Archivio mensile:gennaio 2011

Soffriva di Epilessia: ecco perché Chopin aveva le Allucinazioni

Soffriva di Epilessia: ecco perché Chopin aveva le Allucinazioni

Il celebre compositore Frédéric Chopin soffriva spesso di allucinazioni ma la causa di questo disturbo è nota soltanto oggi: potrebbe trattarsi di epilessia, per la precisione del lobo temporale. A fare luce sull’origine delle allucinazioni è una recente ricerca pubblicata sulla rivista di divulgazione scientifica on line Medical Humanities, afferente all’autorevole British of Medical Journal. Per l’intera durata della sua breve vita, rivelano gli autori, Chopin potrebbe aver sofferto di epilessia. Le allucinazioni sono infatti una caratteristica tipica dei disturbi convulsivi. Chopin era rinomato, tra le altre cose, per la sua fragilità e sensibilità. I suoi tanto frequenti quanto documentati attacchi di malinconia sono stati attribuiti al disturbo bipolare o alla depressione clinica ma finora era stata fatta poca chiarezza sugli episodi allucinatori. Durante l’esecuzione della Sonata in si bemolle minore, in Inghilterra nel 1848 in un salone privato, Chopin improvvisamente smise di suonare e lasciò il palco, evento registrato dal critico musicale del Guardian di Manchester.

F. Chopin Sonata in si bemolle minore


In una lettera scritta alla figlia della sua compagna George Sand, nel settembre dello stesso anno, Chopin descrive quanto accaduto in quell’occasione affermando di aver visto delle creature emergere dal pianoforte.
La stessa George Sand, nelle sue memorie, ricorda numerosi episodi simili, ad esempio durante un viaggio in Spagna nel 1838 quando in un monastero apparve a più riprese pallido, con gli occhi spiritati, i capelli sconvolti, ossessionato dalla visione di spiriti e fantasmi. Il laudano che assumeva il compositore potrebbe essere associato alla comparsa di allucinazioni, ma Chopin documentò questo genere di episodi ben prima di iniziare ad assumere la sostanza.
I medici all’epoca non ne sapevano molto sull’epilessia e potrebbero aver trascurato i sintomi. Chopin, era di salute cagionevole, e fu perseguitato da disturbi e malattie per tutta la vita: morì nel 1849 a soli 39 anni a causa di una malattia polmonare cronica che recentemente è stata ricondotta alla fibrosi cistica, basandosi sulla storia familiare del compositore.

22 Dicembre 2010

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EFFETTUATO CON SUCCESSO IL SECONDO TRAPIANTO DI LARINGE AL MONDO

EFFETTUATO CON SUCCESSO IL SECONDO TRAPIANTO DI LARINGE AL MONDO

Si è concluso con successo il secondo trapianto di laringe al mondo che ha permesso a una donna californiana di 52 anni di tornare a parlare dopo 11 anni di silenzio. Brenda Jensen e’ stata sottoposta a diciotto ore di intervento chirurgico durante le quali un team di chirurghi inglesi a americani ha sostituto la laringe, una porzione di trachea e la tiroide.

Undici anni fa il danno permanente alla laringe durante un’operazione. Da allora e per 11 anni, scrive il Telegraph, la donna californiana e’ stata in grado di comunicare con il mondo esterno grazie a un dispositivo portatile elettronico e poteva respirare solo tramite un buco nella trachea. Dopo 13 giorni dall’operazione, avvenuta lo scorso ottobre alla University of California Medical Centre ma resa pubblica solo in questi giorni, Brenda e’ stata in grado di pronunciare le prime parole.

”La laringe e’ un organo estremamente complesso, a causa del suo intricato funzionamento di muscoli e nervi per permettere di parlare, deglutire e respirare – spiega Gregory Farwell, responsabile del team che ha eseguito il trapianto -. Siamo assolutamente soddisfatti dello straordinario risultato”. Il primo trapianto di laringe venne effettuato nel 1998 nella Cleveland Clinic, in Ohio (Usa).

21 Gennaio 2010

“…MEZZO SECONDO PER INTUBARE”

Articolo Scientifico

Tempo e Medicina Intensiva

“…MEZZO SECONDO PER INTUBARE”

ovvero

Mezzo Secondo alla Consapevolezza.

di M.Francesca Sapuppo*, Diego Bongiorno*, Serafina Ardizzone*, **Stefano Dell’Aera

*Associazione I.Change, Timeoutintensiva Network

***AUSL4 SerT Enna

NON SEMPRE POSSIAMO PORCI DOMANDE “SENSATE”

“….per le idee che all’inizio non sembrano strane non c’è speranza”
N.Bohr

Ci sono storie che noi costruiamo e ci sono storie che ci vengono incontro, il nostro lavoro di Terapia Intensiva lo costruiamo giorno per giorno ma credo che per poterlo fare noi dobbiamo essere già predisposti ad accogliere la storia che ci viene incontro, dobbiamo forse essere in un certo modo per potere fare il lavoro che facciamo.
Questo lo penso oramai da molto tempo, avendo avuto a che fare con me stessa come intensivista e con colleghi più giovani e meno giovani di me.
Una delle tante qualità che mi appare determinante per poter fare il nostro lavoro (oltre quelle che analizzeremo in articoli successivi) è la capacità di utilizzare modalità di pensiero clinico diverse secondo le situazioni, modalità in cui la percezione e la gestione del tempo  interno ed esterno differisce secondo i momenti.
In un solo istante dobbiamo essere in grado di passare da una attività “immediata”, come quella che si sviluppa nella emergenza, in cui il tempo “mentale” è contratto in secondi ed apparentemente privo di un pensiero analitico ma solo pragmatico, ad una attività “riflessiva”, come quella che si sviluppa nella pianificazione di una terapia o di una procedura o nella visita clinica, in cui il tempo “mentale” è abbastanza lungo e ricco di un discorso interno che permette anche articolate analisi sia personali che con gli altri colleghi… Continua qui

