Archivio della categoria: Graffiti

Poesia ed Immagini: “Nessun Uomo è un’ Isola” di J.Donne

Unknown Photographer

Nessun uomo è un’isola

(tratto dalla poesia “For Whom Te Bell Tolls”, per chi suona la campana)

di J.Donne

Nessun uomo è un’isola,

completo in se stesso;

ogni uomo è un pezzo del continente,

una parte del tutto.

Se anche solo una nuvola

venisse lavata via dal mare,

l’Europa ne sarebbe diminuita,

come se le mancasse un promontorio,

come se venisse a mancare

una dimora di amici tuoi,

o la tua stessa casa.

La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,

perché io sono parte dell’umanità.

News: Sulla forza della “Rivoluzione” Egiziana ed i Problemi Futuri dell’Area Medio Orientale

Perchè il vero problema ora saranno le relazioni Arabo-Israeliane.

Abbiamo così voluto ricordare il coraggio e l’orgoglio del Popolo Egiziano, che ha pagato un duro prezzo anche in termini di vite umane, e la Pace che ci auguriamo possa presto esserci tra Israeliani e Palestinesi, con una fotografia e una poesia che dicono molto di più di qualunque articolo giornalistico sui fatti egiziani appena accaduti e sui problemi che ora si presenteranno sulla scena medio-orientale.

Savas

Unknown Photographer

Ricordate ! Sono un arabo

poesia di

Mahmoud Darwish

Ricordate ! Sono un arabo

E la mia carta d’identita’ e’ la numero cinquantamila

Ho otto bambini

E il nono arrivera’ dopo l’estate.

V’irriterete?

Ricordate!

Sono un arabo,

impiegato con gli operai nella cava

Ho otto bambini

Dalle rocce

Ricavo il pane,

I vestiti e I libri.

Non chiedo la carità alle vostre porte

Ne’ mi umilio ai gradini della vostra camera

Perciò, sarete irritati?

Ricordate!

Sono un arabo,

Ho un nome senza titoli

E resto paziente nella terra

La cui gente è irritata.

Le mie radici

furono usurpate prima della nascita del tempo

prima dell’apertura delle ere

prima dei pini, e degli alberi d’olivo

E prima che crescesse l’erba.

Mio padre…viene dalla stirpe dell’aratro,

Non da un ceto privilegiato

e mio nonno, era un contadino

ne’ ben cresciuto, ne’ ben nato!

Mi ha insegnato l’orgoglio del sole

Prima di insegnarmi a leggere,

e la mia casa e’ come la guardiola di un sorvegliante

fatta di vimini e paglia:

siete soddisfatti del mio stato?

Ho un nome senza titolo!

Ricordate!

Sono un arabo.

E voi avete rubato gli orti dei miei antenati

E la terra che coltivavo

Insieme ai miei figli,

Senza lasciarci nulla

se non queste rocce,

E lo Stato prenderà anche queste,

Come si mormora.

Perciò!

Segnatelo in cima alla vostra prima pagina:

Non odio la gente

Né ho mai abusato di alcuno

ma se divento affamato

Prestate attenzione!

Prestate attenzione!

Alla mia collera

Ed alla mia fame!

Mahmoud Darwish (arabo: محمود درويش ‎; al-Birweh, 13 marzo 1941 – Houston, Texas, 9 agosto 2008) è stato un poeta e scrittore palestinese.

Mahmoud Darwish (Mahmūd Darwīsh) nacque nel 1941 nel villaggio di al-Birweh, situato in alta Galilea a est della città di Akko (Acri). Il suo villaggio natale oggi è distrutto e non più presente sulle carte. Nel 1948 – durante il primo conflitto arabo-israeliano – l’esercito di Israele scacciò gli abitanti di Birweh e rase al suolo completamente l’abitato. Lo stesso destino era toccato ad altre quattrocento località palestinesi nella fase finale della guerra. I genitori di Mahmoud cercarono rifugio in Libano con il resto della popolazione per sfuggire ai massacri, ma furono tra i pochissimi che riuscirono a rientrare nel loro paese, illegalmente, dopo appena un anno. Nel frattempo però la loro terra d’origine era diventata parte dello stato di Israele, i loro beni confiscati ed essi non godevano più di alcun diritto di cittadinanza.

