per i Traumi Cranici e le Gravi Cerebrolesioni Acquisite) e la Giornata sui Traumi Cranici promossa da FNATC (Federazione Nazionale Associazioni Traumi Cranici). Non so se la terminologia usata per la “Giornata nazionale degli stati vegetativi” sia ancora quella giusta (ci siamo battuti come associazioni per portare i clinici su parole più comprensibili anche per i famigliari), non sono convinto che la data, il giorno della morte di sua figlia, sia da tutti considerata rispettosa. Però una cosa è certa: questa può essere l’occasione importante per pacificare gli animi, per trovare un ragionevole punto di comprensione.
Credo che tutti quanti ne potremmo avere reciproca soddisfazione se si guardasse a questo mondo con gli occhi della coerenza. Nessuno ha in animo di contrapporre un movimento pro vita ad un altro pro morte. Noi vorremmo soltanto che non si
contrapponesse la libertà di scelta al diritto di cura. Che quella dignità di vita che devono avere le persone in stato vegetativo (lo ha detto anche lei da Fazio e Saviano) trovasse adeguata comprensione anche quando è lei ad andare in televisione per comunicare il suo punto di vista. Noi vogliamo darci da fare per salvaguardare i diritti di queste minoranze, per costruire un’Italia diversa che
guardi alla diversità. Crediamo che si debba avere rispetto per queste persone e le loro famiglie, senza commiserarle ma per considerare le loro difficoltà, i loro bisogni, per accettare le loro rivendicazioni e convincere Governo e Regioni che vanno aiutate, anche economicamente Guardiamo con soddisfazione allo stanziamento di 100 milioni di euro per la SLA, malattia grave che ha bisogno di assistenza e ricerca, ma anche con preoccupazione perché non sostiene altre patologie; sapendo che l’incidenza della Sclerosi Laterale Amiotrofica è nettamente inferiore rispetto alle Gravi Cerebrolesioni quale anche lo Stato Vegetativo ne è parte. Un fondo ad hoc andrebbe costituito. Io, lei, tanti come noi, sanno cosa vuol dire aver perso un figlio ed essere passati attraverso la disperazione. Molti sanno cosa vuol dire accudire una persona gravemente disabile, ricostruendole attorno quei momenti di normalità che rappresentano un diverso stile di vita. Lei potrebbe darci una mano a non “armare questa giornata” ma come scriveva il poeta Roberto Roversi riferito al nostro Luca ad: “armare la speranza, corazzarla di vita per riprendere a tessere il filo fragile del proprio destino”. Per questo la invito a Bologna al Teatro Duse il 9 febbraio prossimo ore 21.00, per la serata “Vivo e vegeto, ma soprattutto vivo!” con Alessandro Bergonzoni testimonial della Casa dei Risvegli Luca De Nigris e i nostri ragazzi usciti dal coma del gruppo teatrale Gli amici di Luca. Con sincerità.
Luca De Nigris*

* Direttore del Centro Studi Ricerca sul Coma

Gli Amici di Luca:  http://www.amicidiluca.it/

Casa dei Risvegli Luca De Nigris:  http://www.casadeirisvegli.it/cmx/

I Chirurghi Italiani ed il Biotestamento: «Siamo Pronti all’Obiezione di Coscienza»

Logo del CIC riprodotto per caratterizare l'articolo

Il sondaggio: 1’81% vuole un biotestamento condiviso.                              «Ci ascoltino»
Il 75% dei chirurghi violerebbe la legge: «Serve il consenso»

L’esito del sondaggio promosso dal Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC), (che riunisce 63 associazioni con un numero di adrerenti di circa 35.000 Chirurghi di tutte le branche), sul fine vita è molto interessante e dà uno spaccato di cosa pensi sull’argomento una fetta consistente dei Medici Chirurghi Italiani.
Nutrizione e idratazione artificiale sono trattamenti medici e come tali devono essere esplicitamente autorizzati per il 73% dei chirurghi. E di fronte a pazienti che invece prima di perdere coscienza abbiano detto no, il 75% ha dichiarato che non somministrerebbe tali trattamenti anche se fosse la legge a imporli. In particolare, per il 46% la decisione spetta al paziente, per il 27% al medico ed ai familiari e per poco più del 2% solo al medico. La decisione di non somministrare o eventualmente sospendere le terapie ed i trattamenti che la tengono artificialmente in vita dovrebbe spettare al paziente, nel caso in cui abbia espresso le sue volontà quando era cosciente, per il 65%; a nessuno, perché la vita è un dono e va in ogni caso tutelata per il 16% circa; ad una commissione etica di esperti per il 12%; ad un familiare per il 5% circa; al medico curante o ad un magistrato solo per poco più dell’1%.
Tre medici su quattro, dunque, sarebbero «pronti all’obiezione di coscienza» sul biotestamento se il governo varasse un testo «non condiviso». Una sconfessione piena del ddl che a febbraio approderà a Montecitorio. Il questionario è stato inviato solo ai presidenti e membri dei consigli direttivi che a loro volta hanno sentito gli iscritti: su un migliaio, le risposte sono state 750.
Pietro Forestieri, chirurgo oncologico e geriatrico dell’Università Federico II di Napoli, nonché presidente del cic, ritiene il campione indicativo degli orientamenti della categoria. «È un campione rilevante dal punto di vista qualitativo ma anche quantitativa. Di solito a questo tipo di consultazioni risponde il 10%, ma questo argomento ci tocca davvero ». E nel merito «non sono emersi dubbi».
NO A GUERRE IDEOLOGICHE
Per 1’81% dei chirurghi una legge sul testamento biologico è indispensabile, e per il 70% quanto stabilito dal paziente nelle dat (dichiarazioni anticipate di volontà) deve essere vincolante e non solo orientativo. Per il 97% vanno interrotti trattamenti che non daranno beneficio alla salute del malato.
Per il 92% bisogna tenere conto della volontà del paziente purché certa e documentata. Se qualcuno smette di nutrirsi, al medico tocca informare sulle conseguenze senza «assumere iniziative costrittive nè collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale ».
Spiega Forestieri: «Noi dissentiamo dall’uso politico e strumentale del biotestamento. Se il governo insiste su questa strada, perseguendo una guerra ideologica, produrrà grosse lacerazioni per casi che riguardano lo 0,05% degli italiani. A noi interessa arrivare a un vero testamento biologico su linee condivise».
Il chirurgo, che ha già spiegato le proprie tesi al sottosegretario Roccella, è molto chiaro: «Noi medici abbiamo un solo faro: la professione». Il no di tre quarti dei medici ad alimentare un paziente in stato vegetativo nonostante la legge lo imponga, significa che sareste pronti all’obiezione di coscienza? «Ma certo – è la risposta – È in discussione l’impianto della nostra professione. Il codice penale prevede che a legittimare il mio intervento chirurgico sia il consenso informato del paziente. È l’unica cosa che separa il mio bisturi da un colpo all’addome. Del resto, non si può imporre la trasfusione di sangue a un Testimone di Geova. E una donna ha potuto rifiutare l’amputazione del piede, pur con conseguenze fatali».
Forestieri è molto critico anche sull’iniziativa di rendere il 9 febbraio, data della morte di Eluana al termine di una lunga battaglia giuridica (vinta), «giornata nazionale degli stati vegetativi»:
«Una scelta semplicemente vergognosa, di violenza e volgarità inaudite».

Ridotto e riscritto dalla Stampa Nazionale e dal sito del CIC, che trovate al link: http://www.collegiochirurghi.it/