Timeoutintensiva.it, N° 10, Focus, Luglio 2009

L’UE APPROVA UN NUOVO FARMACO CONTRO LA BPCO

L’UE APPROVA UN NUOVO FARMACO CONTRO LA BPCO

ll Progetto Mondiale per le Broncopneumopatie Croniche Ostruttive (GOLD) ha incluso il roflumilast (Daxas®) tra le opzioni terapeutiche nelle linee guida di gestione delle BPCO. Un intero capitolo dedicato a questa nuova classe, gli inibitori della fosfodiesterasi 4 (PDE4), descrive l’efficacia del roflumilast nei pazienti affetti da BPCO. Le linee guida riconoscono che gli inibitori della PDE4 hanno l’effetto principale di ridurre l’infiammazione e le implicazioni cliniche che questa ha sui pazienti affetti da BCPO. Per citare il documento, nei pazienti affetti da BCPO grave di stadio III e BPCO molto grave di stadio IV, roflumilast riduce le esacerbazioni trattate con glucocorticosteroidi per via orale. Tali effetti sono evidenti anche nel caso in cui il roflumilast sia aggiunto a broncodilatatori ad azione prolungata. Daxas è stato approvato recentemente nell’Unione Europea e in Canada. Il farmaco è già stato lanciato in Germania, Danimarca e Regno Unito ed è in programma l’introduzione in altri mercati nel 2011. Se approvato, sarà il primo farmaco di una nuova classe per il trattamento della BPCO e potrebbe diventare il primo farmaco antinfiammatorio orale specificamente sviluppato e approvato per il trattamento di questa malattia che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), colpisce 80 milioni di persone in tutto il mondo. Continua qui

Non Ho l’Arma che Uccide il Leone.

Books: Recensioni

Non ho l’arma che uccide il leone.

di Beppe Dell’Acqua

Hoepli Edizioni

Recensione di S. Vasta

Allla fine degli anni ‘80 e nei primi anni ‘90 ogni tanto, in rianimazione, giungeva qualche “matto” ancora ricoverato in manicomio, che in seguito a patologie gravi, insorte acutamente, (in genere per un ictus cerebrale), aveva bisogno della nostra assistenza. Con il paziente arrivava anche la sua cartella sotto forma di diario clinico giornaliero o settimanale; veri e propri libri, tomi, dove era possibile rintracciare ed immaginare la vita dei pazienti, internati per decenni. Ne ricordo in particolare una, giunta per una grave emorragia cerebrale e che nel suo “incartamento” dopo il nome cognome e generalità, dopo le “impronte”, seguiva una foto in B/N fatta di faccia e di profilo che mostrava la paziente, ragazzina, con i capelli tagliati cortissimi e ancora le efelidi sul viso, che teneva davanti a se la lavagnetta, dove, con il gesso, era scritto alla meno peggio il suo nome e cognome, come nei vecchi film polizieschi in bianco e nero; come fossero rinchiusi per colpa e non per malattia. Nell’incartamento, come motivo del ricovero di allora (anni 40) c’era scritto: “Ebefrenica; Si oppone con violenza all’autorità riconosciuta”, malattia che, approfondendo, iniziata come drammatiche discussioni con i genitori, che oggi avremmo forse definita “un temperamento vivace e critico”, poi si era trasformata in una violenta opposizione all’istituzione di cura dove era stata rinchiusa, il manicomio; (aveva tentato più volte la fuga e non rispettava nè medici nè chi la accudiva); ed esitata anni dopo in un mutismo assoluto che era durato il resto della vita, un silenzio poi definito in cartella “quasi un guarire”, “un ammendare le proprie malefatte e cattiverie”.

Scrive Basaglia nella prefazione al libro di Beppe dell’Acqua suo assistente di allora (1979):…”Lo psichiatra non riusciva a “cogliere la “voce” del suo pazzo perchè per definizione l’irrazionalità della follia è la razionalità della malattia”… Quello che voglio dire è che per noi la follia è vita tragedia tensione. E’ una cosa seria. La malattia mentale invece è il vuoto, il ridicolo, la mistificazione di una cosa che non c’è, la costruzione a posteriori per tenere celata, nascosta l’irrazionalità.”… In questo libro… “Beppe ha voluto raccontarci delle storie come le ha vissuto da psichiatra che non capiva cosa volesse dire essere psichiatra, storie di internati che gliele raccontavano dato che non capivano cosa volesse dire essere internato. Questo livello tendenzialmente paritetico ha permesso a Beppe ed ai ricoverati di fare finalmente un discorso”

“Non ho l’arma che uccide il leone” è proprio il racconto delle vite dei ricoverati del manicomio di Trieste prima durante e dopo la sua chiusura. E’ il resoconto accattivante profondo e curioso di una esperienza fatta alla fine degli anni ’70 e per tutti gli anni ’80 che ha segnato profondamente tutta la “Medicina” italiana e la Psichiatria in particolare. Nient’altro.

Savas

Per Approfondimenti sul libro e sulla figura di Basaglia Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N°8, Books, Dicembre 2008