In questa condizione fin da bambino Darwish si trovò nello status legale di “alieno”, cittadino che risiede come “ospite illegale” nel suo stesso paese. Da giovane fu arrestato e condannato più volte a pene detentive, per la sua presenza in Israele senza permesso e per aver recitato poesie in pubblico. Studiò peraltro la lingua ebraica israeliana, perfezionando la conoscenza della sua lingua natia. Cominciò l’attività pubblicistica a diciannove anni, iscritto all’università non ebbe la possibilità di laurearsi a causa delle interruzioni degli studi nei periodi trascorsi in prigione, anche se in Unione Sovietica, a Mosca, si costruì nel 1971 una solida preparazione linguistico-letteraria. Pubblicò la sua prima raccolta di poesie, Foglie d’Ulivo, nel 1964.

È autore di circa venti raccolte di poesie (pubblicate dal 1964 a oggi) e sette opere in prosa, di argomento narrativo o saggistico. È considerato tra i maggiori poeti in lingua araba. È stato giornalista e direttore della rivista letteraria “al-Karmel” (Il Carmelo), e dal 1994 era membro del Parlamento dell’Autorità Nazionale Palestinese.

I suoi libri sono stati tradotti in più di venti lingue e diffusi in tutto il mondo. Solo una minima parte della sua produzione letteraria è stata tradotta in italiano. È scarsa anche la traduzione in lingua inglese della sua opera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Mahmoud_Darwish

Medicina e Fotografia: Graffiti: Fotografare la sofferenza

Medicina e Fotografia

Graffiti
Fotografare la sofferenza
reportage fotografico di
Lorenzo Palizzolo
Luglio 2010

Reportage fotografico realizzato a Palermo, in collaborazione con gli operatori della SAMOT ONLUS (Società per l’Assistenza al Malato Oncologico Terminale) di Palermo, da Lorenzo Palizzolo giovane filosofo appassionato di fotografia, che ha scelto di “fotografare la sofferenza” per comunicare con l’immagine ciò che spesso è difficile esprimere a parole… 
A Palermo, circa 20 anni fa,dalla buona volontà di pochi medici ed infermieri, nasceva la SAMOT, che incominciò ad assistere al domicilio pazienti oncologici terminali quando non viera ancora alcuna struttura che garantisse un minimo di Cure Palliative.

Per le foto e gli approfondimenti Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N° 14, Graffiti, Luglio 2010

Fotografia e Terapia Intensiva: Se Io Fossi Foto Vorrei Stare Al Mondo…

Editoriale

Fotografia e Terapia Intensiva

Una delle Foto Premiate

Se Io Fossi Foto Vorrei Stare Al Mondo… di Nicola

Da Una Mostra e un concorso Fotografico in Rianimazione (Direttore Nicola Latronico)

liberamente svolto da M. Francesca Sapuppo e Vittorio Coppola (in Brescia presso la 2° Rianimazione degli Spedali Civili nel febbraio 2007)

in appendice i curatori Giovanna Perone e Sergio Zappa raccontano la nascita di questa particolare mostra/concorso fotografica dentro la Rianimazione

“Il verde di questa Rianimazione è smorto e pallido come quello di qualsiasi altro Ospedale… Ma quello che c’è di diverso “da dentro” su quel verde pallido e smorto è qualcosa che si impone alla vista: tante foto colorate nelle loro eguali cornici.

Foto e foto a colori, divise da porte chiuse e aperte, su un corridoio un po’ largo e lungo che impedisce l’accesso alla degenza. E’ qui che i parenti attendono in un crocevia “la possibilità di entrare”. Questa è una Rianimazione aperta, ma i parenti in silenzio bisbigliano ordinati quasi in fila per quattro.Nell’attesa osservano le foto come le stiamo osservando noi. Foto che ritraggono paesaggi di natura e di umanità, che ritraggono senza soggetto, che espongono elementi simbolici, che pennellano colori accesi o sfumati. Una sola nei colori del bianco e del nero. Tutte in attesa e in speranza di essere scelte e votate. Perché questa è una mostra/concorso dal titolo “colore e colori” giocata nel 2006 e mantenuta fino ad adesso, fino a quando non sarà esposta la nuova del 2007. Questa è una mostra che nasce in un posto un po’ strano, aperta a tutti i concorrenti e che permette a tutti (visitatori, parenti, ospedalieri…) di esprimere un voto e “farne vincere una”. La vincita: una pizza tra amici…

Articolo e foto vincitrici del concorso le trovate Cliccando qui

Timeoutintensiva N° 3, Spotlight, Luglio 2007